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Storia - I successori del CD |
Sintesi del decennio 2000 |
Nella seconda metà degli anni '90 alcuni produttori di hardware hanno iniziato a pianificare la introduzione di un nuovo formato digitale per la distribuzione della musica che sostituisse il compact disc, avviato ormai ai 20 anni e per il quale si prevedeva l'obsolescenza entro altri 10 anni o poco più. Il nuovo standard doveva avere la possibilità di memorizzare contenuti audio in alta definizione (in parallelo era in corso il tentativo di passare al video in alta definizione sia per l'home cinema sia per la televisione), di distribuire anche materiale registrato in multicanale, oltre che in stereo, garantire il più possibile la compatibilità con il mondo del CD, che aveva avuto una affermazione universale ed era al massimo della sua espansione, e includere una adeguata protezione rispetto alla copia dei contenuti. Quest'ultima esigenza era diventata peraltro più pressante alla fine del decennio con la rapida diffusione e l'abbassamento dei prezzi dei masterizzatori e dei supporti CD vergini e con l'avvento di Napster e del P2P su Internet. I promotori dello standard CD, Philips e Sony, hanno messo a punto a questo scopo lo standard SACD (Super Audio CD), che rispondeva a tutti i requisiti elencati sopra, garantendo anche la completa compatibilità all'indietro con il parco molto esteso di lettori CD esistenti, presenti non solo in casa, ma anche in mobilità e sulle auto. In parallelo un consorzio concorrente, guidato dalla Matsushita, ha messo a punto uno standard alternativo, basato su una personalizzazione del DVD già affermatosi negli stessi anni, e battezzato DVD-Audio, puntando soprattutto sul settore ormai consolidato, almeno in USA, degli impianti multicanale Home Theater. A differenza del SACD non consentiva la compatibilità all'indietro né con i lettori CD né con i lettori DVD esistenti, ma aveva dalla sua alcuni vantaggi in termini di prestazioni e di apertura dello standard. Per una serie di motivi, illustrati nel seguito della pagina, nessuno dei due formati ha raggiunto lo scopo e con il nuovo decennio l'unico formato universale per la distribuzione della musica su supporto fisico è rimasto il CD, pur se con volumi di vendita sensibilmente ridotti. Il DVD-Audio, nonostante il progressivo inserimento della compatibilità in tutti i nuovi lettori DVD e la introduzione, a metà del decennio, di una variante chiamata DualDisc che consentiva anche la compatibilità con i lettori CD, ha visto una uscita di titoli molto ridotta e una accoglienza limitata praticamente agli USA e alcuni paesi europei, per essere poi abbandonato a fine decennio. Il SACD, relativamente più spinto dalle case discografiche, anche perché considerato più sicuro rispetto alle copie, e con una buona offerta di nuovi lettori da parte dei produttori di hardware, ha visto una maggiore affermazione, non arrivando comunque oltre l'1-2% del mercato in USA. Abbandonato sostanzialmente anche se non ufficialmente dalle principali case discografiche (le major) a fine decennio, è però rimasto come formato per la distribuzione di contenuti musicali in alta definizione e in multicanale nel comparto della sola musica classica, grazie all'impulso di alcune etichette indipendenti specializzate. |
Il lancio del SACD, presente sul mercato dal 2002, è stato portato avanti in modo niente affatto convinto dalle case discografiche. Queste avrebbero potuto infatti proporre da subito SACD con doppio supporto (SACD-CD) allo stesso prezzo dei CD, su tutti o sulla maggior parte dei titoli, o almeno sui titoli dedicati al pubblico più attento alla qualità (jazz e musica classica). I dischetti sarebbero stati ascoltabili tranquillamente sugli impianti attuali (lo consente lo standard) ma sicuramente i clienti potevano essere stimolati a passare ad un nuovo impianto SACD, per sfruttare il nuovo supporto ad alta qualità. E contemporaneamente si sarebbe creato un catalogo di titoli considerevole e tale da far decollare lo standard in pochi mesi. D'altra parte così è stato fatto, a suo tempo, per il lancio del CD. Perché non è stata seguita questa semplice strategia promozionale, se non in casi veramente sporadici? Per il costo del nuovo supporto? Come si sa il costo del supporto incide solo per una minima parte sul costo finale di un CD o altro supporto digitale, quindi il costo extra sarebbe stato assorbibile. Sicuramente sono poche le industrie di stampaggio SACD, ma anche questo sarebbe stato un problema superabile se ci fossero state le commesse. Probabilmente il motivo prevalente è che i beneficiari della operazione sarebbero stati solo i fornitori di hardware e gli investimenti solo a carico delle major, che avrebbero avuto un ritorno non sicuro, in termini di incremento alle vendite, in un momento di crisi, peraltro. Ipotesi valida per tutti tranne che per la Sony che opera sia sull'hardware sia sul software ed è co-sponsor del nuovo standard. Forse anche qui le divisioni indipendenti della multinazionale avevano interessi divergenti e non hanno raggiunto un accordo. |
2004: il lancio |
A partire dalla primavera del 2004 si è assistito a qualche tentativo un po' più convinto da parte della industria discografica e ed elettronica nel lancio del SACD, concretizzato in articoli, a volte di pura pubblicità, sulle riviste specializzate e, in qualche caso, anche sulla stampa a grande diffusione. I fatti salienti sono stati due: il
primo SACD che ha raggiunto la top-ten europea ("Sacred
Love" di Sting) a primavera 2004 vendendo 700.000 copie, e la progressiva
disponibilità sul mercato di lettori multi-standard,
in grado di leggere anche i SACD oltre ai DVD e CD, a prezzi progressivamente
calanti (come apripista si sono mossi i marchi Pioneer e Denon, oltre a Sony e
Philips, "padri" del nuovo formato). |
Sul
versante dell'hardware,
la diffusione dei lettori SACD nei punti di vendita in Italia è stata
limitata. Non sono stati spinti, né a volte neanche proposti, dalle
grandi catene di elettronica di consumo, e neanche dai negozi on-line come Kelkoo, dove compaiono come opzioni dei
lettori DVD per cinema in casa. |
Sempre sul lato hardware,
sostanzialmente assente la proposta di elettroniche
multicanale solo audio, cioè di
preamplificatori e finali (o amplificatori integrati) progettati per i SACD
multicanale. Pochissimi i prodotti di fascia alta (p.es. AM Audio, Copland, McCormack,
Electrocompaniet)
considerabili al massimo degli apripista.
Gli appassionati di alta fedeltà e di musica per ascoltare un SACD
multicanale avrebbero dovuto utilizzare un impianto home-theater, ottimizzato
per l'ascolto dell'audio dei film, che ha esigenze soniche diverse (effetti ed
emozioni, piuttosto che fedeltà del suono), ed è dotato di molte funzionalità
del tutto superflue per il semplice ascolto della musica. |
I prezzi? Le ristampe a 20 € (contro i 10-15 delle ristampe su CD), i nuovi a 26 € (contro i 20 ca. dei CD). Quindi è proseguita la politica di proporre a prezzo più alto i SACD per rimarcare che si tratta di un prodotto superiore. |
Il target della industria discografica si è confermato essere quindi un pubblico danaroso ed adulto, appassionato della tecnologia ed interessato a sentire al meglio i suoi musicisti preferiti. Quindi disposto a ricomprare ancora una volta, su un altro supporto, i dischi preferiti della sua giovinezza. Quelli che hanno già comprato "Dark Side Of The Moon" o "Sgt. Pepper" prima in LP, poi in CD, poi in CD ri-masterizzato, poi di nuovo in LP da 180 gr., e ora in SACD, magari in multicanale, per ascoltarli sull'impianto home theater o su un hi-fi nuovo e multicanale. |
Analisi del mercato SACD - 2004 |
Da giugno 2004 sono stati resi disponibili dalla associazione tra le case discografiche USA (RIAA) i dati effettivi di produzione e vendita dei vari supporti nel corso del 2004 nel più importante mercato mondiale, che peraltro è anche particolarmente ricettivo nei confronti delle nuove tecnologie. Nel seguito è riportata una sintesi per un confronto tra i formati. Nella sezione dedicata al mercato è incluso il report completo con le nostre elaborazioni, dalle quali si vede che il consumo di musica registrata è ripreso a salire nell'anno in esame in USA, con una spesa annua per abitante di quasi 40$, per 2,5 "pezzi" acquistati in media. |
Supporto |
Percentuale 2004 (1) |
Variazione 2003-2004 |
CD |
94,17% |
1,9% |
Music Video (DVD, VHS, VCD) |
5% |
51,8% |
LP |
0,16% |
-11,3% |
SACD |
0,14% |
-36,9% |
DVD-Audio |
0,05% |
-19,20% |
(1) In valore di produzione immessa sul mercato |
Dai dati si può concludere senz'altro che il DVD-Audio ha avuto un ruolo marginale, e calante rispetto all'anno precedente. Si conferma anche il forte interesse del pubblico per la musica con contenuti video, settore all'interno del quale il DVD Video ha un ruolo decisamente predominante (92,4% in valore) e che vede un forte tasso di crescita. Per la quota effettiva di mercato SACD l'analisi è più complessa, in quanto i dati della RIAA derivano in parte da indagini di mercato (soprattutto per la quota di vendita al dettaglio) e i dischi SACD ibridi (con layer CD) possono essere stati conteggiati come CD, se commercializzati in canali, e per clienti, interessati solo al CD. |
Quindi qual è stato l'effettivo numero di SACD venduti nel mercato USA nel 2004? I dati parlano di 767 milioni di CD prodotti nell'anno contro 790 mila SACD prodotti e consegnati ai canali di vendita in quanto tali, ovvero indirizzati ai clienti evoluti. Per contro nel 2004 sono stati proposti diversi SACD ibridi allo stesso prezzo del CD (es. Sting - Sacred Love, Diana Krall - The Girl From The Other Room) e il solo disco di Sting ha venduto oltre 700 mila copie nel mondo, quindi presumibilmente più di 100 mila in USA. Da tenere anche conto che il numero totale di titoli pubblicati su SACD era arrivato ad inizio 2005 a 3000 in totale (nel mondo), quindi siamo comunque in presenza di una offerta molto limitata. Inoltre, la imprecisione dovrebbe riguardare in maggiore misura la vendita al dettaglio e non la produzione (i dati dovrebbero provenire in questo caso non da indagini di mercato ma dai dati forniti dalle varie case discografiche associate alla RIAA, in risposta probabilmente a formulari). Dovrebbe essere quindi infrequente il conteggio come CD, da parte dello stesso produttore, dei SACD realizzati e consegnati (se non altro, il ciclo di produzione è diverso). |
In ogni caso i dischi SACD distribuiti, venduti e percepiti come CD (perché di prezzo uguale e destinati a impianti incentrati sul CD) incidono poco o nulla nelle considerazioni svolte in questa sezione sulla affermazione del SACD. Da considerare anche che nel precedente anno 2003, quando l'industria non aveva ancora iniziato a produrre con frequenza significativa SACD ibridi, erano stati venduti 1,3 milioni di SACD, un dato superiore a quello del 2004, ma che comunque posiziona il nuovo supporto ben sotto l'1% del mercato. Da notare infine che i dati di vendita del vecchio LP (comunque in calo rispetto all'anno precedente) si pongono comunque a un livello di vendite superiore ad entrambi i nuovi formati (1,3 milioni di pezzi). Per contro il CD continua a dominare il mercato (94%) ed è stato anzi in recupero nel 2004, dopo diversi anni di calo, non è stato evidentemente percepito come prodotto obsoleto o sul quale non investire più. L'associazione tra i discografici italiani (IFPI) non ha invece rilevato le vendite per i nuovi supporti, possiamo quindi dedurre che sono stati assolutamente marginali. |
I dati 2005 nel mercato USA hanno evidenziato una ulteriore flessione delle vendite di SACD (di ben il 40%), e un recupero del DVD Audio, che ha raggiunto gli stessi dati di vendita del rivale, comunque molto bassi. Complessivamente SACD e DVD Audio sono al di sotto dei risultati di vendita del vecchio LP in vinile, peraltro anch'esso in calo. |
Anche per questi dati non è chiaro se le vendite di SACD ibridi venduti sul canale CD siano scorporate ed incluse nel dato di vendita dei CD. In ogni caso non si è assistito affatto ad una affermazione del formato, ma casomai ad un ulteriore arretramento e marginalizzazione. La quota di mercato del CD è arrivata al 94,2%. Anche se include i Dual Disc (che non saranno stati moltissimi) rimane il supporto fisico per eccellenza, senza insidie da parte dei nuovi formati, progettati per sostituirlo. |
Le proposte di hardware: i lettori SACD |
Dal 2000, con il lancio commerciale del SACD, sono iniziate le proposte di lettori SACD da parte dei principali produttori. In prima fila ovviamente Sony e Philips (con il noto e prestigioso marchio Marantz). I primi lettori proposti erano di fascia alta, solo stereo, dal costo sostenuto (Marantz SA-1, 17.000 € nel 2001, Sony SCD-1, 11.000 €). La successiva fase tecnologica ha visto la proposta di modelli di fascia media, orientati quindi ad una progressiva popolarizzazione del nuovo formato (Sony SCD-XB940, 2000 € nel 2001). La Sharp ha anche proposto un sistema tutto digitale (amplificazione inclusa), il DX-SX1, che sembrava annunciare una nuova tendenza di mercato. Le prove delle riviste specializzate sono state in questa prima fase molto positive, e hanno evidenziato un percepibile miglioramento rispetto al CD, soprattutto nella localizzazione spaziale e nella precisione timbrica agli estremi di banda. Per qualche anno la maggioranza delle case interessate al mercato Hi-End dell'Hi-Fi ha concentrato l'annuncio di nuovi modelli di fascia alta sul formato SACD (lettori che comunque possono leggere anche il CD), rallentando o sospendendo la proposta di lettori CD di fascia alta, teoricamente in fase di obsolescenza. La lentezza nell'affermazione del nuovo standard ha però condotto i produttori in un primo tempo verso la proposta di lettori multi standard, solitamente con audio multicanale, in grado quindi di garantire maggiormente gli acquirenti rispetto alle incerte e imprevedibili evoluzioni future (Luxman DU-10, Denon DVD5900 e modelli inferiori, Yamaha DVD-S2300, Linn Unidisk e altri). Dal 2005 si assiste invece ad un ritorno alla proposta di lettori solo CD di fascia alta (es. Accuphase DP-67, Musical Fidelity A308 CD, Classè Audio CDP-100), altro chiaro segno che il futuro del SACD viene collocato, sia dai produttori, sia dagli appassionati di alta fedeltà, in un orizzonte incerto. Le prove delle riviste hanno cominciato ad evidenziare un recupero del CD sui lettori più aggiornati, e la sostanziale assenza di vantaggi percepibili utilizzando lettori SACD di fascia economica. Nel listino della rivista Audio Review (nel 2006) i lettori SACD sono ancora mischiati con i lettori CD. A giugno 2006 i modelli solo SACD dei produttori più noti sono una ventina, con prezzi dai 500-600 € (i modelli più economici Sony e Marantz) ai 20.000 € ed oltre. I dati di vendita non sono noti, ma a giudicare dalle vendite di software negli USA (ca. 500.000 dischi nel 2005) dovrebbero essere piuttosto ridotti. |
I lettori DVD multiformato |
Mentre i lettori specializzati si
riducevano di numero e salivano verso la fascia alta o altissima del mercato,
negli ultimi anni del decennio è diventata progressivamente una funzione
standard per i lettori DVD di fascia media la possibilità di leggere altri
formati, e in particolare il DVD-Audio (quasi sempre) e il SACD (spesso). La
crescita progressiva di qualità dei componenti di base (codec, flitri digitali e
altri componenti necessari alla conversione A/D realizzati su circuito integrato
da ditte specializzate) garantisce inoltre prestazioni in genere adeguate. Sino
ai modelli di una casa divenuta presto celebre in rete per l'elevato rapporto
qualità / prezzo, la statunitense Oppo,
che hanno stabilito un riferimento per questa fascia di mercato. |
Questo sfortunato tentativo di incrementare la qualità del CD è arrivato al capolinea? Da gennaio 2007 la rivista italiana Audio Review, uno dei pochi sponsor convinti del nuovo standard, ha cancellato la rubrica di recensioni discografiche in formato SACD, per dichiarata scarsità di titoli nuovi e/o significativi. I produttori di componenti alta fedeltà d'altra parte hanno ripreso di buona lena a proporre lettori CD alto di gamma, non si vedono quasi più novità SACD o solo SACD, mentre continua inarrestabile la nascita di nuovi produttori che propongono giradischi analogici per i vecchi LP. Si conferma quindi che il nuovo formato suscita scarso interesse e pochissima attrattiva negli appassionati di Hi-Fi (diciamo che non è "sexy") mentre dall'altro lato rimane del tutto ignoto alla clientela di massa. Che casomai avrebbe iniziato ad interessarsi al nuovo standard se fosse stato adottato dagli "opinion leader", che però hanno preferito il giradischi analogico, vintage. I dati di vendita per il 2006 in USA hanno confermato questa tendenza, con un ulteriore calo di tutti i supporti alternativi e la sparizione del SACD dal rilevamento delle preferenze dei consumatori di musica, e la tendenza è stata confermata anche negli anni successivi nei quali il dato scorporato per questo supporto è alla fine sparito in quanto evidentemente di rilievo ormai trascurabile. Il nuovo interesse per la musica liquida" in alta definizione che si è affacciato anche nel mondo audiophile (vedi ad esempio la rivista online Computer Audiophile) assieme alla disponibilità estesa di lettori multiformato, hanno però costituito una base evidentemente sufficiente a garantire al SACD un mercato di nicchia, e quindi un flusso di nuove uscite. E' stato infatti adottato da alcune etichette specializzate nel settore della musica classica, di frequente in associazione con contenuti in audio multicanale, che sempre più spesso hanno abbandonato la configurazione standard 5+1 per passare alla 5.0, priva quindi del canale per subwoofer, con un chiaro orientamento verso impianti di elevata qualità, per i quali non è solitamente necessario un subwoofer. Il SACD ha quindi trovato un mercato di nicchia, molto ridotto, tra appassionati di classica esigenti ma non troppo legati al mito del vinile e dell'audio stereo, un settore che peraltro guarda ormai con grande interesse la musica liquida. Nella musica moderna invece è proseguito il prevalente disinteresse verso l'ascolto in alta qualità, testimoniato anche dalle scelte di registrazione per la gran parte delle nuove uscite, che privilegiano la compressione della dinamica per consentire la fruizione anche con impianti di bassa qualità. Il contrario dell'alta definizione, probabile conseguenza di anni e anni di P2P e di suoni compressi. Una analisi sulla offerta nel formato SACD a fine 2010 si può leggere sul blog di M&M. |
Il tentativo DVD-Audio |
Le case discografiche hanno accolto il
DVD Audio con ancora maggiore diffidenza del SACD. Oltre al poco interesse per
il lancio di un nuovo standard in una situazione di competizione (tra l'altro
avrebbe comportato la necessità di uscire su 2 o 3 formati per ogni titolo)
c'era anche la preoccupazione per la vicinanza con il mondo PC, con i suoi
masterizzatori DVD, software per copia anche in presenza di protezioni varie e
tutto il resto (sicura premessa di una buona presenza di copie non
autorizzate). |
I produttori più forti (che operano
anche come OEM per i produttori di nicchia del mondo hi-end) hanno puntato
maggiormente sul SACD. Gli altri hanno seguito una strada diversa, anzi opposta.
Invece di proporre modelli di fascia alta hanno incluso la funzione di lettura
DVD Audio su modelli consumer, lettori multi-standard pensati primariamente per
il mercato Home Theater. |
Per i motivi sopra esposti il lancio
del DVD Audio, incentrato soprattutto su demo in fiere e mostre specializzate, è
stato assai poco seguito dagli appassionati. Parziale eccezione il mercato USA,
dove il nuovo standard, e i pochi titoli proposti, hanno potuto beneficiare del
già molto ampio parco installato di impianti HT. Un certo numero di
appassionati ha comprato quindi uscite in DVD Audio, essenzialmente multicanale,
con l'obiettivo di sfruttare l'impianto già esistente anche per la musica,
ascoltabile così in modo più emozionante e più coinvolgente. |
Nel corso del 2004 il DVD-Audio ha dato segnali di risveglio. Sembrava ormai avviato all'oblio e alla fine riservata a tanti altri tentativi di standard rimasti allo stadio sperimentale, quando il Forum DVD ha approvato (maggio 2004) una variante dello standard: il supporto DualDisc, che consentiva di porre rimedio al principale handicap del DVD-Audio rispetto al concorrente SACD, vale a dire la incompatibilità con il CD. Il DualDisc è semplicemente un dischetto a doppia faccia, da un lato DVD-Audio e/o DVD Video, e dall'altro CD. Può quindi essere anche ascoltato in macchina o sui lettori portatili o su impianti CD nella seconda casa o a casa di amici. Tecnicamente non tutti i problemi appaiono risolti (incompatibilità per ragioni "meccaniche" - è più spesso - con alcuni lettori, in particolare con quelli con inserimento a fessura) ma ad inizio 2005 il catalogo di Dual Disc su Amazon appariva già piuttosto ampio. Il menu dei formati disponibili su un Dual Disc può variare da titolo a titolo, ma tipicamente può essere: |
Lato CD |
Intero disco in formato standard CD |
Lettori CD fissi e mobili e car-audio |
Lato DVD
|
Intero disco in formato multicanale Dolby Surround o DTS compresso |
Lettori DVD standard (non DVD Audio) |
Intero disco in formato multicanale DVD Audio compresso MLP (High Definition) |
Lettori DVD multi-standard compatibili DVD Audio |
|
Formato stereo alta qualità non compresso |
||
Videoclip in formato DVD Video dei brani più significativi (in aggiunta ai contenuti audio) |
Lettori DVD qualsiasi |
Nonostante l'assenza di particolari vantaggi sul SACD, il nuovo DVD-Audio DualDisc ha avuto all'inizio una accoglienza migliore, ha suscitato più interesse nel mercato. Ha beneficiato infatti della popolarità del supporto DVD (che infatti significa Digital Versatile Disc) del quale è identificato come una derivazione. A differenza del SACD è stato percepito quindi come uno standard affermato, a basso rischio di obsolescenza degli apparati (o peggio, dei supporti). Inoltre è stato percepito come uno standard aperto, leggibile ed elaborabile su PC, addirittura con gli ultimi prodotti software di editing (come Wavelab 5) è possibile produrre propri DVD-Audio, riconducendo il nuovo standard a quei livelli di confidenza che gli utenti avevano raggiunto con il CD. Nulla di tutto questo con il SACD, che è un oggetto totalmente chiuso, e come tale fatalmente diretto ad un mercato più ristretto. Nel corso degli anni successivi l'uscita di nuovi titoli è proseguita, anche se certo non in modo massiccio. Nella maggior parte dei casi, però, la facciata DVD è stata usata per contenuti video, piuttosto che per audio multicanale e soprattutto per audio in alta risoluzione. |
Con la fine del decennio è cessata la produzione di nuovi DVD-Audio e poi anche di DualDisc, sia da parte delle major sia da parte delle etichette indipendenti. Per contro diverse case discografiche audiophile hanno iniziato ad esplorare le possibilità del formato DVD in quanto tale. La sola parte audio consente già infatti, utilizzando il formato PCM, di distribuire musica in alta definizione sino al notevole livello 24 bit / 192 KHz. Sia mediante distribuzione "liquida" (download via Internet) sia mediante formati che non sono altro che varianti del DVD, ma leggibili da qualsiasi lettore di questo supporto (chiamato DAD, HDAD, HDAD+ o "DVD universale") alcune case (Chesky, Classical Records) stanno tentando per questa via di creare un nuovo mercato per la musica in alta definizione. Lo standard però continua a vivere come formato di output per la "solidificazione" della musica liquida acquisita in rete, come alternativa più comoda (nel caso di impianti A/V) al sopra citato DVD universale, essendo supportato dai più diffusi prodotti software disponibili per questo scopo. La possibilità di leggere i DVD-Audio rimane peraltro presente anche nei più recenti lettori Blu-Ray, assieme (ma non sempre) alla lettura dei SACD. Una analisi periodicamente aggiornata della situazione e delle proposte in alta definizione si può leggere sul blog associato a M&M. |
Nel corso del decennio abbiamo seguito l'andamento del mercato, con una particolare attenzione al mercato USA che solitamente anticipa quello dell'Europa, per verificare se si scorgevano segnali dell'annunciato switch-over dal CD, dato per scontato dai numerosi sostenitori del SACD. |
I dati
di vendita 2005 (mercato USA) hanno effettivamente confermato un
parziale recupero del formato DVD-Audio, rimasto comunque al di sotto dell'1% del
mercato (è passato da 0,3% a 0,5%). I formati DVD Audio e SACD sono rimasti in fondo alla classifica, 0,1%
il DVD Audio (come nel 2005, sul semestre) e 0,1% anche il SACD (in forte e
ulteriore calo dal 2005, era allo 0,3%). |
I dati di vendita 2006 (mercato USA) hanno confermato la presenza sul mercato americano dello standard DVD-Audio. Il dato è incrementato dalle vendite dei Dual Disc, che la RIAA ha continuato a non rilevare separatamente e ad includere nelle vendite totali dei CD. I dati del SACD non sono stati riportati evidenziando una presenza minore a quella del DVDA sull'anno. I dati di vendita del DVD-Audio erano comunque ancora ridotti (1,3% del mercato, in valore, incluso presumibilmente il Dual Disc), e non consentivano ancora di fare previsioni sul futuro dello standard, anche perché la discreta performance sul mercato USA non trova alcun riscontro in Europa o in Giappone (in Italia poi è pressoché sconosciuto). |
Nei due anni successivi si è assistito
ad una conferma della riduzione del mercato del DVD-Audio e del SACD e
dell'eventuale posizionamento, nella migliore delle ipotesi, come prodotto di
nicchia, con presenza prevalente negli US, e al rapido scemare dell'iniziale
interesse nel Dual Disc. |
Situazione al 2010 |
Dal punto di vista delle case discografiche, anche di quelle indipendenti e specializzate che continuano a produrre SACD, il DVD-Audio è ormai uno standard abbandonato. Il suo stretto parente DVD universale continua invece ad essere proposto da alcune etichette audiophile. Il formato DualDisc invece continua ad esistere con un flusso di uscite non elevato, ma ancora presente. Si è però progressivamente allontanato dall'alta definizione e dal formato DVD-Audio, con il quale ha ormai poco a che fare, e propone essenzialmente contenuti video in aggiunta ad un normale CD. |
Nulla di nuovo, un tipo di fruizione che esisteva già ai tempi del VHS e ancora prima, con il LaserDisc. Si tratta semplicemente della ripresa di concerti (in genere dal vivo, cioè con il pubblico, ma non sempre) in audio e video. La tecnologia DVD consente però di associare alle riprese video (che possono essere di alta qualità) audio stereo o multicanale. Il tutto ad un prezzo, negli anni di maggior diffusione, di poco superiore a quello di un CD nuovo, ma consentendo anche di vedere il concerto. In un'era nella quale si assiste al progressivo spostamento dell'interesse, nell'entertainment, verso le immagini (radio > TV, SMS > MMS, ecc.) si tratta di un plus del quale gli utenti riconoscono il valore senza problemi. Poteva essere considerato quindi anche questo come un possibile successore del CD. Il DVD-Video è un mezzo di distribuzione che si sposa particolarmente bene con la musica classica: l'ascolto avviene di solito con attenzione (non in sottofondo o in mobilità), la visione dell'orchestra che suona arricchisce la fruizione e la avvicina alla situazione ideale del concerto in auditorium, l'offerta da parte delle case discografiche è ampia e di qualità, e di conseguenza il DVD sta rappresentando una alternativa sempre più valida per gli appassionati di classica. D'altra parte non fa che riprendere il buon successo, anche se in un mercato di nicchia, che ebbe il LaserDisc. Da notare un particolare che testimonia di numeri comunque non grandi: i DVD Video di classica vengono pubblicati nel solo formato televisivo USA NTSC e non nell'europeo PAL, le tirature sono troppo basse per il ritorno economico. I lettori DVD sono per fortuna multi standard da diversi anni e quindi i dischi risultano comunque compatibili, anche se potrebbero sorgere problemi con i lettori più vecchi. Non così per i titoli rock, pop e anche jazz, solitamente disponibili anche in PAL. Il DVD con riprese di concerti ha visto una crescita di vendite costante nella prima metà del decennio, sino a percentuali significative, ma non ha confermato lo sviluppo nella seconda metà del decennio, pur mantenendo una quota di mercato ancora visibile e rilevabile. Non si è quindi affermato come una inattesa alternativa al CD. |
© 2009 Alberto Maurizio Truffi - Musica & Memoria / Aggiornamento: Ottobre 2009 - Febbraio 2011 - Febbraio 2012 |
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