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1.Compagno, |
La prima strofa è diretta chiaramente al PCI, il Partito Comunista Italiano che nel 1943 aveva abbandonato la dottrina leninista per la democrazia e il riformismo. Seguendo l'esempio cinese della "rivoluzione culturale" propone una rivolta della base che critica (e scaccia, sull'esempio di Liu Sciao Ci) i dirigenti riformisti e si crea un partito rivoluzionario. |
2. Compagno, |
La seconda strofa evoca il secondo pilastro del leninismo, la democrazia diretta, i soviet ai quali il proletariato partecipa senza filtri ma con la guida di una avanguardia operaia e del partito che la rappresenta, che porta la lotta nelle scuole,fabbriche, campagne e anche nella sfera personale, per arrivare a una lotta di popolo per il potere, ovviamente armata, evocata citando generali, soldati e fucili. |
3. Compagno, |
La terza strofa evoca l'egualitarismo, nessuna differenza tra dirigenti e popolo, non contano conoscenza e competenza, tutti possono dare il loro apporto (ma sempre con la guida del partito. Un altro richiamo alla Cina e al mito di paese egualitario che aveva allora, poi si poi scoperto che era egualitario solo il modo di vestire. |
4. Compagno, |
L'egualitarismo non si ferma però nella fabbrica o nel campo dove
le decisione le può prendere indifferentemente l'ingegnere o
l'operaio, il bracciante o l'agronomo, ma anche la cultura, dove
l'intellettuale, lo scienziato, l'artista deve alternare al suo
magistero anche la zappa e il fucile. Lavori obbligati per gli
intellettuali (esclusi quelli del partito) venivano infatti nella
"rivoluzione culturale" obbligati a periodo di lavoro manuale. |
5. Compagno, |
Questa strofa e la successiva ribadiscono i concetti delle precedenti: una spinta dal basso teoricamente spontanea che costruisce un partito nuovo, non riformista, che dimentica la lotta partigiana e la costituzione per abbracciare la rivoluzione culturale e arrivare a una società di diversi ma sempre uguali, nel senso di mai critici o contrari al sistema. |
6. Compagno, |
Un sistema solo abbozzato in Cina ma poi applicato in modo totale da Pol Pot in Cambogia un decennio dopo arrivando fino alla purificazione del popolo con l'eliminazione di chi non si adattava. Un parallelo che getta una luce sinistra sulla pericolosità ma anche ingenuità di queste aspirazione allora assai diffuse. |
Io chiedo a voi se oggi vedo giusto: |
E così si finisce con una domanda retorica: è giunta l'ora di abbandonare il comunismo ormai istituzionalizzato (PCI ma anche URSS,e scegliere come guida ed esempio da seguire la Cina e il presidente Mao Zedong. |
NOTE |
Il rosso è diventato giallo è la
canzone che da' anche il titolo all'album del 1969 di
Ivan Della Mea ,musicista e cantautore impegnato agli inizi sulla music
folk italiana ma poi nel corso del decennio sempre più impegnato sul
versante politico, con brani come
O cara moglie.
Con questo disco abbandona definitivamente la sinistra tradizionale
e decide di seguire la fascinazione del periodo per la Cina
comunista, impegnata in quegli anni, su impulso di
Mao Zedong e della sua cerchia,
nella
"rivoluzione culturale" che doveva creare un sistema veramente
egualitario, più vicino al comunismo immaginato da Marx di quello
russo, da cui la Cina si distaccava del tutto.
(nel manifesto dell'epoca della rivoluzione
culturale il testo alla base è "Lunga vita al grande
condottiero compagno Mao") |
© Musica & Memoria Febbraio 2025 / Testo originale Ivan Della Mea riprodotto per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Commenti AMT / Copia per usi commerciali non consentita / CONTATTO |