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Dal 2003 è presente su Musica & Memoria una ampia analisi sulla evoluzione delle varie tecnologie per la musica e affini (radio, CD, televisione, hi-fi) verso il digitale. Riteniamo che sia stata utile, essendo stata letta sinora da migliaia di visitatori senza particolari contestazioni. La tecnologia, soprattutto quella digitale, evolve con il tempo e alcune parti hanno richiesto progressivi aggiornamenti. In questa pagina abbiamo raccolto, a solo scopo di documentazione e di memoria storica, quelle parti che sono diventate in parte obsolete o che sono state riscritte.


 

La tecnologia per la musica: Gli standard audio e video, I supporti per la musica, La musica su Internet, Il digitale terrestre o DTT, L'audio in alta definizione, La radio digitale terrestre, Stereofonia e alta fedeltà

 

Archivio: La radio digitale terrestre in standard DAB (2004) / Tentativo di previsione sul DAB (2007)

 
La radio digitale terrestre in standard DAB (Digital Audio Broadcasting) (2004)
 

In Italia si puntava ad un lancio a tempi brevi (originariamente entro il 2004) di questo nnuovo standard, sotto la spinta dagli stessi network principali del settore radio.

In Italia la situazione è resa complessa (e quindi pressoché bloccata) dall'eterno caos che regna nel settore delle radio e tele-diffusioni, eredità della improvvisa liberalizzazione selvaggia degli anni '70 e della successiva cristallizzazione dell'esistente negli anni '80, a protezione essenzialmente del duopolio televisivo RAI-Mediaset nel frattempo formatosi, e degli enormi interessi economici (e politici) che vi ruotavano e vi ruotano intorno. Ulteriore elemento di complessità è stata la riforma del settore radio-televisivo prevista dalla discussa Legge Gasparri, che ha abrogato e superato la precedente Legge Mammì, ma che è rimasta in gran parte inapplicata (Vedi: La televisione digitale terrestre)

Nel caso specifico del DAB un ulteriore problema è rappresentato dal fatto che la maggior parte dei canali teoricamente dedicati al DAB, e prenotati dal primo consorzio che intende trasmettere nel nuovo standard, EuroDAB, sono occupati da RaiUno (canale 12), e in mancanza di un piano nazionale delle frequenze (Vedi), la Rai tende ovviamente a spostarsi "con calma e per piacere" (lo spostamento è in discussione da oltre 10 anni). 

Questa situazione fa sì che il consorzio EuroDAB (formato da RTL ed altre radio commerciali, associate alla REA - Radio Televisioni Europee Associate), il primo che ha ottenuto la concessione fin da aprile 2001, al momento trasmette con la formula della "sperimentazione", così come fa la RAI. La Gest.I.Tel. , la società di alta frequenza che cura le installazioni degli impianti DAB del consorzio EuroDAB Italia, operante sul blocco 9D sulla frequenza 208.06 Mhz in banda III VHF, sta comunque completando la copertura dell'intero territorio nazionale ed il consorzio EuroDAB al momento vanta il maggior numero di impianti attivi.

Informazioni sullo stato della copertura sono reperibili ai link: http://www.raiway.rai.it  (RAI: Andare a Tecnologia e innovazione > Radio),  http://www.radiodabitalia.com (sito indipendente sul DAB).

 

La posizione della RAI è comunque poco chiara, invece di spingere da subito sul nuovo standard, che consentirebbe un recupero delle quote di ascolto perse negli ultimi anni, e un drive per le nuove tecnologie, sembra impegnata in sperimentazioni di facciata. Viene in mente la triste storia della sperimentazione dell'FM stereo, trascinatasi per dieci anni e più (dagli anno '60) e poi finalmente adottata solo sulla spinta delle radio private, nei tardi anni '70. Qui il motivo, secondo molti osservatori, è da ricondurre agli enormi investimenti sul digitale terrestre, imposti dall'alto per motivi extra-mercato e extra-tecnologici, che non lasciano spazi ad altri salti tecnologici.

Un ipotetico acquirente di un sintonizzatore DAB in Italia nel 2004 avrebbe quindi a disposizione almeno due ensemble (insiemi di programmi, teoricamente di radio diverse) in italiano, ma potrebbe ascoltarli solo in alcune zone d'Italia, per esempio a Milano e dintorni, ma non a Roma, almeno al momento.

La lentissima avanzata del DAB in Italia (2005)

Abbiamo inserito questa sezione sul DAB nel 2003, quindi a ridosso della prevista affermazione dello standard, allineata agli altri paesi europei di riferimento (UK e Germania). Così non è stato e a cinque anni di distanza non esiste un piano realistico di switch over al nuovo standard. Manteniamo come "storia" le schede di aggiornamento preparate nei quattro anni intercorsi dal primo piano.

Aggiornamento luglio 2005. La situazione del DAB è ancora ferma allo stadio di trasmissioni sperimentali. Per il decollo ufficiale del nuovo canale erano e sono tuttora necessari due adempimenti normativi: il regolamento per i soggetti interessati, che secondo la legge per il riordino del sistema radio-televisivo (la cosiddetta Legge Gasparri) spetta all'autorità per le telecomunicazioni, e il bando per l'assegnazione delle frequenze agli operatori, che spetta al Ministero delle Comunicazioni. Il primo adempimento doveva essere completato entro novembre 2004, a marzo 2005 è stato finalmente varato dall'Autorità. Il bando doveva seguire entro 60 giorni (quindi entro maggio 2005) ma ancora non si vede. A seguito della crisi del governo successiva alle elezioni regionali del 2005 peraltro è anche cambiato il ministro (e nel frattempo è anche cambiato il governo - nota 2007). Dal lato RAI, che dovrebbe essere il principale operatore del settore e avere la missione di motore dello sviluppo, continua la politica di disimpegno nel settore. La legge prevedrebbe una copertura del 60% con frequenze radio DAB, obiettivo non raggiunto alla data di questo aggiornamento. Secondo alcune fonti, inoltre, le frequenze originariamente previste per il DAB sarebbero state utilizzate per la DTT (televisione digitale terrestre) verso la quale le spinte politiche sono più pressanti (quelle di mercato non si sa).

Aggiornamento agosto 2004. La situazione in Italia sembra ancora in fase di attesa. Il consorzio EuroDAB sta concentrando gli sforzi sulla copertura. La RAI è rimasta a guardare, ed è impegnata, per input governativo, nella televisione digitale terrestre (DTT), le private, escluse quelle del cartello, non hanno interesse a smuovere una situazione di fatto che le vede in crescita di ascolti e raccolta pubblicitaria ai danni della RAI. Poca offerta di programmi e quindi poca domanda di apparati. I ricevitori digitali casalinghi sono in timido inizio distribuzione, in un settore peraltro di nicchia (nella grande distribuzione di elettronica radio e sintonizzatori singoli sono sostanzialmente inesistenti), si trova qualcosa tra i coordinati, modelli bistandard sviluppati per i mercati esteri, tedesco in particolare.
I ricevitori digitali per auto (il mercato più importante) sono tuttora sostanzialmente assenti presso la grande distribuzione (test effettuati a Roma a luglio 2004) fatta eccezione per modelli alto di gamma provenienti dal mercato tedesco.
Dal lato della domanda, la scarsa comunicazione fa sì che la maggior parte dei potenziali utenti / clienti ignorino la esistenza del nuovo standard e quindi non ne sentano la esigenza.

Aggiornamento Marzo 2004. La situazione nei vari paesi europei, promotori del nuovo standard, è assai difforme. In Gran Bretagna e soprattutto in Germania il mercato sta evolvendo velocemente a favore della radio digitale, a dimostrazione che i vantaggi funzionali e di qualità che offre sono apprezzati. In Gran Bretagna già 200 emittenti trasmettono in DAB (alcune solo nel nuovo standard), in Germania le emittenti sono 150, ma coprono già quasi il 100% del territorio. Già in movimento verso il DAB sono anche le emittenti in Francia, Scandinavia e alcuni paesi dell'Est Europa. 

 

Tentativo di previsione sul DAB (2007)

Quindi siamo in presenza di un salto di standard sostanzialmente inevitabile, ma che sta procedendo con irritante lentezza in Italia.

Lo sblocco della situazione normativa è strettamente intrecciato con altre iniziative di maggior peso economico e con un riordino del piano frequenze nazionale che è sempre stato complesso e lo sta diventando ancora di più in presenza delle nuove esigenze di Internet a banda larga (standard Wi-Max via etere). A tutto ciò si aggiunge la particolare situazione politica italiana, dove uno dei due schieramenti in campo ha fortissimi interessi nel settore televisivo e quindi condiziona (anche quando sta all'opposizione) le leggi di riordino del settore.

Oltre all'aspetto normativo bisogna considerare che gli utenti dovrebbero cambiare i ricevitori (ma i nuovi ricevitori DAB funzionerebbero ancora con l'FM). Questo potrebbe non essere un problema a casa, dove gli apparecchi radio sono tipicamente obsoleti o super-economici, e quindi pronti per un rimpiazzo (a patto che i nuovi siano altrettanto economici), mentre potrebbe essere un problema per l'ascolto in auto (largamente maggioritario, peraltro) settore nel quale gli italiani hanno investito molti soldi nella qualità dei ricevitori e dell'impianto, anche se la parte di diffusione, più costosa (amplificatori, altoparlanti, subwoofer) rimarrebbe invariata.

In sintesi si può prevedere che la diffusione del DAB andrà a questo punto "a rimorchio" del digitale terrestre TV, ed avrà un impatto soprattutto sul settore Car-Audio. Se saranno confermati i piani attuali della DTT sarà quindi collocata temporalmente tra il 2008 e il 2012. Lo switch off delle trasmissioni in FM dovrebbe quindi avvenire dopo il 2012, in base alla disponibilità di frequenze potrebbero rimanere attive emittenti in FM (soprattutto in ambito locale) anche dopo quella data.

Per saperne di più, sul numero 244 di AudioReview è stata pubblicata un'ampia sezione sul DAB, altre notizie sono reperibili ovviamente sul sito dei benemeriti pionieri di EuroDAB. Per saperne di più sulla RAI e sul DAB si può consultare il sito Amici di Radio Tre.

 

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