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Alto gradimento |
Un programma "cult" |
Forse fu l'eccesso di impegno e di propositi seri e ponderati che caratterizzavano i primi anni '70 a spingere Renzo Arbore e Gianni Boncompagni nella direzione opposta: un programma dichiaratamente poco serio, dedicato al puro divertimento senza (quasi) limiti e vincoli, goliardico e solo a tratti satirico. Si può dire che dello spirito del '68 hanno utilizzato solo la parte della libertà dei costumi, arrivata (anche se di molto attenuata) anche nella RAI monopolista dello storico presidente democristiano Ettore Bernabei. Sicuramente la proposta è stata accolta con entusiasmo da quegli stessi giovani che stavano vivendo da protagonisti la stagione dell'impegno degli anni '70, e anche da quelli che ne erano del tutto estranei, consapevolmente o meno, diventando un programma di culto e una fonte inesauribile di modi di dire e battute. |
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Per gli appassionati di musica (e di registrazione) il programma è ricordato anche per aver introdotto gli annunci e il parlato sulla musica. Fino ad allora le canzoni in radio erano diligentemente annunciate in anticipo ed erano trasmesse per intero, consentendo agli ormai numerosissimi possessori di registratori a musicassette Philips di realizzare le proprie compilation per mezzo di un semplice microfono davanti all'altoparlante della radio o, i più raffinati, collegandosi all'uscita pre dell'apparecchio (magari aggiunta a posteriori artigianalmente). (Vedi anche la Piccola storia della duplicazione). |
Le case discografiche non conoscevano allora la parola crisi ma erano egualmente attente ad ogni possibile forma di evasione dei diritti di copia, e quindi chiedevano di applicare anche in Italia il sistema già in uso in America: le interruzioni sulle canzoni che "sporcavano" irrimediabilmente la registrazione. |
Alto gradimento fu proprio la trasmissione nella quale venne sperimentato ed applicato per la prima volta questo sistema, anche perché funzionale ad un programma che non voleva essere musicale. |
Nonostante ciò, le scelte musicali del programma erano ben precise, ed orientate al pop moderno internazionale ed italiano, con una particolare attenzione ai cantanti-intrattenitori come il Ray Stevens di Gitarzan e Ahab The Arab (sugli arabi si poteva ancora scherzare) e ai suggerimenti delle case discografiche. In questo modo Alto gradimento è stato il trampolino di lancio per la seconda vita dei Pooh, che proprio nel programma di Arbore & Boncompagni trovarono ampio spazio per la loro canzone della rinascita, Tanta voglia di lei, e anche per altri successi di classifica come Rumore di Raffaella Carrà, allora legata sentimentalmente a Boncompagni, che infatti, anticipatore del "conflitto d'interessi", annunciava pudicamente la canzone come "un successo da discoteca", senza precisare la cantante del brano. |
Secondo grande successo per la coppia Arbore & Boncompagni dopo l'affermazione di Bandiera gialla, la trasmissione è andata in onda sul Secondo programma della radio RAI per sei anni tra il 7 luglio 1970 e il 2 ottobre 1976. La formula, che puntava all'intrattenimento puro, vedeva alternarsi una selezione di canzoni di successo ad interventi comici e surreali, a volte dissacranti e ai confini della satira, ad opera degli stessi conduttori o di loro amici e collaboratori (Mario Marenco, i fratelli Giorgio e Franco Bracardi, Marcello Casco) che crearono nel tempo una folla di personaggi, che sistematicamente irrompevano nella trasmissione (che simulava di essere una banale trasmissione musicale) chiamando a sproposito al telefono o bussando alla porta dello studio. Dal punto di vista radiofonico, oltre alla già citata innovazione della interruzione sulla musica, il programma introduceva altre innovazioni, a partire dal ritmo molto più accelerato del normale, già sperimentato in parte con Bandiera gialla (anche se in una situazione uni-dimensionale), per continuare con l'assenza di annunci e con l'ingresso a sorpresa dei vari personaggi, le autocitazioni e la continua ripetizione degli sketch più riusciti, una tecnica di derivazione pubblicitaria, e infine con gli inserti ricavati da registrazioni di altri programmi. Alto Gradimento riprese qualche settimana dopo la sospensione nel 1976 con il nome di "Radiotrionfo" e in seguito di "No, non è la BBC", prima di tornare ad essere "Alto Gradimento" fino alla sua definitiva conclusione nell'autunno 1980. |
Ma perché il programma si chiamava "Alto gradimento"? Si tratta di un gioco di parole poco comprensibile oggi, derivato dalla consuetudine RAI di associare ai programmi, per valutarne l'efficacia, un cosiddetto indice di gradimento. In epoca di monopolio, con un massimo di 2 programmi TV e 3 programmi radio l'indice di ascolto (quello utilizzato ora dall'Auditel) non aveva senso, e quindi la RAI aveva un suo settore che rilevava il gradimento dei programmi tra il pubblico per mezzo di interviste telefoniche immediatamente dopo i programmi. Non è noto quanto fosse ampio il campione (personalmente non ho mai conosciuto nessuno che sia stato intervistato, anche tra amici e parenti alla lontana) ma le indagini e i risultati erano oggetto di ben poche contestazioni (a differenza di quanto avviene ora) perché le variazioni dell'indice (comunque assai limitate, è possibile che i risultati fossero abbastanza addolciti e addomesticati) non avevano effetto economico alcuno, né sulla raccolta pubblicitaria, né sui compensi dei personaggi della TV o della radio, che comunque solo in RAI potevano lavorare. Arbore e Boncompagni quindi si attribuirono ironicamente un alto indice di gradimento ancora prima di iniziare le trasmissioni. |
Alto gradimento andava in onda tutti i giorni feriali subito dopo pranzo, tra le 12:40 e le 13:30 (con una pausa alle 13:00 per il giornale radio), in un orario solitamente "morto", subito dopo le temperature minime e massime nelle principali città italiane o, per meglio dire, in quelle dotate di un aeroporto civile e militare (Catania Fontanarossa, Cagliari Elmas ...) e le quotazioni di borsa, abbastanza ridotte in numero da essere declamate per radio (nella memoria di molti sono rimaste le "Bastogi privilegiate" e le "Fiat ordinarie"), una litania scelta anche da Vittorio De Sica per accompagnare la separazione tra Sofia Loren e Marcello Mastroianni nel finale dell'episodio "Domani" del celebre film di "Ieri, oggi, domani". L'orario
consentiva però alle centinaia di migliaia di studenti medi e
liceali d'Italia di ascoltare la trasmissione, magari durante il
pranzo, e di diventare così i propalatori consapevoli di quella
galleria di tic e personaggi surreali che il programma proponeva
incessantemente. Bisognava soltanto riuscire a tornare a casa in tempo. |
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La sigla è rimasta stabile per tutta la trasmissione ed era la celebre "Rock Around The Clock" nella versione orchestrale di James Last, accompagnata invariabilmente da enfatiche e scherzose affermazioni ed annunci da parte dei conduttori ("Alto gradimento è un programma di rottura!" e subito arrivava un rumore di vetri e cocci rotti, e così via). |
Arbore e Boncompagni mantenevano per sé stessi il ruolo di spalla, con caratteristiche diversificate: più serio e professionale Arbore, più goliardico e sarcastico Boncompagni, mentre venivano portati in primo piano, spesso per sketch brevissimi, una pletora di personaggi sviluppati con un lavoro collettivo ed affidati a un gruppo di amici e collaboratori. Ricordiamoli assieme questi personaggi. |
Personaggio |
Autore Attore |
Chi era |
Sketch |
Comandante Raymundo Navarro |
Mario Marenco |
Un presunto astronauta spagnolo perso in orbita nello spazio, che cercava via radio qualcuno che lo facesse tornare sulla Terra. Era ispirato alla leggenda metropolitana di uno sfortunato astronauta russo perdutosi nello spazio (e abbandonato dai suoi per non ammettere il fallimento della missione, erano gli anni della gara spaziale tra URSS e USA) i cui disperati messaggi di aiuto sarebbero stati captati da radioamatori in varie parti del mondo. Una storia che ha ispirato anche David Bowie per il suo Major Tom, protagonista di Space Oddity, e i Dik Dik per l'analoga vicenda dell'"uomo vestito d'argento" in Help Me! |
"Aqui el comandente Raymundo Navarro, rispuende si puedes!" |
Colonnello Buttiglione e generale Damigiani |
Mario Marenco |
Un alto ufficiale dell'esercito che chiamava ossessivamente la fureria, ignorando qualsiasi risposta gli venisse data, e che ovviamente sbagliava sistematicamente il numero e contattava per errore la trasmissione. Dopo alcune puntate si fece vivo con la RAI un reale colonnello Buttiglione, protestando fermamente, e il team dirottò lo sketch su un inesistente generale Damigiani. |
"Pronto? Sono il colonnello Buttiglione!! Senti caro, chi sei?" "Sono..." "O caro Chiappotto. Come sta tua moglie?" "Non sono Chiappotto!" "Allora, Chiappotto ..." |
Federale Romolo Catenacci |
Giorgio Bracardi |
Nostalgico
ex-gerarca del regime che irrompeva in trasmissione con le sue
fantasiose memorie di imprese eroiche, ma molto quotidiane, al seguito
del Duce. I due facevano finta di arginare vanamente la apologia di
fascismo (era reato) mentre Bracardi debordava e finiva invariabilmente
in un crescendo ossessivo di "Duce! Duce! Duce!". All'epoca non era un
personaggio così lontano o inconsueto, in fondo il fascismo era
caduto da meno di 30 anni, e un qualche ex gerarca poteva avere 55 o 60
anni. Curiosamente il personaggio ha resistito al passare del tempo e
all'oblio che è apparentemente calato sulla memoria del
ventennio, è stato ripreso più volte da Bracardi anche in
TV, ed è stato la base per la fiction "Fascisti su Marte" di
Corrado Guzzanti, arrivata addirittura allo status di film nel 2006. |
"Il Duce c'aveva due maroni così, neh!"
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Scarpantibus |
Giorgio Bracardi |
Più che un personaggio era una sorta di tic, un presunto uccello raro, mezzo preistorico e mezzo struzzo, definito "un uccellaccio con gli scarponi senza lacci e le gambe pelose", che disturbava la trasmissione con i suoi versi isterici, per motivi sostanzialmente inspiegabili. Personalmente lo ritenevo uno degli sketch più deboli, ma era invece molto amato dai due "complici" e probabilmente anche dagli ascoltatori, e ha imperversato a lungo in trasmissione. |
Versi incomprensibili e disarticolati |
Achille |
Giorgio Bracardi |
Almeno pensiamo che dovesse essere Achille, visto che irrompeva in trasmissione nei momenti più impensati urlando "Patrocloooo!", non sembrava però un urlo di dolore e di amore per l'amato amico, come quelli di Brad Pitt nel film Troy (una scena che per tutti gli ascoltatori storici di Alto gradimento ha avuto, ovviamente, un involontario ed irresistibile effetto comico), ma pareva piuttosto che cercasse Patroclo per qualcosa di meno amichevole. |
"Patrocloooo!" "Patrocloooo! Dove sei?!" |
Professor Aristogitone |
Mario Marenco |
Uno dei personaggi più riusciti, a lungo riproposto in trasmissione. Tipico esponente della classe docente frustrata e delusa dalla perdita di prestigio e di potere dei professori delle superiori nella scuola post-'68, nonché dalla crisi economica e dalla inflazione degli anni '70. Con spiccato accento barese se la prendeva con tutto il mondo della scuola, visto come una specie di prigione, ed in particolare con i ragazzi antagonisti, e quasi nemici. |
"Quarant'anni d'insegnamento! Quarant'anni di duro lavoro in mezzo a queste quattro mura scolastiche!" |
Verzo |
Mario Marenco |
Logico contraltare al professore vecchio
stile era il ragazzo "nuovo stile", protestatario senza capire contro
cosa protestare, in grado di dominare solo parzialmente la lingua
italiana (e anche lo stesso romanesco nel quale più normalmente
si esprimeva), interessato soprattutto a sfuggire a qualsiasi obbligo
scolastico e accenno allo studio, era uno dei personaggi più
direttamente satirici dell'intera galleria di Alto gradimento. Una
satira peraltro non scontata negli anni '70, decisamente orientati "a
sinistra" e dove gli studenti impegnati erano per definizione dalla
parte giusta. Da notare che entrambi i personaggi di Verzo e del
professor Aristogitone derivavano da esperienze di vita vissuta di
Marenco, nella vita brillante architetto e designer ma anche, come
molti suoi colleghi, con incarico nella scuola superiore (per i
contributi pensionistici, solitamente), ambiente che quindi conosceva
assai bene. |
"Amo fatto un'assemblea. Amo deciso lo sciopero. Amo andati al corteo. Eravamo io, Romani, Romanacci, Romano, Romanelli ..." |
Vinicio |
Mario Marenco |
Presunto compare di rimorchio di Arbore e Boncompagni, telefonava in trasmissione per concordare con loro, con incongrua voce di falsetto, improbabili puttan-tour e uscite con ragazze svedesi e bagnine di Riccione. Personaggio decisamente goliardico e ripetitivo, non sicuramente il meglio della premiata ditta Arbore, Boncompagni & Marenco. |
"Uffa! Fate schifo ragazzi. Vinicio va sempre allo sbaraglio per voi..." |
Professor Anemo Carlone |
Mario Marenco |
Primario di medicina e barone universitario palermitano, uno dei bersagli più riusciti del terzetto. Snocciolava con disinvoltura e voce profonda da incallito fumatore le sue innumerevoli cariche (che terminavano invariabilmente con un incongruo "socio ACI"), che beninteso, e per sua esplicita ammissione, erano puramente ereditarie e del tutto scollegate da titoli di studio o meriti scientifici, e passava poi a dare improbabili lezioni di medicina, incentrate attorno al malato, che doveva essere considerato e trattato, dopo tutto, come un essere umano ... |
"Vi parla il professor Anemo Carlone, insigne luminare. Titolare di gerontologia Romantica all'Università di San Felice Circeo. Incaricato di Burocrazia neolatina all'Università di Roma. Membro del Corpo Accademico della Facoltà di Idolatria all'Istituto Ricerche di Parma, Piacenza e Guastalla. Membro del Reparto Incurabili dell'Istituto di Megalomania di Ponza. Membro dell'Istituto di Antropofagia dell'Università di Chieti. .... Socio ACI dal 1909" |
La Sgarrambona |
Mario Marenco |
Teoricamente doveva essere la ragazza di
Boncompagni, che lo chiamava in trasmissione per lamentarsi delle sue
scarse attenzioni. Le sue svenevolezze erano però recitate da
Marenco con vocione baritonale (forse ottenuto con un filtro sul
microfono) da fumatrice incallita o magari da eccesso di esposizione al freddo
notturno per motivi professionali. Doppi sensi e accenni ben poco
velati ai rapporti amorosi tra i due segnavano con tutta evidenza il
passaggio dalla radio timorata e democristiana degli anni '50 e '60 a
quella eccessiva e liberata dei '70. ["Carognone, col cavolo ritelefoni
alla tua Sgara (tu mi smucini e basta). Io telefono telefono e tu te ne
stai lì tutto ingrugnato (pensi solo a "quello")] |
"Brutto bruto, monello, carognone, tu non mi ascolti, tu non mi senti, tu mi trascuri". |
Il figlio di Menuel |
Marcello Casco |
Affidato ad un altro personaggio attivo
all'epoca in RAI, l'attore Marcello Casco (scomparso nel 1999), il
figlio di Menuel prendeva di mira le sette mistiche, tipo arancioni ed
Hare Krishna, allora relativamente diffuse o esposte mediaticamente.
Irrompeva con i suoi sermoni e le sue prediche orientate ad una rapida
conversione, annunciando una "grande parola di vèrita" (con l'accento sulla e) da parte
del guru e santone Menuel (che poi sarebbe stato ovviamente Manuel), ma anche i piaceri della vita in
comunità assieme a "Sorella Joyce". Non mancava di concludere che
in RAI "era pieno di figli di Menuel". |
"E allora Lui disse grande parola di verità..." |
Il dottor Marsala |
Giorgio Bracardi |
Qui il bersaglio era tutto interno alla RAI, probabile che un modello per il dottor Marsala sia esistito veramente e chi lavorava in RAI all'epoca sappia anche chi era realmente. Si trattava di un funzionario RAI, invariabilmente accreditato da Boncompagni come "una brava persona", che "allessava" i due conduttori con i suoi piccoli guai, prevalentemente di salute, anche lui ascoltando ben poco gli interlocutori (la incomunicabilità nella società dell'informazione era uno degli elementi base della trasmissione). (Altri ricordi sul personaggio) |
"Ho dei dolori, dei dolori...". |
Tarantolazzi e Gospedale |
Solo citati |
Due personaggi indiretti, soltanto citati dal dottor Marsala e dai conduttori nei loro dialoghi. Anche questi erano della RAI, due tecnici (magari anche loro ispirati a personaggi veri) con i loro guai e contrattempi. Quelli di Gospedale erano concentrati nel cognome. Infatti prima si chiamava Ospedale, aveva chiesto il cambio di cognome (pratica lunga e complessa che richiede, come noto, un atto formale del Presidente della Repubblica) e gli avevano concesso solo di aggiungere una lettera davanti al nome, così era diventato Gospedale. Tarantolazzi di tanto in tanto litigava con Gospedale e aveva un attacco di "ballo di San Vito" e per calmarlo lo portavano nello studio de "L'uomo della notte" (programma notturno condotto da Maurizio Costanzo) dove si addormentava di colpo. A volte veniva citato anche "l'amico Quaglia" e "il povero Ruttoni", quello che beveva molta birra, che aveva avuto un incidente sul lavoro. |
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Max Vinella |
Giorgio Bracardi |
Tipico giornalista di nera e di cronaca
locale, Max Vinella telefona in trasmissione per riportare notizie
secondarie e grottesche, imitazione distorta di quelle che si potevano
leggere sui giornali locali. Un altro degli sketch lunghi (a volte
forse troppo) che intervallavano le incursioni e le citazioni lampo. |
"Pronto? Sono Max Vinella! Qu'est ce que
vous facé? je v'avé becché! Dunque, la notizia
è questa ..." |
Don Pezzotta |
Solo citato |
Parroco dell'oratorio nonché ipotetica guida spirituale di Vinella a cui elargiva pillole di saggezza come "chi dice donna dice danno". Non compariva in voce, era citato presentando le cronache, come i Porcacci o il cameriere Pagnacca Amilcare loro amico. E' anche diventato un protagonista del film dedicato ai personaggi di Alto Gradimento: Vinella e Don Pezzotta di Mino Guerrini con il parroco interpretato dal noto caratterista Armando Brancia (Giorgio Bracardi era ovviamente Max Vinella). |
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Mortificazione la cartomante |
Franco Bracardi |
Non poteva mancare il mondo dell'occulto e degli oroscopi, ovviamente grotteschi, nella galleria di personaggi. La cartomante Mortificazione (4) parlava con spiccato accento umbro e i suoi interventi erano purtroppo piuttosto lunghi e non molto incisivi. Un personaggio non memorabile, ma che ha dato probabilmente lo spunto a Carlo Verdone per la sua chiromante, personaggio tra i più riusciti della storica trasmissione televisiva Non stop. ("Fijio mio a te te vedo male. Fossi in te non uscirei de casa..."). |
"Sono Mortificazione la cartomante, quella che ve svela il presente, il futuro, il trapassato, il futuro remoto e all'infinito senza stop" |
Pallottino |
Franco Bracardi |
Radioamatore che trasmetteva sull'onda pirata 33 33 "da ignota destinazione dell'Umbria" e ce l'aveva con Roma e i romani (che non rispondevano mai al telefono e andavano sempre a mangiare a Trastevere). |
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Solforio |
Franco Bracardi |
Venditore porta a porta degli oggetti più strani, un altro personaggio dedicato più al versante del non-sense e del puro divertimento che alla satira, pur se di costume. Offriva agli ascoltatori della radio i prodotti più improponibili e strampalati (come la scomoda "supposta a tre punte"), contenuti ne "il pacco operaio, il pacco del lavoratore". Nella contrattazione partiva sempre da 10.000 lire, ma i conduttori riuscivano sempre a fargli abbassare il prezzo a 1.000 lire. A quel punto però, secondo il solito sistema del "tormentone", Solforio tornava immancabilmente alla richiesta iniziale. |
"Ecco il pacco operaio, il pacco del lavoratore..." |
Il pastore |
Giorgio Bracardi |
Non era un personaggio, era uno dei tanti
tic di Bracardi e un voluto elemento di disturbo della trasmissione. In
teoria doveva essere il pastore della televisione che aveva prestato le
sue pecore per il presepio vivente della RAI, senza averle indietro e
le cercava in tutti gli studi radiofonici e televisivi, ovviamente con
pesante e gutturale accento abruzzese. |
"Li pecuri!!... Li pecuri!..." |
Il ragionier Affastellati |
Giorgio Bracardi |
Un altro tic dell'inarrestabile Giorgio Bracardi, qui si immedesimava in un innamorato lasciato solo dalla sua bella ad un appuntamento, che ripeteva ossessivamente "Perché non sei venutta!??" (con l'accento sulla "a"). (5) |
"Perchè non sei venutta!??" "Ting!" |
Lo chef Léon |
Mario Marenco |
Bersaglio abbastanza scontato, lo chef (ovviamente francese) di un ristorante di lusso, "Le Luppolon", impegnato ad illustrare ai due, ipotetici avventori impegnati a prenotare una cena, improbabili e vagamente rivoltanti menu (del tipo "Pelle di eroe calabro della guerra d'indipendenza", "Zoccolo di mulo di Garibaldi", "Pallone di catrame fumigante" e così via). Alla fine però, a salvare il tutto, arrivava la imperdibile "Palla di cacao". Da notare che la Lindt la produce veramente da qualche anno a questa parte (le dimensioni sono più o meno come un pallone da pallamano), chissà se avevano memoria di questa leccornia immaginaria. |
"Hallò, hallò, hallò. Ici votre chef Léon..." |
Pasquale Zambuto |
Mario Marenco |
Napoletano e ovviamente dedito al furto con destrezza, corredato da un'ampia gamma di scusanti. I due non si preoccupavano affatto di percorrere e ribadire i luoghi comuni e i pregiudizi regionali. |
"Mi chiamo Pasquale Zambuto ... stamattina mi sono svegliato ... mi sono guardato in do specchio e me so' sputato in da faccia!!!!" |
Il poeta Marius Marenco |
Mario Marenco |
Ovviamente era Marenco, quasi in prima persona, diventato per l'occasione Marius Marenco, il poeta che cammina un po' sbilenco, impegnato a declamare poesie di ispirazione surrealista, dedicate agli oggetti più umili e ai personaggi più diversi. Ma in fondo anche Pablo Neruda aveva scritto "Ode alla cipolla", certo con risultati un po' diversi... |
Il Frigorifero |
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Oltre a quelli elencati, si sono poi affacciati nei lunghi anni della trasmissione anche altri personaggi (in genere proposti da Giorgio Bracardi e Marenco) che hanno lasciato tracce meno marcate nel costume italiano, ma che continuano ad essere ricordati da molti appassionati della trasmissione. |
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AA |
Isotta, la cantante lirica. Era sempre accompagnata al piano da un non meglio identificato "maestraccio" che vestiva un frac unto e consunto con le scarpe da tennis, aveva la particolarità di avere tre seni, uno per il latte, uno per il caffè e uno per il cappuccino. Il suo cavallo di battaglia era "mamma fammi la pappa" (canzone folk toscana). |
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Stefano Pelloni, il tenore dall'acuto più lungo del mondo (ottenuto però per mezzo di due bombole d'ossigeno collegate direttamente ai polmoni) |
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Carmine Petriccione, lo zio d'America di Boncompagni, con la sua invadente segretaria (Marenco) |
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Mafalda, una ragazzina beat scappata di casa (sarà stato sempre Marenco?) |
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Vassili, il cantante romeno (i romeni erano ben pochi in Italia, a differenza di adesso, e funzionavano ancora bene come macchietta esotica) |
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La gallina Rosamunda |
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La rana Annamaria |
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Il maestro Zito, professore di solfeggio |
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Il giornalaio |
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Il professor Kurt Weill di Magdeburgo, guaritore via radio |
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L'onorevole Pacchettini, ministro dell'Imballaggio (era l'epoca della mania per i nomi onomatopeici: il ministro dell'agricoltura francese La Verdure, il detective rumeno Silupescu, il severo magistrato italiano Massimo Della Pena, la industriale della gomma Daria Camera e così via) |
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Il ragionier Labbrone e il suo mondofischio |
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Il
professor Onorato Spadone con le sue teorie filosofiche sull'uomo ("L'uomo é una bestia!!"), altra gag ossessiva di Giorgio Bracardi. |
Il maestro Torvajanica, che raccoglieva canti popolari di popolazioni sconosciute come i Porcoti della Porcozia o gli Uomini-talpa della Malcaccia Superiore. |
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Un altro presunto musicista, il maestro Benito Cerbottana, nostalgico degli anni '30, che cantava "Via Veneto, Via Veneto, via Veneto / tu sei il salotto della mia città / Via Veneto, via Veneto, via Veneto, la dolce vita é lassù che sta a guardar" oppure "Oh Pierino sbarazzino lascia stare il castagnaccio per favor". |
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La chiamata da Parigi "Ici Paris, est-ce que vous nous avez appellé? Oh, excusez moi" (Signorina francese) |
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La chiamata da Bari: ""Qui Radio Bari: ci avete chiamato? Scusate tanto, ci sembrava che ci avevate chiamato" (uomo con forte accento pugliese). (6) |
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Le telefonate all'albergo-ristorante La Conchiglia, il suo direttore artistico / guardia giurata / portiere ecc. (Marenco e Bracardi) |
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Gli ospiti e gli aspiranti prestatori d'opera che chiamano l'albergo-ristorante La Conchiglia: dallo zappatore Pino Colella a suo fratello Mino il minatore e molti altri ... |
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Il signor Mocumescu, romeno, che esordiva salutando "Buonaseara" e parlava del suo paese; descriveva la vita nei condomini rumeni, con l'"odore di cavulu caldu", che veniva mangiato producendo "grande rumore de boca", e poi si parlava di un leader, tale Barascu, al quale era stata dedicata una canzone, con la musica di "Andiamo a mietere il grano". Era interpretato probabilmente dallo stesso Boncompagni. Nessuno poteva pensare allora che i romeni sarebbero diventati decenni dopo la più grande comunità di stranieri comunitari in Italia, |
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Bozambo, il colf di colore del "doddor gostanzo" che gli tagliava la mortadella a quadretti e Maurizio Costanzo se la sgrufolava. Mozambo urlava " Oooh bambajoooh - Oh bambajoooh". |
L'efficientissima segretaria milanese della ditta Automat & Automat (che però non ascoltava mai quello che dicevano i due conduttori) |
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il meteorologo Panfilio (G. Bracardi), |
il commendator Ghisletti della Ghisletti S.p.A. (Marenco), industriale lombardo titolare dell'omonimo tubificio, che cercava di coinvolgere Arbore e Boncompagni in improbabili spot pubblicitari (all'epoca i due furono protagonisti di una serie di spot per le confezioni Marzotto) decantando le meraviglie "del nöster stabiliment mödern". | |
la signorina Paola della Ghisletti S.p.A. (Marenco) che sbagliava sempre i numeri perché il centralino era costantemente invaso dalla nebbia (ovvio essendo in Val Padana) | |
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la dottoressa Ada Venzolato in De Martiris (la femminista che fumava la pipa, Marenco); |
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la dottoressa Paola Mosca, sessuologa napoletana (Marenco), |
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la rubrica "Il completo" a cura del Ministero della Pubblica Istruzione |
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la signorina dei grandi magazzini |
il passeggero Ciprandi, protagonista di uno dei primi tormentoni "il signor Ciprandi è desiderato al banco dell'Alitalia" |
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il colonnello Otto Muller (Marenco) |
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lo stilista Jean-Jacques le Baron de la Fiche de la Bagarre (Marenco) |
l'Ing. Cavazza Bamboni, ingegnere brianzolo che inventava oggetti inutili o impossibili (come la "pulsariola" o l"apivolva" o la "smutandola") e ne descriveva le caratteristiche con tono da relazione brevettuale. Una delle cose più divertenti era l'elenco dei paesi dove sosteneva di aver depositato l'invenzione, spesso inconsueti o inventati di sana pianta. (Marenco) |
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L'artigiano arabo Malik Maluk, che aveva partecipato ai lavori della moschea di Roma (aveva realizzato gli arabeschi) e che continuava a urlare "Fangala" e "Assaraffangala", ovviamente una storpiatura del ben noto invito (anche se Arbore e Boncompagni lo traducevano con "che tu possa finire nel fango"). Di solito precedeva le sue esternazioni con un lungo elenco di nomi di personaggi famosi (es. Pippo Baudo Fangala, Iva Zanicchi Fangala, ecc.). Interpretato da Giorgio Bracardi che poi lo presenterà anche in televisione proprio con Pippo Baudo, e poi a "Sotto le stelle", un programma del 1983 condotto da Massarini, Corinne Clery, Sammy Barbot ed Eleonora Giorgi, stessa operazione che fece con Catenacci e altri personaggi. Un personaggio della seconda serie del programma "No, non è la BBC". (Giorgio Bracardi) |
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Porcacci Duilio e Porcacci Adalgisa erano poi due personaggi indiretti, nel senso che comparivano sistematicamente come squallidi protagonisti delle improbabili cronache del giornalista Max Vinella. Macchiatisi dei più demenziali crimini, erano oggetto di una serie infinita di accuse, che terminava regolarmente con "bollo falso e patente scaduta". (Giorgio Bracardi) |
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Il venditore di merendine sulla spiaggia, in agosto. La sua offerta era molto specializzata e completamente incentrata su cose calde ... così gli affezionati al programma potevano ascoltare, nelle giornate d'agosto particolarmente afose, ancora non mitigate da aria condizionata, le ripetute offerte di sugna calda , zoccoli di mulo caldi , grasso di maiale caldo , fino al definitivo caldo caldo . (Marenco) |
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Altro disturbatore telefonico,
l'ennesimo, era il Conte Vancio Florestano Merlino.
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La signorina Lanzotti Lanzarotti, venditrice telefonica della Automation & Automation (Marenco, 1980) | |
Il conte Frescobaldi, imitatore versatile (Marenco, 1980) | |
Gli inserti, i jingle e la finta pubblicità |
Per coprire
la programmazione piuttosto ampia ed impegnativa (6 ore alla settimana)
Arbore e Boncompagni ricorrevano, oltre che a materiale originale (e,
ovviamente, alla musica), anche a inserti tratti da registrazioni
opportunamente tagliate di personaggi celebri e a siparietti registrati
(o recitati) che erano poi riproposti come tormentone in vari punti
della trasmissione per dare il giusto ritmo. I siparietti erano brevi
canzoni (jingle) di tipo parodistico e pubblicità inventate.
Queste ultime, a differenza di quanto avrebbe fatto in seguito il
programma satirico "La TV delle ragazze", e come sarebbe apparso
più logico, non erano parodie di spot già noti ("Supermercati Conan, non ci facciamo mai abbastanza i c***i nostri", "Antica segreteria del Corso"
e così via) ma pubblicità non-sense inventate, piuttosto
scontate (i migliori umoristi della mia classe di liceo avrebbero
saputo fare di meglio). |
La festa di matrimonio |
Tra le notizie palesemente false continuamente annunciate in trasmissione c'era anche un fantomatico matrimonio che sarebbe stato seguito da una festa in un ristorante nell'Appennino Tosco-Cubano (sic), al quale avrebbe partecipato, tra gli altri illustri ospiti, la scrittrice Grazia Deledda, e che sarebbe stato allietato dalle canzoni di Gipo Farassino. Che allora non era ancora un noto esponente della Lega Nord, ma soltanto un cantante dialettale piemontese, a giudizio evidente dei due, non particolarmente brillante e trascinante. |
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La commedia in 30" |
Alla radio venivano trasmesse all'epoca
condensati divulgativi di commedie ed opere teatrali, il programma si
chiamava "Una commedia in 30 minuti", evidentemente era nella linea
della celebre rivista USA
Selezione dal Rader's Digest (che
pubblicava romanzi condensati) e i due pensarono bene di farne una
parodia. Solo che qui diventava una impossibile "Commedia in 30
secondi". La più duratura e replicata era
I fanghi di tal Alfredo Panicucci
(autore ovviamente inventato), che in realtà era un estratto
della riduzione in 30' di "Ricorda con rabbia" ("Look Back In Anger"),
il celebre dramma di John Osborne che aveva dato origine negli anni '50
in UK al movimento degli "arrabbiati" ("angry young men"). |
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I tormentoni |
Alcuni tormentoni erano proposti direttamente dai due conduttori, battute scontate o nonsense che però, ripetute instancabilmente, diventavano ironiche e auto-ironiche prese in giro dei tic della radio. Ad esempio all'inizio sulla sigla spesso Boncompagni introduceva Alto gradimento enfatizzandolo come un programma di rottura e subito si sentiva un rumore di vetri infranti. Un altro che è continuato per un po' era un dialogo surreale iniziato sempre da Boncompagni, che ripeteva un paio di volte senza alcun motivo Tutta vita, tutta vita, tutta vita rokkerò! al che Arbore rispondeva: Perché dici ciò? e la risposta invariabilmente era Io non ho detto ciò . Ho detto «Tutta vita, tutta vita, tutta vita rokkerò!»" |
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Gli ospiti involontari |
Alberto Sordi |
Del più noto attore italiano era campionata una breve esortazione tratta dal celebre film di Monicelli "La grande guerra" dove il personaggio da lui interpretato, il fante Oreste Jacovacci, apostrofa i commilitoni con "Boni ...boni ... state bboni". Intermezzo quindi auto-diretto vero i due conduttori nel caso di uscite volutamente fuori le righe. In un servizio sulla trasmissione, pubblicato sul periodico Epoca c'era anche foto in b/n dello studio dove sullo sfondo si intravvedeva uno scaffale con varie scatolette (forse musicassette o forse stereo8) sul dorso di una delle quali era scritto a mano proprio : "BONI BONI". |
Sofia Loren |
Della diva italiana era campionata una intervista nella quale si descriveva, con il suo tipico tono di sufficienza, come propalatrice di "amore": "Io faccio tutto con amore, lavo i piatti con amore, vado al mercato con amore ..." |
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Marcello Mastroianni |
Il Marcello nazionale invece era campionato in una intervista riferita al regista-mito per definizione, ripeteva quindi ossessivamente di "essere impegnato in un film di Fellini". Di Mastroianni era anche ripreso di frequente un suo monologo, probabilmente tratto da uno dei sui film, nel quale diceva: "ma perché tu dici che non torna?", "allora sei sicuro che torna?" |
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Vittorio Gassman |
Nel breve parlato campionato Gassman si descriveva come "avviato ad una serena vecchiaia". |
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Mike Bongiorno |
Lo sketch invece fotografa Mike, ancora in piena attività per molti e molti anni dopo, nella ossessiva ricerca di una matita. |
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Amintore Fanfani |
Nel suo inserto l'allora potente uomo politico DC ripeteva invariabilmente "non ho più francobolli". |
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Mario Tanassi |
L'uomo politico, esponente di spicco del PSDI, allora partito di governo, ripeteva una frase probabilmente presa da qualche Tribuna politica: "lei ha fatto una figura anche peggiore di quella del suo collega: vi dovevate informare!" (o era Nicolazzi?) |
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Gino Bramieri |
E la sua barzellettina sul bambino nella piscina comunale. |
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Il duo di Piadena |
Due interpreti della musica folk italiana (padana, per la precisione) Amedeo Merli e Delio Chittò, all'epoca abbastanza noti, erano ospiti involontari con la loro ossessiva riproposizione della canzone "L'uva fogarina" (oh com'è bella l'uva fogarina, oh com'è bello saperla vendemmià, a far l'amor con la mia oi bella, a far l'amore in mezzo ai prà ...). Sempre proveniente dal duo folk un altro personaggio involontario del programma, la moretta friulana (del Friuli la più bella morettina eri tu, eri tu, ma da quando bevi grappa la mattina bella tu, non sei più ...) |
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Tito Stagno |
Del telecronista e giornalista rimasto nella memoria di tutti per la interminabile diretta sullo conquista della Luna veniva ripetuto un suo enfatico inserto: "molto bene, é magnifico!" |
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Eduardo De Filippo |
Il mostro sacro del teatro italiano era preso di mira per la sua incomprensibilità, peraltro da lui stesso ammessa con ironia "Vi declamerò, con la mia chiarissima dizione, Pulecenella 'o pazzo ..." e poi iniziava una indecifrabile poesia in napoletano stretto. |
E infine, alcuni esempi delle pubblicità e dei jingle: |
"No, non è la BBC, questa è la RAI, la RAI-TV, noi non possiamo dir bubù, perché è la RAI, la RAI-TV!" |
"Cuccuruccu, paloma, cuccuruccu, paloma, questa è la RAI, di Roooma" (Roma era pronunciato con accento calabrese). |
"Va' pensiero in televisione, hanno tanto bisogno di te" (sull'aria del Nabucco) |
"Prendete un bel mal di testa Rapid e il cachet è bello che scomparso" |
Lui: "L'aranciata muriatica Torcibudel è l'ultima novità." Lei: "L'aranciata muriatica Torcibudel purifica e disseta in maniera definitiva!" Lui: "Aranciata muriatica Torcibudel corrode la vostra sete." |
"Per mettervi in evidenza, se non basta il fiore all'occhiello acquistate il "Pino da taschino". Alto sei metri vi dona un aspetto distinto, imponente e alpestre." |
"Per una bella aureola intorno alla testa usate lo spray Luminor." |
"Lavatrice superautomatica Trapanic, per un bucato così bucato che più bucato non si può, nemmeno col moschetto!" |
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E' possibile
anche ascoltare una selezione di clips audio da Alto gradimento con
alcuni dei personaggi della trasmissione (clicca
qui) e leggere alcuni estratti degli interventi e incursioni in trasmissione dei suddetti personaggi (clicca qui). |
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(1) |
Alcune poesie di Marius Marenco, il poeta che scriveva nella sua cella su una montagna nel centro di Milano. |
IL FRIGORIFERO | |
Tu sei un frigorifero tu sei un frigorifero da cento litri dentro di te c'è la roba da mangiare dentro di te c'è la roba da bere dentro di te c'è un'anima fredda dentro di te c'è una lampadina ma sotto di te nessuno sa che cosa c'è. Tu ogni tanto ti metti a respirare tu ogni tanto ti metti a lavorare. Tu hai una porta bianca ma non hai finestre e quando sei chiuso sei chiuso. Tu sei chiuso, o frigorifero e perciò di notte sempre sogni di correre di andare, di andare in bicicletta o a pattinare e intanto con quelle rotelline non puoi andare non puoi pattinare. Solo poco ti puoi spostare per farti pulire sotto, o frigorifero. |
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IL BRUTO | |
Tu sei un bruto hai le braccia nodose e il petto villoso. Hai forza tu. Per forza hai forza: sei un bruto. Tu piaci alle donne ma non a tutte le donne. Dicono: «Che impressione!». Ma forse sotto sotto piaci anche a loro e questo è brutto perché allora i non bruti come fanno con le donne? Sì. Questa è la questione: come fanno i non bruti con le donne? Tu hai la voce bassa tu hai la voce rauca non dici vere parole ma grugniti ma ruggiti eppure sbagli la grammatica ma le donne non lo notano e dicono: «Ma che interessante che sei!» |
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IL MILLEPIEDI |
Tu sei un millepiedi all'ombra dei muri all'ombra dei funghi tu vai e aspetti tu aspetti e vai. Tu punti i tuoi puntini tu punti i tuoi piedini tu punti i tuoi filini tu cammini cammini come una fila di soldatini tu mangi poco e niente tu fumi poco e niente, anzi non fumi. Non ti piacciono i colori forti tu vesti di grigio o di nero vai sul classico sei un tipo fine tu parli poco e non fai discussioni tu non fai conversazioni appena ti dicono una barzelletta te la scordi perciò non fai figura in società eppure non hai complessi d'inferiorità. A pallone non sai giocare balli svelti non li sai ballare eppure in società non hai complessi d'inferiorità. Tuo padre si lamenta perché le scarpe gli costano un occhio però tu non porti i pantaloni no, tu non porti i pantaloni tu non porti i pantaloni o millepiedi. |
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(2) |
Il testo completo della parte campionata del dramma di John Osborne "Ricorda con rabbia": |
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Alison: "Il mio
unico desiderio era morire. Non sapevo che fosse così. Ho
sofferto terribilmente e non riuscivo a pensare ad altro. E
pensavo… |
(3) | Le incursioni inarginabili del dott. Marsala nel ricordo di Gianni Guasto: Era vedovo, aveva perso la povera Pina che gli aveva raccomandato, in punto di morte, di pensare al geranio. Entrava in studio per sapere "come va il microfono", e poi iniziava a lamentarsi, dando sfogo alla sua depressione. Quando gli chiedevano come stava diceva sempre che aveva bevuto un mezzo bicchier d'acqua che gli aveva provocato "un cerchio alla testa, dei dolori, dei dolori". Parlava poi di dipendenti RAI cui erano capitate delle disgrazie tremende (oltre a Tarantolazzi e Gospedale, anche "il povero Ruttoni", quello che beveva molta birra, e che aveva avuto un incidente sul lavoro). |
(4) | In alcune trasmissioni veniva indicata come Mortificaciòn, alla spagnola. Ma altri personaggi cambiavano spesso nome in base all'estro del momento dei conduttori (o magari a qualche svista). Ad esempio Catenacci a volte diventava Castellacci. |
(5) | Il visitatore Valentino Zenari ci segnale che l'urlo "perché non sei venuta?" è tratto dal noto film degli anni 50 "Questi fantasmi". |
(6) | Il visitatore Davide Camera ci fornisce alcune informazioni su questo tormentone: "La voce che diceva "Qui Radio Bari, ci avete chiamato?" era quella di uno storico annunciatore Rai, Luciano Alto, che tra l'altro ha dato la voce alla sigla di Supersonic. Alto, barese, era il marito di Ughetta Lanari, anche lei annunciatrice di Radio Rai, e il padre del doppiatore Massimiliano Alto". Aggiunge che: "... in passato ho scritto anche un libro, e quindi mi è capitato di parlare con Paolo Testa e Gigi Marziali, mentre ultimamente ho contatti con Antonio De Robertis per altri motivi. Inoltre ricordo che Luciano Alto, ospite di “Cari amici vicini e lontani” rifece la gag con Arbore." |
(7) |
Il visitatore Franco Verzetti condivide altri preziosi ricordi
sui personaggi della mitica trasmissione. |
(8) |
Il dottor Marsala mi è tornato alla mente il seguente episodio, narrato dal dottor Marsala durante una delle sue incursioni in trasmissione, riferito alla sua vita militare; un giorno il suo reparto fu ispezionato dal Re (Vittorio Emanuele III o il Principe Umberto (questo dettaglio mi sfugge) che, fermandosi davanti a lui gli chiese "come ti chiami, soldato !? - al che lui rispose con voce "maschia" - Marsala! e a quel punto il Re (o chi per lui) disse "bravo, ti chiami come la città della Sicilia" .... fine dell'episodio |
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Fonti |
Enciclopedia Garzanti sulla Radio / "Il meglio di Alto gradimento" - Arbore e Boncompagni - © Rizzoli 1975 (e ricordi personali). |
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Luglio 2022 |
Ancora integrazioni da Franco Verzetti: il ricordo della pubblicità della lavatrice Trapanic e del dottor Marsala durante la vita militare. |
Molte integrazioni grazie ai ricordi del visitatore Franco Ferzetti: due personaggi sinora mancanti; Don Pezzotta e il Commendator Ghisleri, correzioni e molte integrazioni sul Figlio di Menuel e sorella Joyce (non Jane), l'autoironia di Boncompagni (o la presa in giro di Arbore) riguardo alla Sgarrambona (per la quale si può ascoltare ora finalmente una telefonata completa) e preziose integrazioni per i personaggi di Tarantolazzi, la cantante Isotta, la signorina Paola della Ghisleri S.p.A., il radioamatore Pallottino. |
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Dicembre 2018 |
L'ospite involontario Alberto Sordi e le audio cassette pronte all'uso, grazie al visitatore Valentino Zenari. |
Settembre 2013 |
Sei puntate integrali da ascoltare sul sito Audio-Clips grazie al visitatore Claudio. |
Agosto 2013 |
Individuata la voce di "Radio Bari" grazie a Davide Camera. |
Agosto 2013 |
Il Conte Frescobaldi e la signorina della Automation & Automation |
Dicembre 2010 |
Il Conte Vancio Florestano Merlino, grazie al contributo di Max. |
Settembre 2010 |
Il venditore di merendine sulla spiaggia, il secondo tormentone di Mastroianni e i Porcacci, grazie al contributo di Matteo Tenderini. |
Agosto 2010 |
La moretta del Friuli e i tormentoni di Arbore & Boncompagni (e nuove foto). |
Settembre 2008 |
Altri audio clip per riascoltare i personaggi di Alto Gradimento, grazie al contributo di Marco Montaruli e Roberto Coli. |
Settembre 2008 |
Un altro personaggio si aggiunge alla lista: è l'ing. Cavazza Bamboni (grazie a Marco Montaruli). |
Marzo 2008 |
Ancora altri personaggi: Bozambo, Panfilio, Ada Penzolato in De Martiris, Paola Mosca la sociologa napoletana, la signorina Paola, il colonnello Otto Muller, lo stilista Jean-Jacques le Baron ecc. più precisazioni sul dottor Marsala (interpretato da Giorgio Bracardi e non da Marenco) e sulle riprese del programma (grazie a Dario Cordovana). |
Ottobre 2007 |
Altri personaggi: Mocumescu e Barascu (grazie a Nicola Foti). |
Ottobre 2007 |
Altri personaggi: Malik Maluk (grazie ad Alfredo Marzocchi). |
Aprile 2007 |
La sigla e altri particolari sui personaggi secondari. |
Aprile 2007 |
Altri personaggi: Castellacci, alter-ego di Catenacci, e i camerati Pavanatti e Spaziani, gli ospiti dell'albergo-ristorante La Conchiglia. |
Aprile 2007 |
Grazie a Gianni Guasto per aver riportato alla memoria il ragionier Affastellati, il maestro Torvajanica e le clip di Fanfani, Tanassi e Tito Stagno, il povero Ruttoni e gli interventi del dott. Marsala, le telefonate da Bari e Parigi e poi anche il maestro Danilo Cerbottana e il prof. Spadone e altre informazioni su Marius Marenco, il poeta che cammina un po' sbilenco. |
Gennaio 2007 |
Grazie a Riccardo Venturi (www.antiwarsongs.org) per averci segnalato l'interprete del Figlio di Menuel. |
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© Alberto Maurizio Truffi per Musica & Memoria / Prima versione e revisioni: Dicembre 2006 - Marzo 2008 / Testi di Mario Marenco e di John Osborne riprodotti in misura parziale per soli scopi di ricerca e critica musicale e letteraria - Agosto 2013: nuove puntate integrali da ascoltare. Leggi il DISCLAIMER. |
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