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I primi passi della radio via Internet |
Come funziona la radio via Internet lo
sa qualunque utente di un PC e di Internet Explorer, che propone nella schermata
di default un menu di radio. |
Da questo breve quadro emerge che la base dei potenziali utenti non e' molto vasta. Di conseguenza è anche assai povera la offerta. Anche qui, come nel satellite, molte stazioni sembrano più che altro dei "placeholder", segnaposto in vista di un possibile e niente affatto certo boom del servizio, e risolvono il problema dei costi con i soliti "pizzoni" di brani che si ripetono ciclicamente. La stazione non e' quindi gestita da umani, ma da un computer, con l'attrattiva che può comportare interagire con una macchina. |
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In sintesi sembra un uso potenzialmente interessante in un futuro di banda larghissima ed economicissima, e in presenza di programmi realmente interessanti, e di qualità (di trasmissione e di contenuti musicali) accettabile. |
Al momento non si vedono molti investitori disposti a scommettere su questo mercato, che dovrebbe competere erodendo la raccolta pubblicitaria delle radio, in Italia già marginale (intorno al 4%). Da considerare poi l'aspetto non marginale dei diritti sulla musica trasmessa. Le radio commerciali solitamente non hanno questo problema perché trasmettono quasi esclusivamente materiale promozionale fornito dalle stesse case discografiche. Per il resto si affidano a rimborsi forfetari alla SIAE. E' evidente che tale strada potrà essere perseguibile solo dopo aver raggiunto un discreto bacino di utenza e aver così acquisito introiti pubblicitari. In caso contrario potrà essere usato solo materiale libero: quindi essenzialmente musica classica e jazz anteriore a 50 anni da oggi. |
Diverso il discorso per le radio no-profit, gestite da volontari. Qui il mezzo consente un ritorno alle radio libere anni '70, bassi costi di ingresso e grande libertà nella gestione dei contenuti (escluso quelli musicali, naturalmente). |
Si tratta del fenomeno nascente delle web radio, emittenti super specializzate che sono listate per l'Italia, per esempio, da Yahoo. Viene da chiedersi se avranno un riscontro comparabile alle radio libere degli anni '70 e se saranno rilevanti in ambito musicale come quelle. Sul secondo quesito (la rilevanza in
ambito musicale) la risposta
dovrebbe essere negativa, a parte il materiale non protetto per tutto il resto dovrebbe essere pagato il diritto di trasmissione
alla SIAE, cosa ben difficile per radio senza introiti. |
Ma l'elemento audience e' da approfondire: e' possibile per una radio di questo tipo arrivare ad ascolti comparabili a quelli delle radio libere dei tempi d'oro? Tecnicamente sì, ed anche oltre, perché non ci sono più i limiti in ambito locale, anzi la trasmissione può arrivare in ogni parte del mondo, l'unico limite è la lingua. Ma la frammentazione di Internet e la enorme ampiezza e diversificazione della offerta rendono l'audience effettiva, e anche gli ascolti, inferiore a quella di una radio locale. |
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Cambierà questa situazione, qualcuna
di queste radio internet, profit o non, si affermerà e diventerà nota al di
fuori di un ristretto circolo di habitué o di navigatori casuali? Vale la
stessa considerazione che si può fare per i portali: solo attraverso una feroce
selezione e concentrazione. Ma i tempi della selezione non sono facilmente
prevedibili, perché non obbligata da
alcun vincolo esterno, come potevano essere i costi di gestione insostenibili,
nel caso delle TV o delle radio private degli anni '70 e '80. |
© Alberto Maurizio Truffi - Musica & Memoria 2002 - 2012 |
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