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Johnny Hartman - Monografia |
"E' il cantante che con più eleganza e naturalezza sa conciliare una profonda affinità per la poetica del jazzman con le esigenze di lettura ed il rispetto per la canzone". (Luciano Federighi) |
Dopo Billy Eckstine, del quale la critica jazzistica americana ha sempre ritenuto il vero erede, il chicagoano Johnny Hartman e' indubbiamente la piu' bella voce che si sia mai sentita tra le numerose voci – tutte baritonali - di grande fascino che hanno contrassegnato e contrassegnano tutt'oggi, si pensi solo a Kevin Mahogany, il canto jazz e l'interpretazione delle ballad. A differenza, però, del maestro (lo riteneva tale), Johnny non ha avuto neanche in minima parte la fortuna che avrebbe meritato. Anzi, dopo la sua morte, peraltro avvenuta nel 1983, a sessant'anni, due anni dopo l'unica nomination ai Grammy, il suo nome e' quasi totalmente scomparso. |
Appena
dalla metà dei Novanta e' stato riscoperto, grazie a due eventi: la
riedizione di un magnifico album che incise nel 1963, per la Impulse,
col Quartetto di John Coltrane (Mc Coy Tyner al piano), per il quale e'
stata l'unica esperienza di suonare insieme e per un cantante; e il
ripescaggio effettuato da Clint Eastwood per il film The Bridges of
Madison County, con lo stesso Eastwood e Merryl Streep. |
Nel
corso della II Guerra Mondiale, canta per l'esercito in Europa e nel
1946, quando ha finalmente le idee chiare, entra in arte (come si diceva
una volta) e lo fa con quell'immenso scopritore di talenti che fu Earl
Fatha Hines, il pianista e band leader che lancio' Herb Jeffreis,
Eckstine e, nella prima meta' dei Cinquanta, Helen Merrill. Dall'anno
successivo, per tre stagioni, lo troviamo con la band di Dizzy Gillespie.
Non si capacita al meglio con il be-bop, un campo peraltro molto arduo
per i cantanti – non so perche', ma il sound vocale femminile vi si
addice di gran lunga meglio: vedi Sarah Vaughan su tutte, alle prese col
bop. |
Sono
anni in cui Hartman sembra non scegliere con chi cantera'. Lo fa con
numerose orchestre (non sempre all'altezza), tra cui addirittura quella
di Perez Prado e la big band di Jimmy Carrols che annovera il principe
dei pianisti accompagnatori: Bibby Tucker, all'epoca spesso in studio e
nei club con Billie Holiday e poi, per quarant'anni con Eckstine. |
Ma e' dura anche all'interno del mondo afroamericano. Oltre al R&R si sta facendo strada il soul e il R & B, per non dire che il jazz cantato e' molto piu' ascoltato seguito e amato quando a interpretarlo sono le voci femminili: le menzionate Ella e Sarah, la Mc Crea, Dinah Washington, la new entry Betty Carter, per non dire di Billie Holiday e, ma siamo in un altro terreno, Mahalia Jackson. |
E'
coll'anzi ricordato album inciso con Coltrane che Hartman si affaccia
prepotentemente alla ribalta. L'accoppiata ha un padrino: Billy Eckstine,
raro esempio di artista che si e' sempre speso in favore di chi
reputasse meritorio del suo aiuto. Il tenor e soprano sassofonista della
North Carolina e' il nuovo vate (insieme a Miles Davis): qualunque cosa
tocchi, poi, se ha di che splendere, splende. Cio' vale anche per Mr.B,
di cui Coltrane ha in repertorio I Want talk about you, sin dal 1958. |
I livelli
delle sue interpretazioni sono sempre medio-alti e su singole ballad –
altissimi. Ma, ripeto, il rapporto tra il suo valore e la resa a livello
di ascolto e di vendite e' sconfortante. E se tentassimo di contribuire
al ristabilimento di un equilibrio? |
Selezione
discografica: |
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Brani consigliati. Da ricercare in YouTube. |
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Autumn Serenade (con Coltrane) |
You Are Too Beautiful (con Coltrane) |
I See Your Face Before Me |
It Never Entered My Mind |
Lush Life (1983) |
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Altre interpretazioni: |
In The Wee Small Hours Of The Morning |
Note |
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