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Il ritorno al vinile. Mini-guida |
Lo standard "compact disc" è stato messo a punto ad inizio degli
anni '80 e quindi ha superato i 30 anni che,
nel mondo digitale, sono
un'era tecnologica. Basti confrontare le prestazioni dei computer di quel periodo o quelle dei primi telefonini, di 5-10 anni
dopo, con quelli attuali. |
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Nel frattempo il vecchio LP, il disco in vinile, che doveva andare in pensione con l'affermazione del CD, ha continuato ad essere prodotto in settori di nicchia ed è alla fine riemerso, a partire dal 2005-2006, e in modo più deciso a partire dal 2007, come una alternativa possibile, anche se con un mercato molto più ridotto, proprio al CD. |
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Non può essere ovviamente una alternativa in termini di comodità, mobilità e interfacciabilità, ma può esserlo in termini di "appeal" e quindi di motivazione all'acquisto e anche, secondo molti, di qualità del suono. |
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Rimandiamo alla FAQ sulla stereofonia per la eterna diatriba sulla superiorità o meno dell'analogico sul digitale (o viceversa) e alla pagina sui supporti per la distribuzione della musica per approfondimenti sulla tecnica del vinile, e concentriamoci invece sul percorso che si trova ad affrontare chi voglia provare a scoprire o riscoprire il mondo del vinile. Con una premessa. E alcune selezionate suggestioni, per chi voglia approfondire la conoscenza delle macchine da musica. |
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Indice: La presunta fragilità del vinile / Il lettore / Il giradischi esoterico / La testina / Il pre phono / Il braccio / Il montaggio e la messa a punto |
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Semplificazioni: La testina integrata, Il pre phono integrato, L'uscita USB / Il giradischi di papà / Altre domande / Passare al vinile in 10 mosse |
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Prima di prendere in
considerazione l'ipotesi di aggiungere al proprio impianto Hi-Fi un giradischi
per dischi in vinile qualsiasi appassionato dell'era CD si pone probabilmente il
problema della fragilità dell'LP. Il vinile infatti è considerato universalmente
soggetto a rapida usura e delicato, un supporto da trattare con i guanti per
evitare che la delicata superficie si graffi o si rovini, con perdita
irrimediabile del contenuto musicale. |
Il "lettore" per il disco in
vinile, del quale si deve dotare il neofita, è composto in realtà da quattro
parti: il piatto, il braccio, la testina, il preamplificatore phono.
Esistono sistemi di lettura raffinati e costosi dove questi componenti sono
scelti tra prodotti di quattro diverse case specializzate. Gli
appassionati che li scelgono sono anche in grado (o dovrebbero esserlo) di
mettere a punto il sistema e tutte le interfacce, e dovrebbero avere anche la
pazienza di effettuare una manutenzione periodica ed un periodico controllo delle
interfacce e della taratura dei componenti, che sono tutti assimilabili a
sistemi meccanici di precisione. Tutto tempo rubato, ammettiamolo, all'ascolto
della musica. |
Un piatto pesantissimo e un perno realizzato con raffinate tecnologie di meccanica di precisione, una cinghia che lo collega ad un motore di bassa potenza, magari separato, l'alimentatore e raddrizzatore anch'esso separato, un braccio montato sul piatto a parte e prodotto da una casa specializzata (che magari fa solo bracci), magari un braccio a movimento tangenziale, come quello della macchina che incide i master, una testina (come sopra) collegata ad un preamplificatore phono, magari anche questo in due telai, con alimentazione separata, ed ecco che abbiamo un bellissimo, affascinante, giradischi esoterico. Oggetto sicuramente di grande impatto estetico e probabilmente anche bensuonante. Come il formidabile, enorme e costosissimo Clearaudio Master Reference mostrato nella figura superiore, rappresentante di una nutrita schiera di giradischi esoterici ed esagerati. Ma se il
piatto, il motore, l'alimentatore e il braccio sono integrati e montati
assieme in fabbrica da un unico fornitore, attento alla massima qualità, il
risultato sarà comunque abbastanza buono da non consentire di apprezzare una
udibile differenza con il succitato giradischi esoterico da alcun comune
mortale. Anzi, la difficoltà di messa a punto, se composto da componenti
separati, potrebbe penalizzare proprio il giradischi esoterico. |
La testina di lettura di solito è
da acquistare a parte, non è inclusa nel giradischi. Il motivo è che esistono
numerose ditte specializzate solo nella produzione di testine per giradischi, la
maggior parte delle quali tuttora attive. La testina ha una influenza
percepibile sul suono dell'impianto, allo stesso livello delle casse,
e per questi due motivi ogni appassionato tende a riservarsi la scelta della
testina ottimale. Esistono sostanzialmente due tecnologie per la realizzazione
delle testine, a magnete mobile (MM) o a bobina mobile (MC da "moving coil"). Le
prime sono le più diffuse e possono avere anche prezzi piuttosto bassi, le
seconde sono di più complessa realizzazione, maggiore complessità di
installazione, e maggior costo, e si suppone anche che abbiano maggiore qualità.
Ma, come sempre nell'alta fedeltà (regno del soggettivo e dell'opinabile), non
tutti sono d'accordo sulla superiorità assoluta delle MC, anche se le testine
top sono tutte MC (ma parliamo di modelli che si posizionano ben oltre i 1000
€). |
Il segnale in uscita dalla
testina (che è un convertitore meccanico - elettrico, un compito molto complesso
e delicato) è a livello molto basso e non lineare. Serve un particolare
amplificatore specializzato per presentarlo in ingresso all'amplificatore, e
questo componente è appunto il preamplificatore phono. Tutti gli amplificatori
avevano già incluso questo componente fino all'affermazione del
CD, dopo di che è andato progressivamente a sparire. Non è stato del tutto un
male, perché si tratta di un componente delicato, che influenza anch'esso in
modo sensibile il risultato sonoro, e quelli inclusi in amplificatori anche di
fascia elevata raramente avevano una qualità ottimale. |
Anche il braccio di lettura può
essere acquistato a parte, scegliendolo tra i modelli proposti da diverse case
specializzate (nel numero di maggio 2008 di Audio Review ne sono elencate ben 37). Ma qui
andiamo proprio in un territorio praticato solo da alcuni super appassionati di
alta fedeltà, neanche di tutti. La maggior parte si fidano della scelta del
produttore di giradischi, ritenendo che, giustamente, ne sappia più di loro. |
Naturalmente dopo aver scelto ed
acquistato questi 3 o 4 componenti separati, bisogna metterli assieme e
mantenerli efficienti nel tempo con verifiche periodiche. Il primo compito se lo
potrà assumere anche il negozio nel quale sono stati acquistati. Ma il secondo è
una particolarità del sistema giradischi, che richiede una attenta messa a punto
per funzionare a dovere. Per messa a punto si intende l'allineamento della
testina, il controllo del peso di lettura, il posizionamento orizzontale del piatto su una
base stabile, la pulizia periodica dei componenti. Giustamente il sito
specializzato TNT-Audio nota che buona parte della cattiva fama del giradischi
negli anni '70 dipendeva dal fatto che i giradischi non erano correttamente
installati, e quindi suonavano male. ("a causa del fatto che il 90% dei
giradischi analogici fossero mal installati e regolati che la gente comune
riteneva (e ritiene tuttora) che gli LP suonino peggio dei CD e che dopo dieci
ascolti siano da buttar via.") |
Prima semplificazione: la testina integrata |
Seconda semplificazione: il pre phono integrato |
La casa che più si è adoperata
per abbassare il gradino di ingresso al vinile, la austriaca
Pro-Ject, ha pensato di abbattere
anche l'ultimo ostacolo, includendo all'interno del giradischi il
preamplificatore phono. Il risultato è un giradischi che si può connettere a
qualsiasi ingresso dell'amplificatore esattamente come se fosse un lettore CD. |
Terza semplificazione: l'uscita USB |
Presi dall'entusiasmo quelli di
Pro-Ject (seguiti da altri produttori) hanno pensato di inserire nel giradischi
anche un altro componente: un convertitore analogico / digitale. In questo modo
il vecchio giradischi, tecnologia nata negli anni '40 del 20° secolo, si può
connettere direttamente a un computer come se fosse un lettore MP3 qualsiasi.
Affascinante, ma a cosa serve? |
Ma qualcuno avrà sicuramente notato che esistono anche altre alternative, ormai. Infatti basta cercare su Google o Kelkoo per vedere la finestra del browser riempirsi di proposte di giradischi, con caratteristiche apparentemente simili a quelli che abbiamo trattato, anzi tipicamente con qualcosa in più, come il funzionamento semi automatico, il pre phono integrato e la uscita USB (sostanzialmente priva di utilità, come si è visto). Sono di marche sconosciute, spesso, ma anche di marche conosciute, Kenwood, Lenco. E soprattutto costano poco, molto poco, anche meno di 100 Euro. Perché abbiamo perso tempo a parlare di tutte queste altre alternative, allora? Si tratta dei giradischi Made in China, li potete trovare anche nei supermercati dell'elettronica tipo Media World o Unieuro. La tecnica è più o meno sempre la stessa, anche perché il giradischi è una macchina molto semplice come concezione. La qualità è quella tipica dei prodotti fatti assemblare per pochi centesimi di Euro nell'immenso paese asiatico. Quindi bassa, per carenza di precisione (tempi ristretti a scapito della qualità) e per carenza di uniformità (il controllo qualità e gli scarti alzano i costi). Il problema è che il giradischi e il braccio sono sì strutturalmente molto semplici, ma sono sistemi di precisione. Senza precisione la sorprendente e quasi insospettabile capacità di questa tecnologia di ricreare il fenomeno musicale si perde, perché si perdono i dettagli. Suonano, certo, ma la differenza si sente col tempo (anche poco tempo) e affinando le capacità di ascolto. D'altra parte il giradischi è un piacere, il piacere della scoperta di qualcosa di diverso nel mondo della musica. Non è un obbligo, si può usare tranquillamente anche un buon lettore CD, risparmiando questi 100 Euro. Il consiglio quindi è: lasciate perdere, non ha senso. |
Al neofita del vinile potrebbe
sorgere qualche altra domanda, generata anche dall'esperienza di amici o
genitori. Proviamo a rispondere preventivamente.
Sono andato a comprare degli LP e ho scoperto che costano più di un CD! I dischi
su vinile speciale a basso rumore da 180 gr in "edizione audiophile" possono
costare anche il doppio di un CD. D'altra parte, almeno in questo caso, il costo
del materiale si vede e la produzione in serie limitata giustifica in parte il
prezzo. Anche di questo occorre essere coscienti. I dischi normali, come il
recente Accelerate dei R.E.M. hanno costo allineato al CD e sono comunque
realizzati in modo ottimale. |
Ma
una volta i giradischi migliori non erano a trazione diretta? |
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Altre domande? |
Altre domande sul magico mondo del vinile? Scrivi a Musica & Memoria. |
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© Alberto Truffi - Musica & Memoria / Maggio 2008 |
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