Cambia le impostazioni sulla Privacy
Il primo standard proposto e utilizzato anche in alcuni paesi (UK, Germania) per la radio digitale terrestre è stato il DAB: Digital Audio Broadcasting. Con questa tecnologia, uno standard sviluppato e definito a livello europeo, il segnale audio viene codificato in digitale e poi compresso prima di essere trasmesso via etere. Rispetto alla trasmissione analogica in modulazione di frequenza (la modulazione di ampiezza in Italia è stata sostanzialmente abbandonata, con polemiche, anche da Radio RAI per il terzo canale sin dalla metà degli anni 2000, mentre resiste in altri paesi) consente essenzialmente un miglioramento della qualità. Miglioramento non per lo standard in sé stesso (vedi box) ma per la organizzazione attuale dello spazio radio.
Lo spazio radio è il vero problema in Italia perché lo sviluppo abnorme delle radio negli anni '70 non è stato mai più ricondotto ad una regolamentazione e l'affollamento dell'etere, almeno nelle grandi città, è rimasto ad un livello tale da non consentire la ricezione ottimale di tutte le emittenti. Inoltre non sono mai state ricondotte ad un comportamento a norma le emittenti che invadono altre frequenze o che sovramodulano. Il passaggio alla radio digitale può costituire quindi una sorta di sanatoria di questa situazione incancrenita, che si trascina da venti anni e più. Il principale vantaggio del DAB per gli utenti radio italiani consiste quindi nella possibilità di poter finalmente ascoltare (livello 1) tutte le radio di un'area metropolitana senza interferenze tra esse, senza perdita del segnale cambiando zona, e senza necessità di sintonizzare le stazioni (tutte le stazioni ricevibili sono disponibili sul ricevitore e selezionabili con un menu), tutte cose particolarmente utili nell'ascolto in auto. Inoltre il numero di radio o di trasmissioni può aumentare sensibilmente (fino a 4 volte). Lo standard DAB può essere usato anche a casa, sostituendo i sintonizzatori FM Hi-Fi (ormai in disuso in Italia, causa scarsa qualità della radiodiffusione) con modalità simili alla ricezione radio via satellite, ma qualità teoricamente superiore grazie alla possibilità di disabilitare la compressione (se tale possibilità sarà effettivamente applicata anche in Italia). Le funzionalità disponibili a livello 2 (PAD: Program Association Data) e livello 3 (NPAD: No Program Association Data) possono sfruttare invece la possibilità di inviare anche informazioni aggiuntive non di tipo audio (testi o immagini, anche in movimento) sul display del ricevitore, una evoluzione dell'attuale RDS (Radio Data System). Rispetto a questo sistema però le informazioni possono essere molto più ampie. Nel primo caso sono tipicamente nomi delle canzoni e degli interpreti e altre informazioni associate al programma in corso, nel secondo caso informazioni non associate ad esso, quindi tipicamente pubblicità (ahi). Non è chiaro come può essere gestito l'uso in auto di queste informazioni, che evidentemente possono costituire una pericolosa distrazione per chi guida, né quale possibilità di successo possa avere la pubblicità veicolata in questo modo a casa (evidentemente l'ascoltatore può spegnere il display).
L'affermazione
piuttosto lenta dello standard DAB ha
aperto gli spazi per standard alternativi. In particolare il
T-DMB (Terrestrial-Digital
Multimedia Broadcasting) è stato oggetto di una sperimentazione effettuata dal 1 febbraio 2007
dalla RAI, con il
supporto del gestore della rete Rai Way. Si tratta di uno standard di origine coreana, che costituisce uno
sviluppo tecnologico del DAB (chiamato anche T-DAB). Dopo ulteriori
aggiornamenti funzionali è stato chiamato commercialmente
DAB+ ed è lo standard attualmente in uso da
parte del consorzio Digital Radio. Per i motivi accennati in precedenza la transizione
verso il digitale terrestre nella radiofonia italiana è rimasta sostanzialmente
ferma dopo l'avvio del 2004. Un ulteriore elemento di complessità è stata la
proposta di standard alternativi, una ulteriore frammentazione che si aggiungeva
al fronte delle radio, per i diversi interessi e obiettivi del gestore nazionale
(RAI), dei network nazionali (associati in maggior parte per questo obiettivo
nel Club DAB Italia) e delle piccole emittenti locali (Aeranti-Corallo). L'Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) ha
quindi deciso a fine 2006 (vedi anche in precedenza) di lanciare una
consultazione
(delibera 665 del 23/11/2006) rivolta a tutti i soggetti interessati per
acquisire elementi utili a individuare lo standard (o gli standard) più adatti
al nostro paese e la soluzione migliore per reperire le frequenze necessarie
alla sua diffusione. La consultazione si è chiusa a novembre 2007 con un
ampio documento, che include anche un interessante rilevamento della situazione
della radio digitale terrestre nei principali europei, e una rassegna degli
standard nel frattempo disponibili nel settore, in alternativa o evoluzione del
DAB. I soggetti interessati, che hanno risposto, sono
essenzialmente radio e consorzi di radio italiani (in molti casi sia produttori
di contenuti sia proprietari della rete di trasmissione) e stranieri
(evidentemente interessati al nostro mercato) e produttori di tecnologie. Le risposte non sono state univoche, e riflettevano i
diversi interessi in gioco. In particolare i grandi network nazionali erano
contrari a una transizione che coinvolga l'attuale rete FM, che consideravano
"stabilizzata" grazie ai loro ingenti investimenti (in realtà è ancora un grande
caos). Evidentemente le frequenze faticosamente conquistate e difese sono un asset irrinunciabile. I piccoli sono invece preoccupati dagli investimenti e
dalla prospettiva che molte radio sarebbero costrette a chiudere. La RAI è
preoccupata da investimenti aggiuntivi a quelli già ingenti che le sono stati
imposti dall'autorità politica per il passaggio (peraltro anch'esso assai lento)
alla televisione digitale
terrestre. Puoi leggere qui
Gli esiti della
consultazione Agcom.
La web radio e lo smartphone (2013)
Una ulteriore evoluzione tecnologica per la
diffusione delle trasmissioni radio è arrivata, inaspettatamente
(non era uno degli obiettivi del progetto) con il successo mondiale
dei nuovi smartphone touch screen, sulla scia dell'iPhone di Apple
ricordata in precedenza.
La radio su web esisteva infatti da anni, una tecnologia banale per
il web sin dall'avvento dell'ADSL. Costi bassi per la piattaforma di
diffusione e quindi un grande numero di stazioni emittenti, ma
ascolto limitato e molto frammentato. Un moderno smartphone consente
però le stesse prestazioni di un computer casalingo, ma in mobilità,
e la enorme diffusione ha generato una forte richiesta di servizi
via web, provocando come conseguenza una rincorsa dei gestori di
telefonia mobile, che hanno rese disponibili in tempi brevi (e in
competizione tra loro) velocità di trasmissione sempre più elevate
(3G e dal 2013 e poi 4G, fino a 100Mb in download e 20Mb in upload).
Una rivoluzione tecnologica (e sociale) di cui hanno beneficiato
anche le web radio (tra cui la versione web delle emittenti
esistenti in FM) che hanno trovato un nuovo campo di applicazione
estremamente promettente. Lo smartphone si può trasformare infatti
in una radio portatile di uso molto facile, utilizzabile per di più
anche in auto, essendo dotate praticamente tutte le macchine di
recente progettazione di un ingresso ausiliario per l'impianto radio
di serie, e anche, quasi sempre, di un ingresso USB spesso integrato
con il sintolettore / navigatore di bordo (e in grado di fornire
anche l'alimentazione allo smartphone). Ovviamente anche a casa si
possono ottenere le medesime funzioni, con una dock station o con un
hi-fi già predisposto. Ovviamente per i tablet valgono le medesime
considerazioni.
Una seconda evoluzione tecnologica, la televisione
digitale terrestre o via satellite, ha fornito anch'essa una
modalità alternativa di ascolto per le trasmissioni radio, in questo
caso casalinga. Sui mux della DTT o nella offerta degli operatori
via satellite è infatti facilmente inseribile (e sempre inserita) la
possibilità di ascolto delle emittenti nazionali e, da qualche anno,
anche di molte locali. La selezione avviene con uno strumento
familiare al 100% degli italiani (e degli europei), il telecomando
dell'apparecchio TV, e un apparecchio TV, almeno in Italia, è
presente in ogni stanza dell'abitazione o quasi. Quindi chi vuole
ascoltare un programma alla radio mentre è in casa ha già
disponibile, del tutto gratuitamente, una soluzione semplice, con
ottima ricezione e buona qualità audio.
La qualità in particolare è simile a quella del DAB (192Kbps
normalmente) ma per le trasmissioni musicali l'audio originale
compresso è spesso a 48KHz e quindi il risultato in termini di
ascolto è abbastanza soddisfacente. Per di più, usando un semplice
decoder con possibilità di registrazione, i programmi musicali si
possono anche registrare e trasferire in digitale per un successivo
ascolto "liquido". Che, se rimane, per uso proprio, è perfettamente
legale.
La situazione italiana alla fine del lungo percorso fatto di
vincoli, situazioni anomale mai sanate, tentativi poco convinti e
realtà di mercato, riassunto in questa pagina, si sta infine
stabilizzando in un ventaglio di soluzioni alternative a
disposizione del potenziale cliente, che quindi ha una maggiore
possibilità di scelta relativamente al mezzo con cui ascoltare gli
stessi contenuti. Il mercato stabilirà, come è avvenuto per i
supporti fisici per la distribuzione della musica, quali sistemi si
affermeranno e quali diventeranno residuali o spariranno. Dal punto di vista
dell'ascolto della musica in alta qualità l'alternativa preferibile continua ad
essere l'FM Stereo, che può fornire un ascolto a livello del vinile se non
superiore (vedi
questo articolo
sul nostro blog). Purtroppo in Italia
solo Rai Radio 3 per alcuni eventi in diretta continua a trasmettere in
formato analogico, e quindi
questa superiore qualità è in pratica solo teorica e comunque limitata alla classica.
Da aggiungere anche che per godere appieno di questa maggiore qualità è
necessario un sintonizzatore FM, reperibile solo sul mercato dell'usato.
Approfondimenti, Osservazioni, Commenti |
|
|
© Alberto Maurizio Truffi - Musica & Memoria Settembre 2008 / Gennaio 2014 / Ottobre 2014 (revisione complessiva alla luce dei progressi della iniziativa Digital Radio) / Giugno 2019 (aggiornamenti DAB+) |
||
|
IMMAGINI PUBBLICATE-I contenuti di questo sito non a scopo di lucro sono gratuiti, il sito ha lo scopo di diffondere la cultura della musica e le immagini sono complementari ai testi a scopo didattico, di critica e di discussione, come previsto dalla vigente legge italiana 633/41 sulla disciplina del diritto d'autore (art.70 del Capo V - Utilizzazioni libere). Per le immagini inserite non originali non è stata individuata in buona fede una restrizione di copyright. Qualora fossero a nostra insaputa sotto copyright è possibile segnalarlo al webmaster che le rimuoverà prontamente, se richiesto. Per informazioni dettagliate vedi il DISCLAIMER |
PUBLISHED IMAGES - The contents of this non-profit site are free, the site has the aim of spreading the culture of music and the images are complementary to the texts for educational, critical and discussion purposes, as required by current Italian law 633/41 on the regulation of copyright (art.70 of Chapter V - Free uses). For non-original images inserted, a copyright restriction has not been identified in good faith. If they are under copyright without our knowledge, it is possible to report it to the webmaster who will promptly remove them, if requested. For detailed information see the DISCLAIMER |