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Sammy Davis Jr. - Monografia |
Sammy Davis Junior (New York, 8.12.1925 – Los Angeles, 16.5.1990) è stato ballerino, cantante, vibrafonista, attore, imitatore, strumentista: di per sé vuol dire tanto e poco. Sennonché, stiamo parlando del più grande entertainer americano di tutti i tempi. Avviso ai naviganti scettici: vadano a vedere su YouTube di cosa era capace... sin dall'eta' di quattro anni! Imitazioni che ti fanno dire: “Dietro le quinte c'e' l'imitato che canta di persona” e scene di tip tap che, al ricordo di Fred Astaire e Gene Kelly... ti portano a concludere che, poveretti, sono stati proprio sfortunati a non essere mai potuti andare a lezione da Sammy Davis Junior, semplicemente perche' ai loro tempi lui era ancora un bambino ... In proposito, va immediatamente ricordato il suo penultimo film, del 1989: “Tap”, in cui all'eta' di sessantacinque anni balla ancora come un trentenne, e con una classe unica. |
Figlio d'arte (mamma e papà danzatori), fin da piccolo Sammy affronta il palcoscenico, e con suo padre e lo zio impresario forma il Will Martin Trio. Ma viene fatto passare per... nano (a tre, quattro anni lo mandano in scena col sigaro in bocca?!), onde schivare le leggi che vietavano lo sfruttamento dei minori nel mondo dello spettacolo... Fino all'eta' del servizio militare, vive con la Compagnia. Per lo piu' si esibisce nei quartieri e in quella parte di citta' vissuta dai Neri e, si legge in tutte le sue biografie, suo padre lo tiene all'oscuro di quelli che si sono i reali rapporti tra il loro mondo e quello dei Bianchi, sicche' quando ci verra' a contatto – durante il servizio militare - l'impatto sara' traumatico. Va da se' che la sua straordinaria bravura in parte lo preserva dall'odio razziale, tanto piu' che sin dall'inizio egli lavora con i migliori talenti dello showbiz. SDJ e' gia' una celebrita' quando nel 1959 entra nel clan di Frank Sinatra (The Rat Pack) in cui ci sono Dean Martin, Joey Bishop e il cognato dei Kennedy, Peter Lawford... Vale la pena ricordare che l'amicizia con Sinatra nasce gia' nel 1941 quando il Will Martin Trio ha modo di collaborare per alcune serate con l'Orchestra di Tommy Dorsey, di cui egli e' il vocalist. Sinatra lo chiamera' a lavorarci nei primi Cinquanta. E subito dopo eccolo accanto a Mickey Rooney e Bob Hope, un cantante e attore, quest'ultimo, di enorme fama, che a causa dei personaggi che interpreta spesso viene scambiato per un fessacchiotto, tipo quell' “americano medio” mediamente razzista e che invece tale non e'. Anzi. Il massiccio Bob ha un forte senso per la giustizia, tanto da avare all'attivo tremendi pestaggi, a Los Angeles, in difesa di Billie Holiday, dalle aggressioni dei razzisti del luogo durante le serate di Lady D nel club holliwoodiani! Sammy, ovviamente, una volta divenuto star di prima grandezza, lavorera' con il meglio dello showbiz: due nomi su tutti: Louis Armstrong e Bob Fosse. |
Ma torniamo agli anni della scalata. E' veramente una scalata, di quelle assai sofferte. Intanto, come gia' ricordato, in un paese che e'...quello che e' – per i Neri – e poi in presenza di una bruttissima menomazione, guadagnata in un incidente automobilistico: la perdita di un occhio. Che lo costringe a portare una benda. Se la togliera' su insistenza di Humphrey Bogart. Ma su questa disgrazia all'epoca circola una voce raccapricciante. Il tutto nasce in seguito alla sua storia segreta con una delle piu' belle attrici hollivudiane, Kim Novak: vox populi vuole che il capo della Columbia, per la quale lavora la Novak, ne e' innamorato e avrebbe ordinato a due sicari di cavargli – letteralmente! - un occhio! Affrontare la scena in queste condizioni e' doppiamente drammatico: per l'effetto, onestamente, poco piacevole che fa al pubblico, e per l'insicurezza che gli procura, essendo oltre che cantante, ballerino (in primo luogo di tip-tap) e di imitatore. Da tenere presente che durante la degenza in ospedale egli fa amicizia con un paziente ebreo e attraverso costui con la tragica storia del popolo ebraico; che immediatamente accosta a quella del suo popolo, gli afroamericani, sicche' si converte all'ebraismo. Cosa fa enorme scalpore. |
“Scalpore”, ecco un concetto che accompagnera' Sammy Davis Junior per tutta la sua vita. Infatti, non solo la sua presenza rimarra' assai sgradita a quanti amano il clan di The Voice, ma sollevera' addirittura moti di odio quando nel 1960 sposera' l'attrice svedese May Britt (da cui divorziera' dopo otto anni), seconda delle tre mogli. Infine, ma in questo caso e' uno “scalpore” di tutt'altro tenore, quando adottera' ben tre figli. Tornando al sodalizio con i Rat Pack, essi, Sinatra “portavoce”, faranno sempre muro intorno a lui, fino al punto di rifiutarsi di esibirsi nei piu' lussuosi ed esclusivi locali di Miami e Las Vegas quando – com'era prassi, se non legge, o quasi – si tentera' di vietarne la presenza in quanto Nero. Ma fa anche scandalo – lo si verra' a sapere appena con l'uscita della sua autobiografia del 1989 – la notizia che i Grandi Elettori degli Stati del Sud minacciarono il neo eletto presidente Kennedy di disertare, nel 1961, l'inaugurazione per l'avvenuta elezione, se tra gli ospiti ci sara' anche lui (che si era speso in prima persona con altri pezzi da novanta dello showbusiness afroamericano nella campagna elettorale, tra cui Billy Eckstine): minaccia che Kennedy prese talmente sul serio da pregare Frank Sinatra di “lasciare SDJ a casa”. Ovviamente, sara' lo stesso Sammy a togliere dall'imbarazzo l'amico, facendo un passo indietro e trovando una scusa plausibile per non sputtanare lo stesso Presidente. Idem dicasi, quanto a “scandalo”, ma, benche' pochino, l'America e' cambiata, quando si avvicinera' al movimento per i diritti dei Neri, guidato da Angela Davis. Ovviamente, pero', fa ben piu' grande scandalo oggi, grazie alla vasta documentazione filmata di musical, film, esibizioni varie, quando si ha modo di confrontare l'arte di Sammy Davis Junior con il resto del mondo dello spettacolo non solo americano di allora, di come tutto sommato non ha mai avuto il giusto posto nel firmamento dello spettacolo americano, per il solo fatto, appunto, di essere Nero. |
Cio' nonostante, grazie anche – va detto – al coraggio di Sinatra e del suo entourage, nonche' di alcuni grandi giornalisti e presentatori televisivi dell'epoca, SDJ di soddisfazioni sul piano personale ne ha avute parecchie. Personale e professionale: ospite di grandi talk show, quindi coprotagonista con Billy Eckstine di un tour americano ed europeo durato due anni, a meta' dei Settanta.
Duetti con
il meglio del canto bianco e nero, in teatri e televisioni; varie
apparizioni a Broadway e a Hollywood. Si pensi, per esempio, alla serata
in onore dei suoi sessant'anni, nel 1985, quando sale sul palcoscenico,
per omaggiarlo, la piu' grande star del momento: Michael Jackson,
insieme a Sinatra, Ella, Witney Houston, Clint Eastwood, Bill Cosby,
Stevie Wonder, Quincy Jones, Dean Martin, Jerry Lawis, il reverendo
Jackson, il presidente Bush, Mike Tyson e via elencando...
Cosa ne
sarebbe stato in un altro contesto? Inimmaginabile! Per chi volesse
saperne di piu', suggerisco oltre alla citata autobiografia, il libro
scritto dalla figlia Tracy, avuta dalla seconda moglie, la Britt. |
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Infine, voglio ricordare una delle sue ultime esibizioni dal vivo, nell'aprile del 1989 (nel maggio successivo morirà di cancro: sessanta sigarette al giorno hanno dato il loro contributo) al Palatrussardi di Milano, con un oramai mitico Frank Sinatra e una ancora non spenta Liza Minnelli... Ricorda Mario Luzzatto Fegiz sul Corriere della Sera del tempo: “Ma il momento più magico della serata si ebbe alla fine del recital di Sinatra quando «the Voice» chiamò in scena Liza e Sammy, dando vita a una mezz'ora a tre di alta tensione spettacolare. Condensava la filosofia dell'operazione intitolata «The Ultimate Event», una riunione di stelle legate da lunga stima reciproca, centrata più sulla teatralità dell'improvvisazione, che sul virtuosismo musicale”. |
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A cui si aggiungono i
numerosi album con The Rat Pack (Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis
Jr.).
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Bibliografia e principali riconoscimenti |
Sul versante editoriale, innumerevoli sono
ovviamente i libri di musica e showbusiness che si occupano di Sammy
Davis Junior, citiamo tra i principali: Infine i premi piu' importanti: |
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© Sandro Damiani per Musica & Memoria - Ottobre 2011 / Riproduzione anche parziale della monografia non consentita |
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