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Da Radio Tele Arno a Radio Blu Prato nel racconto di Gianni Greco |
Uno dei protagonisti della radiofonia italiana sin dal periodo d'oro delle radio libere e poi soprattutto negli anni successivi, Gianni Greco, ha gentilmente messo a disposizione di Musica & Memoria e dei suoi visitatori una testimonianza del suo lungo, intenso e innovativo percorso come direttore artistico e conduttore. |
Gli inizi a Radio Tele Arno |
«Pur essendo stata la musica il mio primo amore (leader de
Gli Dei
e The Wonders
nei primi Anni ’60), fui tirato dentro una radio nel 1977, senza che ne avessi
mai nemmeno immaginata la possibilità. Fino allora ero stato un assiduo
ascoltatore, sia della Rai che di
Radio Montecarlo.
Ascoltavo con ammirazione Robertino Arnaldi,
non immaginando lontanamente che un giorno avrei trasmesso insieme a lui. Erano
appena sbocciate le radio private, una vera rivoluzione dell’etere, e un amico
DJ che lavorava nella nuovissima Radio Tele Arno (R.T.A),
conoscendo la mia versatilità, mi portò quasi a forza davanti al proprietario
dell’emittente con sede in una villa sulle colline di Fiesole. |
La fine della collaborazione Radio Tele Arno e la breve esperienza con altre radio |
«La cosa andò avanti con grande successo nella zona di Firenze
per un anno e mezzo, fin quando i miei attriti col proprietario, fattosi
dispotico, non arrivarono a un punto di rottura. Pur senza avere un altro posto
dove andare decisi di uscire dall’emittente. Per farlo aspettai il mio
compleanno, il 18 marzo del 1979. Ma nel frattempo tutti i componenti
dell’emittente si erano riuniti e avevano deciso all’unanimità di uscire anche
loro se fossi uscito io. Erano 25 persone, tutte appassionatissime di radio, ma
per me ebbero il coraggio di perdere qualcosa di bello che la maggior parte di
loro non avrebbe mai più ritrovato nella vita. (Nella foto a destra Gianni
Greco a R.T.A. nel 1978) |
1982: il passaggio a Radio Blu di Prato come direttore e poi conduttore famoso |
«A quel punto la svolta: fui chiamato a dirigere
Radio Blu di Prato, un’emittente regionale
in cui sarei rimasto per 25 anni. Era il 1982. Nel 1983 già però si prospettava
una crisi: della figura del direttore si può anche fare a meno, di quella del
conduttore no. La radio doveva risparmiare. Non volevo uscire dal giro, e allora
feci il passo: decisi di fare io stesso al microfono quello che fino allora
avevo fatto fare agli altri. Non avrei mai creduto di riuscirci, ma tentai. Mi
inventai un nome d’arte, semplice e facile, ricavato dalle mie iniziali:
“G”. E
mi buttai, subito senza freni.
Nelle fabbriche fermavano i macchinari per ascoltarmi, molti
ridevano da soli in macchina passando per scemi, e in certi negozi dovevano
abbassare il volume per l’imbarazzo provocato dal mio linguaggio. Persino
Susanna Agnelli nella sua rubrica su una rivista consigliò di spegnere la radio
quando trasmettevo io. |
Il ritorno all'amore per la musica |
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«Era proprio nel 1984 che avevo lasciato ufficialmente il mio
primo amore, la musica, quando fui autore della controversa canzoncina per
bambini “L’Elefante Gay” (reinterpretata nel 2005 da Platinette), dopo aver
inciso un mio 45 giri e scritto alcune canzoni in coppia con Gianfranco
Reverberi. Non potevo sostenere entrambi gli impegni, e optai per la radio, che
stava dandomi grandi soddisfazioni. Ho ancora sacchi e sacchi di lettere degli
ascoltatori e, bontà loro, delle ascoltatrici, così come almeno un centinaio di
articoli di stampa usciti su di me. Ero persino l’unico conduttore radiofonico a
essere intervistato dalle radio locali concorrenti, caso raro. Tuttora succede.
Mi chiamano mito… A me suona sempre strano, ma nella vita non si butta via
niente, no? Ogni stagione, non avendo mai dimenticato il mio primo amore, mi
scrivevo una nuova sigla: vere e proprie canzoni che cantavo in diretta
all’inizio di ogni trasmissione. |
Dalla radio al mondo della televisione |
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«Durante il periodo radiofonico ebbi modo di farmi le ossa televisive su Tele Mondo, conducendo nel 2003 la diretta di Spogliala Tu, ogni risposta esatta un indumento che una ragazza si toglieva. Precedentemente ero stato chiamato ospite a Forum su Canale 5 in una puntata il cui tema erano gli scherzi. In seguito mi furono richiesti due servizi per Striscia la Notizia, che ideai e interpretai (in onda nel 2005 e 2006), e nel 2009 fui ospite del Chiambretti Night per ricordare a Povia che 28 anni prima di “Luca era gay” avevo scritto e cantato “Tommi”, canzone con la stessa tematica. In radio, insieme a mille trovate giornaliere, inventai tra l’altro anche il primo reality radiofonico (2004), battendo sul tempo Radio2». |
Si conclude l'esperienza a Radio Blu ma gli ascoltatori non sono d'accordo |
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«Ma anche la lunga e felice esperienza radiofonica, che sembrava
non finire mai, arrivò al suo termine, nel 2007. Radio Blu aveva cambiato
proprietà, e il mio modo troppo libero di trasmettere non rientrava nella nuova
“linea editoriale”. L’avere creato e riempito di ascolti l’emittente non mi fu
riconosciuto, e fui da quel momento oggetto di un duro mobbing, mi fu dimezzato
il tempo da 4 a 2 ore, e un computer mi diceva quando e quanto avrei dovuto
parlare. Io avevo bisogno di spazio, non potevo essere ridotto, come un
conduttore privo di argomenti, a un minuto per esprimermi tra un mare di
pubblicità e musica non scelta da me. E qui tornarono gli Angeli: i miei nuovi
Angeli dell’Etere furono gli ascoltatori, alcuni dei quali si riunirono
spontaneamente in un folto gruppo chiamato Gruppo “G”, che aveva lo scopo di
farmi restare alla radio con le mie solite prerogative, la mia solita libertà.
Ci furono pubbliche manifestazioni, concerti in mio favore, petizioni, siti
internet, invii di corone da morto alla radio, striscioni, magliette, tempeste
di mail, fax e telefonate… Una sollevazione popolare. |
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«Moltissimi mi chiedono di ricominciare, mi scrivono, mi
telefonano, mi fermano per strada, privi di quel “G” che, mi dicono, ha segnato
la loro vita. Ma credo di avere già dato. Oggi? Non ho
abbandonato la parola, dato che al momento di scrivere queste note sta per
uscire la mia tredicesima opera letteraria. Ho un impegno sociale per la mia
città, sono presidente di un’Associazione Culturale, curo l’Archivio Pezzaglia-Greco, che raccoglie le memorie dei miei avi attori di teatro e di
cinema, sono direttore del POM (Pinocchio Official Museum) e mi do parecchio
da fare online. Parole,
musica, idee: potrà mai essere vuota la mia vita? |
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Informazioni in rete su "Il G" |
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«Per i dettagli rimando alla
voce che, bontà di qualcuno, mi è stata dedicata su
Wikipedia. Ci
manca la parte dei complessi, ma dopo la pubblicazione su
M&M probabilmente qualcuno colmerà la lacuna. |
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