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Josephine Baker - Monografia |
Sono passati quarant'uno anni da quando ci ha lasciati, Freda Josephine McDonald Baker (St.Louis, 3 giugno 1906 – Parigi, 12 aprile 1975), eppure “è rimasta intrappolata - ricordava tempo fa Luigi Troiani su “La Voce di New York” - in un'immagine che non le rende merito”, ossia di Venere Nera tutta curve che, da indiavolata, balla dentro un gonnellino fatto di banane, mandando in bambola il pubblico non solo maschile di mezzo mondo, in particolar modo quello parigino, dove debuttò nel 1925 e vi si sarebbe stabilita, prendendovi la cittadinanza. “In bambola”, non per modo dire, se oltre un migliaio di benestanti e ricchi, tra borghesi, professionisti e aristocratici le chiesero (inutilmente) la mano e uno, ottenuto un netto rifiuto, si sparò, pare di fronte a lei. Altri si sfidarono a duello in difesa del suo onore. Altri tempi, altra tempra. O tempora o mores... |
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E non stiamo parlando di uno sperduto
paese di provincia, ma di Parigi, un mondo più che abituato alle belle
donne – si pensi alla mitica Mistinguett, che nel 1919 assicurò le
proprie splendide gambe per mezzo milione di franchi. |
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Se
n'era venuta in Europa minorenne, con la troupe della “Revue
Negre”, nella quale era entrata a far parte dopo soli due anni di
esperienza a Broadway. |
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Dalla parte della Francia e della libertà nel momento più difficile |
Allo scoppio della guerra, Josephine è cittadina francese. Si tiene lontano da Parigi, caduta in mano ai nazisti che naturalmente non ama. Ama invece la Francia (“La Francia mi ha dato il cuore, io come minimo le devo la vita”) che l'aveva accolta senza dar peso al colore della pelle, colore che al contrario tutte le volte che torna in America, amaramente deve constatare che è disprezzato né più né meno di quando da ragazzina per campare faceva la servetta in qualche agiata famiglia bianca. Si sente, dunque, in debito con la patria elettiva. Si mette al servizio della Resistence, cosicché nel corso dei continui tour di città in città, in Europa come nel Nord Africa, nascosti tra gli spartiti e i costumi di scena di Poirot e Berto, porta e trasmette messaggi in codice per gli Alleati. L'impegno sarà di tale importanza per il movimento “Libera Francia” di Charles de Gaulle, che alla fine della guerra il Generale le conferirà la Croce di Guerra, la Medaglia della Resistenza; e diverrà Cavaliere della Legione D'Onore. |
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Tornata la pace, Josephine Baker riprende la sua attività regolare. Sposa il musicista con cui lavora, Jo Bouillon, noto per avere diretto le orchestre che accompagnarono Mistinguett e Maurice Chevalier, ma a questo punto subentrano anche altri interessi, per esempio l'impegno sul fronte umanitario, quello della lotta per i diritti civili degli afroamericani, sicché in seguito diventerà amica e sostenitrice del reverendo Martin Luther King. Inoltre, forte della propria notorietà vuole mandare un robusto segnale di amore, pace e fratellanza e adotta ben dodici bambini di differenti nazionalità e “razze” e provenienti dai cinque continenti. Tutto ciò ha un costo e le casse, aiuta a destra, offri a manca, si svuotano. La Baker resta senza il becco di un quattrino. Non è più in grado di mantenere il castello acquistato in Dordogna con Jo, dal quale nella seconda metà dei Cinquanta si era separata (ma il divorzio avverrà nel 1961). Tempi duri, si prospettano. Evidentemente, però, il tanto bene fatto... da una qualche parte deve pur avere un ritorno: infatti, le viene incontro l'amica americana, ex attrice, ora Principessa Ranieri di Monaco, che le mette a disposizione una villa in Costa Azzurra. |
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Si erano conosciute in un modo molto singolare. Era il 1951, Grace Kelly non è ancora... Grace Kelly, si sta appena arrampicando nel mondo del cinema (è nel 1952 che “nasce” la diva, con “Mezzogiorno di fuoco”, accanto a Gary Cooper). In compenso, è la figlia di John Brendon Kelly Senior, incontrastato “re del pomodoro”, ultramilionario. Entrambe, vuole il caso, si trovano in uno dei locali più chic di Manhattan, lo Stork Club. Josephine, che tutti gli astanti – gente dello show-business – conoscono, dopo un'ora che aspetta di essere servita perde la pazienza e protesta: è evidente che il comportamento del personale è dovuto a razzismo, più che sopportato, propugnato dal famoso proprietario del club, Sherman Billingsley; il quale “tomo tomo, cacchio cacchio” – alla Totò – dice alla “negra” di starsene buonina ad aspettare il suo turno, quando e se arriverà. Da un tavolo vicino una bella bionda ventiduenne, che ha seguito la scena, si avventa a male parole sul cafone, prende sottobraccio Josephine, che conosce solo di fama, e se ne escono, aggiungendo che non metterà mai più piede nel locale. Nasce così un'amicizia che durerà fino alla morte della Baker. Mi corre l'obbligo di aggiungere che se è vero che Grace Kelly, una volta diventata... Grace Kelly, cioé la star Premio Oscar, non tornerà più allo Stork, è anche vero che ci andò invece come "Grace di Monaco" col marito, Principe Ranieri. Con grande scorno del Billynsgley, costretto a inchini, baciamano, sdilinquimenti... tra l'altro, all'indomani dell'incidente di quell'ottobre del 1951, per alcuni giorni davanti allo Stork si tennero manifestazioni di aderenti alle associazioni afroamericane con tanto di cartelli in cui si accusava il proprietario di essere razzista. |
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Torniamo a Josephine Baker. A proposito, il vero cognome di Freda Josephine e' McDonald: Baker e' quello del secondo marito, William Howard, con cui fu sposata dal 1921 al 1925. Il primo – al quale si era unita a 13 anni (!) divorziando l'anno dopo - si chiamava William Wells. Ne avrà un terzo, dal 1937 al 1940: Jean Lion, industriale dello zucchero, grazie a cui ottiene la cittadinanza francese. Del quarto, il Bouillon, abbiamo già detto. In tema di unioni, non va dimenticata quella, durata dieci anni, tra il 1926 e il 1936, con Giuseppe Pepito Amatino, di origine siciliana, un maneggione che però si rivelò ottimo impresario e mentore, tant'è che proprio nel decennio della loro relazione Josephine raggiunse la fama internazionale. |
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L'intervento di Grace di
Monaco. Oltre a tirare fuori dai guai finanziari l'amica, le
fa da madrina in alcuni spettacoli di beneficienza, il che
fa riaccendere i riflettori su Josephine. Non che nel
frattempo se ne sia stata con le mani in mano, ma
l'interesse era abbastanza scemato. E poi di “attrazioni”,
Parigi e il mondo sono piene ... Il funerale, con gli onori militari, si terrà a Parigi, ma riposerà al cimitero del Principato di Monaco. Dei riconoscimenti ottenuti dalla Francia per la sua attività nel corso della Seconda Guerra Mondiale, abbiamo detto. Ma ricevette innumerevoli premi anche come attivista antirazzista e, in Italia, per il suo impegno di madre e di sostenitrice della cultura a favore dell'adozione. |
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Note |
Le immagini (dall'alto): Tre immagini di Josephine Baker in abiti di scena nei primi anni in Francia / Tre immagini dello stesso periodo in abiti normali / Cinque immagini di Josephine nei suoi spettacoli degli anni '20 e '30 / Negli anni della guerra e subito dopo / Con i suoi 9 e po 12 figli in tre immagini in diversi contesti / Negli anni della rentree e per concludere una immagine in completo elegante negli anni d'oro. |
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© Sandro Damiani per Musica & Memoria - Marzo 2016 / Riproduzione anche parziale della monografia non consentita |
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