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Intervista a Mimmo Seccia - I Ragazzi della Via Gluck |
La scheda sui Ragazzi della Via Gluck / I complessi Beat / Le cover / Le altre interviste / I testi delle canzoni / Mondo Beat / Bibliografia Beat |
Tutte le interviste |
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Cominciamo con qualche chiarimento sugli inizi del gruppo. E' vero che il nucleo dei RdvG veniva dagli Epoca 70, gruppo milanese già attivo nei locali della Lombardia a metà degli anni '70? |
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Sì. Il gruppo e' stato
fondato da me nei primi mesi del 1966, e dopo 20 giorni di prove abbiamo
debuttato al Santa Tecla di Milano riscuotendo un successo enorme, dato che
tutto il repertorio era solo di R&B, genere musicale che in quel periodo non
faceva nessuno. L'idea di suonare questo genere e' sempre partita da me,
dato che ho sempre amato questo genere musicale; avendo la fortuna di avere
amicizie che mi fornivano dagli USA dischi che in Italia non erano ancora
arrivati ho potuto iniziare con il gruppo, questo genere che ci ha poi fatto
conoscere a Milano in brevissimo tempo. |
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Chi erano i componenti della formazione degli Epoca '70? |
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Mimmo Seccia cantante e chitarra, Giorgio Manzioli sax tenore, Augusto Lo Basso sax tenore e baritono, Billy Dardes basso, Uccio Armanna organo e piano, Gianfranco Longo batteria. |
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Tu invece venivi da un altro gruppo piuttosto noto all'epoca i Trappers, dove hanno iniziato la carriera musicale anche Mario Lavezzi e Tonino Cripezzi. Ci racconti qualcosa di questo gruppo? |
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Siamo cresciuti insieme, dato che abitavamo tutti nello stesso quartiere; abbiamo iniziato a suonare sulle panchine di Piazza Napoli, poi i nostri genitori ci regalarono le prime chitarre elettriche e la batteria; iniziammo a suonare io e Lavezzi in casa di Gianfranco Longo attaccando le chitarre all’ingresso phone di una grossa radio che aveva Gianfranco. Tonino Cripezzi studiava violino e suonava il piano e si unì a noi. Dopo arrivò anche Bruno Longhi che, con una chitarra trasformata in basso, divenne il nostro bassista. Correva l'anno 1962, io avevo 14 anni Lavezzi 15, Tonino 16, bruno 15 e Gianfranco15. Non potendo più suonare in casa come tutti andammo all'oratorio in cantina e qui ci scoprì per caso un impresario di Milano di nome Adducci che, dopo averci sentito, ci fece debuttare in un locale di via Dogana (Piazza del Duomo) che si chiamava Roxi Bar del Dom. |
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Nei Trappers c'era una certa abbondanza di cantanti, oltre a te e a Lavezzi, anche Teo Teocoli è stato per un periodo nel gruppo, a quanto si dice nelle varie schede. Come erano organizzati i vostri concerti?? |
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E' vero cantavamo in quattro e molto bene. Teo Teocoli fece un'estate con noi a Finale Ligure poi andò prima con I Quelli e poi al Derby (noto cabaret milanese, ndr). Suonavamo nei locali da ballo di Milano e provincia, fummo invitati anche in un grande concerto a Roma al Parco dell'Ombrellino (Villa Pamphilj, probabilmente, ndr) e suonammo di fronte a più di 100.000 persone, dato che in quel concerto c'erano grossi nomi dell'epoca. |
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Ci racconti qualche altra cosa di questa effervescente scena musicale milanese, favorita anche dalla presenza delle maggiori case discografiche, e che si svilupperà anche in altre direzioni (cinema, cabaret, TV)? Ad esempio, conoscevate o facevate concerti anche con Claudio Lippi coi suoi Dragoni o con i fratelli Boldi con i Mimitoki? Con i Quelli di Teocoli e Di Cioccio? Con la Pattuglia Azzurra?? |
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Allora ci conoscevamo tutti e ci capitava di suonare negli stessi locali o di fare spettacoli insieme. Suonavamo a Sesto San Giovanni in un locale da ballo quando, terminata la serata, venne da noi un produttore della CGD e, facendoci i complimenti ci propose un provino discografico. Accettammo e fu cosi che incidemmo la prima versione in italiano di Yesterday dei Beatles cantata da me, e il retro era un brano dei Kingsmen, Louie Louie, cantata da Mario Lavezzi. |
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Per un periodo sei uscito dai Ragazzi della Via Gluck, com'è successo? |
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Io feci tutte le cose più importanti con I Ragazzi fino all'ottobre del 1967. Mi fermai per problemi fisici per sei mesi e venni sostituito da Sauro. Poi, una volta ristabilito, Adriano volle farmi fare il solista e feci un disco con il nome di Sancho, anche questo nome inventato da Adriano, e con i brani Il bicchiere e Sete vinsi per due volte Settevoci con Pippo Baudo ma poi, non avendo più pezzi dovetti lasciare e, sempre con questo, disco feci anche “La caravella dei successi”, che vinsi ma, per brogli discografici, mi mandarono al secondo posto. Dopo due anni e mezzo circa I Ragazzi, che ormai si erano quasi sciolti, mi chiesero di tornare con loro e, per affetto, lo feci con grande piacere. Da cantante chitarrista divenni il cantante bassista, dato che alla chitarra c'era Pinuccio Pirazzoli, gli altri in quella fase del gruppo erano Giorgio Manzoli al sax, Gianni Poggio alla batteria, Giulio Cavalli alle tastiere (ex Pattuglia azzurra con Lippi). |
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Prima di allora eri tu il leader del gruppo, o sbaglio? |
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Sono sempre stato idealmente un moschettiere (tutti x uno ecc.) ma e' anche vero che sono stato l'ideatore dell'indirizzo musicale e pertanto il leader del gruppo. |
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Passiamo alle vostre canzoni e al vostro stile originale. Rock! Padre del Beat ascoltata oggi è una canzone più gradevole e attuale di molti brani del periodo, ma all'epoca sembrava un brano revival. Come lo ricordi ora e quanto è stato imposto da Celentano e dal suo team e quanto invece elaborato da voi? |
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Rock! il padre del beat era il retro del disco; la facciata A era “Il contadino” e fu quello il nostro primo successo. A noi sino a quando ci sono stato io non ci hanno mai imposto nulla. Adriano ci aveva fatto un contratto discografico perché eravamo innovativi nel nostro genere in Italia pertanto ciò che facevamo era farina del nostro sacco. Chiaramente collaborava con noi il direttore artistico e Detto Mariano, all’epoca arrangiatore del Clan. |
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E che mi dici del look da contadini, i cappelli di paglia e tutto il resto? |
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E' facile capire: il titolo era “Il contadino”, Don Lurio (famoso coreografo delle RAI degli anni ’60 e ’70) a Studio Uno con Mina ci fece una coreografia agreste, facile capire il resto … |
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Nel filmato Rai dove cantate "Il contadino" a Studio 1 (ma a chi è venuta l'idea di travestire le ballerine da spaventapasseri?) l'attenzione è catturata dai due impegnati alla sega. Chi sono? |
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Per quanto riguarda la coreografia era di Don Lurio e i due che segano il tronco e che cantano siamo io e Billy (Donato Dardes, ndr). Nota divertente che durante la registrazione ripetuta alcune volte per problemi di regia il tronco l'abbiamo segato tutto e non ti dico la fatica!!!!!!!!!! |
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Nel '67 avete accompagnato Celentano nel Cantagiro. Presentava due brani quasi provocatori per l'epoca, Tre passi avanti e qualche accenno de La coppia più bella del mondo. Dai filmati sembra proprio che una buona fetta del pubblico non gradisse molto questo set così dichiaratamente "fuori moda". E' andata proprio così?? |
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Assolutamente no!!!! in quel Cantagiro gli unici fuori gara e ospiti eravamo Adriano e noi e ti posso assicurare che quando uscivamo prima noi soli e poi con Adriano scoppiava il finimondo!!!!!!!!! |
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Qualche altro ricordo di Celentano "fuori onda"? |
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C'è da farci un libro !!!! |
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Tornando al gruppo mi confermi che la formazione definitiva, oltre a a te alla voce e chitarra, comprendeva Giorgio Manzoli (fiati), Augusto Lo Basso (fiati), Donato ‘Billy’ Dardes (chitarra), Uccio Armana (tastiere), Sauro Profeti (basso e voce) e alla batteria Gianfranco Longo?? |
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Questa e' la seconda formazione del gruppo; sia la prima che l'ultima mi vedevano sempre presente come cantante, bassista e leader. |
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Ti faccio una domanda specifica sui fiati, l'elemento più caratterizzante del vostro gruppo. Manzoli e Lo Basso cosa suonavano di preciso? E poi, la sezione suona piuttosto potente per due soli strumenti. Si aggiungeva qualche turnista?. |
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Facevamo delle sovra incisioni ma erano sempre Giorgio e Augusto a suonare. |
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Riguardo a Longo. E' un personaggio controverso. Mi riferisco alla storia dei New Dada e ai contrasti tra lui e il resto del gruppo. Tu ne sapevi qualcosa, hai ricordi o elementi per inquadrare il personaggio? |
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Non era il Longo dei New Dada ma erano omonimi. |
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Ah, questa è una notizia. In molte monografie
per errore sembra essere la stessa persona. |
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Ok. |
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Ci sono stati altri dischi e altri progetti? Magari un 33 giri?? |
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Sì, c'e stato un LP dal titolo Gluck Trak, ma non con il Clan. |
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Avete avuto diversi passaggi televisivi, sia con Celentano sia da soli. Come era lavorare in televisione, quindi in Rai, al tempo? Altri mi parlano di un ambiente che aveva una considerazione veramente bassa dei complessi e del beat in genere.. |
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Non posso dire questo. Quando avevi il successo la considerazione era molto buona, ma poi con alle spalle il Clan e Celentano era tutto più facile. |
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Come è finita la storia dei Rdvg? Cosa vi ha portato ad abbandonare?? |
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Ci sono stati anni sopratutto gli 80 che i direttori artistici delle case discografiche ragionavano in un modo a noi poco confacente e allora abbiamo continuato a fare serate e concerti sino a prendere strade diverse, anche perché il Clan aveva perso, per varie scelte, la grossa identità degli anni precedenti. |
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Faccio sempre qualche domanda sui gusti e le conoscenze musicali di chi era nel mondo della musica in quegli anni. In fondo nel '67 c'erano già tutti, dai Beatles ai Pink Floyd, dai Rolling Stones ai Jefferson Airplane, da Bob Dylan a Jimi Hendrix, da James Brown ad Aretha Franklin. Tu cosa ascoltavi a parte le scelte più o meno imposte dalle case discografiche? Quali brani o stili avresti adottato o proposto al gruppo?? |
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Io sono sempre
stato nero e morirò nero, pertanto soul/funky/r&b/gospel ecc. sono il mio
mondo e quando, all'epoca ancora poco conosciuto, l'ho proposto ci ha
regalato il successo. |
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Infine, dicci qualcosa su Mimmo Seccia dopo i Rdvg. I tuoi rapporti con il mondo della musica negli anni successivi. Le cose che hai fatto, qualsiasi cosa che possa rispondere alle curiosità dei visitatori.? |
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Io ho
continuato sempre a fare musica, ma nel 1986 ho aperto il mio primo locale a
Milano. Si chiamava Miro' in Brera. Non so se lo hai conosciuto ma a Milano
per cinque anni e' stato il finimondo della Live Music, poi nel 1992 ho
aperto il Gimmi's ed anche qui lo stesso, se non di più, dato che tutti i
più grandi sono stati al Gimmi's, la storia e' lunga . |
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Allora e sempre lunga vita al blues e a tutta la musica nera! |
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Silvio Settimi (I
Jaguars) |
© Musica & Memoria Luglio 2009 / Intervista di Alberto M. Truffi / Riproduzione non consentita |
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