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Il mercato della musica nel 2009 |
Il mercato USA |
I dati rilevati della associazione tra le case discografiche USA, la RIAA, mostrano
ancora una volta un forte calo, pari al 20,5% in valore, del numero di CD venduti nel
principale mercato mondiale, ed in
parallelo una crescita per il download digitale, non tale però da compensare il
calo del fatturato proveniente dal CD. Scomparsi definitivamente nella voce
"altro" lo sfortunato successore designato del CD (il
SACD o Super Audio CD),
si conferma il ritorno del vinile con una sua quota di mercato, comunque di
nicchia, pari a 3,5 milioni di unità, poco più dell'1% rispetto al CD. |
Aiutandoci con la tabella che presentiamo sotto, commentiamo i principali andamenti di mercato USA, che non solo è il principale del mondo, e che quindi influenza fortemente il mercato complessivo, ma ne anticipa anche di solito le tendenze. |
CD |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
Unità |
705,40 |
619,70 |
511,10 |
368,40 |
292,90 |
Valore $ |
10.520,20 |
9.372,60 |
7.452,30 |
5.471,30 |
4.274,10 |
Costo unitario $ |
14,91 |
15,12 |
14,58 |
14,85 |
14,59 |
Variazione $ |
|
10,9% |
20,5% |
26,6% |
21,9% |
Il calo del CD si mantiene costante e supera in valore il 20% rispetto all'anno precedente. In parallelo si nota che il costo unitario si mantiene invece costante, confermando quindi la strategia delle majors (ma anche delle indie in genere) di rinuncia all'utilizzo della leva prezzo per frenare la caduta del mercato. Precisiamo che il costo riportato nella tabella RIAA (shipment cost) è il costo alla distribuzione, e quindi non è il prezzo finale di vendita al consumatore. Almeno in USA quindi le case discografiche riescono a mantenere un prezzo medio del CD intorno ai 20$, che è da sempre la loro strategia. Nella seconda tabella vediamo quindi se ha avuto successo questa strategia, di puntare quindi al digital download per recuperare fatturato complessivo, mantenendo stabile il prezzo del CD per differenziarlo. Vediamo prima l'evoluzione del mercato della cosiddetta musica liquida. |
Digital download |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
Unità |
170,00 |
625,30 |
868,40 |
1.128,60 |
1.236,80 |
Valore $ |
421,60 |
878,00 |
1.257,20 |
1.711,50 |
2.030,70 |
Costo unitario $ |
2,48 |
1,40 |
1,45 |
1,52 |
1,64 |
Variazione $ |
|
108,3% |
43,2% |
36,1% |
18,7% |
Forte e costante incremento, quasi costante, per di più, di anno in anno, anche se in percentuale sull'anno precedente ovviamente diminuisce. le case discografiche possono dire veramente grazie a Steve Jobs e alla Apple. |
Ma quanto ha contribuito questa crescita a compensare il calo del CD (parliamo sempre di fatturato, di soldi)? Da questa ulteriore tabella sembra che il contributo sia stato decisivo, e addirittura in positivo nell'anno appena passato. |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
|
Valore CD |
10.520,20 |
9.372,60 |
7.452,30 |
5.471,30 |
4.274,10 |
Peso dig. dwnld |
4,0% |
9,4% |
16,9% |
31,3% |
47,5% |
Riduzione in valore mercato CD |
|
1.147,60 |
1.920,30 |
1.981,00 |
1.197,20 |
Contributo dig. dwnld |
|
76,5% |
65,5% |
86,4% |
169,6% |
Come si vede il peso percentuale del digital download legale è aumentato sino ad arrivare quasi alla metà del mercato del CD nel 2009, e il contributo di questo nuovo fatturato a compensare il calo di quello del CD è stato significativo, sempre superiore al 60% e addirittura tale da compensarlo del tutto (ed oltre) l'anno scorso. Se però andiamo a vedere l'andamento nel quinquennio la industria discografica USA è ancora in rosso, nel senso che non ha recuperato i fatturati di 5 anni fa (che peraltro erano anch'essi inferiori a quelli del lustro precedente). Mancano sempre all'appello 4,5 miliardi di dollari persi da questo comparto nei cinque anni. |
2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | |
Totale CD + dd |
10.941,80 | 10.250,60 | 8.709,50 | 7.182,80 | 6.304,80 |
-6,3% | -15,0% | -17,5% | -12,2% |
Si assiste però forse al raggiungimento del break even point, nel senso che, se anche nel 2010 il calo del mercato CD continuerà con la stessa velocità, e la crescita del mercato della musica liquida continuerà anch'essa con lo stesso andamento, i due fenomeni si compenseranno garantendo addirittura una ripresa della crescita del mercato della musica, dopo oltre 10 anni di calo costante. Ancora grazie a iTunes e ai suoi epigoni. Infine una curiosità. Quanta musica si compra in USA su supporto fisico e quanta da Internet? Considerando per semplicità che sia tutta e solo musica pop e ipotizzando un numero medio di 12 brani per album, nei 293 milioni di CD venduti ci sarebbero circa 3,5 miliardi di canzoni. Le canzoni scaricate da Internet dai siti legali di digital download sono state 1,238 miliardi alle quali si aggiungono (calcolate con lo stesso criterio) 916 milioni di brani contenuti negli album scaricati. Fanno in totale oltre 2,1 miliardi di canzoni da Internet, che sono quindi già il 37% del totale di 5,6 miliardi di nuove canzoni acquistate nell'anno. Per un totale di circa 18-19 nuove canzoni all'anno "pro capite". E sicuramente molto di più per tutta la fascia giovanile. Considerando un paio di ascolti per ciascuna, fanno quasi 3 ore di nuova musica all'anno in media per i cittadini USA. |
Gli altri media |
Tra gli altri supporti fisici, tutti in calo o verso la sparizione l'eccezione è rappresentata dal sempiterno LP in vinile, ormai da oltre un anno tornato nei negozi di dischi, inclusa la grande distribuzione. Crescita comunque non impetuosa (+10% in numero di pezzi) e anche ridotta in totale dalla flessione dei vinili singoli, che sarebbero i dischi speciali per i DJ e simili, in pratica l'ultima linea di resistenza che ha consentito al vinile di sopravvivere all'industria che voleva cancellarlo negli ormai lontani anni '90. |
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La associazione
mondiale della industria discografica, la IFPI,
non ha ancora pubblicato un report annuale pubblico (a parte il rapporto a pagamento
riservato alle società specializzate in analisi del settore).
Viene riportato anche con enfasi la forte crescita dei siti che vendono musica digitale (hanno superato i 400) ma a noi il dato interessa poco. Infatti per le barriere poste dalla stessa industria discografica molti di questi siti non sono accessibili per gli acquisti dall'Europa e soprattutto dall'Italia, dove in pratica il canale unico o quasi è iTunes. Si legge anche che la quota digitale nel settore è molto significativa, superata solo dal settore del gaming (32% dal mondo digitale e internet). Molto più bassa nel cinema (5%), nei giornali (4%) e nelle riviste (2%). Per il resto tutto il report (come anche tutto il sito IFPI o quasi) è dedicato alla cosiddetta pirateria, ai danni che fa e alle iniziative in corso da parte della IFPI e delle associazioni nazionali collegate per contrastarla per via legislativa. Sul tema della pirateria via Internet gli interessati possono leggere le considerazioni che abbiamo pubblicato sul blog collegato a M&M. |
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I più venduti del 2009 |
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Non ancora disponibili i rapporti completi sui dischi o brani più venduti. Nel report si può leggere una classifica dei brani più scaricati dai siti di download digitale (sempre di quelli legali si parla, ovviamente) che è tutto un trionfo del pop più commerciale, con Lady Gaga al 1° e 4° posto, Black Eyed Peas (2° e 5°), Beyoncé, Kanye West e persino Britney Spears al 10° posto con comunque 5,5 milioni di brani scaricati (Poker face di Lady Gaga al primo posto è valutato 9,8 milioni di brani scaricati, che fanno la discreta cifra di quasi 10 milioni di dollari con costi quasi zero). Unica oasi di pace e di suoni acustici è un brano del cantautore americano James Mraz, I'm Yours, a un sorprendente terzo posto. Nessuna traccia per fortuna di cantanti pseudo lirici, a confermare che il download digitale è un mercato in mano soprattutto ai giovani. |
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© Musica & Memoria / Maggio 2010 (RIAA) / Elaborazioni e analisi di Musica & Memoria basate sui dati di mercato 2009 diffusi dalle associazioni discografiche citate. |
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