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Antonello Venditti - Compagno di scuola (1974)

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Antonello Venditti è considerato un cantautore lineare e diretto sia nella composizione della musica sia nei testi, e quindi sembra inutile per lui un lavoro di lettura attenta dei testi per approfondire i significati, come abbiamo fatto per Franco Battiato o Francesco Guccini. Eppure i molti riferimenti e la distanza temporale che pian piano si allarga consentono di scoprire immagini e significati meno immediati. Ma forse più interessanti perché sempre riferiti alla esperienza di vita reale della sua generazione.
Come per le canzoni di Battiato anche queste spiegazioni nascono solo dalla logica e dalla immedesimazione, e sono solo una delle possibili interpretazioni delle immagini evocative proposte dalla canzone con il suo mix di musica e parole.

Tre decenni raccontati da Venditti: '60 (Notte prima degli esami, Giulio Cesare) / '70 (Compagno di scuola, Sotto il segno dei Pesci) / '80 (Questa insostenibile leggerezza dell'essere)

 

Commento

  

Davanti alla scuola tanta gente
otto e venti, prima campana
"e spegni quella sigaretta"
e migliaia di gambe e di occhiali
di corsa sulle scale.

 

Siamo per la prima volta, tra le canzoni di Venditti, davanti al portone del liceo Giulio Classico Giulio Cesare di Roma, nel benestante quartiere Trieste di Roma (dove abitava Antonello), ci ritornerà 12 anni dopo con la omonima canzone dell'album "Venditti e segreti".
Inizia con una descrizione dell'entrata a scuola al suono della campanella, con i più grandi e arditi che fumano già. Ma bisogna entrare in orario.

Le otto e mezza tutti in piedi
il presidente,
la croce e il professore ...
 

La descrizione prosegue con l'arrivo in classe del professore della prima ora, che gli studenti disciplinati degli anni '60 salutano alzandosi rispettosamente in piedi (ora da qualche parte lo fanno ancora, dopo un lungo periodo di oblio) mentre lui entra e si siede alla cattedra rialzata, dietro di lui i regolamentari crocefisso e ritratto del Presidente della Repubblica.

... che ti legge sempre la stessa storia
nello stesso modo, sullo stesso libro,
con le stesse parole da quarant'anni
di onesta professione.
Ma le domande non hanno mai avuto
una risposta chiara.

E poi comincia la lezione, uguale da quarant'anni, classe dopo classe. Senza nessun tentativo di dialogo con gli studenti, anche se di anno in anno loro cambiano, ma il professore no, e così gli studenti da lui non si attendono più alcuna risposta.

E la Divina Commedia,
sempre più commedia
al punto che ancora oggi
io non so
se Dante era un uomo libero,
o un fallito o un servo di partito.
un servo di partito.

Da questa strofa sembra che siamo nel 1964, al terzo anno (I liceo classico) l'anno in cui Antonello frequentava il liceo. E' finito il ginnasio e nella prima liceo si affronta Dante, l'Inferno, come vediamo nella strofa successiva.
Ma la prima osservazione è proprio su di lui, sul "sommo poeta" e sulla sua vicenda personale: uomo di parte o uomo libero (come vorrebbe il giovane studente)?

Ma Paolo e Francesca,
quelli io me li ricordo bene
perché, ditemi,
chi non si è mai innamorato
di quella del primo banco,
la più carina, la più cretina,
cretino tu, che rideva sempre
proprio quando il tuo amore
aveva le stesse parole,
gli stessi respiri del libro
che leggevi di nascosto
sotto il banco.

Che sia libero o no ha scritto gli immortali versi d'amore che toccano ancora il cuore degli studenti adolescenti degli anni '60 (e anche di quelli dei decenni successivi).
Che ne hanno bisogno per tentare di comprendere i propri sentimenti, rivolti ovviamente alla inevitabile "biondina del primo banco", sogno proibito di tutti gli studenti delle superiori o quasi (anche perché si scopre sempre che è fidanzata con uno più grande, non della scuola). Una che non lo calcola proprio (proprio come non calcola gli altri imberbi adolescenti della classe).

Mezzogiorno, tutto scompare,
"avanti! tutti al bar".
Dove Nietzsche e Marx
si davano la mano
e parlavano insieme
dell'ultima festa
e del vestito nuovo,  buono
fatto apposta
e sempre di quella ragazza
che filava tutti (meno che te)
(meno che te)

Mezzogiorno è un po' troppo presto perché sia un bar vicino alla scuola, probabilmente al Giulio Cesare c'era un bar interno aperto anche agli studenti. Nietzsche e Marx più che i filosofi simboleggiano probabilmente due scuole di pensiero (destra e sinistra) che però nella pausa dedicano i loro pensieri a tutt'altro. Senza trascurare ovviamente anche all'altro soggetto femminile, opposto alla biondina, quella apparentemente facile da conquistare, probabilmente amica, ma che risulta altrettanto irraggiungibile. Da notare l'accenno alla usanza borghese per i vestiti di sartoria, reperto del passato.

E le assemblee, i cineforum
e i dibattiti mai concessi allora
e le fughe vigliacche
davanti al cancello
e alle botte nel cortile
e nel corridoio,
primi vagiti di un '68
ancora lungo da venire
e troppo breve, da dimenticare

Qui il ricordo si spinge un paio di anni avanti, in terza liceo, l'anno ricordato proprio con diversi dettagli in Giulio Cesare. I tentativi di organizzare almeno un cineforum e i primi scontri tra gli studenti di destra e di sinistra, con quelli di destra ancora nettamente più numerosi. Cambierà tutto solo due anni dopo, ma sarà una breve stagione, già tramontata, secondo Antonello, quando scrive questa canzone, e siamo solo 6 anni dopo!

E il tuo impegno che cresceva
sempre più forte in te...
"Compagno di scuola, compagno di niente
ti sei salvato dal fumo delle barricate?
Compagno di scuola,
compagno per niente
ti sei salvato
o sei entrato in banca pure tu?"

 

Per qualcuno, ad esempio per il protagonista della canzone, l'impegno abbracciato in quegli anni del liceo è stata una scelta di vita, e incontrando un compagno di scuola di quegli anni gli chiede, con un fondo di pessimismo già nella domanda, cosa abbia fatto poi nella vita.
"Salvarsi" vuol dire non accettare un lavoro da integrati, un lavoro in banca, stipendio fisso (come cantavano i Gufi)allora non difficile da ottenere, evidentemente. L'unico modo per salvarsi, come aggiunge poco diplomaticamente nella domanda. La parola "compagno" è usata anche nel significato politico e pare quindi che negli anni '70, anni dell'impegno, fosse incompatibile con un lavoro in banca. Vedi anche il film di Elio Petri del 1973 "La proprietà non è più un furto".

Perché collochiamo questa canzone tra quelle dedicate al decennio '70 e non ai '60 come Giulio Cesare?

Perché l'azione che è lo spunto per il flusso dei ricordi è nell'ultima strofa e si svolge negli anni '70, ed inoltre tutta la visione acritica del decennio precedente è tipica dei primi anni '70, anni del "riflusso". Mentre in Giulio Cesare di oltre 10 anni dopo gli anni '60 ritornano sotto forma di nostalgico racconto di un tempo passato, visto con gli occhi degli anni ottanta. 

   

Autori: Antonello Venditti / © Edizioni Stukas - Luglio 1986

 

La canzone è stata pubblicata per la prima volta sull'album Lilly, del 1974.

 

© Commento e Note Alberto Maurizio Truffi Ottobre 2018 / Musica & Memoria

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