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La diffusione della musica: la P2P radio |
Mercora e la PDP Radio (2005) |
Il settore della diffusione della musica potrebbe essere il teatro del recupero alla legalità del peer-to-peer (P2P), un obiettivo tentato nel corso degli anni da molti operatori (incluso lo stesso Napster). La grande forza del P2P è la massa critica, l'enorme numero di brani musicali (o di informazioni di qualsiasi genere) che si ottiene sommando le disponibilità dei singoli utenti. Come mantenere questa grande forza e contemporaneamente rispettare le leggi sui diritti di copia? E' questa la scommessa della P2P Radio, e del principale player in questo nuovo segmento della musica digitale, Mercora (dal latino mercor: acquistare). Anche in questo caso, come in Napster, WinMX e simili, la musica la forniscono gli utenti che sottoscrivono il servizio, ma il download non è possibile, la musica può essere ascoltata solo in linea (streaming, come in radio) oppure registrata per un ascolto successivo, ma con limitazioni di tempo. Qualcosa quindi di abbastanza simile all'idea di base della licenza collettiva volontaria di Creative Commons.
Come può questo sistema essere legale? I creatori del portale hanno acquisito una licenza per la diffusione non interattiva di musica via Internet (webcasting digital audio, una delle modalità previste dall'ultima legislazione in materia di protezione dei diritti, la DMCA - Digital Millennium Copyright Act, promulgata dal presidente Bill Clinton nel 1998, e diventata, per la posizione preminente degli USA, il riferimento legislativo mondiale in materia). Per il pagamento dei diritti hanno siglato un accordo con la organizzazione SoundExchange, un'associazione tra autori e case discografiche che ha lo scopo di raccogliere e distribuire le royalties ai detentori dei diritti (come la nostra SIAE). In base ai brani ascoltati dagli utenti Mercora pagherà quindi i diritti, in modo analogo a quanto fanno le radio, con la unica differenza del sistema di determinazione delle quote.
Per gli utenti base invece il servizio è gratuito, a differenza di quanto previsto da Creative Commons, pur se, in modo analogo a quest'ultima ipotesi di servizio, ciascuno di essi è come se aprisse una radio su Internet (digital webcast) mettendo a disposizione i propri brani per l'ascolto (o la registrazione temporanea), a tutti gli altri utenti registrati sul sistema. Ognuno degli utenti è quindi sia diffusore sia ascoltatore. La funzione di ascolto è abbastanza semplificata per l'ascolto in streaming (non consente nella versione attuale di prenotare brani e creare quindi playlist) ma beneficia di un player integrato che, a detta di Mercora, è in grado di migliorare la resa sonora dei file compressi originali.
In più, c'è la possibilità di registrare (non per tutti i file, è possibile diffondere materiale inibendo questa possibilità per l'ascoltatore). Qui Mercora è un po' ai limiti della legge (almeno quella USA) ed infatti opera sotto la legislazione canadese (dove ha base la società), leggermente meno restrittiva. La copia è in questo caso consentita per uso temporaneo e differito, in base ad una storica sentenza che assolveva i videoregistratori (causa Sony Betamax). La registrazione è quindi effettivamente possibile, ma con restrizioni; il file è copiato temporaneamente sul PC dell'utente, in un formato proprietario (.msr) leggibile solo dal client Mercora e non convertibile in altri formati (almeno, non al momento), e viene reso illeggibile dopo circa 10 giorni, la registrazione e quindi pensata proprio per arricchire le potenzialità dell'uso di Mercora come radio, e non per costruire una propria discoteca digitale. Questo dovrebbe essere sufficiente per rispettare le regole sui diritti di copia. Da notare che è presente anche una comoda funzione di registrazione automatica, attivata la quale il client cattura tutti i brani che sono abilitati alla registrazione. |
Naturalmente la premessa perché tutto sia legale è che siano legali i brani messi a disposizione dagli utenti sulla propria webcast radio. Sarà questo il caso di brani di proprietà dell'utente, ottenuti mediante compressione e/o digitalizzazione (ripping) di propri dischi (e qui si innesta tutta la questione dell'autorizzazione alla copia e della comprova della proprietà) oppure di musica acquistata legalmente in rete (da iTunes o simili). Non sarà questo il caso di brani acquisiti da sistemi P2P come WinMX o da amici. E' evidente che su questo punto Mercora declina e declinerà ogni responsabilità, nel caso che controlli delle case discografiche individuino musica illegale messa a disposizione dal sistema Mercora. La responsabilità legale rimarrebbe all'utente che condivide il materiale. Attenzione quindi, per chi si associa a Mercora, al controllo della provenienza del materiale musicale che si condivide in rete, anche perché il client Mercora, come al solito, parte subito a cercare da solo tutta la musica presente sul PC.
Mercora è completamente sicuro? I sistemi P2P continuano ad essere utilizzati da moltissimi utenti della rete, a loro rischio e pericolo ormai, infatti teoricamente in qualsiasi momento organi investigativi, in modo autonomo o su sollecitazione (querela di parte) di case discografiche o cinematografiche, o detentori di diritti a qualsiasi titolo, potrebbero verificare (via rete o con una perquisizione) la presenza sul loro PC di materiale protetto del quale non detengono i diritti e perseguirli legalmente in base alla vigente "legge Urbani". Al momento (novembre 2005) non si ha notizia di queste forme di repressione in Italia, ma a termini di legge possono avvenire in qualsiasi momento. E' possibile incappare in guai simili usando Mercora? Utilizzando soltanto la funzione di streaming, cioè l'ascolto in linea, sicuramente no. Se il materiale originale, preso da uno dei sottoscrittori di Mercora, non fosse legale, la responsabilità sarebbe di quest'ultimo. Se le modalità di diffusione non fossero quelle ammesse (esistono anche restrizioni nella cadenza di diffusione dei brani) la responsabilità sarebbe di Mercora, il cui software centrale si occupa di effettuare questi controlli. Possibili problemi possono nascere con la funzione di registrazione. Non è possibile infatti verificare la piena legalità del materiale individuato sulla rete Mercora ed acquisito, perché il sistema, come si è visto, è basato sulla fiducia. Essendo i file .msr fisicamente presenti sul PC dell'utente (nella versione attuale rimangono presenti anche dopo la scadenza, pur se disabilitati e non ascoltabili) teoricamente potrebbero essere oggetto di contestazione. Naturalmente l'autorità investigativa dovrebbe appurare prima la illecita provenienza del materiale originale, e quindi si tratterebbe in ogni caso di una verifica assai complessa. Inoltre, il sistema di registrazione è basato sulla legislazione canadese (Mercora ha sede legale in Canada) e questa differisce da quella italiana (non ci risulta sia regolamentata la registrazione differita, si tratta per noi probabilmente di un'"area grigia"). Ulteriore elemento di attenzione che segnaliamo è la funzione di registrazione automatica. Assai comoda, ma lasciando acceso in riproduzione il client su un PC connesso in rete, magari per ore, il materiale registrato che si accumula può essere molto e le verifiche come noto partono preferenzialmente da utenti con grande quantità di materiale musicale o video. |
In sintesi: l'attenzione su Mercora è veramente agli inizi, soprattutto in Italia, l'attenzione maggiore è sulla copia di film, quindi per ora le preoccupazioni di cui sopra sono teoriche. Per una sicurezza completa è però consigliabile disabilitare la registrazione automatica ed eventualmente non ricorrrere alla registrazione in ogni caso.
Da dove arrivano, o dovrebbero arrivare, i soldi per finanziare questo nuovo sistema? In altre parole, qual è il modello di business di Mercora, che nasce peraltro dall'iniziativa di stimati professionisti del settore informatico (in particolare l'ex vicepresidente e co-fondatore di McAfee, Srivats Sampath)? Per ora da pubblicità non invasiva (come gli AD di Google), promozione a pagamento sul sistema di autori meno conosciuti (come fa già Vitaminic), e la vendita del servizio con caratteristiche potenziate a utenti privilegiati (premier subscribers). In prospettiva è però evidente che la vera ricchezza di Mercora sarà rappresentata dal numero degli utenti connessi, esattamente come avviene per l'audience delle TV o delle radio commerciali. Questa massa di utenti potrà essere utilizzata per numerose iniziative, come la vendita dell'audience a partner commerciali (per esempio Amazon o altri sistemi di e-marketing che coprono il settore della musica, come già fanno ad esempio il portale Allmusic o il portale Soundflavor per lo scambio di playlist) o per servizi gestiti dallo stesso portale (come la ventilata vendita di materiale musicale usato, un'alternativa a eBay, che avrebbe il vantaggio di essere indirizzata ad un segmento di pubblico specializzato). Tutti metodi basati quindi su grandi numeri e bassi prezzi, come gli altri che hanno avuto già successo in Internet (eBay, Amazon, iTunes, Vitaminic).
Per potenziare queste potenzialità Mercora punta anche a creare una comunità degli utenti, consentendo e incoraggiando lo scambio di altro materiale che potrebbe essere più facilmente auto-prodotto e che non ha barriere di lingua (le immagini) e prevedendo già nella versione attuale (beta) efficienti sistemi di chat tra gli utenti.
Qual è il limite di Mercora rispetto ai sistemi di download, illegali e legali? Non è utilizzabile per le playlist dei lettori MP3 portatili. Per questo uso è necessaria la copia effettiva sul PC del file, che Mercora esclude assolutamente, altrimenti tutto il sistema perderebbe i crismi della legalità e crollerebbe. Naturalmente utenti smaliziati possono catturare il flusso di bit ed utilizzare Mercora per il download ma, ancora una volta, sarebbe loro la responsabilità ed i gestori del portale escludono preventivamente una loro responsabilità in questo caso.
Mercora quindi indirizza l'ascolto casalingo, su PC, e sembrerebbe fuori dal mercato più promettente, quello dell'ascolto in mobilità. In realtà anche questo è un target della società, attraverso il client IMRadio On The Go (questo è a pagamento: è disponibile solo per i premier susbscribers) per palmari con sistema operativo Windows Mobile 2003 collegabili con Wi-Fi o come telefonini (GSM, GPRS) e solo in USA, previo accordo con alcuni gestori. Non è previsto per ora un client per sistema operativo Symbian (quello usato dagli smart-phone più diffusi in Italia, come i Nokia 9500 o 6600, o i Sony Ericsson P900-P990) e soprattutto è da vedere come sarà gestita la partita sul lato dei gestori, ma è chiaro che potrebbe essere un'alternativa attraente e pratica ai lettori MP3 e anche al sistema iTunes. Grazie all'ampiezza del catalogo la libertà di creazione delle playlist sarebbe dello stesso ordine di grandezza.
La differenza sarebbe confinata alla possibilità di archiviazione, con la P2P Radio la musica che si ascolta rimane "di passaggio", come in qualsiasi sistema di diffusione broadcast, mentre il digital download + lettore MP3 consente di creare nel tempo un archivio consolidato dei propri brani preferiti, consentendone così il possesso, una esigenza sentita, a quanto pare, da molti utenti della musica, e che con la P2P Radio potrebbe essere soddisfatta solo comprando il brano su supporto fisico (o immateriale). Quale dei due approcci prevarrà lo diranno gli anni a venire. E' probabile che coesisteranno, così come avviene ora, ma è possibile che il peso percentuale dell'approccio radio sia superiore.
Da aggiungere che Mercora indirizza anche il segmento in crescita (in USA) della radio via satellite, che fornisce per certi versi funzionalità analoghe (vedi la sezione sulla radio).
Mercora funziona effettivamente o è ancora un esperimento? Pur essendo ancora alla versione beta il sistema funziona in modo eccellente, gli utenti - sottoscrittori sono molti e la musica è disponibile in grande quantità e spazia in tutti i generi, il catalogo non è completo come quello di iTunes (per il nuovo o il consolidato) o ricco di rarità fuori catalogo (come quello dei P2P illegali o semi-legali tipo Kazaa o WinMX), ma è confrontabile. Da aggiungere che praticamente per ogni artista è disponibile anche una scheda informativa (apparentemente presa in molti casi dal portale Allmusic, evidentemente esiste un qualche accordo).
In sintesi usare Mercora come sistema per diffondere musica in sottofondo , garantisce una buona qualità d'ascolto, appare molto pratico e semplice , incomparabilmente superiore alle web radio, e soprattutto è gratuito per l'utente, e quindi è probabile che il sistema abbia successo. Unico rischio può essere rappresentato dalle associazioni dei discografici, che per ora sembrano accettare, anche se con comprensibile e preoccupata attenzione, le forzature della normativa messe in atto da Mercora, ma che potrebbero lanciare una campagna di contrasto in futuro.
(articolo inserito il 29 ottobre 2005, aggiornato il 5 novembre 2005)
© Musica & Memoria - Alberto Truffi |
Revisioni: articolo inserito il 29 ottobre 2005, aggiornato il 5 novembre 2005. |
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