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Il mercato della musica nel 2013 |
Il mercato USA |
Come negli anni precedenti iniziamo da una analisi approfondita dei dati del mercato USA rilevati dalla RIAA e pubblicati nel mese di aprile. Il mercato USA oltre ad essere il principale per volume nel mondo, è molto interessante perché ha sempre anticipato le tendenze del resto del mondo occidentale, ed europeo in particolare. |
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I trend principali 2005 - 2012 |
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Nel seguito riportiamo i dati rielaborati da M&M per evidenziare i principali trend del mercato, per una visione di sintesi su come viene ascoltata la musica nel principale mercato mondiale. |
Mercato digitale versus mercato fisico |
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Il primo grafico mostra semplicemente gli andamenti dei due canali di distribuzione fisico e e digitale a partire dal 2005, primo anno nel quale il digital download e gli altri servizi digitali sono stati rilevati in modo sistematico. |
Global Music Market | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 |
Total Digital value (1) | 1.101,80 | 1.636,80 | 2.386,30 | 2.721,70 | 2.972,60 | 2.965,70 | 3.555,60 | 4.052,70 | 4.361,50 |
Total Physical Value (2) | 10.477,50 | 9.269,70 | 7.495,30 | 5.474,30 | 4.376,10 | 3.518,50 | 3.170,90 | 2.584,30 | 2.444,80 |
Total Market D+P | 11.579,30 | 10.906,50 | 9.881,60 | 8.196,00 | 7.348,70 | 6.484,20 | 6.726,50 | 6.637,00 | 6.806,30 |
L'istogramma mostra chiaramente il calo costante del fatturato per la vendita delle musica su supporti fisici (marrone) e la crescita altrettanto forte della distribuzione digitale (blu), ma non in misura sufficiente da compensare il calo del mercato globale, che nei 7 anni del periodo esaminato si è ridotto al 59% di quanto valeva nel 2005. |
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(1) Mercato digitale: |
(2) Mercato supporti fisici: CD album + single Vinyl album + single Cassette Music Video DVD Video |
Download digitale versus CD |
Nel secondo grafico è confrontato l'andamento del segmento di mercato che più ci interessa, la distribuzione dei contenuti musicali in senso stretto, confrontando il classico supporto su CD con il digital download via Internet. Come si vede l'andamento è in linea con il mercato complessivo. |
Digital vs CD | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 |
CD | 10.520,20 | 9.372,60 | 7.452,30 | 5.471,30 | 4.274,10 | 3.389,40 | 3.100,70 | 2.532,00 |
Digital download | 421,60 | 878,00 | 1.257,20 | 1.711,50 | 2.030,70 | 2.232,10 | 2.593,20 | 2.828,40 |
Totale | 10.941,80 | 10.250,60 | 8.709,50 | 7.182,80 | 6.304,80 | 5.621,50 | 5.693,90 | 5.360,40 |
La decrescita quasi costante delle vendite di CD |
CD | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 |
Valore mercato CD | 10.520,20 | 9.372,60 | 7.452,30 | 5.471,30 | 4.274,10 | 3.389,40 | 3.100,70 | 2.532,00 | 2.123,50 |
Riduzione in valore mercato CD | - 1.147,60 | - 1.920,30 | - 1.981,00 | - 1.197,20 | - 884,70 | - 288,70 | - 568,70 | - 408,50 | |
Variazione % $ | -10,9% | -20,5% | -26,6% | -21,9% | -20,7% | -8,5% | -18,3% | -16,1% |
La riduzione in numero e valore dei CD venduti sul mercato USA prosegue in modo quasi lineare. Dopo un accenno di interruzione del calo tra il 2011 e il 2010 nel 2012 il decremento è ripreso ad un ritmo dell'ordine del 15-20% rispetto all'anno precedente. |
L'affermazione progressiva del download digitale legale |
(1) Parametro: 12 brani / album |
Digital download | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2012 |
Unità (singoli+album) | 170,00 | 625,30 | 868,40 | 1.128,60 | 1.236,80 | 1.283,40 | 1.428,60 | 1.508,90 | 1.446,90 |
Valore $ | 421,60 | 878,00 | 1.257,20 | 1.711,50 | 2.030,70 | 2.232,10 | 2593,2 | 2.828,40 | 2.802,50 |
Costo unitario $ (album)(1) | 2,48 | 1,40 | 1,45 | 1,52 | 1,64 | 1,74 | 1,82 | 1,87 | 1,94 |
Variazione $ | 456,40 | 379,20 | 454,30 | 319,20 | 201,40 | 361,10 | 235,20 | - 25,90 | |
Variazione $ % | 108,3% | 43,2% | 36,1% | 18,7% | 9,9% | 16,2% | 9,1% | -0,9% |
Nella tabella e nel grafico annesso si può osservare la novità dell'anno, dopo una crescita ininterrotta da l 2005 per la prima volta il digital download conosce una diminuzione, a scapito dello streaming ormai in affermazione rapida. |
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Nell'ultimo grafico viene evidenziato il recupero progressivo di una posizione non marginale nel mercato da parte del vinile, abbandonato dall'industria discografica negli anni '80 e sorprendentemente in forte crescita a partire dal 2010. Nel 2013 il peso complessivo delle vendite di LP ed EP su vinile in USA ha superato il 9% del totale CD+vinile, quindi in pratica del totale dei supporti fisici per audio (il SACD ha un dato complessivo di 1 milionr di $, 1/200 quindi). Un risultato notevole considerando anche il numero ridotto di impianti stereo casalinghi che includono un giradischi. Nell'istogramma viene mostrato il contributo crescente del vinile al raggiungimento del 100% per CD+Vinile. |
CD versus Vinyl | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 |
CD Album (Single) | 10.520,20 | 9.372,60 | 7.452,30 | 5.471,30 | 4.274,10 | 3.389,40 | 3.100,70 | 2.535,20 | 2.125,90 |
Vinyl LP/EP | 14,20 | 15,70 | 22,90 | 56,70 | 60,20 | 87,00 | 119,40 | 162,60 | 213,70 |
% Vinyl / Tot. | 0,13% | 0,17% | 0,31% | 1,03% | 1,39% | 2,50% | 3,71% | 6,03% | 9,13% |
Lo streaming |
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Il report presenta ovviamente grafici e approfondimenti sul fenomeno dell'anno, a cominciare dal contributo percentuale al totale della digital music, che passa dal 3% del 2007 al 21% del 2013, grazie anche e soprattutto all'aumento dell'offerta. Da notare che il rapporto RIAA include nei ricavi da streaming tre diversi modelli di business: 1) abbonamenti a pagamento (Rhapsody, iTunes Radio, Google Play Music Unlimited, e altri più ovviamente la versione a pagamento, premium, di Spotify) 2) ricavi da pubblicità per servizi streaming on demand gratuiti (YouTube, Vevo, versione free di Spotify e altri) 3) servizi streaming distribuiti dal gestore SoundExchange con la radio via satellite (SiriusXM in USA) e le piattaforme di Internet radio. L'ultima categoria da noi non esiste, è come una specie di Sky ma per servizi musicali | .
Anche la IFPI, l'organizzazione mondiale dei discografici ed editori musicali guidata (ma come presidente onorario) da Placido Domingo ha pubblicato i dati del 2013, ancora una volta con un focus in evidenza sui contenuti digitali. Si conferma anche a livello globale una affermazione, più o meno rapida da paese a paese, dello streaming, in dipendenza anche della disponibilità concessa dalle case discografiche stesse (p.es iTunes Radio era disponibile solo in USA nel 2013, e anche Pandora non ovunque). Inoltre si evidenzia un raggiungimento della stabilizzazione (ovvero della sospensione almeno per quest'anno della decrescita) anche per l'Europa (sempre vista nel suo assieme) e invece una decrescita per il Giappone. Una sintesi del report piuttosto chiara si può consultare dal sito della IFP a questo link (se il link non fosse più attivo è possibile scaricarlo cliccando sulla immagine della copertina qui a lato). La sintesi è scaricabile gratuitamente dal sito, mentre l'ampio report globale è a pagamento. E anche piuttosto caro considerando i dati molto qualitativi e di sintesi, seppur estesi a molti paesi, che presenta. Sembra più uno strumento di tipo giornalistico che una fonte di ricerca per analisti di mercato. |
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Situazione
non diversa in Italia, il nostro paese sembra si stia allineando ai
trend mondiali, dopo essere stato "dispari" a lungo. Il sito
dell'organizzazione tra i discografici italiani, la
FIMI, presenta il rapporto annuale
affidato anche quest'anno alla nota società di consulenza Deloitte. Stiamo parlando comunque di un mercato ormai di piccole dimensioni, 144,3 milioni secondo il report (considerando anche il sell-in). Facendo un confronto con il mercato USA (anche se sarebbe da verificare ulteriormente il perimetro) siamo a 1/37 mentre la popolazione è a 1/5. Evidentemente buona parte della musica che gli italiani ascoltano arriva loro per altri canali, magari legali come radio o YouTube. Il report è scaricabile dal sito ma include essenzialmente le classifiche di vendite, ricavate da sondaggi in 3500 negozi e punti vendita, oltre che dai dati del download (ma non dello streaming). Da questi dati si vede che nelle prime posizioni per vendite ci sono artisti italiani in grande maggioranza (9 su 10 nella top-10, unici intrusi gli One Direction, al primo posto Mondovisione di Ligabue, a cui si riferisce, ovviamente, l'immagine sopra). Poiché è improbabile che gli ascoltatori italiani siano diventati all'improvviso nazionalisti, e la musica che si ascolta, ad esempio nelle radio in heavy rotation, è in gran parte straniera, è probabile che sia ascoltata tramite YouTube, servizi in streaming o anche tramite i soliti canali non legali. Solo che i ricavi per la pubblicità su YouTube non vanno alle filiali italiani delle case discografiche. |
© Musica & Memoria / Aprile 2014 / Elaborazioni e analisi originali di Musica & Memoria |
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