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Maurice Chevalier - Monografia

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Indice: Il Circo Medrano e i primi passi / Nei cabaret e nei music-hall di Parigi / Molto amato dal pubblico, e non solo / La "chiama" di Hollywood / Nubi nere sull'Europa / Il ritorno negli States e la ribalta internazionale / Gli anni '60 e gli ultimi del grande uomo di spettacolo / Note sulle immagini

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Il Circo Medrano e i primi passi nel mondo dello spettacolo di Maurice adolescente

Il Maurice Chevalier uomo di spettacolo (in erba) a tutto campo nasce, grosso modo, nel 1898. All'epoca ha dieci anni, essendo nato, a Parigi, il 12 settembre del 1888. A “tutto campo”, perché i primi passi nello spettacolo li compie nel Circo Medrano (insieme al fratello Paolo, orfani di padre, ma non perché morto, bensì perché qualche anno prima aveva abbandonato la famiglia).

E' qui, accanto ai clown, agli acrobati, ai domatori che Maurice impara, non certo l'“arte”, ma qualcosa di più importante: capire i gusti del pubblico e di come soddisfarlo; e non di una sola fascia di pubblico, ma tutte – per classe, censo, appetiti sociali e culturali.

Tant'é che nessuno, dicasi nessun attore francese entrerà nel cuore dei transalpini come e quanto lui. Sarà amato anche da quella ampia fauna umana costituita da snob, parvenu e vera nobiltà che con tanta ironia e nonchalance prenderà per i fondelli – ma sempre con garbo e un sorriso che più accattivante non si può - di film in film, di canzone in canzone.

Nei cabaret e nei music-hall di Parigi, agli inizi del 900

Gli basta poco per mettersi in evidenza. Già dopo un paio di anni – dopo il circo, Maurice fa il giro dei caffé-cabaret periferici di Parigi: l'esperienza durerà quattro anni, dai suoi dodici ai suoi sedici, in cui canterà, ballerà e imiterà il cantante più noto del momento, Dranem – viene notato dagli impresari del Music Hall Parisiane. Frattanto, Maurice ha cominciato a lavorare anche nel cinema, con Max Linder, un attore e regista di cui Charlie Chaplin ha sempre parlato bene. Nulla di tale, le sue apparizioni nella neonata settima arte, ma quanto basta per far conoscere in lungo e in largo il personaggio: bel figurino, portamento elegante, sguardo simpaticamente canagliesco, ma rassicurante; naturalmente, la bella voce calda e la maniera accattivante di cantare non emerge, essendo all'epoca il cinema ancora muto. Ma di questo, gli organizzatori del Parisiane se ne sono sincerati nei cabaret nei quali lo hanno seguito.

Ma il music hall parigino non é un punto di arrivo; tutt'altro. Infatti, dopo un po' lascia Parigi per Marsiglia, va all'Alcatraz, per irrobustire il mestiere, che nel frattempo affina, prendendo lezioni di canto, musica, danza; tira anche di boxe. E i risultati si vedono. La sera, mentre si esibisce nei locali, fuori c'e' la gente che chiede “un biglietto in più”. Dopo un paio di anni, torna a Parigi e a furor di popolo lo prendono alle Folies Bergères, uno dei templi della rivista musicale. E diventa uno degli artisti più amati della capitale.

 

Un'artista molto amato dal pubblico, e non solo

Amato dal pubblico, ma anche delle colleghe: dapprima ci perde la testa una delle chantouse più corteggiate di Francia, Marguerite Boulc'h, in arte Fréhel; quindi, la grande Mistinguett, al secolo Jeanne Bourgeois, che vanta già una strepitosa carriera: debutto al Casino de Paris nel 1895, quindi Folies Bergère, Moulin Rouge, Eldorado. Nel 1916, Mistinguett incide Mon Homme, ottenendo un grande successo. La canzone piace talmente alla principale attrazione delle Ziegfeld Follies di Broadway, Fanny Brice, che la fa tradurre e la fa sua col titolo di My Man, che a sua volta diverrà uno dei cavalli di battaglia di Billie Holiday.
Tornando a Mistinguett, per dire della sua popolarità, nel 1919 assicurerà le proprie gambe per qualcosa come cinquecentomila franchi!?
Per alcuni anni i due faranno coppia fissa – artistica e umana – benché lei abbia sedici anni più di lui... Tra l'altro, si deve a lei se Maurice... porterà la testa a casa dalla prigionia in Germania. Mi spiego. Durante la Prima guerra mondiale quando Chevalier, spedito al fronte, viene ferito, catturato dai tedeschi e rinchiuso in un campo, è Mistinguett che mobilita mezza nobiltà europea per farlo liberare.

Nel 1928 arriva la “chiama” da Hollywood

Negli anni Venti, Chevalier “perfeziona” il proprio personaggio sia sullo schermo che nei palcoscenici; impara alla perfezione l'inglese (quanto può perfezionarlo un francese...) e resta in attesa che il neonato “sistema Hollywood” lo chiami. Un'attesa fatta di film guardatissimi, riviste seguitissime e dischi compratissimi... Tra le sue canzoni ce n'é due che tutto il Paese canta: Valentine e Dans la vie faut pas s’en faire. Piace immensamente il suo recitar cantando – o cantar recitando – che nessuno ancora, per lo meno in Europa, ha sperimentato, anzi, a portare alla perfezione. D'altronde, talenti come lui, in giro non ce ne sono.

Vi gira pellicole su pellicole; tra le prime, The Love Parade, gli fa ottenere la nomination all'Oscar. Per carità, non ci sono film da antologia, ma il pubblico si diverte e la Metro Goldwin Mayer che e' la Major con cui é sotto contratto, porta a casa pacchi di soldi. Il grande successo dell'epoca e' La vedova allegra. Ma i film sono prodotti e diretti da Ernst Lubisch e George Cukor ... Va da sé, sono pellicole in cui Chevalier recita e canta.

Ma i ritmi di lavoro americani non fanno per lui, sicché nel 1935 prende la via di casa. A Parigi, gli torna il gusto di comporre – una pratica che aveva imparato quando divertiva marsigliesi e parigini con i musical. Scrive canzoni che immediatamente entrano nella storia della chanson: Prosper, Ma pomme, Marche de Ménilmontant, mentre la bellissima Y a d’la joie letteralmente regala a un giovane interprete che, secondo lui, ha un grande futuro, se supportato con intelligenza: Charles Trenet... E, sul versante cinematografico, si mette nelle mani del mago René Clair (Vogliamo la celebrità, in originale Break The News, del 1938, era girato in lingua inglese, era prodotto dalla General Film Distributors o GFD, una casa di distribuzione cinematografica inglese ).
Girerà comunque come protagonista o co-protagonista un gran numero di film di produzione USA, dal 1929 al 1962, con alcuni tra i principali registi (oltre a Lubitsch, Vincente Minnelli, Billy Wilder, Jean Negulesco, Rouben Mamoulian, Joshua Logan) e avendo come partner attrici molto celebri, come Jeannette MacDonals, partner preferita nei primi film d'amore degli anni '30, Deborah Kerr, Angie Dickinson, Audrey Hepburn, Leslie Caron e anche Sofia Loren nel suo periodo USA. In appendice un elenco dei film principali.

Nubi nere si addensano sull'Europa

E siamo a metà dei Trenta, quando l'aria in Europa si sta facendo pesante: Hitler mostra i muscoli, Mussolini pure (sebbene faccia ridere), Franco cancella il voto popolare spagnolo, l'Europa Centrale é in mano a regimi fascistizzanti, in URSS Stalin sta alacremente lavorando alla totale distruzione del sogno rivoluzionario... Di là a poco inizia la seconda mattanza mondiale.

Lo scrittore e blogger Gianni Lucini, buon conoscitore della materia, dice: “Dal punto di vista artistico sono forse i migliori anni della sua lunghissima carriera, ma dal punto di vista umano sono anche quelli maggiormente ricchi di problemi. Essere un cantante che dispensa ottimismo, gioia di vivere e speranza nel futuro può diventare un problema quando il Paese in cui si vive è occupato dai nazisti. Maurice Chevalier si ritrova così nel 1942 a essere inserito da Radio Londra nell’elenco dei francesi accusati di collaborazionismo con l’occupante. Tutto nasce dal fatto che il cantante, pur rifiutandosi di cantare a Berlino e di animare una trasmissione della collaborazionista Radio-Paris ha accettato di esibirsi per i prigionieri del campo di Alten Grabow, dove lui stesso era stato rinchiuso nella guerra 1914-18. In cambio non chiede denaro ma la liberazione di dieci prigionieri provenienti dalla sua Ménilmontant. L’accusa infamante di “collaborazionista” significa la condanna a morte dopo la Liberazione.

Difatti, nel 1944 viene ficcato nella “lista nera”. Per fortuna, c'é chi pensa anche con la testa e il poeta Louis Aragon, uomo di cultura di punta dei comunisti francesi, chiede la cancellazione dell’accusa perché infondata. Detto, fatto.

Chevalier può riprendere a lavorare in serenità. Il primo film, tra una rivista e l'altra, é ancora con Renè Clair: Il silenzio é d'oro (1946) dove già interpreta un maturo seduttore.

Il ritorno negli States e la ribalta internazionale

A questo punto, però, sono gli Stati Uniti che non lo vogliono: Chevalier firma una petizione dell'intellettualità di sinistra contro gli armamenti nucleari, diretta principalmente contro Washington, e prende parte a un concerto di beneficienza per l'identica causa a Stoccolma, sicché nel 1951 l'America gli nega il visto e lo dichiara “persona non grata”. Dopo quattro anni il veto cade, per la gioia di Hollywood, che immediatamente gli cuce addosso due film: Arianna, di Billy Wilder, nel 1956 e uno dei capolavori di Vincente Minnelli, l'anno appresso: Gigi; mentre nel 1955, quando rimette piede negli States gli organizzano una serata al Milton's Studio di New York, in cui duetterà col nuovo astro del cinema americano, Marylin Monroe.

A proposito del film di Minnelli, esso si aggiudica ben nove Oscar e tre Golden Globe. La critica é unanime nel considerare Chevalier il punto forte dell'opera, ciononostante, a lui andrà solo una candidatura.

Nel 1961, gira nella città in cui aveva fatto i primi passi artistici più “consistenti” - Marsiglia – una chicca che lo fa ulteriormente amare dalle platee di tutto il mondo: Fanny (regia di Joshua Logan), con il quasi coetaneo e, come lui, Oscar alla Carriera (assegnato nel 1959 a Chevalier), Charles Boyer e una sempre bella Leslie Caron, con cui aveva fatto il fortunatissimo Gigi. Si tenga presente che Maurice e Charles furono per anni gli unici divi francesi di Hollywood, prima dell'avvento di Jean Gabin.

Nello stesso anno, prende parte ad un seguito show televisivo americano, ospite di Bing Crosby, che decine di milioni di americani guarderanno.

Gli anni sessanta e gli ultimi impegni del grande uomo di spettacolo

Seguono altri film, qualche spettacolo teatrale, pochi dischi nonché, dopo oltre mezzo secolo, un duetto con una cantante all'Olympia, ospite di Gigliola Cinquetti. E' il 1964, la veronese ha da poco vinto Sanremo e l'Eurosong.

Settantenne, nel 1967 prima di accomiatarsi dalla vastissima platea che lo ha seguito e amato per mezzo secolo, compie una mega-tourneé mondiale, quindi il primo di ottobre del 1968 dal palcoscenico del Teatro degli Champs-Elysées, da' l'addio ufficiale, salvo prestare la voce, due anni dopo, alla versione francese del tema del film Gli Aristogatti della Walt Disney.

Per l'ottantatreesimo compleanno, si reca negli Stati Uniti, per festeggiarlo con gli amici americani. Al ritorno a Parigi si sente male, ricoverato in ospedale, farà in tempo a vedere l'alba del 1972: l'uomo di spettacolo più amato di Francia muore il primo gennaio.

Note sulle immagini

Dall'alto:

  • Prima sequenza: Chevalier adolescente nei panni di Dranem, l'attore comico Armand Menard, e in altre foto dei primi anni di carriera, primi decenni del XX secolo

  • Seconda sequenza: le donne di Chevalier negli anni '20, la prima è Fréhel, le altre immagini sono di Mistinguett con le sue celebri gambe che, come si vede, erano così celebri soprattutto per il coraggio di mostrarle da parte della proprietaria, nella penultima l'attrice è con Chevalier, l'ultima è di qualche anno dopo

  • Terza sequenza: una selezione delle locandine dei film più celebri dell'entertainer francese per antonomasia

  • Quarta sequenza: dedicata al film Il silenzio è d'oro, con la protagonista femminile Marcelle Derrier e con il co-protagonista maschile Francois

  • Quinta sequenza: dedicata a Gigi, il film musicale con l'incantevole ballerina e attrice francese Leslie Caron, allora 26 enne

  • Ultima sequenza: con Lucille Ball e Desi Arnez che lo omaggiano con il suo "marchio di fabbrica", il cappello di paglia, poi con Edward G. Robinson e Susan Kohner al Classic Golden Globe Moment del 1959 nel quale viene premiato con il trofeo C. De Mille per la sua carriera in USA, l'attrice era invece premiata come più promettente esordiente, e poi lui negli anni '60.

Piccola rassegna di poster cinematografici e teatrali

 
   
 

I film di Maurice Chevalier

 

L'elenco dei film di Chevalier distribuiti anche in Italia, con il regista e la partner dello chansonnier e attore francese.

 
Anno Titolo Titolo originale Regista  Partner
1929 Il principe consorte The Love Parade Ernst Lubitsch Jeannette MacDonald
1931 L'allegro tenente The Smiling Lieutenant Ernst Lubitsch Claudette Colbert
1932 Un'ora d'amore One Hour With You Ernst Lubitsch Jeannette MacDonald
1932 Amami stanotte Love Me Tonight Rouben Mamoulian Jeannette MacDonald
1933 Papà cerca moglie A Bedtime Story Norman Taurog Helen Twelvetrees
1934 La vedova allegra The Merry Widow Ernst Lubitsch Jeannette MacDonald
1937 Vogliamo la celebrità Break The News (UK) Renè Clair June Knight
1939 L'imboscata Pieges (Fr) Robert Siodmak Marie Dèa
1947 Il silenzio è d'oro Le silence est d'or (Fr) Renè Clair Marcelle Derrien
1954 Cento anni d'amore Cento anni d'amore (It) Lionello De Felice Alba Arnova
1957 Arianna Love in the Afternoon Billy Wilder Audrey Hepburn
1958 Gigi Gigi Vincente Minnelli Leslie Caron
1959 Il marito latino Count Your Blessing Jean Negulesco Deborah Kerr
1960 Olympia A Breath of Scandal Michael Curtiz Sofia Loren
1960 Can-Can Can-Can Walter Lang Shirley MacLaine
1961 Fanny Fanny Joshua Logan Leslie Caron
1962 I figli del capitano Grant In Search Of The Castaways Robert Stevenson  
1962 Jessica Jessica Jean Negulesco Angie Dickinson
 

© Sandro Damiani per Musica & Memoria - Aprile 2019 / Riproduzione anche parziale della monografia non consentita

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