Cambia le impostazioni sulla Privacy
Streaming e 0n-demand: la musica quando serve |
|
I proprietari dei diritti musicali vendono i contenuti non solo tramite supporti fisici o download via Internet, concedendoli agli acquirenti per un tempo illimitato, ma anche per il solo tempo necessario al loro ascolto. Questa modalità, chiamata universalmente streaming, è diventata la prevalente per la fruizione della musica a livello mondiale dal 2017-2018. Concettualmente non è diversa dallo storico juke-box ma beneficia, grazie alla digitalizzazione, di un catalogo vastissimo. |
Storia: Il juke-box / Il video juke-box / I servizi on-demand |
Vedi anche: Dal musicista all'ascoltatore / FAQ sui servizi in streaming / La distribuzione della musica su supporto fisico / Gli standard audio e video / Le major del disco / Il mercato della musica / La musica su YouTube / |
Lo streaming musicale |
Lo streaming è
un servizio che consente l'ascolto o la visione illimitata nel tempo e
nel numero dei contenuti messi a disposizione dal gestore del servizio. Dal punto di vista del pagamento dei diritti sono usati due sistemi, il primo è derivato dal mondo della televisione e consiste nella libera disponibilità di contenuti in chiaro, accessibili in modalità on-demand (la scelta è del cliente / utilizzatore) e ottenendo i ricavi dalla pubblicità. L'esempio principale nonché il modello per questa modalità in ambito Internet è il portale YouTube, che replica nel mondo Internet, per buona parte dei suoi contenuti, i canali specializzati in videoclip attivi dagli anni '80 (MTV e simili). La seconda modalità è l'abbonamento ad un servizio che consente di accedere a contenuti di qualità più elevata e selezionare quello che ci interessa da una vasta libreria, ma pagando quello che abbiamo scelto con una tariffa su base mensile che da' diritto ad un numero illimitato di ascolti, sia di brani diversi, sia dello stesso brano. Entrambe queste modalità richiedono accordi preventivi con le case discografiche per trasferire loro una parte (consistente) dei ricavi e vedono come attori principali a livello mondiale alla data di questo aggiornamento il già citato YouTube per lo streaming in chiaro, Spotify per quello in abbonamento o con registrazione con audio compresso e Qobuz e Tidal per i servizi solo in abbonamento con audio in qualità CD o in alta definizione. Per i servizi
in abbonamento la situazione è variabile da paese a paese in base agli
accordi con le case discografiche. In Italia il primo servizio
disponibile è stato quello offerto da Sony (Music
Unlimited) nel 2011 seguito dal leader del settore
Spotify nel 2013 e a seguire dalla soluzione offerta da Google (Play
Music Unlimited) e anche dalla francese Deezer. La Apple è arrivata
dopo (ha atteso il declino inevitabile di iTunes) con il suo servizio
Apple Music. Seguendo i link si possono leggere
approfondimenti e prove pratiche dei servizi sul nostro blog
Musicaetecnologia.
I servizi streaming
che veicolano contenuti in formato compresso presentano solitamente tre livelli
successivi di compressione, standard (l'unica disponibile free), media e massima. La massima
corrisponde ad una compressione di alta qualità, AAC 256Kbps per Sony e
Apple, MP3 a 320Kbps per Google e Ogg Vorbis 320Kbps per Spotify. Vedi anche: |
Storia - L'ascolto condiviso: il juke-box |
La diffusione della musica sino agli inizi del ventesimo secolo, il secolo della tecnologia, avveniva essenzialmente per mezzo di suonatori in carne ed ossa e quindi, orchestre. Le loro esecuzioni potevano ora essere diffuse in contemporanea o in differita via radio, oppure registrate su supporti fisici di vario tipo e poi riprodotte. La tecnologia consentiva però anche un'altra opzione: sostituire l'orchestra con una macchina, in grado di sonorizzare un locale e consentire l'ascolto condiviso della musica a costi molto più bassi. |
Questa macchina era il ben noto jukebox (o juke-box), diffuso sin dagli anni '40 in parallelo al nuovo formato di disco microsolco singolo, il 45 giri da 7", in grado di contenere una canzone per lato. Il juke-box era un apparecchio elettro-meccanico, che conteneva alcune decine di 45 giri (fino a 200) su un supporto circolare a carosello; un braccio meccanico estraeva il disco selezionato e un sistema a codice consentiva di selezionare e pagare la canzone. Il tutto era inserito in un mobile di discrete dimensioni (almeno 1,5 mt di altezza) che consentiva per ciò stesso una discreta qualità del suono, grazie alla possibilità di poter contenere un altoparlante per i bassi (woofer) di diametro appropriato (25-30 cm), o una coppia di essi, in una cassa armonica sufficientemente capiente. D'altra parte la potenza e la qualità del suono erano una necessità per sonorizzare locali relativamente ampi, tipicamente bar e simili. (A lato: un jukebox Seeburg D160 del 1962) Fino a quando i costi degli apparati di riproduzione casalinga sono rimasti relativamente elevati (per tutti gli anni '60) il jukebox è stato il mezzo preferenziale per ascoltare la musica di moda da parte dei giovani, ed anche un elemento di comunità e di costume. Un canale che rivestiva anche un discreto ritorno economico per le case discografiche e per i gestori, confermato, in Italia, dal successo del Festivalbar (ideato da Vittorio Salvetti, prima edizione nel 1964) che premiava la canzone più "gettonata" nei juke-box di tutta la penisola. Le case discografiche pubblicavano anche dischi specifici per i juke-box, di solito con due interpreti diversi sulle due facce. Con gli anni '70 il costo degli impianti di riproduzione (Hi-Fi o presunti tali) è diminuito e ha consentito a fasce di popolazione sempre più ampie nei paesi industrializzati di sonorizzare anche ambienti casalinghi, e l'ascolto comunitario si è spostato progressivamente in casa (feste e simili), lasciando progressivamente il jukebox al solo uso di intrattenimento per bar, sempre più residuale, e infine al modernariato. Il Festivalbar però è sopravissuto, riciclandosi come evento televisivo, ed è tuttora un appuntamento fisso nella canzone italiana. Nei suoi anni d'oro il jukebox è stato punto di attrazione per i giovani e oggetto di invidia e di scandalo per i benpensanti, simbolo e anticipazione di un'era nuova che doveva arrivare. Una celebrazione di questo ruolo del juke-box si trova nel finale del classico film di John Huston del 1950 Giungla d'asfalto (Asphalt Jungle), un giallo molto cupo con Sterling Hayden, Louis Calhern e Marylin Monroe, nel quale la mente della rapina, il professore tedesco "Doc" Erwin Riedenschneider perde minuti preziosi e si fa catturare, per il solo piacere di pagare a una ragazza incontrata in un bar un "giro" di jukebox e guardarla ballare. |
|
|
Il professore e i ragazzi che ballano davanti al juke-box (vedi la sequenza completa) |
|
|
I video jukebox e i primi videoclip |
In parallelo al jukebox solo musicale sono iniziati sin dagli anni '40 tentativi di applicare lo stesso principio anche alle immagini (con suono). L'apripista è stato il Mills Panoram Soundie, della Mills Novelty Company con tecnologia RCA, diffuso dal 1939 in USA, in migliaia (pare) di night club e bar; il jukebox musicale conteneva otto brevi filmati 16mm in bianco e nero, con selezione sequenziale, trasmessi in retroproiezione, con un complesso sistema di specchi (che imponeva che la pellicola fosse impressa a lati invertiti) su uno schermo di discrete dimensioni (superiore a 20").
I brani erano
in gran parte di jazz dell'epoca, con performance di Louis Armstrong o Billy
Eckstine, Cab Calloway e altri. Pare che il catalogo fosse
arrivato a 3000 filmati, di 3 od 8 minuti, in parte andati perduti e in
parte riutilizzati come contenuti televisivi. Il sonoro era ottico, inciso
sulla pellicola come nel cinema. In generale i filmati erano in playback,
aggiungevano cioè le immagini a brani incisi in precedenza
(A lato, il Panoram Soundie). |
Il successivo tentativo
industriale risale alla fine degli anni '50, in piena era jukebox, ed ha avuto origine in Italia; la
ditta era la Ottico Meccanica Italiana diretta da Paolo Emilio Nistri, che
si associò in seguito per questa iniziativa con l'industriale di Milano Angelo
Bottani. Il nome commerciale del prodotto era Cinebox,
utilizzava, come il Panoram Soundie,
filmati in formato 16mm, ora però a colori, con pista audio magnetica e
quindi di maggiore qualità, applicata sulla stessa pellicola, e schermo
ampio fino a 30". |
Praticamente negli stessi anni
era nato però in Francia un concorrente del Cinebox, lo Scopitone,
con tecnologia molto simile, che tentò anch'esso il lancio sul mercato
americano nel 1964 dove, per una serie di motivi, ebbe maggiore successo
del Cinebox, che pure ebbe le sue fasi positive.
(A lato, un modello
Scopitone) |
|
Per saperne di più: |
Il principio del juke-box è tornato,
ampliato e potenziato, con il sistema di distribuzione dei film on-demand. Il sistema di pagamento è lo stesso, un "gettone"
valido per una visione. Diverso è il mezzo, non più una
libreria forzatamente di dimensioni limitata e "off-line", ma una
libreria unica per tutti gli iscritti al servizio, e Internet o il
satellite come mezzo per scaricare il contenuto selezionato
all'apparecchio TV del cliente. Per la musica il sistema non è mai stato proposto, essendo presenti alternative gratuite o comunque a basso costo come il download digitale legale o non legale e lo streaming con YouTube. Lo includiamo nella rassegna quindi solo per completezza. |
Commenti e approfondimenti |
Per inviare osservazioni, commenti o proposte di approfondimenti su questo tema usare come sempre la form per contattare Musica & Memoria. |
© Musica & Memoria / Alberto Maurizio Truffi Marzo 2013 / Revisioni: Luglio 2014 (Servizi in streaming disponibili in Italia) / Gennaio 2015 (Servizi in streaming in qualità CD) / Giugno 2019 (Aggiornamenti streaming) |
||
|
IMMAGINI PUBBLICATE-I contenuti di questo sito non a scopo di lucro sono gratuiti, il sito ha lo scopo di diffondere la cultura della musica e le immagini sono complementari ai testi a scopo didattico, di critica e di discussione, come previsto dalla vigente legge italiana 633/41 sulla disciplina del diritto d'autore (art.70 del Capo V - Utilizzazioni libere). Per le immagini inserite non originali non è stata individuata in buona fede una restrizione di copyright. Qualora fossero a nostra insaputa sotto copyright è possibile segnalarlo al webmaster che le rimuoverà prontamente, se richiesto. Per informazioni dettagliate vedi il DISCLAIMER |
PUBLISHED IMAGES - The contents of this non-profit site are free, the site has the aim of spreading the culture of music and the images are complementary to the texts for educational, critical and discussion purposes, as required by current Italian law 633/41 on the regulation of copyright (art.70 of Chapter V - Free uses). For non-original images inserted, a copyright restriction has not been identified in good faith. If they are under copyright without our knowledge, it is possible to report it to the webmaster who will promptly remove them, if requested. For detailed information see the DISCLAIMER |