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Le canzoni del '77

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Nove anni dopo la rivolta giovanile del '68 l'Italia è stata coinvolta (e anche sconvolta) da una seconda rivolta. Anche se il riferimento all'assai celebrato precedente era dato per scontato, era cambiato quasi tutto:

 1  non era più un movimento mondiale, che ha scosso tutto l'occidente democratico ma anche in parte il blocco sovietico, ma un movimento che riguardava solo l'Italia e in parte la Germania.
 2  l'avversario da abbattere non erano più i partiti conservatori e reazionari al potere, ma il PCI, il Partito Comunista Italiano che, adottando la strategia del "compromesso storico" proposta dal segretario Enrico Berlinguer, sosteneva il governo democristiano e proponeva una politica di "austerity" per uscire dalla crisi economica innescata dalla guerra del Kippur in Medio Oriente. (1)
 3  la "rivoluzione" evocata, ma sino ad allora solo a parole con episodici scontri di piazza, in massima parte simbolici (botte, spranghe e bottiglie molotov) nel frattempo aveva fatto un malaugurato salto di qualità, con la costituzione delle Brigate Rosse a cui si collegava anche se non esplicitamente il nuovo gruppo Autonomia Operaia, sostenuto dalla maggior parte dei giovani (quasi tutti studenti) che scendevano in piazza. Sui muri si potevano leggere slogan come "Le spranghe nel '68, nel '77 le P38", nelle manifestazioni la mano che imitava una pistola sostituiva il pugno chiuso.
 4  il movimento nel '68 era soprattutto di studenti e operai, ora era più di giovani e non solo studenti e gli operai non ne facevano parte (erano i "garantiti") o erano nemici come il PCI (se sindacalizzati)
 5  in contrapposizione con la seriosità che voleva essere "rivoluzionaria" del Movimento Studentesco e degli altri gruppi extraparlamentari del '68 nasceva e aveva anche un certo seguito il movimento degli "indiani metropolitani" che prendevano in giro i rituali del '68. 

E anche nella musica molto era cambiato - Una classificazione

Seguendo questa suddivisione in categorie, possiamo provare ad associare al '77 alcune voci e alcune canzoni:

  • Canzoni di anni prima ma già pronte all'uso: La locomotiva (Francesco Guccini) [1970] / La canzone del maggio (Fabrizio De Andrè) [1973] / Il rosso è diventato giallo (Ivan Della Mea) [1969]
  • Canzoni anticipatrici: Musica ribelle, (Eugenio Finardi)[1976] / Ho visto anche degli zingari felici, (Claudio Lolli)[apr 1976]
  • Canzoni contemporanee / Ma chi ha detto che non c'è (Gianfranco Manfredi) [1976] / Lugano addio (Ivan Graziani) [feb1977] / Il gatto e la volpe (Burattino senza fili) (Edoardo Bennato) [mag 1977] / I giornali di marzo  (Disoccupate le strade dai sogni) Claudio Lolli [set 1977] / Ultimo Mohicano (Gianfranco Manfredi) [ott 1977])/
  • Canzoni che tirano le somme: Modena (Antonello Venditti)[1979] / Bologna '77 (Stefano Rosso)[1978] / Il rock di capitan Uncino (Edoardo Bennato)[1980]

        Vedi anche >> Le foto dell'Università La Sapienza di Roma occupata

 

 Ma chi ha detto che non c'è (Gianfranco Manfredi)
 

Per i giovani che hanno vissuto il '77 questa canzone scritta da Gianfranco Manfredi e musicata da Ricky Gianco è il considerata il tramite ideale per ricordare e rivivere quell'anno di violenza e ribellione ma anche di speranza volendo essere un riassunto delle conquiste, delle illusioni, delle speranze e degli errori degli anni politicizzati, dal 1968 in poi, ricordando, senza giudicare e con grande efficacia, le lotte e i cambiamenti nella società e nella sfera personale tentati, e qualche volta realizzati.

Sta nel fondo dei tuoi occhi
Sulla punta delle labbra
Sta nel corpo risvegliato
Nella fine del peccato
Nella curva dei tuoi fianchi
Nel calore del tuo seno
Nel profondo del tuo ventre
Nell'attendere il mattino
Sta nel sogno realizzato
Nella gioia, nella rabbia
...

Il testo completo con note e commenti si può leggere qui, e scoprire cos'è quel qualcosa che invece forse c'è.

 Lugano addio (Ivan Graziani)
 

Lugano addio, la canzone più nota del cantautore, è stata pubblicata a febbraio del '77 quando il movimento era già esploso con occupazioni delle principali università e conseguente blocco della didattica, il mese dell'assalto a Luciano Lama, segretario della CGIL che cercava un dialogo con gli studenti nell'università di Roma, ma non è ispirata all'attualità.
E' invece, in modo molto più allusivo, un richiamo a quello che sono stati gli anni della scoperta della politica e della voglia di cambiamento dei giovani, narrato con il contrasto del ricordo di un amore e delle consapevolezza acquisita. Forse inconsciamente profetico della nostalgia dell'occasione perduta che sarebbe seguita.

..."Lugano addio" cantavi
Mentre la mano mi tenevi
"Addio" cantavi
E non per falsa ingenuità,
tu ci credevi

E adesso anch'io che sono qua
Marta mia, addio, ti ricordo così
Il tuo sorriso e tuoi capelli
Fermi come il lago ...

Il testo completo con note e commenti si può leggere qui.

Il Gatto e la volpe (Edoardo Bennato) (1977)

 

Le canzoni di Gianfranco Manfredi erano trasmesse in radio da Per voi giovani ed erano quindi abbastanza note, ma sempre per un pubblico di nicchia, la vera colonna sonora del '77 per i giovani che hanno condiviso la rivolta è diventato invece l'album Burattino senza fili, pubblicato da Edoardo Bennato a maggio del 1977. Partendo dai personaggi di Pinocchio, conosciuti perfettamente dai giovani allora, riportava le vicende del libro all'attualità rimarcando la distanza dei giovani dal mondo bugiardo degli adulti, fornendo una chiave interpretativa molto semplice e molto efficace alle motivazioni delle proteste e delle azioni. Bennato inoltre era abbastanza giovane se non come anagrafe (31 anni) ma soprattutto come immagine "contro" ma beffarda e quindi molto adatto come portavoce del disagio giovanile.

Tutti i brani dell'album sono funzionali a questo messaggio, "Quando sarai grande", "E' stata tua la colpa", "Dotti medici e sapienti" in particolare, ma il brano più efficace e ricordato anche per la musica trascinante è Il Gatto e la volpe, che fornisce un esempio lampante della falsità del potere, mentre gli altri brani sono più orientati al rifiuto del modello della società attuale. Concetto altrettanto sentito e comunque ben comprensibile a tutti i giovani e non solo agli studenti del liceo.

Quanta fretta, ma dove corri?
Dove vai?
Se ci ascolti per un momento, capirai
Lui è il gatto ed io la volpe, stiamo in società
Di noi ti puoi fidar

Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai
I migliori, in questo campo, siamo noi
È una ditta specializzata, fa un contratto e vedrai
Che non ti pentirai ...

Alla grande popolarità dell'album ha contribuito anche il tour del cantautore, con concerti con grandissimo afflusso di giovani come a quello gratuito a Roma sulla terrazza del Gianicolo a inizio estate del 1977, con Tony Esposito alle percussioni e Roberto Ciotti alla chitarra solista.

I giornali di marzo (Claudio Lolli) (1977)

 

Mentre Burattino senza fili è diventato un po' per caso un album simbolo del '77 Disoccupate le strade dai sogni è proprio nato con questo scopo. Claudio Lolli, cantautore di scuola bolognese era già molto noto tra i giovani impegnati con i suoi primi album "Aspettando Godot" e "Un uomo in crisi", ma nel 1976 il suo quarto album Ho visto anche degli zingari felici anticipava la protesta che sarebbe scoppiata l'anno dopo, ma che già stava covando dopo la grande delusione del 1976 (1). L'album seguente, dal quale scegliamo come più significativo questo brano molto particolare, era Disoccupate le strade dai sogni, uscito a settembre, che nato e sviluppato nel corso  gli eventi di quell'anno e ne fa anche in questo modo un bilancio.

Si tratta quasi di una "instant song" sul drammatico 11 marzo 1977 a Bologna, dove il movimento del '77 ha contestato un'assemblea nell'università di Comunione e Liberazione (organizzazione della destra clericale). La contestazione è degenerata in scontri molto pesanti nel centro di Bologna con la polizia, alcuni agenti hanno sparato colpi di pistola e anche di fucile contro i manifestanti e uno di loro Francesco Lo Russo, è stato colpito a morte. Per raccontare i fatti salienti della giornata Claudio Lolli ha utilizzato un montaggio dei momenti salienti di quel giorno come riportati dalla stampa. Molto più efficace di una lunga cronistoria per la sensazione di avvicendamento casuale e concitato degli eventi che riesce a trasmettere.
Il testo completo con note si può leggere qui.

I giornali di marzo
I giornali di marzo hanno parlato
I giornali di marzo
I giornali di marzo hanno chiarito
Un bottegaio a guardia della sua bottega
Guardati con rabbia da un capannello di persone
Ha l'orlo del pantalone perforato, grida
M'ha salvato lo scarpone
Alle 13:15 sono partiti alcuni colpi
In un succedersi incalzante
Di fughe assalti e contrassalti

Il giorno successivo a Roma era prevista una manifestazione nazionale dei movimenti del '77 contro la repressione, che diventò inevitabilmente una reazione violenta ai fatti del giorno prima. I primi scontri con la polizia (bottiglie molotov e spranghe contro lacrimogeni) arrivarono nel tentato assalto alla sede della DC a Piazza del Gesù più quella del PCI a via delle Botteghe Oscure (molto vicina), che segnava la definitiva rottura con la sinistra istituzionale. Gli scontri continuarono per tutto il pomeriggio fino a sera a lato di un corteo ormai silenzioso che proseguiva sotto la pioggia e senza slogan sul Lungotevere fino all'altezza di Piazza del Popolo, accompagnato da assalti e saccheggio di un negozio di articoli sportivi e armi, auto con vetri fracassati o bruciate e anche uno scontro a fuoco oltre Tevere tra la polizia e soggetti armati, probabilmente fiancheggiatori delle Brigate rosse ma secondo alcuni componenti dei gruppi più radicali che si erano procurati armi vere, cosa poi confermata negli scontri di Milano del 14 maggio 1977, quando sono stati immortalati in iconiche e celeberrime foto i militanti che sparano contro la polizia.

Nelle foto originali qui sopra Piazza del Popolo deserta (all'epoca era un grande parcheggio) la sera del 12 marzo mentre la manifestazione si scioglieva. Entrando nella piazza alcune auto che bruciavano ed echi di molotov bombe carta e lancio di lacrimogeni, guerriglia urbana nelle stradine del Tridente, in lontananza l'eco degli spari nello scontro a fuoco a Prati.

 

Ultimo Mohicano (Gianfranco Manfredi)

 

Anche Gianfranco Manfredi come Claudio Lolli, ad anno non ancora terminato pubblica a ottobre la sua riflessione sull'anno che doveva cambiare l'Italia e sulle speranze ormai assai ridimensionate nell'album Zombie di tutto il mondo unitevi. Nel frattempo la rivolta aveva raggiunto il suo massimo a maggio con gli scontri armati con la polizia del 14 maggio, le celebri foto di ragazzi armati con pistole da guerra che imbracciano come soldati addestrati, e con la uccisione del brigadiere Antonio Custrà. Il movimento del '77 non è ormai più un movimento collettivo ma di gruppi individualisti che pensano di innescare una improbabile rivoluzione con azioni isolate sempre più estreme. E sarà cosi nel seguito dell'anno e ancor più per quasi tutti gli anni '80.

Ma questo non è stato l'unico lascito del movimento, un po' a sorpresa proprio l'ultimo atto del movimento sarà il Convegno contro la repressione alla fine di settembre (22-24) a Bologna che  seguiva il Festival nazionale del PCI di Modena di inizio mese (3-18 due eventi che segnavano una sorta di riavvicinamento nella diversità delle due anime delle sinistra. L'anima istituzionale ha aperto il festival anche alle voci del movimento a partire da Claudio Lolli e ha accantonato le facili teorie di complotto per una analisi meno autodifensiva della rottura e ha accolto a Bologna con pasti, alloggi, pieno diritto di parola il convegno nella città simbolo del comunismo italiano nonostante sembrasse sul banco degli accusati.

Il convegno ha invece visto la rottura tra l'ala ormai fiancheggiatrice di Autonomia Operaia e la parte del movimento che sognava una rivoluzione nella libertà non militarizzata, E a sorpresa quello che è emerso grazie al grande afflusso di giovani (100.000) il clima gioioso di fraternità e l'apertura alla creatività con eventi teatrali di controcultura, nuove riviste e volantini organizzati nelle strade della città ha segnato l’inizio di un diverso approccio alla critica al sistema basato sulla ironia, lo sberleffo il nonsense, con riviste come Il Male, Cannibale, Re Nudo " e gruppi come gli Skiantos e cantautori come gli stessi Gianfranco Manfredi ed Edoardo Bennato. Nn a caso il convegno si è chiuso con la rappresentazione di Mistero Buffo di Dario Fo

Dopo questa lunga premessa di ricordo del contesto veniamo ad una delle canzoni più popolari di Gianfranco Manfredi che fa parte in pieno del suo lato ironico e beffardo, e che prende di mira proprio l'ala combattente del movimento, imprigionata in una rivoluzione simbolica che dura un giorno e poi si passa al prossimo pretesto per tornare in piazza con un sampietrino in mano.

Ultimo mohicano
Sampietrino in mano
Non c'è più polizia
Ora a chi lo tiro?
Vado a fare un giro
Entro in un caffè ...

Nell'album Manfredi dimostra la sua adesione all'ala ironica con la canzone "Gatte da pelare", rivolta con ironia al femminismo più legato alle regole e prende atto della conclusione del movimento con la canzone "Nella diversità" nella quale allude ad una sorta di pace nelle diversità acquisita come un dato di fatto non superabile, con il quale convivere senza inutile scontro.
Il testo completo della canzone si può leggere qui.

 

L'Università La Sapienza di Roma occupata - Febbraio 1977

 

Verso la fine di gennaio 1077 in alcune facoltà più politicizzate (Lettere e Scienz politiche) era iniziata l'occupazione delle facoltà, poi estesa progressivamente a tutta l'università e già da inizio febbraio la didattica era sospesa e nella grande università c'erano praticamente solo gli studenti. L'occupazione è proseguita in modo più o meno pacifico fino al tentativo di Luciano Lama segretario della CGIL di costruire un dialogo on gli studenti, finito come ricordavano con scontri e la fine dell'occupazione. Nel seguito pubblichiamo senza commenti alcune foto delle vita nella università occupata scattate dei primi giorni del febbraio 1977 e in particolare nella facoltà di Lettere che era un centro organizzativo dell'occupazione.

La scalinata della facoltà di lettere e una installazione in corso di realizzazione sui bordi del piazzale
La celebre aula V di Lettere lasciata a disposizione del movimento

Tra gli slogan scritti sulle pareti della facoltà di Lettere anche sostegno alla lotta armata

Il corridoio e l'ingresso nell'aula 5 / Nel corridoio un puzzle contro il ritorno del fascismo

Creatività a sostegno della lotta nel piazzale e nei vialetti dell'università, una complessa installazione e forse un murales sulla pavimentazione del piazzale

Il frontale del rettorato coperto di scritte e un momento di pausa per gli occupanti / Sventola la bandiera rossa sull'università occupata
 

Note

(1) Nel 1975 nelle seconde elezioni regionali in Italia votavano per la prima volta i diciottenni e questo, accanto alla crisi della DC con continui scandali e la stagnazione economica seguente alla'embargo petrolifero dopo la guerra del Kippur tra Israele e paesi arabi ha portato il PCI a un forte successo su tutto il territorio nazionale. In più, la scelta politica del compromesso storico portava il PCI nell'area di governo, nel senso che rendeva possibile, almeno nelle intenzioni, un ruolo di governo grazie alla "garanzia" offerta da un partito "atlantico" come la DC. L'anno dopo con voto anticipato il PCI aveva quindi la grande occasione, l'obiettivo era risultare il primo partito e in tal modo avere l'incarico di governo, costringendo così, a prezzo di compromessi, la DC riluttante ad aderire al compromesso storico.
Non è andata così, il PCI ha avuto effettivamente un grande aumento dei voti ma la DC non è crollata grazie al voto degli elettori di destra accorsi per evitare il successo del PCI richiamati dal poco gentile ma efficace appello del giornalista Indro Montanelli "Turatevi il naso e votate DC". Berlinguer e la direzione del PCI, sbagliando tatticamente ma condizionati dalla situazione economica e sociale critica e forse da altri vincoli hanno accettato di entrare in area governativa solo consentendo la fiducia con l'astensione. Una formula che consente di ricattare il governo e imporre le proprie politiche, ma solo in una situazione normale, non in una situazione emergenziale dove ogni ricaduta sarebbe stata soprattutto sul suo elettorato. Formula per di più poco comprensibile e destinata quindi ad essere la grande delusione che è stata il primo carburante per la rivolta del '77.

(2) Tutte le foto sono originali di Alberto Maurizio Truffi, sono state scattate tutte a Roma nel 1977: le prime tre alla manifestazione degli studenti medi del 10 febbraio 1977 organizzata dai movimenti giovanili delle sinistra tradizionale, alla quale però si è Aggregata Autonomia Operaia ed è finita in scontri in varie parti della città, le ultime due alla manifestazione dei metalmeccanici del 2 settembre 1977, che voleva essere una risposta alle istanze del movimento del 77 (escluse ovviamente quelle di abbattere lo Stato).Una documentazione fotografica più ampia sulle manifestazioni degli anni '70 si può vedere sul blog Viaggineltempo associato a Musica & Memoria. Cliccando sulle foto si possono vedere nel grande formato orignale
 

© Musica & Memoria  Febbraio 2025 / Note e fotografie Alberto Maurizio Truffi / Testi originali degli autori citati riprodotti per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita

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