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Dalla metà degli anni '60 stava montando nei giovani in tutta Europa una voglia di radio, intesa come sorgente di intrattenimento, musica e anche informazione non controllata. Nel paese europeo leader allora nei costumi, la Gran Bretagna, questa voglia era stata soddisfatta dalle cosiddette radio pirata off-shore (Radio Caroline, Radio Veronica) e così avveniva in altri paesi del Nord Europa. In Italia una prima risposta veniva data dalla stessa emittente statale, la RAI, con trasmissioni come Bandiera Gialla, Per voi giovani, Alto gradimento, Hit-Parade, Supersonic. Come peraltro avveniva in UK da parte della BBC con le storiche trasmissioni musicali Ready Steady Go!, Saturday Club o Top Of The Pops. Una seconda opportunità per i ragazzi italiana era rappresentata da due radio
straniere che trasmettevano in lingua italiana, e che avevano iniziato una
programmazione orientata ai giovani e alla musica, con un linguaggio dinamico e
del tutto nuovo, erano Radio Montecarlo (che trasmetteva dal marzo del 1966 dal principato di
Monaco, direttore Noel Coutisson e deejay come il grande Herbert Pagani,
Robertino, Federico L'Olandese Volante, Pier
Maria Bologna, Awanagana, Luisella Berrino) e
Radio Koper
- Capodistria (dalla Yugoslavia, nella regione autonoma dell'Istria dove ancora
era presente una minoranza di lingua italiana). Radio che proponevano un nuovo
stile di conduzione, vivace, spezzato nel ritmo, che sarebbe stato poi assorbito
dalla RAI con il celebre programma
Supersonic (quello che come sigla aveva
l'assolo di basso del disco In A Gadda Da Vida degli Iron Butterfly) e da questo
programma diffuso come modello, con una interessante circolarità, alla grande
maggioranza della radio (fino ai giorni nostri: vedi Radio DeeJay, 101 e simili). Già dal 1974 l'attacco al monopolio in Italia era nell'aria e numerosi operatori si stavano preparando a sfidare la legge e ad incunearsi nelle sua contraddizioni (vedi Elenco delle radio libere: La situazione normativa). La prima in assoluto ad iniziare le trasmissioni è stata Radio Parma (fondata ufficialmente il primo gennaio 1975 da Virgilio Menozzi, direttore responsabile Carlo Drapkind, inizio delle trasmissioni 1/1/1975), seguita da Radio Milano International (marzo 1975) e Radio Roma (16 giugno 1975). Tre radio che continuano a trasmettere ancora oggi, con nome diverso (Radio Milano International è ora Radio 101 One O One) e qualche problema per Radio Roma. Da citare anche, tra i pionieri, Radio Bologna e, in ambito televisivo, Tele Biella, che effettuarono entrambe tentativi nel corso del 1974. Fino alla sentenza 202/1976 della Corte Costituzionale (28 luglio 1976) le radio trasmettevano utilizzando una interpretazione estensiva della legge allora vigente (la 103/1975) e quindi erano esposte a denunce e sequestri. Nonostante ciò molte radio trasmettevano con regolarità, e a Roma a fine 1975 erano già presenti almeno 11 radio (vedi Tabella 1). Tabella 1 - Le radio libere a Roma nel 1975
Erano queste le 11 le radio libere locali che trasmettevano nel secondo semestre del 1975, seguendo l'apripista Radio Roma. Di questo gruppo di pionieri soltanto Radio Roma è ancora attiva alla data di questa pagina, anche se con qualche problema di copertura. Nella primavera successiva l'elenco era sostanzialmente immutato, si contava solo una nuova entrata (Radio Comunità) nella lista di Suono. A marzo del 1976 le radio con studio e trasmissioni regolari erano non meno di 218 in tutta Italia (vedi l'Elenco delle radio libere nel 1976). Dalla seconda metà del 1976, dopo la ricordata sentenza della Corte Costituzionale, ed in parallelo con un momento politico, sociale e di costume assai vivace, avvenne la vera e propria esplosione, e solo a Roma si contavano a fine '76 oltre 74 radio (vedi Tabella 2) in grado di irradiare su tutto il territorio metropolitano (quindi per estrapolazione in Italia potevano essere attive oltre 1500 radio). Tabella 2 - Le radio libere a Roma alla fine del 1976
Tra gli 88 e i 108 MHz della banda FM sono teoricamente allocabili 200 frequenze (20 * 10, a passi di 0,1 MHz). Le riflessioni accidentali e le sovramodulazioni intenzionali rendono però frequente lo sconfinamento sulle frequenze adiacenti, e quindi la distanza minima in uno spazio urbano difficilmente può scendere sotto ai 0,2 MHz (o 200 KHz) per una ricezione su area ampia, questo calcolo piuttosto astratto darebbe di conseguenza un massimo teorico di 100 radio. Nella realtà la distanza tra radio può essere inferiore o addirittura nulla, ma solo perché le radio stesse si ascoltano alternativamente (o l'una o l'altra) in zone diverse della vasta area metropolitana. In sintesi il limite superiore della tecnologia FM è nell'ordine delle 80-100 emittenti, e più o meno intorno a questo numero erano nel '76 (79) e sono ora (69, Vedi Tabella 3). Negli anni tra il '77 e l''80 questo numero era ulteriormente accresciuto dal citato fenomeno della radio più che locali (come ad esempio Radio Dieci Antenna Democratica, che trasmetteva per la sola X Circoscrizione) e il totale a Roma superava le 100 emittenti, con numerose sovrapposizioni sulla stessa frequenza. Nella tabella sono anche indicate le radio che trasmettevano in FM stereo (da notare che la RAI ancora trasmetteva in monofonia), che erano, come si vede, 13 su un totale di 73 (circa il 18%). Le radio del '75 erano quasi tutte ancora attive (9 su 11). Trent'anni dopo solo 4 delle radio esistenti nell'anno della "esplosione" sono ancora attive: Teleradio Stereo, Radio Città Futura, Radio Radicale e Radio Roma (con un punto interrogativo per quest'ultima). Trent'anni dopo il mondo dei media è grandemente mutato. Si pensi al panorama televisivo, allora ancora dominato dal monopolio pubblico, o ad Internet, allora ancora limitato ad alcune reti interne di grandi organizzazioni, come Arpanet (Ministero Difesa USA), Bitnet (IBM), Easynet (Digital), e le reti di computer erano ben lontane dall'essere soltanto immaginate come un media di intrattenimento. Il settore delle radio libere, ora semplicemente radio private (e quasi unicamente commerciali), è però rimasto molto vicino al modello che si andava affermando nel 1976, e pressoché nello stesso ordine di grandezza per numero di emittenti e ascolti. Tabella 3 - Le radio a Roma nel 2006 (verificate al 21/1/2006)
A trent'anni dalla liberalizzazione circa 69 radio diverse sono ascoltabili nella zona di metropolitana (il test è stato effettuato da Roma centro e può variare in altre zone). Un numero quindi sostanzialmente simile a quello del 1976, anche un poco inferiore. La maggior parte delle radio sono commerciali, e utilizzano sostanzialmente la stessa formula: programmi d'intrattenimento basati sulla musica, caratterizzati dalla personalità del conduttore e periodici inserti d'informazione affidati a radio giornali molto sintetici, provenienti in genere da agenzie giornalistiche esterne alla radio (la più potente e diffusa è Area). La pubblicità è ovviamente molto presente e frequente e la musica rispetta per le novità quasi sempre la heavy rotation (o "playlist", come altri la chiamano) composta dai successi e dai brani spinti dalle case discografiche. Alcune radio sono a tema (musica sudamericana per Radio Mambo, musica dance e house per M2O, musica italiana anche non recente per Radio Italia), pur se sempre di genere commerciale. Stesso modello di radio e stessa musica rendono il panorama radiofonico piuttosto uniforme e assai arduo a volte riconoscere le singole radio. Due canali trasmettono musica classica (RAI Auditorium e Radio Classica), oltre a Radio 3 RAI. I canali che trasmettono musica non commerciale sono limitati a 3-4 (Radio Rock, Radio Rock Italia, Lifegate Radio e, in alcune fasce orarie Radio Spazio Aperto). Non esistono canali jazz e questo genere è ascoltabile solo occasionalmente su Radio Città Futura, Radio 3 RAI e Radio Rock. Le radio politiche nate negli anni '70 sono quasi tutte ancora in vita, anche se a volte con radicali trasformazioni. Stabile anche il panorama delle 3-4 radio religiose. Il panorama dell'informazione è presidiato dalla RAI con l'unico nuovo ingresso, alcuni anni fa, dell'editrice Il Sole 24 Ore con Radio 24 e, in parte, dal gruppo Repubblica - L'Espresso con Radio Capital (che ha anche una programmazione musicale e d'intrattenimento). Peculiare la presenza di alcune radio sportive molto parlate e molto interattive, uniche eredi, o quasi, delle radio partecipate, a microfono aperto, degli anni '70, il cui mitico esempio e portabandiera era Radio Chat Noir. Radio Roma / Radio Antenna Musica / Radio Elle / Radio Luna / Radio Città Futura / Radio Parma Radio Roma è stata a
prima radio libera della capitale, ha iniziato le trasmissioni il 16 giugno del
1975, lo stesso giorno delle storiche elezioni regionali che avrebbero dato il
via, a seguito della affermazione della sinistra, alla stagione del
"compromesso storico". Non era però una radio politica, ma una
iniziativa commerciale ideata da Virgilio Menozzi (un imprenditore) e
Rosario
Pacini (un giornalista Rai), che si inseriva nel filone già iniziato da Radio
Parma e, con maggior peso, da Radio Milano International, favorito dal nuovo
clima politico di rimescolamento dei poteri. Menozzi era stato peraltro già
impegnato nella iniziativa Radio Parma. Pionieristici i mezzi utilizzati, un
trasmettitore da soli 22 watt (probabilmente dello stesso tipo già utilizzato a
Radio Parma) posizionato sui Castelli, l'assenza di un ponte
radio con gli studi, sostituito nei primi tempi dal sistema già in uso in
alcune radio off-shore della
trasmissione registrata, spedita alla trasmittente (con un motociclista) e ritrasmessa. Il primo
direttore artistico dell'emittente e' stato Alessandro Malatesta ed all'inizio il
palinsesto era orientato più all'informazione e all'approfondimento che alla
musica, per poi virare verso la programmazione musicale, come la maggioranza
delle radio commerciali. La seconda radio libera
di Roma iniziava le trasmissioni a luglio del '75. Era anche questa una
iniziativa commerciale di quattro giovani amici (Emilio
Levi, Marco Faragiana e
altri) e pare che i mezzi iniziali fossero ridotti veramente al minimo
indispensabile, e che ad essi sopperisse un grande entusiasmo. La musica era
ovviamente l'elemento predominante della programmazione, ma Antenna Musica fu
pioniera anche nello sport, con i primi collegamenti non Rai dai campi di
calcio, e un buon spazio era riservato a quiz e giochini. Altra radio del '75 destinata a futuri successi è stata Radio Elle, diretta da Pier Maria Bologna (che era già un giornalista professionista, e proveniva da una significativa esperienza a Radio Montecarlo, nella nuova radio sarebbe stato direttore responsabile, direttore artistico e responsabile dello staff) e Giovanni Leuti, un imprenditore, e che avrebbe visto tra i conduttori Franco Califano e il celebre DJ Foxy John (vero nome Giovanni Villa, il conduttore a lungo attivo in USA, il cui tipico stile da DJ americano, tutto di gola, avrebbe avuto tanti imitatori; a lui nel '79 la RAI affiderà la seconda serie della fortunata trasmissione Hit parade). Il taglio internazionale della radio era ulteriormente rafforzato da Robert Nunninger (alias Bobby Boy), che proveniva dal Lussemburgo ed animava i programmi anche in francese ed in tedesco. Altra nota voce della radio era Clelia Bendandi, anche lei in seguito per lunghi anni conduttrice alla radio RAI. Radio
Elle fu probabilmente la prima emittente a tentare il decollo verso la dimensione
nazionale, acquistando o associandosi con altre stazioni nel centro Italia, e
mettendo in comune i contenuti, i programmi. Esempio massimo, assieme a Radio Popolare di Milano, di radio politica, Radio Città Futura (o RCF) è stata fondata nel 1976 da Renzo Rossellini, figlio del grande regista italiano. La prima sede era in un appartamento di via Buonarroti, vicino a Piazza Vittorio, e dal tetto dello stesso stabile avvenivano le trasmissioni, eliminando così ogni problema di ponte radio, con un impianto all'inizio molto artigianale. Già interessato al mondo dei media (sarà poi il responsabile italiano per la Gaumont) ma anche impegnato politicamente con una formazione della sinistra extra-parlamentare (Avanguardia Operaia) l'interesse per una radio libera e aperta agli ascoltatori era nell'ordine delle cose per Rossellini. A supporto della fase organizzativa intervenne anche l'editore Giulio Savelli, titolare della omonima casa editrice, allora punto di riferimento per la stessa area politica. Ispirata nel nome alla rivista per i giovani pubblicata da Antonio Gramsci nel 1917, la storica radio romana ha vissuto tre fasi. Nella prima è stata la radio del movimento, aperta ai contributi in diretta (o addirittura in radio) delle varie formazioni e gruppi di estrema sinistra che lottavano negli anni '70 sia contro i poteri tradizionali sia contro l'allora governo del "compromesso storico", al quale partecipava il partito della sinistra istituzionale, il PCI. Una fase particolarmente intensa dal 1977 in poi, in corrispondenza al movimento di forte contestazione, con tratti di palese illegalità, che vedeva nelle scuole e nelle università il maggiore seguito, e nella quale RCF ha subito addirittura un attentato (irruzione armata, sequestro e alcune conduttrici ferite con colpi di arma da fuoco) ad opera del gruppo eversivo di destra dei NAR, guidati dal noto Giusva Fioravanti. Dopo il cosiddetto
"riflusso" seguito all'uscita del PCI dall'area di governo nel 1979 e
il ritorno in Italia ad un governo di centro (il cosiddetto
"pentapartito") Radio Città Futura si è progressivamente trasformata
in una radio di informazione e intrattenimento, riferita ad un'area politica di
sinistra ma maggiormente ampia, e collegata per i notiziari con il circuito
Popolare Network, nel frattempo avviato dalla omonima e storica emittente di
Milano. Alla fine degli anni '90 una terza fase con la uscita del circuito di
Popolare Network, una scissione tra i soci, e un posizionamento più vicino alla
sinistra istituzionale al governo a Roma e nel Lazio, anche se la radio
adotta sempre la formula "infotainment". Radio Parma è stata la prima radio libera ad iniziare trasmissioni regolari in Italia, il 1 gennaio del 1975. Protagonisti della storica iniziativa sono stati Virgilio Menozzi, l'imprenditore che finanziò l'avventura (poi protagonista anche della nascita di Radio Roma), il giornalista Carlo Drapkind che ne era il direttore responsabile e l'esperto radioamatore di Parma Marco Toni che curò e realizzò la parte tecnica, mettendo in funzione un trasmettitore di potenza relativamente limitata (22W) ma sufficiente per coprire la maggior parte della città emiliana. Il palinsesto, come per tutte le radio dei primi tempi, era assai completo e debitore del modello RAI, con programmi di informazione, approfondimenti e cronache locali. Dai microfoni di Radio Parma sono usciti alcuni operatori che hanno poi fatto carriera in altre radio o altri settori, come Gabriele Majo o Mauro Coruzzi, diventato poi celebre, non solo nel mondo della radio, con lo pseudonimo e il travestimento di Platinette. Trent'anni dopo Radio Parma trasmette ancora, anche se con proprietà, sede e palinsesto completamente diversi dalle origini.
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