Aldo e i Falisci |
Un
gruppo attivo nell'alto Lazio formatosi, in particolare, a Civita
Castellana (l'antica Falerii, principale città nel territorio dei Falisci,
antica popolazione affine ai Latini) attorno al cantante Aldo Angeletti.
Arrivarono alla incisione discografica con un brano dedicato a
Martin
Luther King, sulla scia degli altri brani "buonisti" del periodo (Abraham,
Martin e John di Dion & The Belmonts, John Fitzgerald Kennedy dei
Renegades), dal titolo "Le rondini
bianche". Sul retro del disco, pubblicato dalla etichetta romana CDB, un
brano inciso anche dai Jaguars
(che erano sotto contratto con la stessa casa discografica), ma non pubblicato
all'epoca.
Discografia: Le rondini bianche /
Preludio alla fine - CDB db 1129 - 1968
[Aldo Angeletti (voce), Goffredo Chiodi (chitarra), Marco Manoni
(basso), Franco Spitoni (batteria)] |
Ancients |
Il gruppo fondato Federico
D'Andrea con Manuel De Sica e Bruno Biriaco, al quale si è aggiunto in
seguito Stefano Marcucci. Nel loro periodo di attività riescono anche ad
approdare in TV, partecipando ad una puntata di Studio Uno di Lelio
Luttazzi. D'Andrea e Marcucci formeranno in seguito il gruppo
Myosotis, mentre Biriaco diventerà il batterista
del più noto gruppo jazz-rock italiano, i Perigeo, e Manuel De Sica un
compositore).
Discografia: Ci ripenserai / Non penso più a lei (Edibi 1966), Quando
verso sera / Questa squallida città (Parlophone 1966).
[Manuel De Sica (chitarra solista e voce), Federico D'Andrea (chitarra
ritmica e voce), Bruno Biriaco (batteria), Stefano Marcucci (basso e
voce)] (Notizie ricevute da Stefano Marcucci) |
Angeli |
Da non
confondere con i Nuovi Angeli di Milano, erano un gruppo formatosi a
Chieti dalla fusione di un complesso
già attivo
con lo stesso nome nella città abruzzese, e di un altro gruppo chiamato I
Savage.
Leader del gruppo era il cantante e chitarrista Alfonso Di Berardino,
proveniente dai Savage e cresciuto in USA, poi per un breve periodo con il
Clan Celentano e in seguito protagonista di una carriera solistica in casa
RCA. Come Angeli hanno partecipato al 2° torneo Davoli nel 1967 (23
novembre, al teatro Cantero di Chiavari) arrivando in finale e proponendo
alcune cover e brani del proprio repertorio (Baccano, Spider e Sha la la
la lee). Nel 1968 hanno la opportunità di incidere con la etichetta Pake
una cover di "I'm a Boy" degli Who,
che diventa "Dove vuoi". Sul retro un brano originale scritto da Di
Berardino (Butta la corda). Con la successiva uscita di Di Berardino
verso il Clan si chiude l'attività del gruppo negli anni '60.
[Alfonso Di Berardino (chitarra e voce), Ettore Desiderio (chitarra),
Fabrizio De Angelis (chitarra), Tonino Taddeo (basso), Ernesto De Angelis
(batteria)] |
Anonima
Sound |
Il primo complesso
di Ivan Graziani, fondato a Urbino dal futuro cantautore assieme a Velio
Gualazzi (batteria) e Walter Monacchi (basso), Graziani era ovviamente
alla chitarra e voce. Dal primo singolo (del 1967) il primo successo
(175.000 copie) "Parla tu", firmato da Roberto
Vecchioni (con Lo Vecchio e Monaldi), lanciato a Bandiera
Gialla da Boncompagni
ed Arbore. Attivi dal 1964 al 1970,
nel 1969 l'inserimento del tastierista Roberto Carlotto, nel 1970 il gruppo si scioglie in concomitanza con la partenza per il
servizio militare di Graziani (e la eclissi della maggior parte dei
complessi).
Discografia: Fuori piove / Parla tu (CBS
3048 - 1967), L'amore mio, l'amore tuo / I tetti (CBS 3418 - 1968),
Josephine / Mille ragioni (CBS 4214 - 1969), Ombre vive / Girotondo
impossibile (Numero Uno 50006 - 1969) (A sinistra i
tre "Anonima sound", Ivan Graziani è al centro) |
Apostoli |
Gruppo romano, sono stati tra i primi a suonare al
Piper Club. Formatosi nel
1965, a settembre dello stesso anno sono stati ingaggiati dallo storico
locale (che non era una discoteca, la musica per ballare era suonata dal
vivo) dove si sono esibiti numerose volte. Ad inizio dell'anno successivo
tentano l'avventura discografica con la RCA ma il singolo registrato è
rimasto inedito per motivi ignoti. Nel 1966 suonano comunque nuovamente al
Piper di Roma e anche a quello di Viareggio (nel frattempo aperto da
Bornigia). Accompagnano Edoardo Vianello e Wilma Goich in alcune serate e
compaiono anche in un film "musicarello" dell'epoca (Quando dico che ti
amo, 1967). Pubblicano complessivamente due dischi per due etichette
minori.
Discografia:
Robinson / Chi mai lo sa?
(Sunstar sp 216 - 1965), Il lupo e l'agnello / Sento già andar l'estate
(RCA 1966, inedito), E' meglio che mi muova / Le cose che tu cercherai (Roman
rm 001 - 1968).
"Chi mai lo sa?" è una cover di Where
Have All The Flowers Gone di Pete
Seeger, con testo di Daniele Pace. La successiva "Sento già andar
l'estate" è una cover dello stesso brano del capostipite del folk
americano, con testo diverso scritto da Ettore Paparazzo degli Apostoli.
[Angelo Piperno (voce), Francesco Berichelli (chitarra), Angelo
Alessandra (tastiere), Ettore Paparazzo (basso), Roberto Conrado
(batteria)] |
Astrali |
Esponenti del ristretto
gruppo della psichedelia italiana (con i Fantom's, Le Stelle di
Mario Schifano, i Chewing Gum, Chetro & Co.) Gli Astrali
di Torino non pubblicarono alcun disco nel loro periodo di
attività, tra il '67 e il '68. Le registrazioni fatte
all'epoca sono però state recuperate nel 1995 dalla etichetta Destination
X e pubblicate su un CD dal titolo "Viaggio allucinogeno" (pare fosse il
titolo che gli stessi Astrali volevano dare all'LP in preparazione).
Cover di noti brani degli Yardbirds (Mr. You Are a Better Man Than
I, diventata in italiano "Noi non siamo come voi") e dei Byrds (Eight
Miles High, "Vado su in
alto"), e notevole soprattutto la suite strumentale "Un Altro Viaggio
Allucinogeno", ispirata allo stile Pink Floyd di Interstellar
Overdrive. La scaletta dell'LP comprendeva i seguenti brani: 1) Non
Siamo Come Voi 2) Viaggio Allucinogeno 3) Improvvisazione 4) Credi (Rari
degli Standells) 5) Vado Su In Alto 6) Una Notte Al Bar 7) La Libertà 8)
Intro / Un Altro Viaggio Allucinogeno.
A parte le vicende discografiche gli Astrali hanno suonato intensamente
dal vivo, soprattutto a Torino, proponendo i loro brani in concerti
sicuramente più "impegnativi" rispetto a quelli degli altri complessi
dell'epoca.
[Dante Menotti (voce e chitarra), Angelo Presti (organo), Terry Fanelli
(basso), Vito Salice (batteria)] |
Avvoltoi
'80 |
In realtà non è
un gruppo beat, ma un gruppo di epigoni del beat che si è formato negli
anni '80 a Bologna, per riproporre la "poetica" beat (Il nostro
è solo un mondo beat, è uno dei loro pezzi). Hanno proposto anche cover
di brani del periodo beat, come A
Well Respected Man dei Kinks (Un uomo rispettabile, nella stessa versione
del 1967 dei Pops). Sono spesso elencati,
erroneamente, assieme agli altri complessi. Tra il '67 e il '71 ha
invece effettivamente operato un gruppo di Messina chiamato Gli
Avvoltoi, del quale siamo in grado di raccontare la storia grazie alla
testimonianza del suo band leader
Armando D'Antonino.
|
Balordi |
Gruppo
milanese attivo nei locali per giovani del capoluogo lombardo (Paip's,
Tricheco, Copacabana) già nel 1965, spesso come gruppo di supporto ad
altri più noti, entrano in contatto con il produttore Luciano Giacotto,
che collabora con la Durium, e che cura il loro lancio discografico. La
scelta cade su una cover, come
sempre, ma in questo caso si tratta di uno dei brani più originali delle
prima ondata psichedelica USA, "They're Coming To Take Me Away" di
Napoleon XIV, alias Jerry Samuels (vedi la sezione covers per altre
notizie) che diventa, in una fedele (e arricchita) trasposizione italiana
"Vengono a portarci via, ah, ah" corredata anche da adeguato contorno di
copertina, abiti ed esecuzioni stravaganti. Il riscontro di vendite non è
eclatante, ma consente di farli conoscere e di partecipare come gruppo
spalla al tour italiano degli Animals, al Cantagiro, con il brano
di protesta "Domani devo
fare una cosa" e al Festival della canzone napoletana. Questo ultimo
approdo non sembra oggi così interessante per un complesso beat, anzi
abbastanza incongruo, ma all'epoca si trattava di un evento quasi al
livello del Festival di Sanremo (vedi il noto film con Manfredi
"Operazione San Gennaro"), che voleva darsi una immagine di modernità
aprendo ai complessi beat e a cantanti non napoletani (vi parteciparono i
Jaguars, i Giganti, l'Equipe 84 e Giorgio Gaber, tra gli altri).
I
Balordi, in coppia con un campione locale, Nino
Taranto, riuscirono addirittura a vincere l'edizione del 1967
con il micidiale brano "O' matusa". Il singolo successivo poteva
costituire teoricamente la consacrazione definitiva, perché si trattava
nientemeno che della prima edizione discografica di un classico della
musica leggera italiana, "Non è Francesca" di Lucio Battisti. Allora non
ancora pienamente attivo come interprete ma essenzialmente come autore,
Battisti aveva infatti ceduto il brano alla Durium. L'immagine dei Balordi
non era però quella di irriducibili innamorati resi ciechi dall'amore ma,
appunto, di trasgressivi "balordi", e il riscontro di vendite, nonostante
la copertina alla moda "flower power", fu quasi inesistente. L'insuccesso
portò al tramonto del progetto del loro primo LP (che doveva chiamarsi
"Mondo Balordo") e al cambio di casa discografica, con l'approdo alla
Carosello. In questa fase un loro successivo singolo "Diamoci la mano"
venne scelto come sigla di una trasmissione televisiva e il gruppo ebbe la
opportunità di partecipare alla commedia musicale "Il salto mortale" con
Sandro Massimini.
Il solito servizio militare e il tramonto del periodo dei complessi
portano alla conclusione, a fine '68, anche la interessante esperienza dei
Balordi.
Discografia:
Vengono a portarci via, ah! Ah! / Don Chisciotte
(1966 Durium Ld A 7494), Domani devo fare una cosa! / Buona fortuna (1967
Durium Ld A 7516), '0 matusa / A cammesella (1967 Durium LJ A 7525), Non è
Francesca / Guardando te (1967 Durium Ld A 7538), Diamoci la mano / Fateli
tacere (1968 Carosello CI 20204)
[Gianni Muratori (voce, basso el.), Andrea Muratori (chitarra, fratello
di Gianni), Bruno Pellegrini (chitarra), Beppe Panzironi (batteria); dal
secondo singolo Pino Matteucci subentra a Pellegrini, nel periodo
Carosello Marco Ferradini, il fuuro e mai dimenticato interprete e
co-autore di Teorema, sostituisce
Gianni "Gion" Muratori, nel frattempo partito per il servizio militare]
La copertina del loro
primo disco era disegnata dallo stesso Gianni Muratori, attivo anche come
fumettista con lo pseudomimo di "Gion", e fornisce anche i ritratti -
caricatura dei quattro "balordi" nella prima formazione (cliccare per
ingrandire). |
Barabba |
Un
gruppo bolognese, ma guidato da un sassofonista di origine catanese, Mike
Alfieri. L'uso del sax, inconsueto per gli anni del loro esordio (1966) è
proprio l'elemento caratterizzante del sound del gruppo. Nelle biografie
del complesso si dice che il nome sarebbe derivato da una espressione
dialettale del Nord Italia (barabba = discolo), ma chiunque comprende che
è invece un riferimento (abbastanza ardito per l'epoca) al celebre
personaggio poco raccomandabile del Vangelo ("chi volete libero, Gesù o
Barabba?"). Primo disco con una etichetta importante, la CBS, con due
cover dai Kinks (I Need You, totalmente stravolta nel testo) e dai Rolling
Stones (Down Home Girl). E' riportato a loro nome anche un altro singolo
di data imprecisata (probabilmente lo stesso anno) pubblicato da una
etichetta minore, River. Si sciolgono all'inizio degli anni '70 dopo aver
sperimentato una breve collaborazione con Gino Paoli. Oltre al fondatore
Mike Alfieri si conosce solo il nome di un altro dei cinque componenti del
complesso, Robert Gillot, il tastierista inglese attivo a Bologna, che
sarà poi nello stesso anno 1966 uno dei fondatori dei
Pooh, ma che lascerà il famoso gruppo
prima della fine dell'anno.
Nella copertina del loro unico disco con una etichetta primaria i cinque
mangiano un gelato ai tavolini di un bar (non si capisce bene il nesso) ma
quello di spalle, forse Alfieri, indossa una maglietta personalizzata con
una croce che riporta incrociato il nome "barabba", evidente l'intento
vagamente provocatorio e dissacrante.
Discografia: Barabba / Caino (River rl
0516), Sono stufo di te / Non hai capito (CBS 2414 - 1966) |
Bat
Bat
|
I Bat Bat erano
uno dei gruppi di testa del beat pesarese (con Nomadi PS, Anonima Sound,
Tubi Lungimiranti, Misteriani, Laramie, 4 Dollari) che poteva essere contrapposto all'allora dominante
Verona
beat (celebrato dai Gatti di Vicolo Miracoli nella
omonima canzone) da dove venivano i Kings, i Condors, le Scosse, i
Caravan, i Becchini...) , un po' come il Manchester Sound (Herman's
Hermits, Wayne Fontana & the Mindbenders, Hollies) si contrapponeva al
Liverpool Sound o Mersey Beat nella mitica Gran Bretagna del British
Sound.
Il lancio dei Bat Bat avvenne in uno dei trofei Davoli, il 2°, dove arrivarono in finale, e in particolare al secondo posto dopo i Corvi,
e si affacciarono così anch'essi al successo, aggiudicandosi così un
contratto con la Belldisc Italiana e riuscendo a pubblicare due
singoli tra il '69 e il '70.
Attivi principalmente nella riviera
Romagnola, quindi in locali quali il “Club de L’Altro Mondo” di Rimini (sull
palco con i New Trolls, I Baci, Minnie Minoprio, Anonima Sound ecc.)
“Pineta” e “Il Gabbiano” di Milano Marittima (dove si alternarono con
“L’Anonima Sound" per un mese) il “Bat Caverna” di Riccione, il “Play
Time” di Cattolica, e qualche concerto, prima a Milano al “Top Town”
come gruppo di Diego Peano (anche lui di Pesaro) poi al “Garage” di
Sant'Angelo di Ischia, alternandosi con i Gepy & Gepy e con Chico
Buarque de Hollanda, e in tanti altri locali.
Nel repertorio dei Bat-Bat, oltre ai brani pubblicati in proprio, molti
brani dei Beatles, R&B (James Brown, Aretha Franklin) Country & Western
e folk (Seekers, Peter Paul & Mary) con strumenti acustici, e poi brani
dei Giganti (anche i Bat-Bat si basavano molto sull’impasto delle
quattro voci).
I Bat Bat si
erano formati a Pesaro nel ’66 su iniziativa di Roberto Donati, con
formazione: Simone Piazza (Tiger) alla batteria, Paolo Donzelli (Paul)
al basso, Umberto Focaccetti (Berto) chitarra ritmica & tastiere e
Roberto (Roby) Donati alla voce e chitarra solista. Il nome Bat Bat
traeva origine dal dialetto Pesarese dove “bata” significa battere,
picchiare, insomma "beat", e rimarcava quindi l'intento programmatico
del gruppo. In seguito Umberto verrà sostituito da “Macio” Massimo
Giovanelli (con il quale il gruppo partecipa al “Trofeo Davoli”) e il
bassista Paolo Donzelli da Alessandro Mariotti.
Nel settembre del ’70 in un locale di
Bellaria i Bat Bat la decisione – di comune accordo - che l’avventura
iniziata nel ’66 era davvero finita. Nel locali erano sempre più
richiesti i DJ e sempre meno gruppi per musica live.
Discografia:
Il sole splenderà
(L.Salis
- O. Bell - S. Rose) / Sto
parlando con te
(L.Salis
- A.Salis - Zauli) (Belldisc bd 8025, 1969), Quasi vent'anni con te
(L.Salis,
F.Zauli) /
Coraggio
(L.Salis,
F.Zauli) (Liberty lib 9066, 1970)
La scheda è stata rivista grazie alle
informazioni e integrazioni ricevute da Roberto Donati. Per saperne di
più e' possibile anche visitare il
sito del musicista, che ha
proseguito la sua carriera nella musica, anche come apprezzato
compositore di colonne sonore, dopo la esperienza con i Bat-Bat. |
Bertas
|
Fondato a Sassari dai tre fratelli Costa con alcuni amici, il gruppo ha
avuto subito successo con il primo singolo Fatalità, decisamente
post-beat, in radio e in classifica nel 1967. Erano stati notati ad un
concorso (Sardegna canta) l'anno prima da un talent scout della RCA che
ha messo sotto contratto il complesso per la etichetta parallela ARC per
il mercato giovane. Dopo il successo di Fatalità (che presentava sul
retro una efficace cover da Tip Of My Tongue dei Grass Roots) tra il 67
e il '68 altri tre singoli di ottima fattura e di discreto riscontro e
un LP dal titolo ovviamente "Fatalità".
[Carlo (basso e voce), Antonio (chitarra) e Edmondo Costa (organo),
Mariolino Gadau (chitarra?), Brunetto Sini (tastiere?) e Antonio Usai
(batteria); nel 1968 Giuseppe Fiori alla batteria al posto di Usai; nel
1969 Edmondo Costa e Brunetto Sini lasciano ed entra Gianni Canu alle
tastiere]
Discografia:
Fatalità / Mi hai perdonato lo so (ARC an 4127 - 1967), Dondolo / Se mi
dai l'appuntamento (ARC an 4157, 1968), Vieni via con noi / Angelo
bianco (ARC an 4192 - 1969), Sorge la città / Tempo se vorrai (RCA pm
3524), Fatalità (ARC 11005 - LP - 1968) (Fatalità / Come vuoi che io /
Valerie / Vuoi / Le due strade / Ma non c'eri tu / Arrivi sempre ultima
/ Ma tu / Mi hai perdonato lo so / La banda / Dandy / La donna del sole)
|
Big
Ben's
|
Primo gruppo del popolare chitarrista e cantante Alberto Radius, basati
a Napoli, erano una derivazione in stile beat de "I Campanino" (dal nome
della nota famiglia di musicisti della città partenopea, alla quale
appartenevano alcuni componenti del gruppo). Adottarono il nuovo nome di
ispirazione londinese presentandosi ai concerti indossando una bombetta
come i brokers della City. Contratto con una casa discografica di prima
grandezza, la Ariston, e cinque singoli pubblicati nel bienno 1965-66,
in genere riconducibili allo stile beat delle origini (mersey beat) con
numerose covers. Impropriamente noti
anche per il loro brano
"Un long plajing di baci" (scritto proprio così), ironia della
sorte, non hanno però fatto in tempo a pubblicare alcun LP. Tra i
componenti del gruppo anche Franco Mattone, poi compositore e
protagonista della musica leggera italiana.
[Franco Campanino (voce, basso), Claudio Mattone (pianoforte),
Alberto Radius (chitarre), Ugo Fiorenzano (batteria)]
Discografia:
Una ragazza facile (Memphis Tennessee) / Tu non sai niente dell'amore
(Ariston ar 0108, 1965), Come vuoi tu / Tu non sai niente dell'amore
(Ariston ar 0109, 1965), Allontanati da me / Memphis Tennessee (Ariston
ar 0110, 1965), Come vuoi tu / C'è chi per amore (The Last Time)
(Ariston ar 0120, 1966), Pensare a te /
Un long plajing di baci (Ariston ar 0139, 1966).
|
Billy e i Cani fedeli |
Ricordati soprattutto per il nome, probabilmente uno dei
più divertenti e ironici tra quelli adottati dai complessi beat, erano
un gruppo di Firenze formato da componenti di vari complessi della città
per incidere un brano, "Lei ama me" (forse una cover, autori Gleen (?) -
Franchi) su uno dei dischi allegati alla rivista Nuova Enigmistica
Tascabile (NET, sigla usata anche per l'etichetta) che inseriva questo
gadget in ogni numero in quel periodo (vedi qui l'elenco
delle cover NET). Il gruppo era formato da Massimo Franchi degli
Storms (chitarra e
voce), Giuliano Giunti degli Spettri (basso), Ubaldo Palanti sempre
degli Spettri (batteria e voce). Il numero di catalogo del singolo è NET
606 - 1966. |
Bisce
|
 Il
nome, secondo le riviste dell'epoca, deriverebbe da un incidente stradale
nel quale incapparono i cinque componenti del gruppo, formatosi a Milano a
metà degli anni '60, che uscirono dalla
macchina rovesciata strisciando come bisce (!). Una versione peraltro
confermataci dallo stesso Franco Ruggiero de Le Bisce. Disco d'esordio nel 1967
(etichetta North) con "La danza della morte" / "Una che
dice sì". Quest'ultima era una versione (evidentemente molto libera)
di "Here There And Everywhere" dei Beatles.
[Roberto Bernucca (organo e voce solista), Franco Ruggiero (chitarra e
voce), Franco "Franchino" Mariani (chitarra e voce), Luigi Di
Santo (basso), Albertino (batteria)]
|
Bisonti |
Nati
come Bruno Castiglia e i Bisonti, poi semplicemente
I Bisonti, dopo la solita gavetta in
locali della loro zona (Milano) hanno avuto l'opportunità di iniziare nel
1965 una sostanziosa attività discografica (11 singoli e 2 LP tra il '65 e
il '70), tutta con
la casa discografica City (una piccola casa indipendente di Milano,
tuttora attiva), per la quale già
lavoravano come turnisti alcuni componenti del gruppo. Agli inizi si muovevano più sul versante
melodico, con qualche puntata sul rock 'n roll tradizionale (Lucille), per
poi passare anche al beat, con il loro brano più significativo:
Crudele
(1967). Quasi tutti originali, comunque, i brani proposti dal complesso,
unica cover la già citata Lucille. Ritorno negli anni '90 con un CD di
successi dell'epoca beat (La carica dei Bisonti). Relativamente noti negli
anni '60, anche se non erano nel gruppo di testa dei complessi beat, sono
stati protagonisti di una inaspettata fama a più di 40 anni di distanza,
grazie alla cover de La casa del sole
pubblicata dai Pooh nel loro disco del 2008 Beat Regeneration, dove erano
citati come interpreti della cover originale proprio i Bisonti. In realtà
la cover era del '96, ma l'attribuzione è rimbalzata incessantemente in
rete e i Bisonti sono diventati retrospettivamente gli "storici
interpreti" della Casa del Sole in italiano.
[Bruno Castiglia (voce), Fulvio Carotti (chitarra), Paolo Cocchi (basso
el.), Gianni Calabria (batteria), Paolo Pasolini (tastiere), in seguito
Giorgio Speranza sostituisce Fulvio Carotti]
Vedi anche: La discografia dei Bisonti. |
Bit-Nik |
Il nome del
complesso genovese è una voluta storpiatura di beatnik, il nomignolo
affibbiato con disprezzo da un giornalista ai giovani alternativi
americani dei primi anni '60. Un nome che però i primi poeti e scrittori
che si riconoscevano in quel nuovo clima generazionale (Ginsberg, Kerouac
e soci), e i giovani che si riconoscevano in loro, accettarono e accolsero
come proprio. Un nome che e' anche nella radice del beat e del gruppo che
farà esplodere il beat, i Beatles, ovviamente. I cinque ragazzi italiani
volevano evidentemente ricollegarsi nel 1964 quando hanno fondato il
gruppo a quel clima e a quel movimento, senza
usare banalmente lo stesso termine. In tutto pubblicarono 5 dischi, 45
giri, nella loro breve stagione, quasi tutti originali, a cominciare dal
loro primo successo Preghiera
per un amico beat, in buona parte improntati ad un
germinale impegno e caratterizzati dal suono dell'organo elettrico Vox,
tra gli altri brani di
"protesta" si ricordano Realtà
n.1 e Manifesto beat. Un
ultimo tentativo di risalire sul carro del successo con la prima cover
di Nights In White Satin
dei Moody
Blues, alias "Ho difeso il mio amore", subissata però dalla
versione uscita poco dopo dei Nomadi, promossa da una casa discografica
più potente della loro Meazzi e peraltro pubblicata come lato B di una
loro cover di Hello Goodbye dei Beatles, poi il progressivo
abbandono.
Per saperne di
più: sito ufficiale www.bit-nik.it
[Mauro Boccardo (tastiere), Giulio
Pistarino (batteria), Nanni Perazzo (basso), Ezio Gaggioli (chitarra),
poi Mauro Dassio (sax) e Gianni Mondini (basso)] |
Blacks
|
Gruppo
di Milano molto apprezzato all'epoca. Durante una serata in un night club
di Milano (lo Shaker, vicino a Largo Augusto) nel 1966, all'apice del
fenomeno beat, furono notati da Piero Trombetta (autore di canzoni come
Kriminal Tango e talent scout) che propose al gruppo un provino per la EMI.
Provino realizzato il giorno dopo (nella basilica sconsacrata di Santa
Sofia, in Corso Italia, che era allora la sala di registrazione della EMI),
sotto la direzione del Maestro Tony de Vita, che diede subito parere
positivo alla casa discografica. Il contratto prevedeva la incisione del
loro primo singolo, con i brani "Tu sei come me" (da Hot Pastrami dei
Dartells, la cover dei Blacks venne
presentata anche a
Bandiera gialla nella puntata del 18 giugno 1966) e "Rimani" (EMI
PATHE' AQ 1334).
Furono in seguito reclutati dal noto impresario Leo Watcher e
parteciparono a un lungo tour in Sardegna come gruppo rock in un cast di
altri famosi musicisti dell'epoca: Pino Donaggio e i Giovani Giovani,
Vittorio Inzaina, Wilma Goich, Arturo Testa, Gilda. Intensa anche
l'attività in locali e concerti, sia in Italia sia all'estero (Svizzera,
Germania), si ricordano concerti a Cortina d'Ampezzo, Palalido di Milano,
la loro partecipazione al "Raduno dei Gruppi Musicali del momento",
condotto da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni.
[Flavio "Stecco" Maggioni (chitarra solista), Edo
"Pelato" Muti (chitarra ritmica), Eros "Gitano" Catania
(basso), Leo Catania (batteria), Eros e Leo Catania formeranno in seguito
i Rubi Strubi]
|
Le Blande figure |
 Le
Blande figure sono un complesso che si è formato a Modena (per la
precisione a Fanano) nel 1965, dallo
scioglimento di un altro gruppo, i Garden. Protagonisti di un'intensa
attività in locali e in occasione di concerti, hanno partecipato anche ad
un film con Aldo Fabrizi, hanno avuto collaborazioni con Maurizio Vandelli
e i Giovani Leoni, che diventarono poi l’Equipe 84, e hanno avuto anche
l'opportunità di pubblicare tre singoli con la casa discografica Cgo (Il
mondo non lo sa / Nemmeno una lacrima, 1967, Plaisir d’amour / Un nuovo giorno,
1968 e Sei come il mare /
Quando chiuderai la porta, 1969), per continuare l'attività fino al 1978,
anno in cui per diverse ragioni, il complesso si sciolse.
Le Blande figure realizzarono anche un LP, sempre per la Cgo, che però non
è stato pubblicato e commercializzato per motivi non noti.
[Gildo Orsini, Gianni Orsini, Franco Zona, Silvano Corradini, Vanni
Baisi, Alfonso Seghedoni] |
Chetro
& Co.
|
Un gruppo
a parte, impegnato e ambizioso nel panorama del beat italiano. Formato da Ettore
De Carolis (Chetro), che poi sarà l'animatore del Nuovo
Canzoniere del Lazio negli anni '70, periodo della riscoperta,
anche da parte del grande pubblico (vedi il successo della Nuova
Compagnia di canto popolare), delle radici folk della musica
italiana, con Franco Coletta alla chitarra e Gianni Ripani al basso, hanno
esordito nel 1967 con un ambizioso singolo di stile psichedelico,
pubblicato dalla Parade. Sul lato A una lunga composizione di De Carolis
"Danze della sera", su testo del grande poeta Pier
Paolo Pasolini, sul lato B "Le pietre numerate", ispirata e
basata nella musica al classico tema "Milestones"
del jazzista Miles Davis. A
completare il tutto una copertina "monstre", un pieghevole su più
pagine con i testi completi, un collage di immagini anche dirompenti per
l'epoca (nudi e co.).
Vedi anche:
La copertina originale
|
Chewing
Gum |
Si tratta di un
gruppo toscano tra i più quotati tra quelli che hanno dato vita alla
breve stagione della psichedelia italiana, soprattutto grazie al brano
"Senti questa chitarra" del 1967, decisamente in anticipo sui
tempi. Di Firenze, all'inizio si chiamavano Black
Angels, cambiarono nome in "Chewing Gum" dopo
l'uscita (alla volta dei Tremendi) del
bassista americano Richard Ursillo
(poi, negli anni '70, con il noto gruppo progressive Campo
di Marte). Grazie al produttore Moreno Polidori ebbero
l'opportunità di pubblicare un singolo con la RCA, che conteneva appunto
"Senti questa chitarra" e sul retro "Tu sei al buio".
Entrambi i brani erano notevoli per impatto e ritmo, e mettevano
soprattutto in luce gli assoli di chitarra con distorsore e wha-wha del
giovanissimo Flavio Cucchi (in seguito
protagonista di una brillante carriera nella musica colta). |
Chiodi |
 I Chiodi erano un
complesso beat di Bergamo, attivo
fin dai primi anni '60, che ha trovato la sua principale affermazione nel
biennio del beat 1965-'67, incidendo diversi singoli, tra i quali spicca
una cover di
I'm A Believer, il successo internazionale dei Monkees,
alternativa (e precedente) a quella di Caterina Caselli (Sono
bugiarda). L'attività del gruppo inizia nel 1961, è focalizzata
nell'area di Bergamo e vede come componenti Silvio Rossi, Gigi Rossi,
Denti, Capelli, Carminati. Dopo i primi anni di apprezzata presenza nei locali
e di progressiva creazione di un sound riconoscibile, caratterizzato da
una grande compattezza di suono e da un'attenzione particolare al
territorio (dialetto). Con le prime avvisaglie dell'ondata beat si creano
anche per i Chiodi le condizioni per l'esordio nel settore discografico,
con la Novelty del produttore Cesare La Loggia.
Il primo disco è del '65, presenta un brano in dialetto bergamasco (Ai au
a et i ae?) e "100 lire, mamma!" sulla seconda facciata.
Entrati nel circuito nazionale i Chiodi pubblicano altri dischi,
caratterizzati da un ricorso ridotto alle cover,
a differenza di quanto avveniva all'epoca, ed estendono il loro raggio
d'azione a tutta l'Italia, con occasionali puntate all'estero (Francia,
Svizzera e Spagna, dove li ribattezzarono Los Clavos).
Il
colpo da classifica voleva essere la cover dei Monkees citata in
precedenza, con la nuova casa discografica di La Loggia, Losiérès (1967);
la loro Accendi una stella è
però oscurata però ben presto da Sono bugiarda,
la versione molto efficace (e più
coerente con il testo originale, rispetto alla versione di Pace cantata dai
Chiodi) proposta da
Caterina Caselli, allora all'apice del successo tra i giovani. L'altro
lato del singolo, pensato in origine come lato A, era ancora una cover, da
Homeward Bound di
Simon & Garfunkel, in italiano "Mai mi fermerò".
La fine del periodo beat non ha coinciso per i Chiodi con la fine delle
attività, a differenza di quanto avvenuto per molti altri complessi. Il front-man Silvio Rossi
aveva tentato l'avventura solista già dal 1967, per poi continuare con
altri due dischi, il secondo dei quali con la Vedette, con lo stesso
gruppo, ribattezzato per l'occasione Nuovi Chiodi, e a fine decennio si
era trasferito negli USA (dove vive e opera tuttora nel settore musicale).
Gli altri hanno proseguito egualmente la attività professionale,
rappresentata soprattutto da concerti, fino al 1974, concedendosi poi una reunion 25 anni dopo. I Chiodi sono quindi tuttora in attività, e
informazioni sulle iniziative del gruppo si possono leggere nel loro sito
www.ichiodi.com )
Discografia
- I Chiodi: Ai au a et a ae? / 100 Lire Mamma! (Novelty 801 –
1965), Goldfinger / L’uomo che non sapeva amare (Novelty 802 – 1965),
Quando la mamma la fa i calsett / Tu, tu solo tu (Novelty 803 – 1966), Nel
solaio dei tuoi sogni / Quando in cielo (Novelty 808 – 1966), Mai mi
fermerò / Accendi una stella (Losiérès 3002 -1967), L’amore ha cambiato
anche te / Soltanto allora siamo noi (Losiérès 3004 -1967),
Il mondo così
non va / Ti devi lavare il cervello (Losiérès 3006 -1967) //
Nuovi Chiodi: Canta e balla / Il tuo viso
(Vedette 33178 – 1969) // Silvio Rossi:
Arcobaleno / Se rimango qui (Losiérès 3007 -1967) //
Annamaria Mazzola & I Chiodi: Torno a
pregare / Come ti amo (Novelty 804 – 1966) //
Loro Cinque: Ruzzola l'onda / Dolce mistero (1967?).
[Formazione: Silvio Rossi (voce), Andrea "Rino" Denti (chitarra), Dario
Capelli (basso), Gigi Rossi (tastiere), Franco Carminati (batteria)]
Per saperne di più:
intervista a Dario Capelli dei Chiodi, |
Cuccioli
|
Un complesso beat
di Varese che formerà la base del gruppo progressive anni '70
Franchi-Giorgetti-Talamo ("Il vento ha cantato per ore tra i rami dei
versi d'amore" - 1972 - Arrangiamenti di Nicola Piovani). Negli anni
'60 avevano pubblicato, unico titolo della loro discografia, il singolo "La strada che cerco / Tu non
sai", il retro era una cover di "The Kids are All Right"
dei Who, la canzone dedicata al movimento giovanile dei "mods"
tra i quali i primi Who erano uno dei gruppi preferiti.
[Formazione: Danilo Franchi al basso, Bruno Casagrande alla batteria,
Roberto Carlotto alias "Hunka Munka" alle tastiere (che in
seguito raggiungerà i Dik-Dik), Vittorio Giorgetti alla chitarra, Marco Gusmini
alla chitarra solista; all'organo ha suonato anche,
per un periodo, un giovanissimo Flavio Premoli, il futuro tastierista della PFM; Oliviero Talamo, chitarra, si è
aggiunto in seguito al gruppo]
(Informazioni fornite da Giancarlo Viviani de I Daini, altro gruppo di
Varese, e integrate da Alessio Marino di Beat Boutique 67) |
Dioscuri |
Un
gruppo siciliano formatosi a Mazara del Vallo nel 1966, ha avuto una
intensa attività dal vivo in tutta Italia, esibendosi anche al Piper di
Roma e come gruppo ospite dei Pooh. Ha inciso per la Fly Record di Roma
diversi singoli, tra cui "Francesca" (presentato in TV a
"Domenica insieme", nella prima edizione del programma di Pino
Caruso, nel 1971), Un cuore nelle mani, La mia poesia, La
nostra Estate.
I componenti del gruppo erano Stefano Crimaudo (tromba), Giacomo De Simone
(trombone), Vittorio De Simone (sax), Vito Messina (batteria), Vito
Valenti (Chitarra), Nicola D'Aleo (organo Hammond), Nicola Noce (Voce
solista) e Vito Calia (basso e voce). Peculiarità dei Dioscuri era
una strumentazione di elevato livello, molto avanzata per l'epoca,
soprattutto per il volume di suono, all'origine anche della citata
collaborazione con i Pooh. I Dioscuri
suonavano con batteria Rogers, piatti Paiste, organo Hammond L122 e
Leslie 760, chitarra Gibson SG standard, amplificatore per chitarra Vox,
basso Jazz Bass Fender, ampli per basso Davoli Lead 200W, ottoni Selmer,
microfoni Shure, amplificazione Vocale Montarbo (mixer a 16 canali) con un
totale di 2000 Watt RMS e viaggiavano con due pullmini Volkswagen, uno per
i componenti del complesso ed un altro per gli strumenti e per i tecnici. |
Evy |
Evy (Evelyn Lenton
Verrecchia) è stata una delle poche vere cantanti beat italiane;
cresciuta in Francia, aveva già iniziato la sua carriera nel paese
transalpino, dove aveva proposto alcune canzoni tradizionali, arrivata in
Italia per motivi extra-musicali, ha proposto prima brani tradizionali
(una versione in italiano di "Giochi proibiti"), poi ha
abbracciato decisamente il beat con brani di protesta, come "L'abito
non fa il beatnik" e "Domani
il mondo sarà nelle nostre mani".
Evy ha continuato negli anni
successivi a frequentare il mondo della musica, sia in Francia sia in
Inghilterra, sia come interprete che come autrice e produttrice.
|
Fantom's
|
I Fantom's sono un
complesso formatosi a Torino nel 1963. Si ispirano inizialmente ai
Beatles e Rolling Stones, ma ben presto si rivolgono a nuove sonorità,
orientate alla psichedelia, ancora poco frequentata all'epoca.
Nel 1966 realizzano il primo 45 giri "Le Insegne Pubblicitarie"
(nello stesso disco anche "Nadia"
e "Il Treno"). L'anno
successivo esce un secondo 45 giri esteso con "We Shall
Overcome", contenente una versione incisiva di "Come by Here"
(Kumbaja), in italiano "Vieni qui vicino".
I loro dischi, per la cronaca, sono tra le rarità più ricercate dai
collezionisti.
[Luigi Nagliero (chitarra solista), Walter Nagliero (chitarra ritmica),
Spartaco Nagliero (basso), Gino Nagliero (batteria), Gino Amatone
(organo)]
|
Favolosi
|
Il gruppo formato
da Ivan Facchini, Paolo Tomalini, Mario Rizzoglio, Mario Verde,
provenienti dal conservatorio e con buona pratica musicale. Ricordati per
la cover dei Bee Gees (Butterfly), diventata in italiano "Come le
rondini" a cura dei soliti Lo Vecchio e Roberto Vecchioni. Il retro
era "Il calendario", cover di "Friday Kind Of Monday"
di John Farnham.
|
Ferry,
Franco, Renè, Danny & Gaby |
Il
gruppo
fondato da una parte dei New Dada
dopo i contrasti che portarono allo scioglimento del gruppo originario ad
inizio 1967. Nella nuova formazione confluivano Ferry Sansoni (tastiere),
Franco Jadanza e Renè Vignocchi (chitarre), assieme a Gaby Lizmi
(batterista del Patrick Samson Group) e Danny Besquet (bassista dei
Profeti). All'inizio si esibivano come New Dada, poi, a seguito delle
inevitabili diatribe giudiziarie sul nome, assunsero il nuovo appellativo
chilometrico, semplice somma dei nomi dei componenti, seguendo un po' la
moda lanciata in UK dal gruppo beat-folk Dave,
Dee, Doozy, Beacky, Mick & Tich. Il riscontro iniziale fu
ottimo, e il gruppo ebbe l'opportunità di essere invitato come supporter
nel primo tour dei Rolling Stones in
Italia, nel 1967. In questo confermavano una tradizione, in quanto gli
originari New Dada erano stati il gruppo spalla nel primo (e ultimo) tour
dei Beatles
in Italia, nel 1965. Pubblicarono due singoli (Un treno che parte,
Se te
lo raccontassi) prima dello scioglimento nello stesso anno 1967.
Nell'immagine di copertina, da sinistra Danny, Ferry, Gaby, Franco e Renè.
Per saperne di più: La
storia dei New Dada, L'
intervista a Ferry
Sansoni) |
Folks
/
Fholks |
Il
gruppo romano che accompagnava nei concerti il cantante beat Roby
Crispiano e che poi, con il nome cambiato in
Fholks, è stato
protagonista sulla scena pre-progressive e psichedelica romana. Ai tempi
di Crispiano era formato da Enzo Volpini all'organo Hammond, Claudio
"er crosta" Baldassarri alla chitarra, Franco Pavone al basso. Condividevano la sala
prove con i
Perchè.
Si erano formati a Roma nel 1965 per iniziativa di Baldassarri, assieme
a Pavone, all'inizio il nome era "I Condors". Volpini si è aggiunto
nella seconda formazione, quella che ha iniziato la collaborazione con
il cantautore romano. Alla fine di questa esperienza nuovo cambio di
formazione e di nome, diventano i Fholks, con due nuovi componenti
provenienti da un altro gruppo romano, I Naufraghi: Henryk ‘Nene’ Topel,
cantante, e il batterista Ruggero Stefani (che era stato in precedenza
anche con Le Pupille). E' in questa fase che fanno le cose più
significative nei '60, suonano con regolarità al Piper dove hanno anche
l'opportunità (unica) di aprire il famoso "concerto
perduto" dei Pink Floyd nel 1968. Suonano anche al locale rivale del
Piper, il Titan, dove hanno l'occasione di conoscere Jimi Hendrix allora
in tour a Roma, che suona anche con loro (pare) e li invita sicuramente
come gruppo spalla nella seconda delle due mitiche serate che fece al
Teatro Brancaccio di Roma, lasciando piuttosto sconvolto i ragazzi
romani accorsi, non certo preparati a vedere qualcuno dare fuoco
letteralmente alla chitarra sul palco (pare anche da testimonianze
indirette che abbiamo raccolto che l'abbia fatto anche qui, e non solo a
Monterey) oltre che non molto abituati ad ascoltare il suo blues
estremo. Tornando ai Fholks continuano l'attività assieme al gruppo
Piper, partecipando al primo "Cantapaiper" organizzato da Eddie Ponti
con diverse tappe in Italia (isole incluse) sulla scia del Cantagiro.
Unica incisione su disco nel 1970 (Mi scorri nelle vene / Cerchi, disco
Ricordi), con una formazione ancora diversa, di
nuovo con Volpini e con Baldassarre sostituito da Pericle Sponzilli. Con
questa formazione inizia la fase di avvicinamento al progressive, con le
partecipazioni ai festival che avevano raccolto i gruppi di quella
tendenza a Caracalla a Roma nel 1970 e nel 1971 e a Viareggio nello
stesso anno. Fase di avvicinamento che arriva a compimento con la
trasformazione in "Reale Accademia di Musica" (un nome molto più
allineato a quello degli altri gruppi di questo genere), con Roberto Senzasono (un batterista già attivo in altri gruppi beat) al posto di
Stefani.
(Informazioni gentilmente fornite dal noto pubblicista esperto di
anni '60 Claudio Pescetelli, che ha avuto
l'occasione di intervistare Claudio Baldassari; informazioni più
complete sulla relativa voce in Wikipedia) |
Frenetici |
Nel 1959, a Voghera (PV) nasceva il gruppo
I Frenetici, nel quale ha iniziato a
suonare professionalmente anche un musicista diventato poi famoso nella
musica pop, Drupi (Giampiero Anelli). I Frenetici hanno partecipato, come
ospiti, alla finale del Festival Bar 1966 a Salice Terme, al Torneo Davoli
del 1967, hanno inciso tre 45 giri per la Tiffany Records (la stessa casa
discografica dei Los Bravos), il primo (Non t'amo più) ha raggiunto il 48°
posto nelle classifiche di vendita del 1966. Da ricordare la
partecipazione al galà Eurovisivo del 1966 a Berna, all'Oscar della
canzone 1968, dove arrivarono terzi, e la partecipazione alla trasmissione
televisiva "Chissà chi lo sa" nel 1968, oltre, naturalmente, a un numero
molto elevato di concerti in tutta Italia, in luoghi anche
significativi (Reggia di Caserta, Fiera di Milano, e altri).
Discografia: Non t'amo più / L'amico
Gianni (Tiffany 510 - 1966), E loro dicono / Il matusa (Tiffany 523 - 1967),
Qualche santo pregherà per noi / Fatalità (cover del successo di quell'anno
dei Bertas) (Tiffany 537 - 1967), NB: un altro singolo a nome "John
Benifell e i Frenetici" non è dello stesso gruppo)
(Informazioni ricevute da Gian Paolo Romanelli)
[Gian Paolo Romanelli (chitarra), Antonio Maitilasso (chitarra e voce), a
cui è subentrato nel 1967 Drupi (Giampiero Anelli) proveniente da Le
Calamite, Bruno Risi (tastiere), Enrico Moi (basso), Maurizio Legè era il
chitarrista nella prima formazione, chiamata anche "Paolo e i Frenetici"] |
Fuggiaschi |
 L'altro
complesso del Clan Celentano, che
affiancava i Ribelli (e prima dei
Ragazzi della via Gluck). Erano il gruppo che accompagnava Don
Backy, quando il cantautore toscano era ancora il
"luogotenente" di Adriano Celentano,
ma produssero anche alcuni singoli a proprio nome. Il loro primo 45 giri
si chiamava "Droga"/"Nulla per me" (1964) ed era molto
avanzato nella sonorità, al Festival delle Rose dell'anno dopo
presentarono "Vale più di noi" (con un loro arrangiamento pare
non gradito da Celentano, perché non supervisionato dal fido
collaboratore Detto Mariano), che
uscì però con diverso nome sul disco compilation del festival. Nel 1966
I Fuggiaschi lasciarono il Clan, come già aveva fatto Ricky
Gianco, e poco prima dei Ribelli e dello stesso Don Backy.
Divergenze artistiche (la posizione di Celentano nei riguardi del
movimento beat), insofferenza per il cesarismo del leader e per la scarsa
promozione erano all'origine della decisione, che i ragazzi del gruppo
raccontarono in una intervista alla giornalista Fiorella Marino di
"Big". Altro singolo del periodo Clan fu "Tipperary (parole
di Don Backy) / Proprio lei", altri uscirono a nome "Don Backy e
i Fuggiaschi" ("Una ragazza facile" con un testo che
anticipava la imminente rivoluzione dei costumi). Con la successiva casa
discografica Jolly incisero "Gira
Gira / Saludos Amigos" (la prima era una cover di "Reach Out,
I'll Be There" dei Four Tops, già portata al successo da molti altri
tra cui Rita Pavone), e poi "Niente di niente / Cos'è
l'amore", ultimo disco nel 1967 prima dello scioglimento. Sono citate
in Internet anche altre cover (Beatles, Trini Lopez, Shadows) uscite forse
in compilation. Da aggiungere che, a differenza della maggior parte dei
gruppi beat, buona parte del repertorio del gruppo era composto da membri
del complesso, e in particolare dai fratelli Paterlini, come "Proprio
lei", "Alleluia", "Mah .. se", "Niente di niente" e "Cos'è l'amore".
I Fuggiaschi venivano da Mantova (all'inizio si chiamavano "I
Delfini", il nuovo nome pare fosse un omaggio alla canzone di Don
Backy "Il fuggiasco") ed erano Aldo e Mario Pavesi, (basso e
chitarra solista), Claudio Paterlini (tastiere) e Rinaldo Schilingi
(batteria). Dopo la morte in un tragico incidente stradale del bassista
Aldo Pavesi (nel 1965) si aggiunsero al gruppo Carlo Alberto "Charlie"
Paterlini (fratello di Claudio, alla ritmica) e Maurizio Bellini (basso). |
Generali
|

Un gruppo di
Milano caratterizzato dall'uso delle tastiere (sulla linea Moody Blues).
Per un certo periodo furono il complesso che accompagnava Riki
Maiocchi, con il quale hanno partecipato anche al cast del
film "L'immensità", del quale era protagonista, ovviamente, Don
Backy.
Dischi: "La vita è una battaglia", "Pensaci un
po'" (1966).
Formazione: Tommaso "Thomas" Cafagna alle tastiere, Nino
Cafagna alla chitarra, Angelo Cafagna alla batteria (tutti fratelli),
Santino Martoscia al basso e voce, oltre al tecnico Danilo Zoletti.
(Informazioni e immagini ricevute da Santino Martoscia).
Vedi anche: Intervista
a Santino Martoscia sugli anni del beat. Nell'immagine a sinistra I
Generali e Riki Maiocchi al Piper Club di Milano.
A destra la copertina del singolo pubblicato dai Generali.
|
Gene
Guglielmi
|
Un cantante beat
della prima ora, ricordato anche perché autore di un vero e proprio
manifesto del beat italiano "I
capelli lunghi", con una sorta di 10 comandamenti del beat
"...perché porto i capelli lunghi, perché indosso i calzoni
stretti, perché metto gli stivaletti..", altro suo grande successo
"E voi, e voi, e voi", versione italiana di "Et
moi, et moi, et moi" del cantautore beat francese Jacques
Dutronc (evidentemente tradotta con qualche libertà). Brano mitico
(perché introvabile su disco) "Preghiera beat". Interruppe di
sua volontà una brillante carriera per non sottostare ai compromessi
richiesti dalle case discografiche, dopo la fine del momento d'oro del
beat.
|
Gens
|
Un
gruppo di Messina il cui grande e ancora ricordato successo è stato
"In fondo al viale", presentato al Cantagiro del 1969 (e
ispirato al viale San Martino della città siciliana). Notevole anche il
retro del 45 giri "Laura (dei giorni andati)". Hanno continuato
a suonare e produrre dischi anche negli anni '70, spostandosi nel tempo
verso il genere melodico (in particolare in occasione della loro
partecipazione al Festival di San Remo con il brano "Lo
schiaffo" del 1971) e abbracciando anche lo stile progressive, con il
loro LP "Gens" del 1974. Nel 1972 hanno vinto il Cantagiro con
il brano "Per chi" (cover di Without you di Harry Nilsson).
Altri singoli "La stagione di un fiore", "Cara amica
mia", "Anche un fiore lo sa", "La nostra
realtà".
Formazione: William Ricciardi, detto "il Baronetto" alla
voce, Pippo Landro alle tastiere, Pino Salpietro alla batteria, Ettore
Cardullo al basso e Gilberto Bruno alla chitarra , prematuramente
scomparso e sostituito da Mauro Culotta. Per saperne di più: www.igens.net
|
Ghigo e i Goghi |
Anche
il creativo cantante e musicista Ghigo Agosti, tra gli iniziatori in
Italia del genere rock, ha detto la sua nell'epoca d'oro del beat,
formando nel 1964 il complesso Ghigo e i Goghi, assieme a Claudio
Corazza. Ghigo Agosti negli anni '50 aveva composto e registrato brani
R&B e rock (Stazione del
rock, Coccinella), e
faceva parte del ristretto gruppo dei primi rocker italiani (con Giorgio
Gaber, Enzo Jannacci, Adriano Celentano, Guidone,
Clem Sacco, tutti operanti a
Milano). Un gruppo di innovatori che il giornalismo dell'epoca chiamava
genericamente "urlatori" associandoli impropriamente ad altri cantanti
che si limitavano a cantare in modo diverso canzoni comunque
tradizionali (come Tony Dallara o Betty Curtis), e che alternavano
comunque diversi stili.
Con il suo nuovo complesso Ghigo Agosti nel 1964 incise Ciao, una
versione di Shout, il potente brano R&B degli Isley Brothers del 1959,
con un arrangiamento ancora più trascinante dell'originale e un testo
che echeggiava le vicende biografico - musicali del leader. Il brano
originale americano è molto noto, essendo tornato celebre negli anni '70
con il film Animal House, del
quale è uno dei temi conduttori.
Il gruppo musicale
aveva una struttura più che da band jazz o R&B che da complesso beat, con
una sezione di fiati in primo piano, al posto delle chitarre. Un
gruppo quindi adatto in particolare modo per gli eventi dal vivo, ad
esempio al Piper di Milano, nella tournée di Antoine e nelle stagioni
estive al Tukul di Chiavari, al Covo di Santa Margherita, nei quali aveva particolare spazio per esprimersi la verve, l'irruenza e lo spirito
dissacrante del cantante Ghigo Agosti. Altre canzoni incise dal gruppo:
"Non avrei mai creduto", "Conosco Jenny".
Dopo questa
breve esperienza ai confini del beat l'infaticabile Ghigo (al secolo Riccardo Arrigo Agosti) ha
continuato a sperimentare nuovi generi musicali, con una particolare
predilezione per l'amato rhythm & blues, nel frattempo ritornato di
moda alla
grande, sempre con lo stesso spirito irriverente, e divertendosi
ad usare diversi pseudonimi, come Mister Anima,
Probus Harlem, Rico
Agosti, Black Sunday Flowers
|
Vedi anche:
Intervista a Ghigo Agosti /
Album fotografico /
Discografia /
Coccinella /
Stazione del Rock /
No! Al demonio |
Nei Goghi si
sono alternati nel corso del tempo diversi musicisti, ne citiamo alcuni:
alle chitarre Claudio Corazza (poi con i
Campioni di Roby Matano in sostituzione di Lucio Battisti e infine
fondatore nel decennio successivo di una delle prime cover band, dedicata
agli amati Shadows) e Gilberto Ziglioli (poi
session man con i New Dada e in seguito con Maurizio Arcieri nel suo primo
gruppo dopo l'uscita dai New Dada), alla batteria si sono alternati
Gianfranco Da Pieve, Enrico
Maria Papes (in parallelo alla sua celebre esperienza con i
Giganti, Papes era un amico personale di Ghigo), Toto
Cotugno (agli inizi della sua carriera, ancora come session man e
suonatore di batteria) e l'inglese Bob
Bennett, ai fiati noti personaggi del jazz milanese, tutti ancora
attivi anche per molti anni a venire, come Luciano La Neve (trombone), Lelio
Lorenzetti (tromba), Paolo Tomelleri
(sax, strumento al quale si è alternato e aggiunto anche l'americano Francis
Plasheye), alle tastiere Leandro
Gaetano, al basso l'inglese Paul White
e Icio Cappetti,
che continuerà a seguire Ghigo anche nella successiva esperienza R&B
che prenderà nome Probus Harlem. Oltre ai musicisti citati ai concerti
dei Goghi ha partecipato anche in numerose occasioni Ricky
Gianco, nel periodo seguente la brusca rottura con Celentano e la
uscita dal Clan.
La formazione iniziale del 1964 era composta da Ghigo Agosti (voce e
tastiere), Claudio Corazza, (chitarra solista), Gilberto Ziglioli
(chitarra ritmica e solista), Icio Cappetti (basso), Gianfranco Da Pieve
(batteria). |
|
Giuliano e i Notturni |
Il
cantante Giuliano Cederne aveva raggiunto una buona notorietà nella
seconda metà degli anni '60 partecipando e vincendo per cinque puntate
consecutive il popolare programma TV "Settevoci", la prima trasmissione
di successo di Pippo Baudo. Unendosi al gruppo di Vicenza I Notturni ha
raccolto un grande successo con la versione italiana di Simon Says,
successo internazionale dei 1910 Fruitgum Co., la celebre Il ballo di
Simone (che poi è rimasta per sempre con noi, nel settore "balli di
gruppo") proseguendo poi per alcuni anni sul lato più leggero del pop.
Discografia: Il ballo di Simone / Oggi sono tanto triste (RiFi
rfn 16257 - 1968), La giostra della felicità / Tu che conosci lei (RiFi
rfn 16323 - 1968), L'amore difficile / Ragazzina ragazzina (RiFi rfn
16351 - 1969), E sono solo / Prima di dormir bambina (RiFi/Strip stp
92002/3 - 1969) - LP - Giuliano e i
Notturni (RiFi rfl st 14032 - 1969) |
Igor
Mann e i Gormanni
|
Un nome tra i più
simpatici (tra i molti nomi bizzarri) per questo gruppo di Novara di
R&B virato poi in beat melodico, ma di qualità, che ebbe un certo
successo anche a seguito di una fortunata apparizione al programma Settevoci,
la prima trasmissione TV di successo di Pippo
Baudo. Ovviamente nessuna parentela ma casuale (quasi)
coincidenza di nome con il grande giornalista Igor
Man. Da segnalare la presenza nel gruppo di uno dei più
significativi batteristi dell'era beat (accanto a Dall'Aglio dei Ribelli),
che rispondeva al nome di Mario Costa
(prematuramente scomparso nel 1989) autodidatta e musicista autonomo sin
da 16 anni. Altri dischi del complesso, su etichetta Polydor, quindi su
una primaria casa discografica:
"Giulia", "Il vagabondo", "Paradiso
perduto", "Senza catene", cover della famosa "Unchained
Melody" dei Righteous Brothers.
Discografia: Il vagabondo / E se noi (Polydor nh 59803 -
1967), Giulia / Dove sei stata (Polydor nh 59806 - 1967), Paradiso
perduto / Senza catene (Polydor nh 59812 - 1967), Ma va la' / Lettera
per te (Polydor nh 59812 - 1968), Boom Bang Bang (Polydor nh 59822 -
1968 - sul retro altro gruppo, a nome Igor Mann), Le mie ferite / sarei
disposto a lavorare (Polydor 2060 006 - 1970 - a nome Igor Mann)
|
Innominati |
Un
gruppo milanese formato nella seconda metà degli anni '60 da Giorgio
Valdem (voce, chitarra e armonica), Gianni Sansoni (chitarra), Renato
Somma (basso) e Giacomo Ratta (batteria). Nel 1967 partecipano al II
Torneo Italia-Beat Gran Premio Davoli (21 marzo 1967) con questa
formazione. Nello stesso anno con l'ingresso di un tastierista il cui
nome probabilmente è Filippo, registrano e pubblicano un singolo 45 giri
con una ardita cover che farà ricordare per sempre il loro nome (se di
nome si può parlare), perché la scelta era caduta proprio sul primo
grande successo dei Doors,
Light My Fire. In italiano il titolo diventa con umorismo
involontario "Prendi un fiammifero" nel testo scritto da Vito
Pallavicini, ma in realtà né le parole della cover né soprattutto la
esecuzione sfigurano troppo rispetto al celeberrimo originale.
Null'altro si sa delle vicende successive del gruppo. (Prendi
un fiammifero / St. James Blues, Mega Sound mgs 1001, 1967). |
Kameleoni |
Un complesso beat
che ha fatto storia in Yugoslavia erano i Kameleoni di Capodistria (Koper),
un gruppo che cantava anche in italiano e in inglese, hanno tenuto concerti anche al
Piper di Milano. In italiano hanno pubblicato nel 1967 il singolo "La
felicità" (sul retro una cover di See See Rider), in inglese, nel
'68, un singolo con cover di "Dedicated To The One I Love" e
"Story Of My Brown Friend" (un originale) e "Looking For Me". I
principali componenti dei Kameleoni erano Danilo Kocjančič, chitarra
ritmica, Marijan Maliković, chitarra, Tulio Furlanič, batteria,
Jadran Ogrin chitarra basso. (Informazioni fornite da Fiorenzo Kahn, fotografia promozionale del gruppo
fornita da Fiorenzo Labinac). |
Lunghe Storie |
Un
altro dei molti gruppi sorti a Bergamo nei primi anni '60, nel 1964 per
la precisione, le Lunghe Storie erano formate all'inizio da Antonio
Noris (chitarra), Alessandro Lollio (sax
tenore e canto), Beppe Briccoli (basso, in
seguito è subentrato angelo Albini) e Mario Baggi (batteria), cui si
aggiunge in tempi successivi il tastierista Elio Cariola. Dopo il
servizio militare Alessandro Lollio aggiunge alla formazione Nadir Lera
Marchetti alla tromba e Giuliano “Geronimo” Lovato al corno francese
(con lui nella banda durante il servizio militare). Successivamente
Franco Orlandini sostituisce Elio Cariola alle tastiere e canto e
Massimiliano / Massimo Zanetti sostituisce Mario Baggi alla batteria, una
sostituzione necessaria perche Baggi e Cariola sono impossibilitati a
fare professionismo.
Al ritorno dal tour europeo e sudamericano (a
Buenos Aires al Mau Mau), in Francia, a Marsiglia conoscono Gilbert, sax tenore e
a Lilla Richard, tromba.
Il solo Alessandro Lollio rimane della formazione originaria, al
basso e voce Alessandro "Billy" Zanelli, alla batteria Massimo Zanetti, alle
tastiere Franco Orlandini e la sezione di fiati si allarga con Nadir
Lera Marchetti, Giuliano Lovato, Gilbert Courtes e Richard Trosky. Per
motivi di studi universitari Antonio Noris abbandona il gruppo, per arrivare così ad una formazione ad
otto elementi. |
Dopo cinque anni di intensa attività concertistica, le
Lunghe Storie si sciolgono a fine decennio, nel 1969. Lo stile del
gruppo rimane sempre un mix tra beat, pop e rhythm & blues, con i fiati in evidenza. Due
i singoli all'attivo, per la Ariston e con la etichetta First di Alfredo Rossi, il fratello
di Carlo Alberto Rossi.
Discografia: Guardo le luci spegnersi / Oggi non va
(Ariston ar 0255 1968) a nome Ulisse e le Lunghe Storie (Ulisse è in
realtà il cantante del gruppo, Alessandro Lollio, il nome è stato imposto
dalla Ariston come condizione irrevocabile per la pubblicazione del
disco, in disaccordo con lo stesso Lollio) - Un bel momento /
Quando un uomo se ne va (First fr 5005 1969). Il lato A è un brano
composto da Bruno Lauzi con testo di Alberto e Massimo Salerno, il lato
B una cover di It's So Hard To Say Goodbye. (Cliccando sulla foto si
possono vedere le immagini con i nomi degli otto componenti del gruppo
nella seconda formazione). |
Mat 65 |
Un
gruppo di Bergamo ricordato soprattutto per essere uscito vincitore del
primo concorso Davoli, il
Torneo
Rapallo-Davoli del 1966, dove superarono nella finalissima tra i
dodici complessi "superstiti", dopo mesi di selezioni, i Corvi (che
arrivarono al secondo posto) e i Trolls (poi New Trolls), oltre ad altri
gruppi allora considerati molto promettenti come i Da Polenta e i
Funamboli. Il brano proposto nella finale era "For Miss Caulker" degli
Animals. La vittoria nel concorso consentì ai cinque ragazzi di Bergamo di
sottoscrivere un contratto discografico con una casa discografica di primo
livello, la RiFi, con la quale pubblicarono tra il 1966 e il 1967 quattro
singoli 45 giri ed un LP 33 giri. Si trattava però in quasi tutti i casi
di cover, spesso già proposte tra altri, ed in un caso anche di cover
alternative da due brani presentati con successo al Festival di Sanremo
del 1967 (Pietre e Bisogna saper perdere). Non c'è da stupirsi che il
promettente futuro che sembrava schiudersi per i Mat 65 sia rimasto solo
una ipotesi. Sono ricordati comunque come molto efficaci dal vivo e capaci
di aggiornarsi alle nuove tendenze, con la svolta verso il R&B dell'ultimo
periodo, con l'inserimento in formazione di due fiati.
Discografia: Satisfaction / Michelle (Pop 200013 - 1966),
La libertà / Babababa-Ba (RiFi rfn np 16172 - 1966), Ma che ne sai / Un
riparo per noi (RiFi rfn np 16172 - 1966),
Pietre / Bisogna saper perdere (RiFi rfn np 16186 - 1966), Io suono / La
bestia nera (RiFi rfn np 16209 - 1967), Arrivano i Mat 65 (RiFi rfn lp
14507 - 1966, LP).
[Franco Orlandini (voce e chitarra), Mario Arancio (basso elettrico),
Titta Arancio (organo), Lele D'Amore (chitarra), (Federico) Friedel Elzi
(batteria); in seguito Antonio Sirtori sostituisce Elzi e Gianni Locatelli
al trombone e Mario Pasotti alla tromba costituiscono una sezione fiati] |
Meri Marabini |
Meri
Marabini ha iniziato la sua carriera di cantante tra beat e pop a 18
anni a Bologna come front-woman di un gruppo beat. Notata dai talent
scout della casa discografica Carosello, ha iniziato una carriera
professionale prima con passaggi televisivi tra gli "sconosciuti" dove
ha presentato una cover di I Know A Place di Petula Clark (Un bel posto)
e poi con un gruppo di singoli di variabile successo tra il 1966 e il
1967. Il primo presentava sul lato A una versione soft di I Need You dei
Beatles. Interessanti e ben centrate anche le altre scelte di cover tra
cui spicca una grintosa versione di un classico
garage beat dei Pretty
Things (Come See Me). Il dettaglio delle cover si può leggere sulla
4 parte della nostra sezione dedicata
alle cover in italiano. Per attirare l'attenzione sulla cantante (la
competizione era tanta) dopo i primi singoli, trasmessi per radio ma con
vendite non esaltanti, per il terzo singolo la casa discografica (o lei
stessa) hanno pensato ad un cambio di immagine: l'elemento per
differenziarsi dalla nutrita concorrenza sarebbe stata l'acconciatura
bicolore (mezza nera e mezza bianca, ma non con le meches, proprio un
colore per lato). Un espediente di discreto successo perché a distanza
di tanti anni è ancora ricordata come la "cantante bicolore", e che ha
attirato un po' di attenzione sul valido brano originale "C'è tanta
gente", in origine lato B di "Una voce". Ulteriore tentativo vagamente flower-power col successivo singolo, con cover dal soul britannico sul
lato A e dal soul canadese sul lato B. Troppa competizione o poca
promozione, ma con questa ultima incisione si è conclusa la carriera
della cantante emiliana.
Discografia: Mi manchi / E' proprio inutile (Carosello CI
20162 - 1966), Sono io la tua donna / Ci scommetto (Carosello CL 20179 -
1967), Una voce / C'è tanta gente (Carosello CI 20185), Ti amo, mi ami /
I fiori sul viso (Carosello CI 20192 - 1967).
|
The Meteors
|
Il gruppo spalla
di Gianni Morandi per un tratto degli anni '60. Il nome scelto non era
certo beneaugurante di una lunga carriera. Si sono cimentati nella traduzione di molti
brani classici dei Beatles in un LP dedicato al gruppo inglese dal titolo
Beatlesmania. La formazione del gruppo di Bologna era composta da Ivo Faccioli (sax), Gilberto Faggioli (chitarra), Marco "Jimmy" Villotti
(chitarra) poi noto collaboratore di molti musicisti, Ciro Scognamiglio
(basso) e Vittorio Volpe (batteria), in altre formazioni anche Enzo
Cifiello (voce) noto anche come Ray Silver. Nel gruppo emiliano ha
transitato anche Dodi Battaglia, anche lui bolognese, poi chitarrista
storico dei Pooh. Ha suonato il basso nel gruppo Ivan & i Meteors,
gruppo apripista nel concerto bolognese di Jimi Hendrix (1968).
Discografia: Abrakadabra / Nunca (Alfa NP332 - 1961), Angustia
/ Lucilla (Alfa NP333 - 1961), Marcia turca / Avanti indrè (Alfa NP334 -
1962), Eulalia Torricelli Twist / Movimento Twist (Alfa NP351 - 1962),
Dove sei / Il tuo sorriso (Alfa NP361 - 1962), Amico / Non finirò
d'amarti (Alfa NP 417 - 1963), Vita difficile / Hey, Paola! (Alfa NP419
- 1963), Insieme a voi / Se mi trovassi con te (ARC N 4051 - 1965), Vi
sembra giusto (di Gianco e Pieretti, una canzone "di protesta"
palese cover non autorizzata di
Eve of Destruction) /
Incontri al sol (Polydor nh 421204 - 1966). LP: I Meteors (RCA pml
103821 - 1964), Beatlesmania (ARC sa 1 - 1965).
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Mimitoki |
Il complesso beat
nel quale militavano i fratelli Fabio Boldi, alla voce e chitarra di
accompagnamento, e Massimo Boldi, il futuro famoso attore comico, alla
batteria, assieme ad Alfredo Giovene alla chitarra solista e Claudio
Corvino (Tato) al basso. Attivo nel 1965-66, e noto anche come "Charlie
e i Mimitoki" (Charlie era Fabio Boldi), hanno inciso quattro 45 giri
per la Dischi Helene. Dopo questa esperienza Fabio e Massimo Boldi hanno
raggiunto Claudio Lippi nel progetto Pattuglia Azzurra.
(Notizie ricevute da Claudio Corvino)
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Mini-Coopers |
Uno
dei rari gruppi beat al femminile, dotato anche di una certa grinta, con
all'attivo un paio di incisioni discografiche e anche un nome tuttora
attuale (imprevedibilmente). Originarie di Correggio (Reggio Emilia)
dove hanno iniziato a suonare non professionalmente, sono state scoperte
nel 1966 da Marcello Minerbi dei Los Marcellos Ferial. Con la produzione
del maestro Aldo Pagani (già nel gruppo di Renato Carosone e direttore
artistico della Ricordi ad inizio anni '60) hanno inciso due dischi nel
1968 con gradevoli ballate beat. Nello stesso 1968 sono a Londra in
tournée per quattro mesi con il supporto dell'impresario del
fisarmonicista Peppino Principe. Dopo questa esperienza però il gruppo
si scoglie e si perdono le tracce delle componenti.
Discografia: Ma ti abbiamo vista
piangere (Tipico ma 9707 - 1968, sul retro un altro gruppo, gli Andrea's
Racket, altro nome usato dai Giois, con il brano Monja), Mi abituerò
(Tipico ma 9708 - 1968, sul retro la cantante Barbarella con il brano
Sentimento). Entrambe le canzoni incise dalle Mini-Coopers sono state
scritte da A. Spaggiari, un autore abbastanza attivo all'epoca (Nuovi
Angeli ed altri). NB: le immagini sulle copertine dei due singoli non
sono delle Mini-Coopers. |
Mods |
Uno dei molti
complessi che presero il nome dal movimento giovanile inglese
impropriamente citato dal singolo di successo di Ricky Shayne Uno
dei Mods, sono stati anche per un periodo il gruppo spalla di Roby
Crispiano. I Mods incisero anche un singolo, "Fuori dal mondo
/ Faccia Gialla" nel 1965. Un altro gruppo con lo stesso nome è
stato il complesso nel quale mosse i primi passi Riky Maiocchi prima dei
Camaleonti. |
Myosotis |
Il duo "Myosotis" era
composto da Federico D'Andrea (fondatore degli Ancients con
Manuel De Sica e
Bruno Biriaco, poi nel gruppo Lybra), purtroppo scomparso in un incidente
stradale alcuni anni fa, e da Stefano Marcucci, e prodotto da Alberto
Durante, Lombardi e Montellanico. I Mysostis hanno inciso per l'etichetta
CAT records i 45 giri "Tu non hai più parole/ Nel giardino di Molly"
(ottobre 1969) e "Dietro la finestra / Un cuore da dividere" (aprile
1970), proposto da Arbore in "Speciale per voi" su RAI Uno (come
evidenziato anche nella copertina del disco)
(Notizie ricevute da Stefano Marcucci:
www.stefanomarcucci.it) |
Najadi
|
Un gruppo di
Firenze, uno dei rari complessi beat tutto al femminile, e per di più non
con un repertorio soft, in quanto in gran parte basato su brani dei Cream.
Hanno pubblicato un solo singolo nel 1968, con la Parade (la stessa
etichetta che aveva pubblicato il coraggioso singolo di Chetro & Co.),
contenente I nostri dischi e Fiori d'arancio, due brani, in questo caso,
più pop che beat (o rock) decisamente non di rottura. L'anno successivo
parteciperanno al Cantapiper con New Trolls, Four Kents, Clifters
e altri.
|
Natale
Befanino
|
Il soprannome di
Natale Massara, sassofonista,uno dei componenti fondatori dei Ribelli
poi arrangiatore e direttore d'orchestra. Con questo nome (un'altra idea
di Celentano, probabilmente) e sempre accompagnato dai Ribelli, ha
pubblicato il singolo Danny Boy / Alle 9 al bar e il singolo in
condominio
con Milena Cantù, contenente Danny Boy / Eh già!
|
Nomadi
PS
|
Un gruppo di
Pesaro, da non confondere con i famosi Nomadi
di Daolio e Carletti. Gruppo prima R&R e poi beat classico attivo dal
1961-62, cambiarono il nome in PS-Nomadi o Nomadi PS o Nomadi P.S. (PS
come la sigla automobilistica di Pesaro) dopo un incontro con i Nomadi,
che ovviamente avevano registrato il nome e chiesero di normalizzare la
situazione. Incisero un 45 giri e mezzo (La mia città / Vieni a Pesaro e
La mia città / La ragazza di John). Erano i portabandiera del Pesaro
sound (grintoso e R&B) assieme ai Bat Bat
e ai Tubi Lungimiranti.
[Vittorio Marchini, fratelli Giovannelli, Romano Riminucci, poi fratelli
Guastella al posto dei Giovannelli, che erano passati ai Bat Bat]
|
Novelty |
Il
gruppo che ha accompagnato Fausto Leali nella sua lunga e fortunata
carriera, si era formato nel 1960 con, tra gli altri, Piero Braggi alla
chitarra, Gianfranco Ruffaldi alle tastiere, Silvio pesce al basso e
Delio Ombrella alla batteria, su iniziativa del maestro Piero Cacciabue.
Nel 1961 pubblicano un primo singolo EP con tre brani (Cha Cha Cha, Moby
Dick, Tanta gioia). Nel 1962 i quattro Novelty citati si uniscono al
giovane cantante Fausto Leali e danno inizio alla prte più rilevante
della loro carriera, con la pubblicazione di due singoli in stile pop
dell'epoca, nel 1962 e nel 1963, con la etichetta Music, e poi il salto
nel 1963 con la Jolly e la fortunata versione italiana di Please Please
Me dei Beatles, più nota da noi, in quell'anno, dell'originale. Molti
altri singoli di medio successo con la Jolly, tra i quali molte cover, e
una intensa attività dal vivo in locali ed eventi, fino al grande colpo
nel 1967, dopo il passaggio alla RiFi, con l'eclatante successo di A
chi, che fa conoscere a tutti le potenti doti vocali e interpretative di
Leali. La collaborazione con il cantante continua fino al 1968 e alla
fortunata partecipazione al Festival di Sanremo, con il brano Deborah in
coppia con Wilson Pickett, classificatosi al 4° posto. Nel marzo dello
stesso anno il divorzio artistico ed il passaggio del gruppo con Peppino
Di Capri, con un diverso e ottimistico nome (New Rockers) e una intensa
attività per tutto lo stesso anno. Con la fine del 1968 si chiude questa
esperienza e anche la storia dei Novelty.
Discografia: Un bacio e poi / Giochiamo all'amore (Music
2351 - 1962), Portami tante rose / Non insistere (Music 2364 - 1962),
Please Please Me / 5 giorni (Jolly j 20209 - 1963), Follie d'estate /
Non voglio più piangere (Jolly j 20216 - 1963), La campagna in città /
Ho perduto (Jolly j 20232 - 1964), Lei ti ama / danza senza nome (Jolly
j 20237 - 1964), Allora non era amore / Baby Jane (Jolly j 20267 -
1964), Raccontalo a un altro / Un bacio in più (Jolly j 20298 - 1965),
Sha La La / Sorriderai (Jolly j 20329 -1965), E' solo un gioco / Per un
momento ho perso te (RiFi rfn 16151 - 1966), Mamma perdonami / E non lo
scorderò (RiFi rfn 16156 - 1966), A chi / Se qualcuno cercasse di te (RiFi
rfn 16171 - 1967), Senza luce / Oscurità (RiFi rfn 16205 - 1967),
Deborah / Non importa (RiFi rfn 16242 - 1968) -
LP - Fausto Leali (Jolly lpj 5038 -
1964), Fausto Leali e i suoi Novelty (Rifi rfn lp 14802 - 1966) -
Juke Box - Sha La La (altro lato The
Town Sparrows) (Pop 30004 - 1966), Cuore matto (altro lato The Classics)
(Pop 250010 - 1967) |
Nuovi Angeli |
Uno
dei gruppi beat/pop più fortunati, soprattutto a livello discografico,
inizia a pubblicare con l'arrivo nel gruppo di, Pasquale Canzi, che già
aveva raggiunto un buon successo assieme a Pasquale Andriola con il duo
Paki & Paki (Ragazzi come noi, il loro maggiore successo) a metà degli
anni '60. Sotto contratto con la Durium dal 1966 e per tutta la durata
della prima parte della loro carriera, proseguita sino al 1971, hanno
pubblicato con l'etichetta milanese 13 singoli, in gran parte
cover (dai Kinks, Troggs, Beatles e Sir
Douglas Quintet tra gli altri) e un LP. Negli anni '70 sono passati alla
Polydor raccogliendo ancora diversi successi, ancor più sul versante del
pop più semplice e ballabile. Oltre a Pasquale Canzi alla voce e
tastiere i Nuovi Angeli negli anni '60 erano Alberto Pasetti (chitarra),
Renato Sabbioni (basso) e Riky Rebaioli (batteria) che aveva sostituito
il primo batterista Franco Verde.
Discografia: Una caverna /
L'orizzonte è azzurro
anche per te (Durium qca 1377 - 1966), Guardami negli occhi /
Ascoltami amico (Durium lda 7510 - 1967), Happy Together / Lonely Street
(Durium lda 7511 - 1967), Per vivere insieme / Lonely Street (Durium lda
7517 - 1967), Piccola / l'importante è (Durium lda 7530 - 1967), Questo
è un addio / Il momento più bello (Durium lda 7552 - 1968), Piccolo
cuore / Hello come stai? (Durium lda 7597 - 1968),
Ragazzina ragazzina / Non c'è
bisogno di piangere (Durium lda 7622 - 1969), Il dubbio / Giorno per
giorno (Durium lda 7662 - 1969), Color ciccolata / Dirò di no (Durium
lda 7673 - 1970), L'uomo di Neanderthal / Quando Giulia tornerà (Durium
lda 7680 - 1970), Il battello Mary / Giorno per giorno (Durium lda 7746
- 1971) - LP - I Nuovi Angeli (Durium
lda 7746 - 1971) |
The
Others & Pataxo
|
Un gruppo R&B
romano (era un sestetto con una sezione di fiati) del quale è rimasta una
rarissima traccia discografica, il valido singolo in stile funky "Tempo" /
"Domani, sempre", del 1968, su etichetta Dinfo. A parte questa
isolata attività discografica l'attività concertistica ha visto la
partecipazione al secondo "Cantapaiper" e una presenza significativa in
locali della Costa Azzurra. Tra i componenti Stefano D'Orazio, poi
membro della formazione più stabile dei Pooh
(ovviamente alla batteria), Lorenzo Zucconi (alle tastiere) e il fratello Mario Zucconi (basso),
più un trombettista di cui non si conosce il nome. Dovrebbero aver fatto
parte del gruppo anche Silvano Chimenti (chitarra) e Marco Cippitelli
provenienti dai The Planets, pur se
non si trova traccia di questa esperienza nel sito personale del noto chitarrista di
origine pugliese. In una successiva formazione ha suonato il sax nei The Others anche il futuro giornalista ed esperto della scena musicale
Michele Bovi.
|
La Pattuglia Azzurra |
Un gruppo milanese
ricordato, più che per il valore musicale o il seguito avuto, perché è
stato il primo gruppo di due personaggi poi diventati molto popolari nella
televisione e nel cinema, vale a dire Claudio
Lippi e Massimo Boldi.
Lippi era infatti all'epoca, metà anni '60, un cantante già
discretamente affermato, che si accompagnava in precedenza con un altro
gruppo (I Dragoni), e nel 1968 ebbe
l'idea di formare un complesso beat "italiano vero", in polemica
con la calata dei gruppi stranieri
che venivano in Italia a "trovare l'America". Con parole
anticipatrici degli attuali timori sugli extra-comunitari, diceva, in una
intervista a Giovani (2/5/1968) «Invadono il mercato. E magari solo
perché hanno la pelle di un altro colore o si servono di un nome
che, in un modo o nell'altro richiama immagini esotiche, sfondano qui da
noi e non se ne vanno più. In Italia trovano la loro America, trovano
tanta fortuna, tanti soldi e tanto tutto» «Non voglio fare nomi»,
aggiungeva il fratello Franco Lippi, produttore, «ma è ora di finirla
con questi stranieri.»
Quindi, appunto nel maggio 1968, mentre qualcun altro era impegnato in
altre cose, Lippi ingaggiò i fratelli Boldi: Fabio (chitarra e voce) e Massimo
Boldi (batteria), già attivi in precedenza con il complesso Mimitoki
(o Charlie e i Mimitoki), assieme a Giulio Cavalli (organo) e Carlo
Cecconi (basso), già attivi sulla scena milanese, fondò assieme al
fratello la casa discografica Disco Azzurro
e lanciò il gruppo con il nome Pattuglia Azzurra,
il titolo del loro primo (e probabilmente ultimo) singolo era Bandiera
Azzurra, che riecheggiava ovviamente Bandiera
Gialla, si trattava quindi di un brano in largo anticipo sui
tempi, coerente con i successivi fasti di Lippi e Boldi a Canale 5 ed anche
adatto come eventuale inno di Forza Italia, ma non si sa se sia stato
preso in considerazione per questo scopo.
Una ultima curiosità, Massimo Boldi ha citato indirettamente queste sue
lontane esperienze nel film del 2002 Vacanze sul
Nilo, nel quale cita un sé stesso adolescente e batterista,
frenato nella sua vocazione di musicista beat dal padre maresciallo dei
carabinieri, e poi costretto ad entrare nell'Arma. E qual era il complesso
del quale immaginava di fare parte, ovviamente non ancora famoso? I
Pooh.
Nella foto (cliccare
per ingrandire) sono ritratti, secondo la didascalia originale della rivista
Giovani, da destra, Claudio Lippi (voce), Giulio Cavalli
(organo), Fabio Boldi (chitarra e voce), Massimo Boldi (batteria), Carlo
Cecconi (basso). Il presunto Claudio Lippi sembra però essere più
somigliante a Teo Teocoli, che forse era anche lui parte dell'iniziativa. |
Pecore Nere |
Un
gruppo a cavallo tra il beat e il R&B che si è formato nel 1965 a Roma
per iniziativa di Enrico "Kiko" Fusco, con Stefano Mercanti, Mauro
Chiari ed Enzo Tarantino, a cui si sono aggiunti come sezione fiati nel
1967 Michele Bovi, Alberico Pironti e Claudio Leonardi. Nel 1967 dopo
alcune apprezzate performance al Piper Club arrivano alla pubblicazione
con la RCA del loro primo singolo, Ricordo un ragazzo, dedicato a Luigi
Tenco, presentato anche al Cantagiro dello stesso anno, seguito l'anno
successivo da un secondo singolo, Luna gialla, sempre con la RCA,
di grande successo in Grecia, dove avevano raccolto un buon
seguito dopo il loro primo tour nel paese ellenico.
Il gruppo si scioglie nel 1970, l'anno dopo la pubblicazione dell'ultimo
singolo, Michele Bovi prima di diventare
un noto giornalista della RAI è entrato nella band di accompagnamento di
Maria Luigia, la ragazza del Clan Celentano (già Brenda Bis), mentre Kiko Fusco sarà tra i fondatori e gli autori di uno storico gruppo degli
anni '70, la Schola Cantorum.
Discografia: Ricordo un ragazzo / La conta (RCA pm 3401 -
1967), Luna gialla / Se non hai niente da perdere (RCA pm 3441 - 1968),
In bianco e nero / Io non vorrei (Diamant d 1924 - 1969), Il nostro
punto di vista (RCA s 17 - 1967)
[Kiko Fusco (tastiere e voce), Stefano Mercanti (chitarra), Mauro
Chiari (basso) a cui subentra nel 1969 Maurizio “Bubu” Aloisi, Enzo
Tarantino (batteria), Michele Bovi (sax), Alberico Pironti (tromba),
Claudio Leonardi (fagotto)]
Per saperne di più:
La storia completa con immagini delle
Pecore Nere |
Pelati
|
Nel mare magnum
dei complessi bisognava avere una idea per distinguersi. I Pelati, come
dice il nome, hanno pensato, proprio in tempi di capelli lunghi, di
presentarsi rapati a zero. E nelle copertine sembrano quindi molto
moderni, in stile "anni 2000". Il loro singolo di lancio è stato
"Pepe e Miele". Non ha funzionato molto bene e si sono
ripresentati (capelloni) con il nome di Colours
(Con un sorriso, Detroit City). Il gruppo si era formato ad Olbia nel 1962
e ha cambiato nome quattro volte: prima Devils, poi Pelati, poi Colours
e infine Colors. I componenti erano Marino De Rosas (chitarra), Franco
Terzitta (chitarra), Tony De Rosas (tastiere), Giorgio Asara (basso) e
Paolo careddu (batteria). In seguito Franco Scorza ha preso il posto di
Terzitta e Marco Menna di Asara.
Discografia: Pepe e miele / Brunedda (S Giovane [Southern
Music] - 1966), Come i ragazzi di Via Paal / Oh, Giorgio (S Giovane acs
88003 - 1966), Con un sorriso / Detroit City (Rifi rfn 16226 - 1967 -
Come Colours), Hush / Anniversario dell'amore (Rifi rfn 16270 - 1968 -
Come Colours), Malaika / Lato B non noto (Eleven Records - 1969? - Come
Colors).
|
Pipers |
Il
gruppo fu lanciato dall'avvocato Alberico Crocetta, il proprietario del Piper
Club, come complesso fisso del locale e come back-up band per
Patty Pravo; era anche un modo per utilizzare il fortunato nome del Piper,
un vero e proprio brand negli anni '60. Originari di Milano pubblicano il
primo disco sull'onda della presenza nel celebre locale, usufruendo anche
della collaborazione di Gianni Boncompagni per i testi. Hanno l'occasione
di contribuire alla colonna sonora del film "L'estate" di Paolo Spinola
(1966, con Enrico Maria Salerno e Mita Medici (proveniente anche lei
direttamente dal Piper) e di partecipare nel ruolo di "complesso beat" a
"Una ragazza tutta d'oro" di Mariano Laurenti (1967, con Iva Zanicchi e
Enrico Simonetti). Sempre nel giro
Piper partecipano alla storica opera beat
Then an Alley di Tito Schipa Jr. come gruppo di
accompagnamento. Pubblicano sicuramente tre singoli con la Arc, mezzo
disco (in condivisione con un altro cantante) con la Kansas, e anche un LP
dal titolo See_Saw (nome di un ballo lanciato nel 1967) per la ARC-RCA,
della cui esistenza reale (era citato con forti dubbi nelle fonti
disponibili) abbiamo avuto conferma grazie al prezioso contributo di un
visitatore del sito e del quale abbiamo recuperato così copertine e
scaletta (vedi qui).
 Discografia: Amore lo
sai / Pagherò (ARC 1966), La bamba / Cherry Cherry (ARC 1967), Un sogno
dopo l'altro / Anni '30 (Kansas 1967), Anni '30 / Cenere (Kansas, il brano
"Cenere" è di un altro cantante, Leonardo Zeta).
LP "See-Saw"(ARC Special SA-11 - 1967):
Lato 1: Bumper To Bumper, Obluvion, Hurting Inside, Barefootin / Lato 2:
Pagherò, Amore lo sai, Something Wrong, Free Beat. La maggior parte dei brani
erano composti da Visentin, Pagherò era il brano in stile "see-saw",
senza testo (diceva solo "pagherò -see-saw"). Accreditato a Gianni
Boncompagni, era eseguito nel film citato in precedenza.
[Augusto "Ago" Ancillotti (chitarra), Alberto Visentin (tastiere),
Virgilio "Billy" Anastasi (basso e voce), Achille "Kiaki" Manzotti
(batteria)]
|
Piter e i Funamboli |
Un gruppo che si è formato a Vigevano (PV) con Gian
Pietro Felisatti-voce solista e chitarra, Gian Luigi Cantoni-basso,
Luigi Carena-tastiere e Marco Tamagni-batteria, unico membro non
vigevanese ma novarese. Dal 1971, la cantante Barbara Lory, anche lei
della stessa scuderia del complesso, entra come cantante solista,
rimpiazzando ma non sostituendo Gian Pietro Felisatti (detto Piter), per
cui esistono diverse registrazioni del gruppo, i primi quattro 45 giri a
nome I Funamboli, il quinto come Piter e I Funamboli, il sesto e il
settimo a nome Piter, l’ottavo nuovamente come I Funamboli, infine gli
ultimi tre a nome Barbara e I Funamboli. |
The Pops |
Un
gruppo formato da cinque studenti di Milano, protagonista di una intensa
attività in locali e festival sia dell'area lombarda sia a livello
nazionale, e titolare di tre singoli a 45 giri per le etichette GTA e
Cinevox. Partecipano al "Primo raduno di Musica Beat" al Palazzetto dello
Sport di Milano (15 giugno 1966), al "Minifestival '66", ovviamente lo
stesso anno, al Festival delle Rose del 1967 (con il loro terzo singolo
"Il successo"), in coppia con
Jonathan & Michelle.
Su disco hanno pubblicato tre brani interessanti e ascrivibili alla
canzone di protesta: la cover
in italiano della celebre e dissacrante Well Respected Man dei Kinks, con
il titolo italiano Un uomo rispettabile, una cover della potente canzone
pacifista Uomini uomini di
Roby Crispiano e il brano originale "Il successo", sui
meccanismi dell'industria discografica.
Discografia: Un uomo rispettabile
/ Lalla Chicchi (GTA 1966), La ruota / Uomini uomini (GTA 1966), Il
successo / Se la tua mano (Cinevox 1967)
[Aldo Besozzi, Massimo Brambilla, Giuliano Votta, Nino Sfregola, Marco
Battistella] |
The
Planets |
Un gruppo attivo a Roma nella seconda metà degli anni '60, i cui
componenti erano però di origine pugliese. Hanno lasciato un significativo
risultato discografico con l'LP omonimo, del 1967, contenente
molte
canzoni originali e alcune cover, in parte inedite e in parte già note in
altre versioni. Formatosi a Taranto nel 1965, il complesso partecipò al
"Festival degli sconosciuti" di Ariccia organizzato da
Teddy Reno, si trasferì a Roma dove
concluse un contratto con la RCA, partecipò al "Cantasarda" a ad altre
manifestazioni, tenne concerti al Titan Club
di Roma, al Piper di Firenze, e partecipò alla trasmissione RAI "Questi
nostri figli". Parteciparono anche ad alcuni film dell'epoca, come "Rita
la zanzara" (di Lina Wetmuller, con Rita Pavone), "Colpo segreto ai danni
di Sua Maestà Britannica" ed altri.
I brani dell'LP "The Planets" edito
con la RCA erano 1) Ci piace star cosí (Bumble bee dei Searchers); 2) Sono
una roccia
(I
Am a Rock di Simon & Garfunkel); 3) Puoi farmi piangere (I Put a Spell
on You); 4) Beatniks; 5) Sono stanco; 6) Ma perché 7) No, non temere; 8)
Requiem per un ricordo; 9) Perché te ne vai (Just Like Me di Paul Revere);
10) Più di un Re; 11) La pagherai; 12) Non c'é amor. I brani 5,6,7 e 12
erano scritti dagli stessi Planets (Chimenti e Cirelli). Il testo italiano
di "Puoi farmi piangere" era di Gianni Boncompagni. Chimenti dopo il
periodo Planets è diventato un musicista professionista ed uno specialista
della chitarra acustica e ha realizzato, tra le altre cose, l'arpeggio di
chitarra che caratterizzava la celebre canzone di
Gianni Morandi "Un mondo d'amore", sigla
della versione TV di Per voi giovani.
[Silvano Chimenti (chitarra solista), Nello Lentinello (chitarra ritmica),
Tonino Cirelli (basso), Alberto Maggi (batteria), Marco Cippitelli (voce)]
|
Prototipi
(e Capsicum Red) |
Il primo gruppo di
Red Canzian, poi voce storica dei Pooh dopo la uscita di Riccardo Fogli.
Il gruppo si era formato in provincia di Treviso, terra di origine di
Bruno "Red" Canzian e aveva iniziato, come molti complessi dell'epoca,
una intensa attività rappresentata da concerti dal vivo nei locali del
Veneto. A fine del decennio l'approdo di Red Canzian con il suo primo
gruppo ad una casa discografica (la Bla Bla di Pino Massara) e ad un
progetto musicale più impegnativo, con il cambio di nome in
Capsicum Red e la pubblicazione del
primo singolo (in inglese Ocean (1970), a cui seguirà un secondo disco
con un brano, Tarzan, scritto da Franco Battiato e inciso l'anno dopo
con musicisti di una formazione inglese. Nel 1973 il risultato più
ricordato per i Capsicum Red, l'album decisamente prog sinfonico
"Appunti per un'idea fissa", anche in questo caso con collaborazione di
Battiato, che sarà anche il biglietto di presentazione per l'approdo ai
Pooh. La formazione originale dei Prototipi era composta, oltre che da
Canzian, da Mauro Bolzan (tastiere), Walter Gasparini, Adolfo Baratto e
Paolo Podda. Solo Bolzan ha seguito Canzian anche nell'avventura con i
Capsicum Red (non in tutte le incisioni), mentre Paolo Steffan (basso) e
Roberto Balocco (batteria), provenienti dai Panna Fredda, hanno
sostituito gli altri due componenti del primo gruppo. |
Ragazzi
del Sole
|
 Un
gruppo di Torino piuttosto noto e seguito all'epoca e soprattutto con
all'attivo una intensa produzione discografica, iniziata addirittura con
l'esordio direttamente su LP "I Ragazzi del sole" (Jolly 5068 - 1966).
Formazione a cinque con tastiere, sono rimasti associati al genere "hard
beat" per il loro singolo Atto
di forza n.10 (dedicato alle bande di motociclisti Hell's Angels, dove parla
di sfide ai limiti della morte). Un altro notevole singolo del gruppo è
stato "Il gatto di
notte", "... la terra si allontana" del 1967, il primo brano un R&B
con molto blues, il secondo un efficace pezzo con echi del nuovo genere
psichedelico, ottimamente eseguito. L'album del 1966 conteneva soltanto
cover, molto ben eseguite, di brani
inglesi celebri e meno celebri, da Satisfaction a Keep On Runnin' degli
Spencer Davis Group, a Gloria dei Them di Van Morrison. Nei singoli
successivi, complici anche cambi di formazione e contrasti interni, sono
scivolati verso il genere pop, chiudendo la carriera agli inizi degli anni
'70. La fama di "maledetti" (sempre relativa
all'epoca) e la buona tecnica musicale li ha resi popolari negli anni
successivi, e quindi oggetto di recupero di interesse, e il loro unico LP
è diventato il più ambito tesoro per tutti i collezionisti di dischi del
genere beat. Nel 1968 il gruppo si è
diviso per iniziativa del chitarrista Danilo Pennone, che puntava a una
svolta verso il pop melodico. Gli altri 4 non l'hanno seguito ma a lui è
rimasto il nome del gruppo. Sottoscritto un contratto con una nuova casa
discografica, la Kansas, i nuovi Ragazzi del Sole hanno pubblicato 3
singoli, a partire da Semplici parole, del tutto diversi
dall'impostazione musicale precedente.
Discografia dei Ragazzi del
sole
[Danilo Pennone (chitarra); Arcangelo Aluffi (batteria); Carlo Marcoz
(basso); Pier Carlo Bettini (organo); Franco Castellani (voce) in seguito
sostituito da Paolo Melfi; Castellani continuerà la carriera con il nome d'arte di Pierfranco
Colonna]
|
Ragazzi della Via Gluck |
Nati come
Epoca 70,
vengono notati nel 1967 al locale Santa Tecla di Milano da Adriano
Celentano che li ingaggia per la sua etichetta Clan e come suo gruppo di
accompagnamento nei concerti. Celentano impose il nome e la particolare
immagine del gruppo, che connotava come anti-beat e puro rock (il rock,
inteso come rock'n roll, era considerato all'epoca un genere ormai
superato). Erano comunque un gruppo di buona professionalità,
caratterizzato dall'impatto dei fiati. Accompagnarono Celentano nel
Cantagiro del 1967, vestiti da contadini, e nello stesso anno incisero il
brano “Il contadino”, cover "adulterata" di “Hold On, I’m Coming” di Sam &
Dave, incisa anche da Celentano, e il brano polemico contro il beat,
contemporaneo a Tre passi avanti dal
titolo "Rock! Padre del beat" ("come mai si torna al rock, mentre va
di moda il beat? E' proprio matto il ragazzo della Via Gluck ...").
Nei dischi successivi scivolarono pian piano verso il genere melodico
all’italiana. Il leader del gruppo Mimmo Seccia era stato, prima degli
Epoca '70, voce e
chitarra dei Trappers, altro gruppo milanese dove iniziarono anche Mario
Lavezzi e Tonino Cripezzi.
Discografia: Il contadino / Rock! Padre del beat (Clan 1967), La voce /
Ragazze in fiore (Clan 1968), Vola vola vola / Sei la mia donna (Clan
1969), L’amore è blu… ma ci sei tu / I tuoi occhi camminano in me (Clan
1969), L’amore è blu… ma ci sei tu / Sei la mia donna (Clan 1970).
Incisero anche un LP negli anni '70 dal titolo Gluck Trak.
La prima formazione comprendeva Mimmo Seccia (voce e chitarra), Giorgio Manzoli (sax
tenore, fratello di Gerry dei
Camaleonti), Augusto Lo Basso (sax tenore), Donato ‘Billy’ Dardes (basso),
Uccio Armana (tastiere) e alla batteria Gianfranco Longo (omonimo del batterista dei New Dada,
ma non era lui). Nel '67 Mimmo Seccia dovette momentaneamente lasciare
il gruppo e Sauro Profeti divenne la voce solista e il bassista del
gruppo, mentre Pinuccio Pirazzoli subentrò alla chitarra solista. L'anno
dopo Seccia, dopo una breve parentesi come solista con il nome d'arte di
Sancho, rientrò nel gruppo, questa volta come bassista e prima voce, e
questa rimase la formazione sino allo scioglimento del complesso.
Vedi anche:
Intervista a Mimmo Seccia |
Raph e I Copertoni |
Beat
band torinese ma con influssi R&B, che dal 1967 al 1969 registrarono due soli 45 giri
con la EMI e un
terzo col nome The Taylors, i membri erano: Raffaele Fusco detto
Raph-voce, Vito De Siati-chitarra, Enrico Pavanelli-sax, Nino
Scomegna-basso, Gioacchino Scomegna detto Chicco-organo e Gianfranco
Bo-batteria. Nel 1967 vincono la selezione di gruppi per il Festivalbar
chiamata Disco Verde. Discografia: Legati a me (You Got Me - Neil
Diamond / Hai qualcosa in più, Nero / Solo; come Taylors: Gotta See Jane
/ Legati a me. |
Riki
Maiocchi |
Il cantante e
front-man dei Camaleonti, uno dei
gruppi di testa della prima era beat, nel 1966 ha abbandonato il complesso per una
carriera solistica, iniziata con una combattuta versione italiana (guai
con la censura RAI) del
celebre brano tradizionale "The
House of The Rising Sun", con la etichetta CBS e proseguita
poi, dal 1966,
sotto l'ala di Mogol-Battisti. Successo iniziale con il brano Uno
in più (di Mogol-Battisti, ovviamente), canzone-manifesto della Linea
verde, poi tentativo di bis al famoso festival di San Remo del
1967, quello dei complessi (e di Tenco), con un brano altrettanto valido, C'è
chi spera, presentato oltre a tutto in coppia con la mitica
Marianne Faithfull, la cantante alla
corte dei Rolling Stones. Purtroppo il brano venne eliminato al primo
turno (non era un brano "sanremese") e il successo potenziale ne
risentì.
Il
terzo brano, altrettanto valido, era "Prendi fra le mani la
testa", ma ancora una volta, poco seguito commerciale, e la decisione
della casa discografica di puntare "sul sicuro" con la ripresa
in chiave moderna di un brano degli anni '30, "Ma l'amore no"
(cantato in origine dall'attrice Alida Valli), secondo la moda effimera
del periodo. Flop anche in questo caso e carriera in fase calante, solo un
altro 45 giri con la CBS e poi il passaggio alla Carosello per l'ultimo
singolo degli anni '60 "Tu vedi mai cerchi bianchi e neri?"
(cover di Feelin' Allright dei Traffic). Due dischi e due tentativi di
ritorno negli anni '70 e poi abbandono completo della scena musicale.
Maiocchi è scomparso prematuramente nel febbraio del 2004.
|
Roby
Crispiano |
Roby Crispiano
(Roberto Castiglione) è stato uno dei pochi autentici autori beat
italiani. Il suo principale successo fu Uomini
uomini, primo a Bandiera Gialla e poi in classifica. Il cantautore
romano ebbe altri buoni successi come Brennero
'66, presentata al Festival delle Rose in coppia con la prima
formazione dei Pooh (e con annessi
guai da parte della censura RAI),
ma presto abbandonò la carriera musicale per non scendere ai compromessi
richiesti dall'ambiente e dai discografici dopo la fine dell'epoca d'oro
del beat, ed evitando anche le trasmissioni revival tipo "Una rotonda
sul mare" che hanno riportato in televisione negli anni '80 e '90
molti esponenti dell'era beat.
Altre canzoni pubblicate su disco: "Il messaggio", "Quando
ritorno al mio paese", "Se potessi essere il vento",
"Non riesco più a sognarti" (una cover da Timi Yuro, pubblicata
ancora con il nome di Castiglione), "Solo io e te", "Occhi
verdi".
Era accompagnato nei concerti dal gruppo I Folks. |
Rogers |
Un gruppo
piemontese (del canavese) che, come molti altri alternava una produzione
melodica e commerciale a proposte più vicine al beat e poi al R&B. La
attività professionistica è iniziata nel 1966, sono stati sempre molto
attivi in concerti e locali da ballo.
Brani da ricordare "Guarda" (melodico, grande e duraturo
successo), "Ma con chi"
(firmata dagli autori tipici del Clan: Celentano, Beretta, Del Prete),
"Se con me vuoi tornare", e anche la celebre "Guardo
l'ora", versione apocrifa di "Reach Out I'll Be There" dei
Four Tops (già nota in Italia come "Gira gira", nella versione
di Rita Pavone), accreditata in questo caso a Serengay - Menegazzi senza
alcun accenno agli autori americani Dozier e Holland.
Discografia: 1966: "Quanto ho
pianto" / "Se tu mi lascerai" (disco Kansas, una etichetta
di proprietà di Duilo Del Prete, allora collegato al Clan Celentano),
"Ma con chi" / "Guardo l'ora" / "Se con me vuoi
tornare" (45 giri con tre brani, sempre etichetta Kansas),
"Little Man" / "Non chiederò aiuto" (vincitrice a Bandiera
Gialla); 1967: "Chiedimi tutto" / "Ho tanta
paura" (et. Bentler, con il lato A partecipano al Cantagiro 1967 nel
girone cantanti come "Frankye e i Rogers", 1968:
"Guarda" / "Cos'è l'amore" (et. Bentler, il loro più
grande successo), "Chewy Chewy" / "Vorrei davvero" (et.
Bentler, il lato A è una cover del successo bubble-gum music degli Ohio
Express), "Tam Tam" / "Vorrei davvero" (il lato A era
una cover di "Come Together" dei Beatles); 1970:
"Cristina" / "In questa città" (nuovamente su
etichetta Kansas).
[Prima formazione (1966): Piergiorgio Bussacchetti (chitarra e canto),
Romy Regruto (basso), Carlo Reposi (batteria), Gerardo Monteforte
(chitarra e canto), Bruno Bosio (tastiere); nella seconda metà dell'anno
entra il cantante Frankye Florio, tra il 1967 e il '68 tutti i componenti
della prima formazione abbandonano progressivamente, e rimane il solo
Frankye Florio del gruppo del '66)]
(Le informazioni sui Rogers sono state fornite da Gianpiero Madonna e sono
contenute nel suo libro "I Beatles e i Genesis in Canavese".) |
Rokketti |
Gruppo
originario di Civitavecchia, iniziano la carriera nel 1965 tenendo
concerti e serate anche all'estero (Germania e Svezia) per poi approdare
al Piper Club nello stesso
anno. Il periodo Piper consente loro di farsi notare dal discografico
romano Carmine De Benedictis, proprietario della etichetta
CDB (per la quale incidevano e hanno
inciso molti altri complessi beat) e di pubblicare il loro primo singolo "Zorba's
Dance". Sempre nel 1965 riescono a passare ad una etichetta maggiore, la
CBS, con la quale tentano la strada del successo con la solita cover. In
questo caso si trattava de La Poupée Qui Fait Non di Michel Polnareff, la
loro versione (Una bambolina che fa no, no, no) non è però quella
preferita dal pubblico, che decreta invece il successo della cover dei
Quelli. Con il ritorno alla CDB arriva
anche l'incisione (due anni dopo) del loro brano più notevole e
maggiormente ricordato, Black Time, un energico R&B presentato al
Cantagiro di quell'anno e utilizzato anche nella colonna sonora di un film
giallo spagnolo del 1966 di Jaime Balcazar, uscito in Italia con il titolo
"L'uomo dal pugno d'oro". Un paio di altri dischi e arriva anche per loro,
nel 1968, lo scioglimento e la prosecuzione, almeno per il fondatore del
gruppo Santino Rocchetti, della carriera nel settore musicale. Il nome del
gruppo deriva ovviamente dal cognome del suddetto Santino Rocchetti e del
fratello Mario, chitarrista e co-fondatore.
Discografia: Il settebello / Zorba's
Dance (CDB 1072 - 1965), Una bambolina che fa no, no, no / Ha ha (CBS 2427
- 1965), Goodbye My Love / Chi vince in me (CDB 1073 - 1965), Black Time /
L'amaro in bocca (CDB 1101 - 1967), Ti rivedrò tra gli angeli / Non ti
fermare mai (CDB 1116 - 1967), Black Time / Mr. Gold (CDB e-003 - 1967, il
retro Mr. Gold faceva parte della colonna del film citato in precedenza),
Due ali nel cuore / Sei tu (CDB 1142 - 1968), Una serata al Piper (LP ARC
sa 9 - 1966) (I Rokketti eseguivano due cover in inglese [Wooly Bully di
Sam The Shame e Candy Man] in questo LP antologico). Per saperne di più
puoi leggere qui.
[Santino Rocchetti (chitarra e voce), Mario Rocchetti (chitarra), Mario
Paparozzi (basso), Gianni Bonavera (sax e tromba), Giorgio Grandi
(batteria); nel '66 entrano Gianni Rocchetti al posto di Bonavera e
Tassilo Burckard al posto di Grandi] |
Rollini |
 Ideale contraltare ai
Rokketti erano i Rollini di Roma (ci riferiamo ovviamente al gioco di
parole nel nome). Prima in proprio e poi
come gruppo di supporto di Elisabetta Ponti
(esordiente per caso al Cantagiro del 1965, la Ponti, che in seguito
diventerà una giornalista professionista, era arrivata in finale al 2°
posto con il brano soft beat Non cercare la luna, una
cover da Serge Gainsbourg, davanti a
Caterina Caselli e altri nomi noti), hanno condotto una intensa
attività dal vivo nei locali della capitale e del Lazio nel 1965-'66. In semifinale al 1°
Torneo Nazionale Rapallo - Davoli (1966), hanno eseguito nella
competizione canora sia cover sia loro brani, dei quali è rimasta traccia
registrata e che sono stati pubblicati su CD dalla Giallo Records negli
anni '90. Le cover erano dei Kinks (il forte brano rock You Really Got Me)
e dei Beatles (Help). Di loro produzione, o presumibilmente inedite, erano: Questa vita e Rendimi tutto. Nel 1967 vengono scelti per interpretare un
complesso beat (loro stessi) nel film Il tigre di Dino Risi, con Giorgio Gassman e Ann Margret, dove compaiono anche mentre suonano, probabilmente,
al Piper Club. Le canzoni che compaiono nel film sono Se batte forte e La
parte del leone (che sembra essere una versione con testo diverso di
Questa vita). Partecipano anche al 2° Torneo Nazionale Rapallo -
Davoli nel 1967 ma senza
riscontri particolari e la loro vicenda musicale si conclude senza
arrivare alla pubblicazione su disco dei loro brani.
[Claudio Piccioni (voce), Enzo Bianchi (chitarra solista), Enrico
Mancini (chitarra accompagnamento), Piero Ricci (basso), Bruno Casu
(batteria)]
Nella foto in alto i Rollini sono, da
sinistra verso destra: Enrico Mancini, Enzo Bianchi, Claudio Piccione,
Bruno Casu, Piero Ricci. Al centro (con parrucca platinata) Elisabetta
Ponti. Costumi di scena disegnati e realizzati dalla madre di Enzo
Bianchi.
(informazioni ricevute da Elisabetta Ponti) |
Roll's 33 |
 Gruppo
formatosi a Torino nel 1965 per iniziativa di sei ragazzi (includeva una
sezione fiati) con buona preparazione musicale (alcuni avevano studiato al
conservatorio) e conoscenza del mondo jazz. Iniziano, come molti altri,
con le serate, che li vedono impegnati nello stesso anno all'Elio Cabala
di Roma e al Gallery di Milano. L'anno successivo l'esordio discografico
con la CBS, con una versione italiana di un grande successo R&B USA: "Land
of 1000 Dances" di Wilson Pickett, diventato in italiano (non si sa
perché) "Principessa". Il 45 giri raccoglie un buon successo e il gruppo
può proporre un secondo singolo. E' un'altra
cover, ma la scelta è particolarmente azzeccata (e raffinata) e
consegna i Roll's 33 alla storia del beat italiano, anche perché la loro
versione "33/1a verità" è più che valida. L'originale è infatti "We Ain’t Got Nothing Yet"
dei Blues Magoos. Un brano che
anticipava la psichedelia ma che era anche un esempio di beat energico,
principale successo di questo interessante e prolifico gruppo
californiano. Dopo questo exploit (con discreto successo di vendite e
passaggi radio) i Roll's 33 hanno partecipato a iniziative dell'epoca,
come la Crociera beat organizzata
dalla rivista Giovani, con Patty Pravo, Caterina Caselli, i Califfi e
altri, e il film musicale Playboy di Enzo Battaglia. Nei singoli
successivi si sono però spostati su un genere più commerciale, fino allo
scioglimento nel 1969.
Discografia: Principessa / Il mondo
che verrà (CBS 2424 - 1966), 33/1a verità / Solo gli angeli ci capiranno (CBS
2734 - 1967), Allora, decidi ora / Ma cosa vuoi (CBS 3010 - 1967),
Scrivimi il tuo nome / Una come te (Reprise 02983 - 1967 - Con Lola Falana),
L'amica di Marlene / Fatemi sfogare (CBS 3364 - 1968), L'amica di Marlene
/ Tempo di villeggiatura (CBS 3571 - 1968), Un vagabondo come me / Re dei
Re (CBS 3910 - 1969), / I Roll's 33 (LP CBS 52455 - 1967)
[Luciano Tosco (chitarra), Alfredo Luzardi (fiati), Roberto Benelli (fiati) Graziano Mannino (tastiere), Pino Vinci (basso e voce),
Giacomo Minucci Debolini (batteria)] |
Rubi
Strubi |
Un
gruppo di Milano nato per iniziativa di Eros e Leo Catania, sezione
ritmica dei Blacks, alla fine degli anni '60. Sotto
contratto da subito con una casa di prima importanza, la Decca, la
formazione era completata dal chitarrista tedesco
Trutz “Viking” Groth, già attivo
in Europa con i Black Stars, una band di rock' 'n roll, e
poi a Milano
con lo stesso gruppo e da solo, e dal tastierista polacco Janish (il
cognome si è perso nel gorgo del tempo). Il curioso nome Rubi Strubi, uno
di quelli che si portano ad esempio della creatività del periodo beat, fu
scelto dalla casa discografica Decca, con l'intento di avere le stesse
iniziali dei Rolling Stones, anche loro della Decca in quel periodo. A
quanto pare fu proprio Dino Sarti, che lavorava allora presso le edizioni
Chappel, a trovare un nome che aveva le stesse iniziali. L'espressione è
in realtà tratta dal dialetto milanese e indica un contenitore dove si
mettono gli oggetti che non servono più e che non ci si decide a buttare
via ...
La Decca ha quindi dato al gruppo l'opportunità di incidere, proprio
al volgere del decennio, il singolo E allora vai / Mani stanche (Decca c
17012 - 1970), le due canzoni dovrebbero essere entrambe originali.
Trutz Groth ha poi raggiunto Kim Brown dei
Renegades (che aveva partecipato a sua volta alla registrazione del
singolo dei Rubi Strubi, suonando l'armonica a bocca) nel suo successivo
gruppo genuinamente rock Kim & The Cadillacs, ed è ancora attivo nel
circuito blues italiano ed europeo. Nel suo sito
www.trutz.it, curiosamente, non c'è però
traccia della sua esperienza con i Rubi Strubi. |
Scooters
|
Ovviamente il loro
brano di lancio si chiamava "La motoretta", presentato al Disco
per l'estate del 1966. Poi hanno fatto
qualcosa di più impegnativo, in particolare al Disco per l'estate del '67
hanno presentato un brano vagamente alla Beach Boys ("Mi seguirai").
Parteciparono anche all'edizione successiva, con il brano Se fossi re.
Originari di Ovada (Alessandria) hanno iniziato a suonare nel 1964 e, dopo
la usuale gavetta in concerti e sale da ballo, hanno avuto la opportunità
di incidere un discreto numero di singoli (sei in tutto) i primi quattro
con la casa discografica Jolly, tra i quali il migliore è considerato il
secondo (La minigonna, Le pigne in testa). Gli Scooters nascevano da un
precedente gruppo attivo dalla fine degli anni '50, chiamato
I 4 Assi, che facevano un genere più in
sintonia con il periodo e hanno suonato in locali in tutta Italia, dal
Selvatico di Genova al Rupe Tarpea di Roma.
Discografia: La motoretta / Credimi
amore mio (Jolly 20357 - 1966), Le pigne in testa / Una minigonna (Jolly
20400 - 1966), Mi seguirai / Ieri, oggi e domani (Jolly 20412 - 1967), La
figlia del re del pomodoro / Se fossi re (Jolly 20434 - 1967), Zum bai bai
/ Nasce una vita (Victory 018 - 1968), Divorzista / Romanzo (Victory 021 -
1968)
[Franco Sorrenti (chitarra solista), Mirko Mazza (chitarra ritmica),
Alfredo Ferrari "Fred" (tastiere), Mario Bocca (basso), Dino Crocco (batteria),
nei 4 Assi al basso era Pasqualino Carlone e Bocca suonava il trombone]
Dalla copertina si capisce che la "motoretta" ovvero lo scooter era una
Lambretta della Innocenti, la concorrente (unica, allora) della Vespa
della Piaggio, che era probabilmente anche sponsor dell'operazione, a
giudicare dai caratteri che ricordano il marchio della industria lombarda.
|
Simeone
(Il predicatore)
|
Sempre della serie
dei personaggi che cercavano di distinguersi, Simeone (Loris Franchini) si
presentava con un abito di stile seicentesco alla Don Abbondio e
ovviamente, utilizzava uno stile vagamente predicatorio nelle canzoni
(Il singolo Dicono, A questo mondo - Kansas dm 1028 - 1967), non però in
senso moralista, ma in senso opposto (e con l'aspirazione di essere
ironico e beffardo).
|
Sleepings |
 Un
gruppo beat attivo sin dal 1963 e formatosi in provincia
di Vercelli per opera di Luciano Angeleri (voce, chitarra e basso,
Ivano Ravasino (idem) e Domenico "Mimmo" Catricalà (batteria) integrato
poi con altri componenti. Dopo un periodo di attività comune ad altri
complessi nei locali soprattutto della zona, hanno l'occasione di
incidere per la Cetra nel 1965 un 45 giri con un brano beat per la
colonna sonora di un film di Duccio Tessari (Una voglia da morire) dal
titolo Sleeping Yum Yum (Cetra sp 1275, sul lato B Riderò di te). Nel
1966 partecipano al
1° Trofeo
Nazionale Rapallo Davoli, dove arrivano alla semifinale, ma proprio
per via del disco citato vengono ingiustamente esclusi. Difatti il
regolamento prevedeva che potessero partecipare solo gruppi esordienti,
senza contratto (il premio era appunto un contratto discografico),
mentre il disco menzionato era stato registrato per la Cetra solo con un
accordo occasionale e senza un contratto che li legasse alla Cetra. La
loro carriera proseguì comunque con l'attività dal vivo e anche con
quella discografica, con la pubblicazione di un singolo maggiormente sul
versante melodico registrato per la CMS di Milano (Central Music Supply)
negli studi di Renato Carosone (Fammi ballar / Altre come te, CMS cm
45005, 1966). Il gruppo rimase attivo sino al 1972, anno in cui
siglarono un importante contratto che li portò per molti mesi a Bangkok
in Tailandia e poi in seguito un altro impegno rilevante alla Capannina
di Franceschi di Forte dei Marmi, uno dei locali più noti negli anni '60
e '70. Dopo il '72 Angeleri ha proseguito la carriera nel campo della
musica. Il nome ufficiale è cambiato nel tempo, The Sleeping per il
primo singolo e poi The Sleepings nel secondo ufficiale (vedi le
copertine). |
Squali
66 |
Una band originaria del piccolo paese di Presezzo (BG);
era composta da Alessandro Chiesa-chitarra e voce, Egidio
Vigano-chitarra, Giuseppe Colleoni-batteria, Arturo Rossi-basso e
Temistocle Reduzzi-tastiera. Quest’ultimo, con Alessandro Chiesa, tra il
1971 e il 1973 andrà a far parte del gruppo I Dalton di Brescia. Saranno
sostituiti negli Squali dai fratelli Franco e Mauro Algeri e dalla
cantante Maria Rosa Panza. Notevole il primo brano pubblicato con una
piccola etichetta "Venne un uomo" in stile psichedelico ma anche vicino
alle messe beat, con notevoli assolo di chitarra e tastiere.
Discografia: Venne un uomo / Cerca in fondo agli occhi miei (Tavola sq
001 - 1968), Se l'amore fa così / La ragazza dell'estate (Radio Records
rr1941 - 1969). |
Le
Stelle di Mario Schifano |
Un gruppo che
meriterebbe un trattamento in una
sezione a parte, dedicata alla psichedelia italiana nei tardi anni '60, assieme a Chetro
& Co., Chewing Gum, Fantom's, Astrali e
pochi altri. Formatisi su impulso del chitarrista Urbano
Orlandi con il supporto fondamentale del pittore, scultore e
artista multimediale ante-litteram Mario Schifano,
la loro peculiare esperienza è stata spesso associata a quella dei Velvet
Underground e del loro legame con l'artista americano Andy Wharol. A
differenza di quest'ultimo però Schifano esplicita nel nome stesso del
complesso la sua "protezione".
Nel loro breve periodo di attività hanno pubblicato nel 1967 (con la
etichetta BDS) un LP
diventato con il tempo mitico, dal titolo "Dedicato a...", e che
conteneva una suite di 18' su un lato ("Le ultime parole di
Brandimarte, dall'Orlando Furioso, ospite Peter Hartman e fine (da
ascoltarsi con TV accesa, senza volume") e 5 canzoni sull'altra
facciata, e l'anno dopo un singolo "E il mondo va / Su una
strada" (CBS 3442). Il disco LP è stato stampato all'epoca in sole 500 copie ed
è diventato nel tempo probabilmente uno dei dischi da collezione più
ricercati e costosi al mondo, a livello di alcune edizioni rare dei
Beatles.
Memorabili anche i loro concerti con immagini e luci psichedeliche (le
prime volte che si vedevano) al Piper Club
di Roma (lo spettacolo si chiamava "Grande Angolo Sogni & Stelle").
[Formazione: Nello Marini (tastiere), Urbano Orlandi (chitarra),
Giandomenico Crescentini (basso), Sergio Cerra (batteria), Peter Hartman
(voce nell'LP, era un artista americano, compositore, poeta e altro
ancora, che all'epoca aveva scelto di vivere a Roma, era anche in contatto
con la Factory di Andy Wharol), Ettore Robosch (piano), Anton Mario Semolini (flauto),
Francesca Camerana (immagini)] |
Stereo
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Altro gruppo anni
'60 abbastanza stabile da raggiungere il traguardo dell'LP. Titolo:
Centochitarre; brani: Il volo del calabrone, Thunderball, Centochitarre,
Marcia alla turca, La battaglia di Alamo, Narraxy, Robot in parata,
Gemini, Andalusia, Rocce rosse, Un pugno di dollari, Danza delle spade. Il
disco, pubblicato dalla Davoli, aveva anche lo scopo di pubblicizzare le
potenzialità della riproduzione stereo. Dei
componenti del gruppo si conoscono solo i soprannomi, pubblicati sul libro
di Pescetelli (vedi le fonti).
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Ulisse e le Ombre
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 Ulisse e le
Ombre sono un gruppo formatosi a Catanzaro nel 1969 dalle ceneri di altri
tre noti gruppi della città calabrese, Gli
Antichi, Le Ombre e i
Drops. Un gruppo molto preparato
tecnicamente che si rifaceva per certi versi ad alcune band pop-jazz
dell’epoca, come i Chicago o i Blood Sweet & Tears, vista anche la loro
particolare formazione: Ulisse (alias Pino Ranieri, canto), Franco Folino
(basso), Salvatore Celeste (chitarra), Manlio Canino (tastiere), Antonello
Nicita (batteria), Ettore Capicotto (tromba), Franco Citriniti (sax
tenore), Beppe Citriniti (sax Baritono). Molto conosciuti nel Sud ed in
particolare in campo regionale, grazie anche al brano “Se non avessi lei”
(ben interpretato dalla voce graffiante di Ulisse) presentato al Disco per
l’estate del 1970, a cui seguono negli anni successivi “Rosea”, “La
delusione” (brano di impostazione progressive), "Dedicato a ...", “Solo” e “Odissea”, solo
per citare alcune delle incisioni del gruppo, tutte edite dalla Fans,
etichetta della Phonotype Records di Napoli. Ebbero l'opportunità di
partecipare a diverse trasmissioni televisive come Milledischi, Alta
infedeltà, al X° Premio Regia
Televisiva di Daniele Piombi, alla Rassegna di Primavera (a Poggio Bustone,
con Lucio Battisti) e furono molto attivi in concerti e serate,
soprattutto in area regionale, anche assieme ad altri gruppi nazionali,
come i Nomadi.
(Informazioni ricevute da Franco Folino) |
Uragani
|
 Un gruppo di Mestre, attivo dal
1963 al 1967. Nel 1965 approdano al Piper
Club di Roma dove ottengono un buon riscontro e parecchie serate,
e hanno l'opportunità di incidere con la Carisch quattro 45 giri
contenenti eccellenti cover di brani stranieri (Who, Animals, Cuby &
The Blizzards). Ottima compattezza di suono soprattutto nei brani beat, e
buona padronanza della tecnica, ne hanno fatto un gruppo che ha lasciato
un buon ricordo tra gli appassionati del beat.
Nati come The Sharks e vincitori del concorso "La Pennetta d'Oro"
organizzato dal quotidiano di Mestre "Il Gazzettino" e dal suo giovane
giornalista e appassionato di musica Pierluigi Rizziato, cambiarono il
nome in Uragani e iniziarono una
intensa attività nei locali del Veneto. Presentarono in occasione "del
concorso Be-Bop-A-Lula" di Gene Vincent, "La casa del sole" e "Spegni
questa luce" (un brano di Shel Shapiro dal primo LP dei Rokes del 1965).
Nello stesso anno vennero invitati a suonare anche al
Piper Club di Roma, che aveva necessità
continua di gruppi in grado di sonorizzare efficacemente e con il
necessario impatto il grande locale. Il riscontro fu più che buono e gli
Uragani rimasero per diverse serate, avendo anche la possibilità di
prendere accordi con le case discografiche per pubblicare un singolo. Con
la Carisch uscì quindi l'anno dopo il primo 45 giri, con due efficaci
cover dai Who (I Can't Explain) e dagli Animals (It's My Life).
Dopo
l'uscita del primo disco parteciparono, sempre nel 1966, su iniziativa di
Gianni Boncompagni, al primo "Raduno Beat" a Milano, assieme ai principali
gruppi italiani del periodo.
Seguirono altri tre singoli, sempre con la Carisch (che era allora la casa
discografica che pubblicava i singoli dei Beatles in Italia,
concessionaria della Parlophone inglese) e sempre con un buon riscontro,
incluse alcune partecipazioni alla trasmissione radiofonica
Bandiera Gialla e
conseguenti passaggi radio.
Nel 1968, per i soliti motivi (matrimoni, servizio militare, esaurimento
della "spinta propulsiva" del beat) e sono rimasti in attività o hanno
ripreso a suonare, nella fase di revival beat, i soli Franco Carradori e
Mario Zanetti.
Discografia
(Tutti i 45 giri pubblicati con la Carisch, in massima parte
cover):
Con quella voce /
Questa è la
mia vita (vca 26180 - 1966), Vuoi arrivare su
/ Giusto o no (vca 26182 - 1966), Mary Anna / Lei
(vca 26186 - 1967), Al primo che dirà / La città è vicina
(vca 26190 - 1967)
[Formazione: Erminio Baso (tastiere), Franco Carradori (batteria e
voce), Luciano Carradori (voce, fratello di Franco), Mario Zanetti
(basso), Silvano Bertaggia
(chitarrista molto apprezzato), Fabio Vio (chitarra
accompagnamento), negli anni successivi Gianni Da Re e Dario Rigato
(chitarra) sostituirono Bertaggia e Vio, e poi Enzo Ponchiroli, nella fase
revival, ha sostituito Erminio Baso]
(Informazioni integrative e immagini ricevute da Mario Zanetti, l'immagine
in alto a destra riproduce un articolo dedicato agli Uragani dalla rivista
Anni '60). |
Vasso
Ovale
|
Un cantante beat
protagonista involontario di una delle storie più curiose del periodo beat. Scomparso nel
nulla, come molti altri, e però creduto morto in un incidente stradale da tutti gli
appassionati della stagione beat, era in realtà vivo e vegeto a Torino.
Si trattava della solita leggenda
metropolitana sulla morte dei cantanti.
Ha pubblicato all'epoca diversi singoli, tra cui "Treni, navi e
aerei" (cover di Train, Boats and Planes dei Box Tops), Esisti tu,
Pietà, Come te, Piangi se vuoi.
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Le
Volpi Blu |
Il gruppo nasce
nei primi anni '60 in Liguria, in particolare a Savona, per iniziativa del
leader (che non uscirà mai dalla formazione), il tastierista, compositore
e arrangiatore Franco Delfino. A lui
si aggiunsero Manuel Guastavino (canto e chitarra), Mimmo Lentini (canto e
basso), Gianni Grandi (batteria e cori). L'incontro con la casa
discografica Fono Cine consentì la pubblicazione del primo 45 giri,
contenente il brano "Ti ricordi, padre mio". Passaggi alla RAI
("Chissà chi lo sa" di Febo Conti) e a Radio Montecarlo
propiziarono un buon successo del singolo, e la prosecuzione
dell'esperienza discografica con le successiva uscite di "Bimba
mia", "Biancastella", "Ma mammà". Accanto alle
uscite discografiche una intensa attività dal vivo, soprattutto in
Piemonte e Liguria, consentiva di allargare il seguito del complesso. |
Nei primi anni '70, con l'arrivo
di due nuovi componenti, Riccardo Dagna al basso e Enrico Cazzante alla
voce e alla ritmica, Le Volpi Blu si dedicarono in modo ancora più deciso
al genere pop, partecipando a San Remo con il brano "Senza
impegno", e presentando altri dischi come "Tu piccola bimba
mia" e "Un amore per noia".
(Informazioni fornite da Daniela Viscusi e Franco Delfino) |
Willy And The Interna-tionals |
Un gruppo rock partenopeo che mancava nei nostri elenchi
(e anche da quelli precedenti da cui siamo partiti) nonostante il suo
lungo percorso iniziato come rock'n roll band nel 1963. Willy, alias
Giuseppe Savarese, è il fondatore insieme con Claudio Castaldo, e
animatore da sempre del gruppo, i primi Internationals sono ragazzi americani entusiasti musicisti ma a Napoli
come figli di militari, nella base navale USA che allora, ai
tempi della "guerra fredda", era la più grande del Mediterraneo.
Nel giro di sei mesi dalla fondazione il gruppo si esibisce in numerosi
concerti, incide due 45 giri e appare in TV nell'unico canale RAI allora
esistente. Successivamente fanno parte del gruppo diversi altri musicisti e appassionati che hanno
poi seguito altre strade, come Raffaele Cascone, alla chitarra ritmica prima di diventare
notissimo conduttore radiofonico di Per
voi giovani e giornalista. Il primo periodo del gruppo si conclude
nel 1967 in concomitanza con l'avvio del percorso professionale al di
fuori della musica di Giuseppe Savarese, che riprende l'attività in
studio di registrazione negli anni '80, fino alla rifondazione del
gruppo nel 2009 con un ritorno in RAI TV e in numerosi concerti,
presentando una nuova formazione di 10 elementi. Una storia lunga e complessa qui solo riassunta ma che si può
leggere nei dettagli nel sito del gruppo
Willy & The
Internationals. Discografia:
Per la Vis Radio vengono
pubblicati e distribuiti negli anni '60 due
singoli: Lucille / Crawfish (VLMQN 056186 - 1963) e Ali Baba / What I'd Say
(VLMQN 056209 - 1963). |
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