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Uno dei protagonisti della radiofonia italiana nel periodo d'oro delle radio libere, Pier Maria Bologna, ha gentilmente messo a disposizione di Musica & Memoria e dei suoi visitatori il suo prezioso bagaglio di ricordi. Che iniziano da Radio Montecarlo, per continuare poi con Radio Elle, una delle prime radio libere italiane, attiva a Roma sin dal 1975 e poi protagonista nel settore con il lancio di nuove formule e nuovi conduttori.
«Non ho
conoscenza precisa dei fatti. Arrivai sulla scena quando i giochi erano stati
fatti. Posso confermare che l'editore di riferimento, come direbbe Vespa, era
Giovanni Leuti detto familiarmente Gianni. Era
lui che portava i capitali prodotti dalla sua attività di "commercialista", per
la quale - se non sono male informato - avrebbe avuto qualche disavventura
giudiziaria negli anni successivi. Si trattava di operazioni sull'IGE all'epoca
in vigore (poi sostituita dall'IVA). Disponeva di importi notevoli (si comperò
persino un aereo con il quale venne a svolazzare sul raduno che organizzammo con
gli ascoltatori nel bosco di Manziana per festeggiare una circostanza che forse
più avanti ti racconterò). Viaggiava su una Jaguar e andava forte anche con le
donne grazie al suo look da "ragazzino per bene". Dopo l'esperienza di Radio
Elle che mi riguarda, l'ho incontrato solo una volta, a distanza di anni, al
porto di Ponza a bordo di un un cabinato. Mi sono rifiutato di dargli la mano.
«Come già sai,
venni avvicinato da Sergio Talia al Palazzo dei Congressi dell'EUR in occasione
di una esposizione alla quale lui partecipava come produttore di casse acustiche
trasparenti ed io in veste di caporedattore di Nuovo
Sound, un settimanale giovanile incentrato sulla musica. Sapendo
della mia esperienza a Radio Montecarlo, Talia mi propose di incontrarmi con
Leuti: ci vedemmo a casa sua (una bellissima villa su via della Camilluccia) e
Leuti mi chiese di proporgli un progetto organizzativo e produttivo per una
nuova emittente privata (Radio Leuti, poi semplificata in
RadioElle). Se la cosa fosse andata in porto ne
sarei stato il direttore artistico e organizzativo nonché il direttore
responsabile per la parte informativa. Compenso: 700.000 lire che all'epoca
(1975) erano un fior di stipendio ...»
«Tutto era molto
casuale. Non esistevano professionisti per nessuna mansione. Ci si doveva
inventare ogni soluzione sul campo. Ogni giorno si proponeva qualcuno che veniva
valutato ad occhio e ad orecchio: quattro chiacchiere, poca cadenza romanesca,
molta verve, estroversione, capacità dialettica, buon vocabolario, rispetto
della grammatica e della consecutio, uso corretto del congiuntivo ... Per il
resto chiedevo a tutti di essere spontanei al massimo, colloquiali, animatori
... nel senso di metterci l'anima quando andavano al microfono perché,
raccomandavo,chi ci ascolta percepisce dal tono e dal suono della voce il vostro
stato d'animo e capisce se recitate o siete sinceri. Un'altra delle mie fisse
era: fate come chi suona il pianoforte. Con una mano suona i bassi e gli accordi
e con l'altra la melodia. Con metà cervello concentratevi su quello che state
dicendo e con l'altra metà su quello che vi preparate a dire e fatele funzionare
insieme.»
«Quelli che
ricordo, o che ho voglia di ricordare: Clelia Bendandi,
Cristiana Nieddu (Niro),
Daniela Debolini, la stessa
Marta Fiorentino che convinsi ad andare al
microfono insieme con me perché non ne voleva sapere ...
Marco Ottaviani, Bob Nunniger (detto
Bobby Boy) allora DJ in alcuni locali romani, oggi trapiantato a
Milano come imprenditore nel campo dei Suoni e delle Luci, Giovanni Villa
italoamericano "fuggito" in Italia da Atlanta capitale della Georgia (in arte
Foxy John) ... Carlo
Ceccherini oggi in RAI ... Paolo Frajese
che, pur essendo un dipendente Rai, collaborava con la radio (di lui parleremo
eventualmente più avanti ). E poi Franco Califano
che veniva un paio di sere a settimana a rispondere alle telefonate
degli ascoltatori ed a far sentire le sue canzoni, Tony
Renis ...»
«Di inevitabili difficoltà non ne ricordo. Ogni difficoltà era inevitabile perché il cammino era ignoto e nessuno prima di noi vi si era avventurato. Affrontavamo tutto con fantasia ed inventiva assemblando talenti, personalità, voglia di fare e disponibilità. Aneddoti tanti e simpatici, a cominciare dalle cronache calcistiche che "doppiavamo" in simultanea seguendo Radio Due e Radio Uno o la TV per le prove di Formula Uno ... All'opera erano "il nostro cronista collegato in diretta dal campo di gara" e i rumoristi che creavano l'ambiente (urla, applausi, motori rombanti ... ) sembrava vero! Ogni tanto telefonavo alle redazioni sportive dei GR, e (finché non scoprirono la "sola", quando seppero che Radio Elle dava i risultati in diretta prima di loro) mi facevo anticipare di pochi secondi i parziali delle partite: un successone! Un'altra chicca di Radio Elle erano i collegamenti in diretta dal Piper Club. Nella sala del Piper c'è (c'era) un telefono a
gettone: si svita il coperchio della capsula del microfono e la si toglie, si
collegano i due poli della cornetta a due morsetti montati sul cavo di un
Sennheiser, si indossa una cuffia collegata ad una radiolina portatile
sintonizzata sulla frequenza di Radio Elle ed il collegamento in diretta è
fatto. Una meraviglia tecnica, considerando i tempi e la tecnologia
disponibile.»
«Non si può parlare di impostazione musicale per
Radio Elle di quel periodo. Andava in onda tutta l'attualità che ci veniva
fornita dalle case discografiche, la musica brasiliana e sudamericana che ci
procurava un paio di steward dell'Alitalia che facevano il "lungo raggio", il
pop ed il country americani che Foxy John era andato a comperare appositamente
negli USA tornando anche con due giradischi fenomenali: i Rosco a partenza
rapida che ci consentivano di lanciare i pezzi senza smiagolamenti. Una novità
assoluta per l'Italia.»
«Quelli di punta erano: il "Buongiorno
di Radio Elle" affidato a Bobby Boy
che faceva la notte in bianco in discoteca, al "Capriccio", e alle 5.30
iniziava in radio con una verve ed una simpatia che non ho più risentito in
radio; "Leggera Made in Italy" di sola
musica italiana (nel periodo in cui era schifata da tutti o quasi) affidata a
Daniela Debolini; "I
Dischi per gli Amici" (vedi
Radio Montecarlo)
con le richieste e le dediche telefoniche in diretta, "Crazy
Sound" un programma demenziale che andava in onda la Domenica
mattina: era da sbellicarsi dalle risate, c'era dentro di tutto compresa la
parodia di Paolo VI che realizzavamo con la voce di un bravissimo
imitatore (mi sembra Michele, ma non ricordo il cognome ) passata attraverso
un registratore per produrre l'eco di piazza San Pietro ed il suono delle
campane ottenuto percuotendo un estintore semivuoto ... La ciliegina era
confezionata da Foxy John con la Hit Parade.»
«Nessun problema, era ancora presto prima che la
Rai si accorgesse della concorrenza che le radio private le avrebbero fatto.
Probabilmente eravamo considerati da tutti ragazzetti senza arte né parte che
si divertivano. La Mamma e il Ministero "non ci filavano di pezza". L'unico
ostacolo, che mi sembra di ricordare, si riferiva al fatto che non si
potessero utilizzare frequenze superiori ai 104 Mhz causa, si diceva, di
interferenze con altre emissioni istituzionali. Radio Elle trasmettava sui
104.9 e dovette, poi, scendere di frequenza.»
«Purtroppo le fonti erano scarse: nessuna agenzia, Internet non esisteva,
potevamo solo affidarci ai GR e ai TG RAI, ai quotidiani locali e a qualche
telefonata degli ascoltatori ... Ma il tempo era poco, nessuno aveva
esperienza per riprendere e rielaborare le notizie, avavamo solo una
macchina da scrivere ... Finché non comparve Carlo
Ceccherini, giovane giornalista presso "Il Popolo", il quale mi
fece una corte spietata per settimane e settimane senza mai demordere. Ogni
giorno, o quasi, si presentava in radio, si proponeva per collaborare ed io
traccheggiavo rinviando la decisione. Un giorno si presentò con in mano un
fascio di lanci d'agenzie che aveva "rubato" al giornale... Una manna per
noi! Notiziario in diretta aggiornato come i GR della Rai e forse di più!
Dal "Popolo", poi, ci faceva le "corrispondenze" per telefono come se si
trovasse sul luogo dell'evento (mentre leggeva le agenzie). Puoi capire come
la cosa facesse effetto sugli ascoltatori.»
«Dici bene.
Più che iper-politicizzati erano anni egemonizzati dalla "superiorità" della
sinistra alla quale tutti (o quasi) si appecoronavano. L'impostazione della
(poca) informazione di Radio Elle era assolutamente asettica. Fornivamo un
notiziario senza pretese che, però, veniva notato e additato al pubblico
ludibrio se trattava qualche tema poco "in linea". Radio Elle divenne "la
radio dei fascisti" perché, in occasione delle elezioni universitarie, ospitai
al microfono alcuni esponenti del FUAN perché illustrassero i loro programmi.
Ti basta come esempio del clima "democratico"? E non escludo che la cosa sia
stata, con altre cause, alla base del mio successivo "allontanamento" di cui,
più avanti, ti racconterò.»
«Molto presto grazie al fatto che i costi erano relativamente bassi (molti volontari, pochi investimenti tecnici, la musica regalata dalle case discografiche, nessuna SIAE, nessun contributo previdenziale, zero tasse ...) e le entrate copiose in quanto da subito la radio si fece notare e la pubblicità entrava a ritmo continuo. Il merito era certo della programmazione, delle voci, della musica, ma soprattutto di Angelo Pennacchioni, un maturo signore dalla parlantina e dal sorriso coinvolgenti (già in "affari" con Leuti) il quale aveva inventato una tecnica micidiale: girava per tutta Roma con una radiolina portatile, entrava in un esercizio commerciale o in una ditta qualunque e proponeva la pubblicità con il sottofondo della diretta della radio per essere sicuro che lì il segnale si sentisse particolarmente bene. Il titolare restava perplesso, ma incuriosito e, quasi sempre, chiedeva di sentire un esempio della sua promozione (forse anche per dilazionare il momento della decisione). Pennacchioni telefonava subito in radio, mi forniva le indicazioni di massima circa il tipo di servizio o di prodotto da reclamizzare. Partivano i creativi: in pochi minuti veniva elaborato il comunicato commerciale tagliato su misura per il potenziale cliente con tanto di voce adatta e sottofondo musicale. Entro cinque/dieci minuti il comunicato era in onda ... e Pennacchioni firmava, seduta stante, il contratto incassando un cospicuo anticipo!» Continua con ... la nascita di Radio Luna
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