Cambia le impostazioni sulla Privacy

 La radio digitale terrestre

HOME

MENU

 

Indice: Dalla radio analogica alla radio digitale / Lo standard DAB / Lo standard T-DMB / La web radio e lo smartphone / La radio via TV - DTT o satellite / Una radio, più alternative

La radio: Storia delle radio libere / Le radio libere in Italia: un censimento del 1976 /  Le prime radio libere in Italia / Le radio pirata off-shore / I dati di ascolto delle radio / La televisione digitale terrestre / Radio Montecarlo / Radio Capodistria

I programmi: Bandiera gialla / Per voi giovani / Alto gradimento / Supersonic / Popoff / Hit Parade

Dalla radio analogica alla radio digitale

INDICE

 

La radio è nata con la tecnologia analogica in modulazione di ampiezza, per passare poi alla modulazione di frequenza negli anni '50 e '60, che consentiva una migliore qualità e anche la diffusione in stereo. Come per tutti gli altri media anche per la radio sono stati sviluppate dagli anni '90 in poi soluzioni tecnologiche che utilizzano la tecnologia digitale, con vantaggi in termini di prestazione e consumi (di banda).

Le funzionalità dello standard proposto in Europa (DAB: Digital Audio Broadcasting) risiedono essenzialmente nella facilità di selezione, tramite menu e sotto-menu, nella visualizzazione del nome della canzone e di altre informazioni sulla trasmissione, mentre l'aumento di qualità risiede soprattutto nella eliminazione dei disturbi e delle sovrapposizioni e nella ampiezza di ricezione, mentre la qualità dell'ascolto non è superiore (è uno standard che prevede la compressione del segnale).

In alcuni paesi europei (UK, Germania) la transizione è stata avviata negli anni 2000 ed è ad uno stadio piuttosto avanzato soprattutto in UK. A livello di Unione Europea non è previsto però uno switch off  come per la televisione digitale terrestre. Lo standard digitale quindi si affiancherà a quello analogico. Negli Stati Uniti la situazione è diversa, e le caratteristiche del grande paese pongono in evidenza come successore designato della radio analogica la radio digitale satellitare.

 In Italia  la transizione era iniziata con piani molto aggressivi nel 2003-2004, spinta da un consorzio privato tra le emittenti (EuroDAB) ma si è poi bloccata, ed è rimasta a livello di trasmissioni sperimentali limitate ad alcune aree del paese. Le motivazioni sono di ordine economico (necessità di investimenti sia sulla rete sia sui ricevitori, in grande maggioranza in auto e di serie) e di ordine normativo (continui slittamenti del riordino delle frequenza). In più, in Italia proprio dal 2004 è iniziata la parallela e complessa iniziativa sulla televisione digitale terrestre (DTT) creando una concorrenza sulle disponibilità finanziarie, in particolare per l'emittente di stato RAI, e una focalizzazione dell'interesse di tutti i player del settore. Nel 2013 il processo è stato riattivato partendo da una sperimentazione in Trentino - Alto Adige, poi estesa al territorio nazionale, da parte del consorzio Digital Radio partecipato dalle principali radio commerciali nazionali. Anche la Rai partecipa all'iniziativa ed ha iniziato le trasmissioni per i suoi canali (incluso FD5, dal 2015 Radio 5 Classica, il canale di musica classica che nasce dalla tecnologia in filodiffusione). La tecnologia adottata è una evoluzione del DAB chiamato commercialmente DAB+ e per la copertura del territorio e gli altri aggiornamenti si può consultare il sito del consorzio. L'iniziativa è anche accompagnata da una campagna pubblicitaria che ha indirizzato prima l'ascolto casalingo e nel 2014 l'ascolto in auto (uso prevalente della radio oggi).

Gli apparati di ricezione sono diversi da quelli FM / RDS usati a casa o in auto, e quindi la transizione richiede un investimento volontario da parte del cliente. Come negli altri paesi europei ci si attende che il nuovo standard si affianchi agli altri sistemi di diffusione radio, piuttosto che li sostituisca.

Dal 2018 circa, in parallelo con l'abolizione del lettore CD negli impianti di infotainment per auto è stato progressivamente introdotto il DAB+ come dotazione di serie. La maggioranza delle auto di fascia medio-alta hanno quindi la possibilità di ricevere la radio DAB+ oltre all'FM.

Vedi anche: i comunicati stampa della campagna Digital Radio del 2014

 

Le caratteristiche dello standard DAB

INDICE

Il primo standard proposto e utilizzato anche in alcuni paesi (UK, Germania) per la  radio digitale terrestre è stato il DAB: Digital Audio Broadcasting. Con questa tecnologia, uno standard sviluppato e definito a livello europeo, il segnale audio viene codificato in digitale e poi compresso prima di essere trasmesso via etere. Rispetto alla trasmissione analogica in modulazione di frequenza (la modulazione di ampiezza in Italia è stata sostanzialmente abbandonata, con polemiche, anche da Radio RAI per il terzo canale sin dalla metà degli anni 2000, mentre resiste in altri paesi) consente essenzialmente un miglioramento della qualità. Miglioramento non per lo standard in sé stesso (vedi box) ma per la organizzazione attuale dello spazio radio.

Il segnale nello standard DAB è compresso con criteri psicoacustici, secondo lo standard MUSICAM®, la qualità effettiva è quindi inferiore ad una trasmissione analogica correttamente realizzata su tutta la filiera, dalla sorgente all'antenna ricevente al sintonizzatore FM, così come avviene con i noti standard di compressione MP3 o ATRAC rispetto alla musica non compressa su CD o vinile. C'è da dire però che la gran parte delle stazioni radio utilizzano da anni il sistema Selector o simili dove la musica è archiviata su computer in formato compresso, di conseguenza l'abbassamento di qualità è già un dato di fatto.

Lo spazio radio è il vero problema in Italia perché lo sviluppo abnorme delle radio negli anni '70 non è stato mai più ricondotto ad una regolamentazione e l'affollamento dell'etere, almeno nelle grandi città, è rimasto ad un livello tale da non  consentire la ricezione ottimale di tutte le emittenti. Inoltre non sono mai state ricondotte ad un comportamento a norma le emittenti che invadono altre frequenze o che sovramodulano. Il passaggio alla radio digitale può costituire quindi una sorta di sanatoria di questa situazione incancrenita, che si trascina da venti anni e più.

Il principale vantaggio del DAB per gli utenti radio italiani consiste quindi nella possibilità di poter finalmente ascoltare (livello 1) tutte le radio di un'area metropolitana senza interferenze tra esse, senza perdita del segnale cambiando zona, e senza necessità di sintonizzare le stazioni (tutte le stazioni ricevibili sono disponibili sul ricevitore e selezionabili con un menu), tutte cose particolarmente utili nell'ascolto in auto. Inoltre il numero di radio o di trasmissioni può aumentare sensibilmente (fino a 4 volte).

Lo standard DAB può essere usato anche a casa, sostituendo i sintonizzatori FM Hi-Fi (ormai in disuso in Italia, causa scarsa qualità della radiodiffusione) con modalità simili alla ricezione radio via satellite, ma qualità teoricamente superiore grazie alla possibilità di disabilitare la compressione (se tale possibilità sarà effettivamente applicata anche in Italia).

Le funzionalità disponibili a livello 2 (PAD: Program Association Data) e livello 3 (NPAD: No Program Association Data) possono sfruttare invece la possibilità di inviare anche informazioni aggiuntive non di tipo audio (testi o immagini, anche in movimento) sul display del ricevitore, una evoluzione dell'attuale RDS (Radio Data System). Rispetto a questo sistema però le informazioni possono essere molto più ampie. Nel primo caso sono tipicamente nomi delle canzoni e degli interpreti e altre informazioni associate al programma in corso, nel secondo caso informazioni non associate ad esso, quindi tipicamente pubblicità (ahi). Non è chiaro come può essere gestito l'uso in auto di queste informazioni, che evidentemente possono costituire una pericolosa distrazione per chi guida, né quale possibilità di successo possa avere la pubblicità veicolata in questo modo a casa (evidentemente l'ascoltatore può spegnere il display).

Lo standard T-DMB (2008)

INDICE

L'affermazione piuttosto lenta dello standard DAB ha aperto gli spazi per standard alternativi. In particolare il T-DMB (Terrestrial-Digital Multimedia Broadcasting) è stato oggetto di una sperimentazione effettuata dal 1 febbraio 2007 dalla RAI, con il supporto del gestore della rete Rai Way. Si tratta di uno standard di origine coreana, che costituisce uno sviluppo tecnologico del DAB (chiamato anche T-DAB). Dopo ulteriori aggiornamenti funzionali è stato chiamato commercialmente DAB+ ed è lo standard attualmente in uso da parte del consorzio Digital Radio.

Lo standard era stato pensato proprio (come il DAB da cui proviene) per la connessione con terminali mobili (le autoradio), ed è quindi molto adatto anche per ascoltare la radio sul telefonino. Da notare anche che il canale video associato sul telefonino è assai più utile che sull'autoradio. E' quindi un'alternativa, già reale in Corea, allo standard DVB-H, di derivazione dal DVB-T (o DTT), lo standard per la televisione digitale terrestre, sviluppato invece per terminali soprattutto fissi (i televisori). Per il mercato coreano sono stati prodotti e venduti (2009) molti modelli compatibili T-DMB (LG, Samsung e anche Motorola) che adottavano questo standard per una migliore ricezione. La successiva evoluzione della telefonia mobile con l'avvento degli smartphone dopo il successo globale dell'iPhone della Apple, e lo spostamento di tutto quanto non è voce sulla connessione Internet ha in seguito fermato questi sviluppi. Sugli smartphone la radio è una web radio.

 

La consultazione Agcom

INDICE

Per i motivi accennati in precedenza la transizione verso il digitale terrestre nella radiofonia italiana è rimasta sostanzialmente ferma dopo l'avvio del 2004. Un ulteriore elemento di complessità è stata la proposta di standard alternativi, una ulteriore frammentazione che si aggiungeva al fronte delle radio, per i diversi interessi e obiettivi del gestore nazionale (RAI), dei network nazionali (associati in maggior parte per questo obiettivo nel Club DAB Italia) e delle piccole emittenti locali (Aeranti-Corallo).

L'Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) ha quindi deciso a fine 2006 (vedi anche in precedenza) di lanciare una consultazione (delibera 665 del 23/11/2006) rivolta a tutti i soggetti interessati per acquisire elementi utili a individuare lo standard (o gli standard) più adatti al nostro paese e la soluzione migliore per reperire le frequenze necessarie alla sua diffusione.

La consultazione si è chiusa a novembre 2007 con un ampio documento, che include anche un interessante rilevamento della situazione della radio digitale terrestre nei principali europei, e una rassegna degli standard nel frattempo disponibili nel settore, in alternativa o evoluzione del DAB.

I soggetti interessati, che hanno risposto, sono essenzialmente radio e consorzi di radio italiani (in molti casi sia produttori di contenuti sia proprietari della rete di trasmissione) e stranieri (evidentemente interessati al nostro mercato) e produttori di tecnologie.

Le risposte non sono state univoche, e riflettevano i diversi interessi in gioco. In particolare i grandi network nazionali erano contrari a una transizione che coinvolga l'attuale rete FM, che consideravano "stabilizzata" grazie ai loro ingenti investimenti (in realtà è ancora un grande caos). Evidentemente le frequenze faticosamente conquistate e difese sono un asset irrinunciabile. I piccoli sono invece preoccupati dagli investimenti e dalla prospettiva che molte radio sarebbero costrette a chiudere. La RAI è preoccupata da investimenti aggiuntivi a quelli già ingenti che le sono stati imposti dall'autorità politica per il passaggio (peraltro anch'esso assai lento) alla televisione digitale terrestre.
Per quanto riguarda la scelta della tecnologia i grandi (Club DAB Italia) hanno proposto di lasciar scegliere al mercato, e di attuare politiche che spingano i produttori a offrire piattaforme multi standard. Una rinuncia quindi a perseguire una strategia di transizione globale verso il nuovo standard quale quella seguita per la DTT.

Puoi leggere qui Gli esiti della consultazione Agcom.

La web radio e lo smartphone (2013)

INDICE

Una ulteriore evoluzione tecnologica per la diffusione delle trasmissioni radio è arrivata, inaspettatamente (non era uno degli obiettivi del progetto) con il successo mondiale dei nuovi smartphone touch screen, sulla scia dell'iPhone di Apple ricordata in precedenza.

La radio su web esisteva infatti da anni, una tecnologia banale per il web sin dall'avvento dell'ADSL. Costi bassi per la piattaforma di diffusione e quindi un grande numero di stazioni emittenti, ma ascolto limitato e molto frammentato. Un moderno smartphone consente però le stesse prestazioni di un computer casalingo, ma in mobilità, e la enorme diffusione ha generato una forte richiesta di servizi via web, provocando come conseguenza una rincorsa dei gestori di telefonia mobile, che hanno rese disponibili in tempi brevi (e in competizione tra loro) velocità di trasmissione sempre più elevate (3G e dal 2013 e poi 4G, fino a 100Mb in download e 20Mb in upload). Una rivoluzione tecnologica (e sociale) di cui hanno beneficiato anche le web radio (tra cui la versione web delle emittenti esistenti in FM) che hanno trovato un nuovo campo di applicazione estremamente promettente. Lo smartphone si può trasformare infatti in una radio portatile di uso molto facile, utilizzabile per di più anche in auto, essendo dotate praticamente tutte le macchine di recente progettazione di un ingresso ausiliario per l'impianto radio di serie, e anche, quasi sempre, di un ingresso USB spesso integrato con il sintolettore / navigatore di bordo (e in grado di fornire anche l'alimentazione allo smartphone). Ovviamente anche a casa si possono ottenere le medesime funzioni, con una dock station o con un hi-fi già predisposto. Ovviamente per i tablet valgono le medesime considerazioni.

Il risultato è che un ricevitore radio specializzato, in grado di ricevere in FM o DAB, a casa o in mobilità non serve più, si può fare tutto con lo smartphone. Non è il massimo della razionalità dal punto di vista dell'architettura TLC (una sessione per ricevitore, non è broadcast) ma i piani di sviluppo delle reti spingono a sempre maggiore capienza in termini di banda, e questo già ora non è più un problema per la maggior parte della copertura geografica e soprattutto della popolazione.

La radio via TV - DTT o satellite (2013)

INDICE

Una seconda evoluzione tecnologica, la televisione digitale terrestre o via satellite, ha fornito anch'essa una modalità alternativa di ascolto per le trasmissioni radio, in questo caso casalinga. Sui mux della DTT o nella offerta degli operatori via satellite è infatti facilmente inseribile (e sempre inserita) la possibilità di ascolto delle emittenti nazionali e, da qualche anno, anche di molte locali. La selezione avviene con uno strumento familiare al 100% degli italiani (e degli europei), il telecomando dell'apparecchio TV, e un apparecchio TV, almeno in Italia, è presente in ogni stanza dell'abitazione o quasi. Quindi chi vuole ascoltare un programma alla radio mentre è in casa ha già disponibile, del tutto gratuitamente, una soluzione semplice, con ottima ricezione e buona qualità audio.

La qualità in particolare è simile a quella del DAB (192Kbps normalmente) ma per le trasmissioni musicali l'audio originale compresso è spesso a 48KHz e quindi il risultato in termini di ascolto è abbastanza soddisfacente. Per di più, usando un semplice decoder con possibilità di registrazione, i programmi musicali si possono anche registrare e trasferire in digitale per un successivo ascolto "liquido". Che, se rimane, per uso proprio, è perfettamente legale.
 

Una radio, più alternative

INDICE

La situazione italiana alla fine del lungo percorso fatto di vincoli, situazioni anomale mai sanate, tentativi poco convinti e realtà di mercato, riassunto in questa pagina, si sta infine stabilizzando in un ventaglio di soluzioni alternative a disposizione del potenziale cliente, che quindi ha una maggiore possibilità di scelta relativamente al mezzo con cui ascoltare gli stessi contenuti. Il mercato stabilirà, come è avvenuto per i supporti fisici per la distribuzione della musica, quali sistemi si affermeranno e quali diventeranno residuali o spariranno.

  • FM Stereo: il più economico da tutti i punti di vista, con la maggiore offerta di contenuti perché comprende anche le radio locali e minori (che non stanno ancora passando alla Digital Radio anche per problemi economici); ha come svantaggio principale la difficoltà di ricezione nelle aree più affollate;
  • Web radio su smartphone / tablet: nessun problema tecnico ma costo più elevato perché si tratta di trasmissione dati, costi comunque in discesa; sarà favorito dalla prevista moltiplicazione degli hotspot wi-fi;
  • Radio su DTT: costi praticamente nulli, ascolto solo casalingo e meno "naturale" rispetto a quello tradizionale con un apparecchio dedicato; ovviamente non può essere un uso contemporaneo alla visione TV;
  • Digital Radio in casa: consente di godere di tutti i vantaggi della radio digitale terrestre ma richiede l'acquisto di un apparecchio radio nuovo, di costo più elevato dei corrispondenti FM (ma compatibile con FM); la effettiva copertura nella propria abitazione si potrà verificare solo dopo l'acquisto;
  • Digital Radio in auto: la quasi totalità delle auto prodotte sino al 2017 non hanno la possibilità di ricevere in DAB+, in tutti gli altri casi sono necessari dei ricevitori / adattatori aggiuntivi (vedi il sito Digital Radio per i vari modelli e le novità). E' invece fornito di serie dal 2018 sulla maggioranze dei modelli di fascia medio-alta prodotti in Europa.

Dal punto di vista dell'ascolto della musica in alta qualità l'alternativa preferibile continua ad essere l'FM Stereo, che può fornire un ascolto a livello del vinile se non superiore (vedi questo articolo sul nostro blog). Purtroppo in Italia solo Rai Radio 3 per alcuni eventi in diretta continua a trasmettere in formato analogico, e quindi questa superiore qualità è in pratica solo teorica e comunque limitata alla classica. Da aggiungere anche che per godere appieno di questa maggiore qualità è necessario un sintonizzatore FM, reperibile solo sul mercato dell'usato.
 

Approfondimenti, Osservazioni, Commenti


Per inviare osservazioni e commenti sulla radio digitale terrestre è possibile usare come sempre la form per contattare Musica & Memoria.

 

© Alberto Maurizio Truffi - Musica & Memoria Settembre 2008 / Gennaio 2014 / Ottobre 2014 (revisione complessiva alla luce dei progressi della iniziativa Digital Radio) / Giugno 2019 (aggiornamenti DAB+)

CONTATTO

HOME

Creative Commons License
Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons.



IMMAGINI PUBBLICATE-I contenuti di questo sito non a scopo di lucro sono gratuiti, il sito ha lo scopo di diffondere la cultura della musica e le immagini sono complementari ai testi a scopo didattico, di critica e di discussione, come previsto dalla vigente legge italiana 633/41 sulla disciplina del diritto d'autore (art.70 del Capo V - Utilizzazioni libere). Per le immagini inserite non originali non è stata individuata in buona fede una restrizione di copyright. Qualora fossero a nostra insaputa sotto copyright è possibile segnalarlo al webmaster che le rimuoverà prontamente, se richiesto. Per informazioni dettagliate vedi il DISCLAIMER

PUBLISHED IMAGES - The contents of this non-profit site are free, the site has the aim of spreading the culture of music and the images are complementary to the texts for educational, critical and discussion purposes, as required by current Italian law 633/41 on the regulation of copyright (art.70 of Chapter V - Free uses). For non-original images inserted, a copyright restriction has not been identified in good faith. If they are under copyright without our knowledge, it is possible to report it to the webmaster who will promptly remove them, if requested. For detailed information see the DISCLAIMER