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Le prime radio libere in Italia

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Indice

Voglia di radio / Gli inizi della radiofonia privata in Italia / Le radio nel 1976 a Roma / Le radio libere trent'anni dopo / Schede / I costi delle radio nel '76 / Osservazioni e contributi

Ancora sulle radio libere

Radio pirata e radio libere, Le radio off-shore, Il mercato della radio, Legislazione e censimento radio 1976, La RAI e la censura

Testimonianze

Radio Riviera Brenta, Radio Kiss Kiss Napoli, Radio Roma International Sound, TRS The Radio Station, Radio Capodistria, Radio Montecarlo, Radio Sapri, Radio Dieci, Radio Napoli City, Radio Elle, Radio Regione Trieste, Radio Onda 102

   

Voglia di radio

Dalla metà degli anni '60 stava montando nei giovani in tutta Europa una voglia di radio, intesa come sorgente di intrattenimento, musica e anche informazione non controllata. Nel paese europeo leader allora nei costumi, la Gran Bretagna, questa voglia era stata soddisfatta dalle cosiddette radio pirata off-shore (Radio Caroline, Radio Veronica) e così avveniva in altri paesi del Nord Europa. In Italia una prima risposta veniva data dalla stessa emittente statale, la RAI, con trasmissioni come Bandiera Gialla, Per voi giovani, Alto gradimento, Hit-Parade, Supersonic. Come peraltro avveniva in UK da parte della BBC con le storiche trasmissioni musicali Ready Steady Go!, Saturday Club o Top Of The Pops.

Una seconda opportunità per i ragazzi italiana era rappresentata da due radio straniere che trasmettevano in lingua italiana, e che avevano iniziato una programmazione orientata ai giovani e alla musica, con un linguaggio dinamico e del tutto nuovo, erano Radio Montecarlo (che trasmetteva dal marzo del 1966 dal principato di Monaco, direttore Noel Coutisson e deejay come il grande Herbert Pagani, Robertino, Federico L'Olandese Volante, Pier Maria Bologna, Awanagana, Luisella Berrino) e Radio Koper - Capodistria (dalla Yugoslavia, nella regione autonoma dell'Istria dove ancora era presente una minoranza di lingua italiana). Radio che proponevano un  nuovo stile di conduzione, vivace, spezzato nel ritmo, che sarebbe stato poi assorbito dalla RAI con il celebre programma Supersonic (quello che come sigla aveva l'assolo di basso del disco In A Gadda Da Vida degli Iron Butterfly) e da questo programma diffuso come modello, con una interessante circolarità, alla grande maggioranza della radio (fino ai giorni nostri: vedi Radio DeeJay, 101 e simili).

Come raccontato diffusamente su questo sito in Radio pirata, radio libere, radio private, all'inizio degli anni '70 si creavano le condizioni per la radiofonia privata nei principali paesi europei, con l'Italia in prima fila per numero di emittenti e numero di ascoltatori.

Gli inizi della radiofonia privata in Italia

Già dal 1974 l'attacco al monopolio in Italia era nell'aria e numerosi operatori si stavano preparando a sfidare la legge e ad incunearsi nelle sua contraddizioni (vedi Elenco delle radio libere: La situazione normativa). La prima in assoluto ad iniziare le trasmissioni è stata Radio Parma (fondata ufficialmente il primo gennaio 1975 da Virgilio Menozzi, direttore responsabile Carlo Drapkind, inizio delle trasmissioni 1/1/1975), seguita da Radio Milano International (marzo 1975) e Radio Roma (16 giugno 1975). Tre radio che continuano a trasmettere ancora oggi, con nome diverso (Radio Milano International è ora Radio 101 One O One) e qualche problema per Radio Roma. Da citare anche, tra i pionieri, Radio Bologna e, in ambito televisivo, Tele Biella, che effettuarono entrambe tentativi nel corso del 1974.

Fino alla sentenza 202/1976 della Corte Costituzionale (28 luglio 1976) le radio trasmettevano utilizzando una interpretazione estensiva della legge allora vigente (la 103/1975) e quindi erano esposte a denunce e sequestri. Nonostante ciò molte radio trasmettevano con regolarità, e a Roma a fine 1975 erano già presenti almeno 11 radio (vedi Tabella 1).

Tabella 1 - Le radio libere a Roma nel 1975

Radio

Frequenza

Inizio trasmissioni

Radio Roma

FM 104.0 (dal ‘76: 103.9)

16 giugno

Antenna Musica

FM 101.8  (poi 101.950)

11 luglio

TeleRomaCavo

FM 103.9 (dal ’76: 103.1)

Luglio/Agosto

Radio Roma 103

FM 103.85

Agosto

Radio Mediterraneo

FM 104.5

Non noto

Onda Radio 101

FM 101.2

Novembre

Canale 55

FM 103.5

Novembre

Radio Città

FM 100.7

Novembre

Radio On-Off

FM 99.5

Novembre

Radio Elle

FM 104.9 (poi 91.1)

Dicembre

Radio Sound

FM 103.25

Dicembre

Erano queste le 11 le radio libere locali che trasmettevano nel secondo semestre del 1975, seguendo l'apripista Radio Roma. Di questo gruppo di pionieri soltanto Radio Roma è ancora attiva alla data di questa pagina, anche se con qualche problema di copertura. Nella primavera successiva l'elenco era sostanzialmente immutato, si contava solo una nuova entrata (Radio Comunità) nella lista di Suono.

Le radio nel 1976

A marzo del 1976 le radio con studio e trasmissioni regolari erano non meno di 218 in tutta Italia (vedi l'Elenco delle radio libere nel 1976). Dalla seconda metà del 1976, dopo la ricordata sentenza della Corte Costituzionale, ed in parallelo con un momento politico, sociale e di costume assai vivace, avvenne la vera e propria esplosione, e solo a Roma si contavano a fine '76 oltre 74 radio (vedi Tabella 2) in grado di irradiare su tutto il territorio metropolitano (quindi per estrapolazione in Italia potevano essere attive oltre 1500 radio).

Tabella 2 - Le radio libere a Roma alla fine del 1976

Frequenza

Radio

Stereo

Nel 1975

Nel 2005

88.000

Radio Rama

 

 

 

88.300

Radio Città Quartiere

 

 

 

88.500

Radio Radicale

 

 

X

88.700

Amore Amicizia Allegria

 

 

 

89.000

Radio Gamma Roma

ST

 

 

89.300

Radio Televisione PTS

 

 

 

90.100

Radio Tiburtina

 

 

 

90.200

MonteVerde International

 

 

 

90.400

Radio Monte Cavo

 

 

 

90.500

Canale 12

 

 

 

90.700

Radio Tiburtina

 

 

 

90.800

91 Alba Radio

 

 

 

92.300

Ecoradio

 

 

 

92.700

Teleradio Stereo

ST

 

 

93.300

Canale 55 Rete 2

ST

 

 

94.500

Teleradio Stereo

ST

 

X

94.800

Radio Blu

 

 

 

95.000

102.3 Mare Musica

 

 

 

95.200

Spazio Quadro Hi-FI

 

 

 

95.500

New City sound

 

 

 

95.700

Studio M

 

 

 

95.800

Radio Club Roma

 

 

 

96.000

RR 96 Multimedia

 

 

 

96.800

Radio Incontro

 

 

 

97.000

Roma International Sound

 

 

 

97.200

Teleradio Express

 

 

 

97.300

Radio Contro

 

 

 

97.500

Capitale International

 

 

 

97.700

Radio Città Futura

ST

 

X

98.000

Radio Centro Studio

 

 

 

98.400

Radio I.B.S.

 

 

 

98.800

Radio Luna 1

 

 

 

99.000

Radio Antenna Tuscolo

 

 

 

99.200

Radio Roll

 

 

 

99.500

Radio On Off

 

X

 

99.600

Radio Onda Sonora

 

 

 

99.900

Radio Hanna  

ST

 

 

100.100

Radio Alternativa

 

 

 

100.500

TMT Teleradio

 

 

 

100.700

TVR Voxson  

ST

 

 

100.900

Radio Piper Club

 

 

 

101.000

Radio Monte Mario

 

 

 

101.100

Onda Radio

 

X

 

101.200

Radio Ostia C.B.

 

 

 

101.300

Studio 101

 

 

 

101.500

Radio Speranza

 

 

 

101.700

Radio Evangelo

 

 

 

101.900

Radio Antenna Musica

ST

X

 

102.200

Radio Lazio

ST

 

 

102.500

Radio G.B.R.

ST

 

 

102.700

Radio Eurosound

 

 

 

102.900

Radio 103

 

 

 

103.100

Teleromacavo

 

X

 

103.300

Roma Sound

 

X

 

103.500

Telecanale 55  

ST

X

 

103.700

Punto Radio

 

 

 

103.900

Radio Roma

 

X

X

104.000

Radio Laziosud

 

 

 

104.100

Contatto Radio

 

 

 

104.200

Radio Europa

 

 

 

104.500

Radio Explosion

 

 

 

104.500

Radio Mediterraneo

 

X

 

104.900

Radio Elle

ST

X

 

105.500

Super Onda Sound

 

 

 

106.000

Radio U.B.C.

 

 

 

106.200

Radio Tevere

ST

 

 

106.500

Radio Luna 2

 

 

 

106.800

Radio Delta

 

 

 

107.000

Radio Boh

 

 

 

107.200

Roma International

 

 

 

107.700

Radio IB

 

 

 

107.800

Radio PI

 

 

 

108.000

Radio Five

 

 

 


Dopo dodici mesi e in un quadro legislativo nel quale tutti gli argini residui erano ormai crollati, a Roma, come si vede dall''elenco, si potevano ascoltare quindi 74 radio libere, più le tre reti RAI, Radio Vaticana e Radio Montecarlo. Oltre a queste radio, con programmi regolari, palinsesto e potenza trasmissiva in genere sufficiente per la copertura di tutta la capitale, iniziavano ad essere presenti diverse altre radio "di quartiere", create attorno ad un punto di aggregazione (una parrocchia, una organizzazione politica) o per pura passione da parte di alcuni soci. Il risultato è che le frequenze libere già iniziavano a scarseggiare, se non erano già esaurite.

L'elenco sopra riportato è ripreso dalla rivista specializzata degli anni '70 Scelta TV. Un gruppo di appassionati ha dedicato un sito memoriale a questa storica rivista che ha accompagnato e supportato il boom delle radio e delle televisioni private. Nel sito sono disponibili molte informazioni, incluse le riproduzioni della rivista originale. (cerca "sceltatv" )

Tra gli 88 e i 108 MHz della banda FM sono teoricamente allocabili 200 frequenze (20 * 10, a passi di 0,1 MHz). Le riflessioni accidentali e le sovramodulazioni intenzionali rendono però frequente lo sconfinamento sulle frequenze adiacenti, e quindi la distanza minima in uno spazio urbano difficilmente può scendere sotto ai 0,2 MHz (o 200 KHz) per una ricezione su area ampia, questo calcolo piuttosto astratto darebbe di conseguenza un massimo teorico di 100 radio.

Nella realtà la distanza tra radio può essere inferiore o addirittura nulla, ma solo perché le radio stesse si ascoltano alternativamente (o l'una o l'altra) in zone diverse della vasta area metropolitana. In sintesi il limite superiore della tecnologia FM è nell'ordine delle 80-100 emittenti, e più o meno intorno a questo numero erano nel '76 (79) e sono ora (69, Vedi Tabella 3). Negli anni tra il '77 e l''80 questo numero era ulteriormente accresciuto dal citato fenomeno della radio più che locali (come ad esempio Radio Dieci Antenna Democratica, che trasmetteva per la sola X Circoscrizione) e il totale a Roma superava le 100 emittenti, con numerose sovrapposizioni sulla stessa frequenza.

Nella tabella sono anche indicate le radio che trasmettevano in FM stereo (da notare che la RAI ancora trasmetteva in monofonia), che erano, come si vede, 13 su un totale di 73 (circa il 18%). Le radio del '75 erano quasi tutte ancora attive (9 su 11). Trent'anni dopo solo 4 delle radio esistenti nell'anno della "esplosione" sono ancora attive: Teleradio Stereo, Radio Città Futura, Radio Radicale e Radio Roma (con un punto interrogativo per quest'ultima). 

Le radio libere trent'anni dopo

Trent'anni dopo il  mondo dei media è grandemente mutato. Si pensi al panorama televisivo, allora ancora dominato dal monopolio pubblico, o ad Internet, allora ancora limitato ad alcune reti interne di grandi organizzazioni, come Arpanet  (Ministero Difesa USA), Bitnet  (IBM), Easynet (Digital), e le reti di computer erano ben lontane dall'essere soltanto immaginate come un media di intrattenimento. Il settore delle radio libere, ora semplicemente radio private (e quasi unicamente commerciali), è però rimasto molto vicino al modello che si andava affermando nel 1976, e pressoché nello stesso ordine di grandezza per numero di emittenti e ascolti.

Tabella 3 - Le radio a Roma nel 2006 (verificate al 21/1/2006)

Frequenza

Radio

87.600

Radio 1 RAI

87.900

Radio Onda Rossa

88.100

Nuova Radio Spazio

88.300

Radio Spazio Aperto (Azzurra Network)

88.600

Radio Radicale

88.850

Radio Città Aperta

89.100

Radio Onda Libera

89.300

Radio Flash Sport

89.500

Radio Classica

89.700

Radio 1 RAI

89.900

Radio Rock Italia

90.100

Radio 101

90.300

Radio Deejay

90.500

M2O

90.700

Tele Radio Stereo 2

90.900

Lifegate Radio

91.200

Radio 2 RAI

91.500

RTL 102.5 (centro)

91.700

Radio 2 RAI

92.000

R 101

92.400

Radio Music-Hit Channel

92.700

Tele Radio Stereo

92.900

Azzurra Network

93.100

SPQR

93.300

Radio Vaticana

93.500

Radio Mater

93.700

Radio 3 RAI

94.000

Radio Subasio

94.200

Radio Subasio Più

94.500

Radio Subasio

94.800

Radio 3 RAI

95.100

Radio Maria

95.300

Radio Dimensione Musica

95.500

Radio Capital

95.800

Radio Capital

96.100

Radio 105

96.300

Radio inBlu

96.500

Radio 105

96.800

Radio Incontro Italia

97.000

M2O

97.250

Radio Kiss Kiss Network

97.500

Radio Meridiano 12

97.700

Radio Città Futura

97.900

Radio Kiss Kiss Network

98.100

Radio Sei

99.300

RAI - GR Parlamento

99.600

Radio Globo

99.800

Fantastica

100.000

Radio Cuore

100.300

Rai Auditorium

100.500

Power Station

100.500

Radio Company (centro)

100.700

Radio Company

101.000

Radio Deejay

101.300

Radio Centro Suono

101.500

Radio Centro Suono 2

101.700

Radio Evangelo

101.900

Dimensione Suono

102.100

RTL 102.5

102.300

TRS The Radio Station

102.400

Radio Radicale

102.700

RAM Power

103.000

RDS

103.450

Isoradio

103.650

Radio Subasio

103.800

Radio Vaticana

103.900

Radio Roma

104.200

Radio Italia Solo Musica Italiana

104.500

Radio Radio

104.800

Radio Kjoy Voce della Speranza

105.000

Radio Vaticana One-O-Five

105.300

Dimensione Suono 2

105.600

Rete Sport

105.800

Radio Incontro

106.100

Radio Montecarlo

106.300

Radio Sei

106.600

Radio Rock

106.850

Radio Mambo

107.100

Radio Antenna Uno

107.400

Radio Suby

107.650

Radio Romantica

107.900

Radio 24

A trent'anni dalla liberalizzazione circa 69 radio diverse sono ascoltabili nella zona di metropolitana (il test è stato effettuato da Roma centro e può variare in altre zone). Un numero quindi sostanzialmente simile a quello del 1976, anche un poco inferiore. 

La maggior parte delle radio sono commerciali, e utilizzano sostanzialmente la stessa formula: programmi d'intrattenimento basati sulla musica, caratterizzati dalla personalità del conduttore e periodici inserti d'informazione affidati a radio giornali molto sintetici, provenienti in genere da agenzie giornalistiche esterne alla radio (la più potente e diffusa è Area). La pubblicità è ovviamente molto presente e frequente e la musica rispetta per le novità quasi sempre la heavy rotation (o "playlist", come altri la chiamano) composta dai successi e dai brani spinti dalle case discografiche. Alcune radio sono a tema (musica sudamericana per Radio Mambo, musica dance e house per M2O, musica italiana anche non recente per Radio Italia), pur se sempre di genere commerciale. Stesso modello di radio e stessa musica rendono il panorama radiofonico piuttosto uniforme e assai arduo a volte riconoscere le singole radio.

Due canali trasmettono musica classica (RAI Auditorium e Radio Classica), oltre a Radio 3 RAI. I canali che trasmettono musica non commerciale sono limitati a 3-4 (Radio Rock, Radio Rock ItaliaLifegate Radio e, in alcune fasce orarie Radio Spazio Aperto). Non esistono canali jazz e questo genere è ascoltabile solo occasionalmente su Radio Città Futura, Radio 3 RAI e Radio Rock. Le radio politiche nate negli anni '70 sono quasi tutte ancora in vita, anche se a volte con radicali trasformazioni. Stabile anche il panorama delle 3-4 radio religiose. Il panorama dell'informazione è presidiato dalla RAI con l'unico nuovo ingresso, alcuni anni fa, dell'editrice Il Sole 24 Ore con Radio 24 e, in parte, dal gruppo Repubblica - L'Espresso con Radio Capital (che ha anche una programmazione musicale e d'intrattenimento). Peculiare la presenza di alcune radio sportive molto parlate e molto interattive, uniche eredi, o quasi, delle radio partecipate, a microfono aperto, degli anni '70, il cui mitico esempio e portabandiera era Radio Chat Noir.

Schede

Radio Roma / Radio Antenna Musica / Radio Elle / Radio Luna / Radio Città Futura / Radio Parma

Radio Roma

Radio Roma è stata a prima radio libera della capitale, ha iniziato le trasmissioni il 16 giugno del 1975, lo stesso giorno delle storiche elezioni regionali che avrebbero dato il via, a seguito della affermazione della sinistra, alla stagione del "compromesso storico". Non era però una radio politica, ma una iniziativa commerciale ideata da Virgilio Menozzi (un imprenditore) e Rosario Pacini (un giornalista Rai), che si inseriva nel filone già iniziato da Radio Parma e, con maggior peso, da Radio Milano International, favorito dal nuovo clima politico di rimescolamento dei poteri. Menozzi era stato peraltro già impegnato nella iniziativa Radio Parma. Pionieristici i mezzi utilizzati, un trasmettitore da soli 22 watt (probabilmente dello stesso tipo già utilizzato a Radio Parma) posizionato sui Castelli, l'assenza di un ponte radio con gli studi, sostituito nei primi tempi dal sistema già in uso in alcune radio off-shore della trasmissione registrata, spedita alla trasmittente (con un motociclista) e ritrasmessa. Il primo direttore artistico dell'emittente e' stato Alessandro Malatesta ed all'inizio il palinsesto era orientato più all'informazione e all'approfondimento che alla musica, per poi virare verso la programmazione musicale, come la maggioranza delle radio commerciali.
Nonostante la forte concorrenza che arriverà nel giro di pochi mesi Radio Roma continuerà negli anni a mantenere il suo spazio nell'etere romano, pur se dal 1997 si è trovata in prossimità ad una delle frequenze usate da Radio Vaticana (104.00 contro i 103.90 di Radio Roma) con effetti negativi sulla possibilità di ricezione in una parte della città. Radio Roma ha quindi doppiato la boa dei trent'anni, unica superstite dei pionieri del 1975, e magari potrà tornare ad una diffusione più efficace dopo l'auspicabile e sempre rinviato riordino delle frequenze.

Radio Antenna Musica

La seconda radio libera di Roma iniziava le trasmissioni a luglio del '75. Era anche questa una iniziativa commerciale di quattro giovani amici (Emilio Levi, Marco Faragiana e altri) e pare che i mezzi iniziali fossero ridotti veramente al minimo indispensabile, e che ad essi sopperisse un grande entusiasmo. La musica era ovviamente l'elemento predominante della programmazione, ma Antenna Musica fu pioniera anche nello sport, con i primi collegamenti non Rai dai campi di calcio, e un buon spazio era riservato a quiz e giochini.
Tra i collaboratori dell'emittente, che sarebbe stata poi per molti anni una presenza rilevante nell'etere romano, Antonella Giampaoli, Beppe Videtti, Fabrizio Frizzi, Barbara Condorelli. La emittente ha trasmesso sino alla prima metà degli anni '90.

Radio Elle e Radio Luna

Altra radio del '75 destinata a futuri successi è stata Radio Elle, diretta da Pier Maria Bologna (che era già un giornalista professionista, e proveniva da una significativa esperienza a Radio Montecarlo, nella nuova radio sarebbe stato direttore responsabile, direttore artistico e responsabile dello staff) e Giovanni Leuti, un imprenditore, e che avrebbe visto tra i conduttori Franco Califano e il celebre DJ Foxy John (vero nome Giovanni Villa, il conduttore a lungo attivo in USA, il cui tipico stile da DJ americano, tutto di gola, avrebbe avuto tanti imitatori; a lui nel '79 la RAI affiderà la seconda serie della fortunata trasmissione Hit parade). Il taglio internazionale della radio era ulteriormente rafforzato da Robert Nunninger (alias Bobby Boy), che proveniva dal Lussemburgo ed animava i programmi anche in francese ed in tedesco. Altra nota voce della radio era Clelia Bendandi, anche lei in seguito per lunghi anni conduttrice alla radio RAI.

Radio Elle fu probabilmente la prima emittente a tentare il decollo verso la dimensione nazionale, acquistando o associandosi con altre stazioni nel centro Italia, e mettendo in comune i contenuti, i programmi.

Un dissidio tra i soci, Leuti, Sergio Talia e Natili, provocò però una scissione e la nascita di Radio Luna (l'anno successivo, fondata da Talia e Natili), rimasta celebre per le trasmissioni serali di "Cicciolina" Ilona Staller e per le trasmissioni interattive dell'italo americano Foxy John, passato alla nuova emittente (ma poi di nuovo a Radio Elle e, in seguito, alla Rai). Radio Luna fu pioniera, seguendo in ciò Radio Elle, nella separazione tra contenuti e trasmissione, ebbero infatti l'idea di rivendere le trasmissioni realizzate (in primo luogo quelle della trasgressiva soubrette ungherese, poi anche quelle di Foxy John) ad altre emittenti in tutta Italia (pare fino a 40 ed oltre) che le diffondevano con il marchio Radio Luna, ma all'interno della loro programmazione.

Radio Città Futura

Esempio massimo, assieme a Radio Popolare di Milano, di radio politica, Radio Città Futura (o RCF) è stata fondata nel 1976 da Renzo Rossellini, figlio del grande regista italiano. La prima sede era in un appartamento di via Buonarroti, vicino a Piazza Vittorio, e dal tetto dello stesso stabile avvenivano le trasmissioni, eliminando così ogni problema di ponte radio, con un impianto all'inizio molto artigianale. Già interessato al mondo dei media (sarà poi il responsabile italiano per la Gaumont) ma anche impegnato politicamente con una formazione della sinistra extra-parlamentare (Avanguardia Operaia) l'interesse per una radio libera e aperta agli ascoltatori era nell'ordine delle cose per Rossellini. A supporto della fase organizzativa intervenne anche l'editore Giulio Savelli, titolare della omonima casa editrice, allora punto di riferimento per la stessa area politica. 

Ispirata nel nome alla rivista per i giovani pubblicata da Antonio Gramsci nel 1917, la storica radio romana ha vissuto tre fasi. Nella prima è stata la radio del movimento, aperta ai contributi in diretta (o addirittura in radio) delle varie formazioni e gruppi di estrema sinistra che lottavano negli anni '70 sia contro i poteri tradizionali sia contro l'allora governo del "compromesso storico", al quale partecipava il partito della sinistra istituzionale, il PCI.  Una fase particolarmente intensa dal 1977 in poi, in corrispondenza al movimento di forte contestazione, con tratti di palese illegalità, che vedeva nelle scuole e nelle università il maggiore seguito, e nella quale RCF ha subito addirittura un attentato (irruzione armata, sequestro e alcune conduttrici ferite con colpi di arma da fuoco) ad opera del gruppo eversivo di destra dei NAR, guidati dal noto Giusva Fioravanti

Dopo il cosiddetto "riflusso" seguito all'uscita del PCI dall'area di governo nel 1979 e il ritorno in Italia ad un governo di centro (il cosiddetto "pentapartito") Radio Città Futura si è progressivamente trasformata in una radio di informazione e intrattenimento, riferita ad un'area politica di sinistra ma maggiormente ampia, e collegata per i notiziari con il circuito Popolare Network, nel frattempo avviato dalla omonima e storica emittente di Milano. Alla fine degli anni '90 una terza fase con la uscita del circuito di Popolare Network, una scissione tra i soci, e un posizionamento più vicino alla sinistra istituzionale al governo a Roma e nel Lazio, anche se la radio adotta  sempre la formula "infotainment".
Moltissimi i nomi che hanno frequentato la radio, oltre a Rossellini e Savelli che lasciarono già alla fine degli anni '70, da Vincenzo Vita e Dario Laruffa nella prima fase, a Ernesto Bassignano e Marcello Berengo Gardin per la parte musicale, a Sergio Spada, benemerito creatore e conduttore di "Salt Peanuts" l'unica rubrica fissa di jazz, per molti anni, nell'etere della capitale.

Radio Parma

Radio Parma è stata la prima radio libera ad iniziare trasmissioni regolari in Italia, il 1 gennaio del 1975. Protagonisti della storica iniziativa sono stati Virgilio Menozzi, l'imprenditore che finanziò l'avventura (poi protagonista anche della nascita di Radio Roma), il giornalista Carlo Drapkind che ne era il direttore responsabile e l'esperto radioamatore di Parma Marco Toni che curò e realizzò la parte tecnica, mettendo in funzione un trasmettitore di potenza relativamente limitata (22W) ma sufficiente per coprire la maggior parte della città emiliana.  Il palinsesto, come per tutte le radio dei primi tempi, era assai completo e debitore del modello RAI, con programmi di informazione, approfondimenti e cronache locali. Dai microfoni di Radio Parma sono usciti alcuni operatori che hanno poi fatto carriera in altre radio o altri settori, come Gabriele Majo o Mauro Coruzzi, diventato poi celebre, non solo nel mondo della radio, con lo pseudonimo e il travestimento di Platinette. Trent'anni dopo Radio Parma trasmette ancora, anche se con proprietà, sede e palinsesto completamente diversi dalle origini.

 

I costi delle radio libere nel 1976

 

Un altro elemento che ha consentito alle radio libere di prendere il volo e di moltiplicarsi è stato il livello di investimenti relativamente basso che era richiesto per aprire una emittente. Le voci che infatti incidono maggiormente sui costi di una struttura di questo tipo oggi, frequenze, personale, locali e diritti per la trasmissione della musica, erano infatti solitamente pari a zero. Il personale, sia tecnico, che di creazione e conduzione programmi (quasi sempre le stesse persone) era volontario e non pagato. I locali venivano di frequente messi a disposizione dallo sponsor (privato o associazione che fosse) e molto spesso anche questi costi erano pari a zero. E i diritti per la diffusione della musica nessuno si sognava di pagarli. Neanche le case discografiche li pretendevano, consideravano (a differenza di oggi) quella musica trasmessa in grande quantità una efficace promozione. E difatti il mercato del disco all'epoca non conosceva crisi. E anche le frequenze, pubbliche, venivano semplicemente occupate (e tuttora sono proprietà dei primi occupatori, in pieno stile "vecchio West"). L'unico problema sorgeva nelle aree affollate, quando gli occupanti sulla stessa frequenza erano più di uno.

I costi principali rimanevano quindi quelli dello studio (o studi nei casi più fortunati) che richiedevano un mixer, uno o più registratori (in certi casi anche economiche piastre a cassette) e due giradischi (ma anche uno in certi casi) e ovviamente microfoni e cuffie. E poi un trasmettitore di potenza adeguata alla copertura che si voleva ottenere e una antenna sufficientemente alta. Componenti che si potevano anche trovare sul mercato dell'usato.
I costi ricorrenti residui erano essenzialmente quelli dell'energia elettrica e della manutenzione (o periodica sostituzione) dei componenti elettronici e quindi anche questi non molto alti, e copribili con un minimo di pubblicità locale che le radio non facevano fatica a trovare, perché offrivano un canale economico, e focalizzato a soggetti (negozi, piccole attività commerciali) che mai avrebbero pensato di accedere alla pubblicità

Per una radio che puntava a coprire un quartiere o un borgo italiano non serviva molto di più, e l'investimento era alla portata di un gruppo di appassionati, magari in concorso con una associazione (parrocchia, sezione di partito, circolo e così via). Un investimento dell'ordine di grandezza di una utilitaria che poteva essere affrontato, anche se molto difficilmente da questo investimento ci sarebbe stato un ritorno economico, e i soci normalmente lo sapevano, ed erano quindi guidati dalla passione.

Questa era, ovviamente, la situazione nel 1976 e nei primi anni. Una situazione che presto si è evoluta selezionando i soggetti che potevano sostenere nel lungo periodo l'impegno non indifferente, non solo economico, che una radio richiedeva. Una evoluzione che si può ripercorrere anche ricorrendo alle testimonianze inviate negli anni a Musica & Memoria da molti protagonisti di quella stagione.

 

Osservazioni, testimonianze, interventi, contributi

 

Avete partecipato alla creazione di alcune di queste radio o avete collaborato con esse? Volete portare una testimonianza o inviare osservazioni e commenti? Avete rilevato imprecisioni? Scrivete a Musica & Memoria.

Le testimonianze già pubblicate: Radio Riviera Brenta, Radio Kiss Kiss Napoli, Radio Roma International Sound, TRS The Radio Station, Radio Capodistria, Radio Montecarlo, Radio Sapri, Radio Dieci, Radio Napoli City, Radio Elle, Radio Luna, Radio Regione Trieste, Radio Onda 102

 

© Alberto Maurizio Truffi per Musica & Memoria - Gennaio 2006 / Fonti: "Effe Emme" (Renato Sorace) e ricerche specifiche. / Revisioni: Ottobre 2006 (Radio Roma), Gennaio 2008 (Radio Elle, ruolo di Pier Maria Bologna, su segnalazione dello stesso giornalista), Marzo 2008 (Radio Elle, conduttori Bobby Boy, Foxy John)

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