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Il canto jazz nell'era del
be-bop |
Earl Coleman (U.S.A. 12 Agosto 1925 – 12
Luglio 1995) e' uno dei non pochi grandi cantanti afroamericani che il mondo
discografico statunitense non ha saputo o voluto valorizzare a pieno, al pari di
un Prysock, di un Al Hibbler, di un
Hartman.
Per non dire del loro “maestro”, Billy Eckstine,
la cui grandezza tuttavia giorno dopo giorno viene riscoperta, anche se spesso
per via indiretta, cioe' attraverso la sua ultra meritevole opera di bandleader,
fondatore e direttore della prima orchestra Be-bop.
C'e'
da dire che il silenzio su di sé, Coleman se l'e' andato un pochino a cercare:
sempre lontano dal meanstrem (leggi, tendenze) e dal pop, come pure da incontri
e registrazioni con grandi orchestre popolari, questo splendido baritono, a
parte un inizio folgorante con le band di Jay Mc Shann e Earl Hines (quale
sostituto di Eckstine), nella prima metà dei Quaranta, e qualche apparizione,
nel 1945/46 nell'orchestra di quest'ultimo, Coleman ha privilegiato il dialogo
musicale con complessi jazz di quattro, cinque massimo sette elementi.
Nell'ottobre del '46 e' con i giovani Miles Davis e Gene Ammons, da poco usciti
dalla Billy Eckstine Orchestra, dove probabilmente si sono conosciuti. Nel 1947
eccolo con Charlie Parker e Fats Navarro. Quindi con il trio di Billy Taylor e
l'anno appresso con il complesso di Howard McGhee. Nel 1954 e 1955 e,' invece,
ancora con Gene Ammonds, ma al piano c'e' Cecil Payne (che dieci anni dopo sarà
tra i padri del Free).
L'anno seguente incide per la Prestige Records “Earl Coleman Return” con il
trombettista Art Farmer, il pianista Hank Jones, l'altosax Gigi Gryce, il
contrabassista Oscar Pattiford e il batterista Shadows Wilson.
Nel dicembre dello stesso anno registra il suo capolavoro: l'album
Tour the Force, con
Sonny Rollins, già in fortissima
ascesa verso l'Olimpo del jazz; al piano c'e' Kenny Drew, alla batterista Max
Roach. Earl canta solo due pezzi, le ballad “Two Differents Worlds” e “My Ideal”,
ma a detta della critica specializzata, si tratta delle migliori versioni in
assoluto di entrambi i pezzi.
Nel
1960 incide con l'organista Shirley Scott e nel 1963 con il pianista Elmo Hope,
prematuramente scomparso e di cui, quando apparve sulla scena se ne parlò come
del futuro numero uno del pianismo jazz mondiale.
Sempre nei Sessanta, per la Atlantic, registra “Love songs” (che si apre con
un'impareggiabile “People”) con il Taylor, Eddie Williams e Frank Foster.
Presenze discografiche sporadiche, come si vede, mentre tutta la sua attività
era fatta di concerti dal vivo. Altri tre dischi, comunque, escono nel nel 1979
e nel 1983 per la Stash Records, e nel 1989, ma si tratta di una sola canzone -
“This is Always” - nell'LP di Etta Jones “Sugar”, per la Muse. Naturalmente, non
mancano le ristampe.
Da segnalare infine un album a più voci, della britannica Spotline, contenente
pezzi Be-bop con titoli e interpreti quali: "I Don't Want Love" e "Gamblers
Blues" con Joe Carroll, "Bye Bye Blackbird" e "Let There Be Love" con Kenny
Hagood, "Sugar Ray" e "Cool Whalin" con Babs Gonzales, "Bless My Soul" e
"Beautiful Memories" con Eddie Jefferson, "Especially To You" e "Nobody Knows"
con Frankie Passion, e il nostro Earl Coleman alle prese con "Searching Blues" e
"Nightingale".
Coleman, scomparso nel '95 all'età' relativamente giovane di 69 anni, con ogni
probabilità se fosse rimasto in vita altri dieci anni, avrebbe goduto di quel
successo più ampio che non gli ha mai arriso, poiché per l'appunto dal 2000 in
poi il canto jazz e' rimasto orfano di tutti i maggiori suoi interpreti
(maschili e femminili), eccetto Joe Williams, morto recentemente poco più che
ottantenne. E, chissà, magari i dimenticoni della discografia jazz USA gli
avrebbero dato un meritato Premio alla Carriera.
Altre informazioni su Earl Coleman in
Jazzwax.
Per ascoltare Earl Coleman |
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Per ascoltare
classici di Earl Coleman (che peraltro risalgono in questi casi ad oltre
50 anni fa, e quindi sono liberi da diritti in molti paesi) è possibile
rivolgersi ad YouTube. Ecco i due standard inseriti nell'LP di Sonny
Rollins Tour De Force (1956). |
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Two
Different Worlds (Al Frisch, Sid Wayne) |
My Ideal (Newell Chase, Leo Robin,
Richard A. Whiting) |
Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons.
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