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Pensare a Verona fa venire subito in mente un complesso storico che ha saputo, in un arco di tempo molto breve, imporsi sulla scena nazionale e riuscire a distanza di più di quarant’anni a rimanere un gruppo di culto … parlo ovviamente dei Kings, colonna portante del beat nazionale. Non parlerò dei Kings (Alberto l’ha già fatto nel sito) ma mi limiterò a fare una piccolissima cernita fra i trecento complessini beat veronesi, selezionando quelli più curiosi o con incisioni all’attivo. Alberto rimarrà sicuramente disponibile per aggiunte e correzioni che vorrete apportare a questo mio lavoro ed io disponibilissimo ad eventuali scambi di materiale ed informazioni aggiuntive scrivendomi direttamente dal sito della Beat Boutique 67. “Verona
beat” fa venire in mente una canzone dei Gatti
di Vicolo Miracoli ma non tutti sanno che quel termine preso dai
Gatti (alcuni legati a quel periodo anche per una partecipazione in veste di
musicisti) era il nome di un giornale cittadino che si occupava proprio di
musica locale!
Alpha Centauri
- Nascono come Tornados
nel 1963 e sono fra i primi complessi beat cittadini. Appaiono nella pellicola
“Capriccio all’italiana” mentre si esibiscono al
Piper di Roma (con il brano Land of
1000 dances). Registrano alcuni provini che rimangono inediti. Cambiano
formazione parecchie volte fino a rimanere Mario Poletti, Piero Messina,
Gianmaria Mingoni, Luciano Benedetti Vallenari, Francesco Casale. Ribattezzati
Alpha Centauri sul finire degli anni 60 vengono portati a Milano da due ex Kings
(Pierpaolo Adda e Ottofaro) per cercare un contratto discografico. Scartati alla Durium
(ex casa discografica dei Kings) approdano alla Numero
Uno di Battisti dove registrano il loro unico 45 giri, nel quale anche
lo stesso Lucio Battisti ha preso parte alla registrazione, suonando una parte
ritmica con la chitarra acustica nel brano "Dai treno dai", una cover da The
Train dei 1910 Fruitgum Co.
Becchini – Uno dei tanti complessi (Borgo Roma) che non riescono ad arrivare all’incisione discografica ma che ha la fortuna di partecipare al Trofeo Rapallo Davoli. La Giallo Records pubblicherà trent’anni dopo i preziosissimi nastri dell’esibizione con alcuni brani del complesso. I Becchini hanno la fortuna di essere inseriti anche nei due libri dedicati al Trofeo Davoli curati da Franco Norma. Formazione iniziale (a cui seguirono una decina di cambi di formazione): Negri Raffaele, Massella Luigi, Ferrari Carlo, Mario Tosetto.
Bengs
- Un altro complesso tra quelli meno ricordati di quel periodo.
Formazione: Scandola Flavio (chitarra solista), Scandola Walter (batteria),
Reggiani Giulio (organo e chitarra), Bianchi Ferruccio (basso) e Leonardi
Giuliano (cantante).
Condors
– Nati nel 1960 come Giorgio e i Disperati, i rapaci di Verona
(Paolo e Giorgio Antoniazzi, Luciano Vincenzoni, Walter Solimani, Carlo Degani)
incidono un bellissimo singolo che viene ricordato (ma sarà poi vero?) come il
primo singolo di un complesso beat realizzato in stereofonia. Un terzo brano,
“Tu non hai capito niente” rimane invece solo su lacca. Poi, con una mascherina
con la S come “sconosciuti” (una idea di Teddy Reno) accompagnano Rita Pavone
durante alcuni concerti.
Les Petits
– Ogni città aveva il suo complessino “mascotte” formato da
bambini delle elementari (seguiti da un maestro di musica) che scimmiottavano i
fratelli maggiori capelloni. Verona non fa eccezione avendo i suoi piccoli
Petits, età media otto anni, che però (chissà l’invidia dei complessi veri!)
hanno anche inciso un 45 giri uscito in pochissime copie! Memphis – Storico complesso beat formato (cito la prima formazione, visti i continui cambi di elementi) da Silvano Zerlotti, Luciano Borghetto, Pino Onor, Giampaolo Zanini, Paolo Onor e Roberto Boraso. Il nome è un omaggio al nonno di uno dei componenti. Due singoli all’attivo che li rendono un gruppo di culto del beat italiano. "Sono una roccia" è una buona cover di I'm a Rock di Simon & Garfunkel. "Gli amici miei" era una cover di You're so Good to Me dei Beach Boys. Gli amici miei / Come il tempo – 1966 Misfits – Gruppo d’esordio di Renato Bernuzzi, poi nei Kings. Con loro (se lo vedete nelle foto è irriconoscibile senza barba e capelli lunghi!) registra i suoi primi 45 giri, fra cui la versione italiana di Pretty Woman (Sei la sola). Il complesso dei Misfits, dopo il passaggio di Renato nei Kings, diventa per un breve periodo il gruppo di Dino, ribattezzandosi Rollicks. Ricordami i tuoi baci / Che stupida che sei – 1964
Monelli – C’è sempre stata molta confusione discografica fra i Monelli veronesi e quelli di Bergamo. Quelli di Verona erano Carmelo "Rudy" Spinale (voce), Roberto Ceruti (chitarra), Fulvio Forcellini e poi Roberto Cristoforetti (basso), Giorgio Bronzato (batteria), Renato Castellazzi (chitarra, flauto e sax), Luciano Sardagna e poi Mario Cammalleri (organo). Nell’ultimo periodo di attività, nel 1971, entra nel gruppo come cantante Ivana Spagna, allora ancora adolescente, ma con già all'attivo un singolo con la Ricordi (Mamy Blu, 1971, cui sarebbe seguito Ari Ari, 1972).
Nuove Ombre
– Il primo complesso in cui suona il diciassettenne Jerry
Calà alla batteria e alla voce… all’epoca con una formidabile zazzera! Rollicks - Come già detto sopra, è il nuovo nome dei Misfits passati ora con Dino. Pubblicano qualche singolo per il cantante e si esibiscono al cinema in “Menage all’italiana” di Franco Indovina. Ubi Major – Complesso beat che ha avuto la fortuna di accompagnare Beppe Cardile in un 45 giri di discreta fattura. Formazione: Enzo Vignola, Gianmaria Mingoni, Livio Cech, Luciano Luise. Voi che siete amici suoi / Lascia il tuo mondo –
1966 (Beppe Cardile e gli Ubi Major)
Il dato più interessante è quello legato al cinema, dove i veronesi la fanno da padrona! Parteciparono a diverse pellicole con Gigliola Cinquetti e Dino che fecero molte apparizioni su celluloide (rispettivamente 5 e 7), i Kings apparirono in “Per un pugno di canzoni” e “La congiuntura”… oltre i già citati Tornados e i Rollicks. Altro fatto curioso: nel 1983 si tiene il primo raduno beat che celebra gli anni 60 (anticipando di 5/6 anni le prime trasmissioni revival) con Alligatori, Condors, Memphis, Tornados ed altri storici complessi cittadini. Ancora oggi Renato dei Kings organizza annualmente dei raduni dedicati al beat.
Ringrazio Alberto per avermi commissionato questa breve ricerca sulla Verona degli anni 60, anche se la trovo meno “interessante” rispetto a quella dedicata giorni fa al Bacchiglione Beat. Dico questo perché (rispetto a Padova) sono usciti due libri importantissimi su Verona (“Dopo 30 anni ho rivisto” e “Caffè amaro”, vedi Bibliografia beat per maggiori informazioni) e quindi queste mia brevissima relazione per il sito Musica & Memoria sarà una piccola guida solamente a chi non ha avuto modo di leggere questi due volumi, ma vuole avere una infarinatura superficiale e generale sul beat veronese. Una breve analisi sui Kings, Alpha Centauri, Sex Machine, Misfits e Rollicks è presente anche nel mio libro “Beati voi” avendo avuto la possibilità di intervistare Adda e Ottofaro dei Kings.
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