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Mini guida alla fotografia digitale - 3.1 La gamma dinamica |
Immaginiamo una scena naturale piuttosto comune, un ruscello, circondato da alberi, in un giorno di sole, con alcuni grossi sassi bianchi vicino all'acqua. Il nostro sguardo si sposta dall'acqua che riflette la luce del sole mandando luccichii, ai massi bianchi, sui quali però possiamo scorgere particolari, piccole ombre dovute alle loro asperità, e all'ombra sotto gli alberi, che però non è buio assoluto perché riusciamo a scorgere zone più scure e meno scure. Questa capacità di riconoscere i dettagli sia nelle parti più scure che in quelle più chiare si chiama tecnicamente gamma dinamica, e la gamma dinamica più ampia che conosciamo è quella che ci garantisce il nostro sofisticato sistema visivo. Nell'esempio citato, ad esempio, l'iride che si apre al massimo o si chiude al massimo passando lo sguardo dalle zone più scure e più chiare e il nostro cervello che regola la sensibilità visiva in base al contesto. I sistemi
di rilevazione delle immagini messe a punto dalla tecnologia non
riescono a raggiungere le stesse prestazioni del nostro sistema visivo,
soprattutto perché non possono variare dinamicamente, come facciamo noi,
il livello di "attenzione" tra una zona chiara (alte luci) ed una scura
(basse luci) mentre un'unica immagine deve comprenderle entrambe. La
gamma dinamica delle pellicole fotografiche e' dipendente dalla
sensibilità e quindi dalla qualità. La più alta gamma dinamica (nelle
pellicole si usava il termine più legato alla tecnica di esposizione:
latitudine di posa) si ha con le pellicole ad alta sensibilità, che però
comportano come conseguenza una grana più elevata.
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La gamma dinamica nella fotografia digitale |
Nella fotografia digitale c'è una continua ricerca e una serrata competizione tra i produttori per incrementare questo parametro molto importante, per offrire sul mercato macchine fotografiche in grado di scattare foto corrette anche nelle condizioni di luce più difficili. I numeri in spot sono destinati quindi a rapida obsolescenza perché l'incremento è continuo e sta raggiungendo la pellicola fotografica. Anche per i sensori digitali vale la relazione con la sensibilità del sensore, nel senso inverso però: la gamma dinamica più elevata si raggiunge impostando una bassa sensibilità, quindi a scapito della velocità di scatto. In altre parole, nella nostra ipotetica foto del ruscello si potrebbe sfruttare al massimo la gamma dinamica abbassando la sensibilità e utilizzando tempi di posa lunghi, al limite ricorrendo al cavalletto. |
Le prestazioni relativamente al dynamic range (DR) delle fotocamere digitali è quindi rappresentato con un diagramma che mostra la gamma in numero di spot al variare della sensibilità impostata. Quello che segue (dal sito DXO Labs) è il diagramma della Sony NEX-6. |
Qui è a confronto con un altro apparecchio, e si vede che raggiunge i 13 stop, ma a meno di 100 ISO di sensibilità, a 1600 ISO si riduce a 10 stop, a 6400 ISO 8 stop. In questo altro diagramma (dal sito clarkvision.com) sono mostrati a confronto alcune fotocamere SLR tra le migliori in commercio, ma non molto recenti. Come si vede la migliore, la Canon 1D Mark III, un apparecchio professionale presentato nel 2007, sotto questo aspetto ha prestazioni inferiori (curva più ripida) rispetto ad un modello semiprofessionale più recente (per altri rimane comunque superiore). |
Ma lasciamo perdere questi grafici (peraltro a volte non univoci,
dipendono dai criteri di misura) dai quali apprendiamo solo che i
sensori delle macchine digitali almeno a sensibilità medie sono
equivalenti alle pellicole chimiche, e vediamo cosa può fare la tecnica
digitale per estendere la gamma dinamica con altri sistemi. |
Il vicolo di Saint-Paul-de-Vence a colori in semi-automatico. Esposizione sull'arco in ombra per evitare che rimanga troppo scuro e senza particolari. |
Il vicolo in B&N con HDR: sono scattate tre foto in rapida successione e il risultato è composto in una sola foto. |
Particolare della zona illuminata dal sole (la strada principale era in ombra). I particolari si perdono. |
Lo stesso particolare nella foto con HDR. La esposizione è corretta. |
Come si vede anche dal particolare ingrandito la foto scattata con il sistema HDR (ma in bianco e nero) è corretta e bilanciata in tutte le sue parti e approssima bene la capacità dell'occhio umano. Non si può avere tutto perché alcuni particolari dell'acciottolato in basso a destra si perdono, e l'arco (vedi la seconda foto) è più scuro, anche se i particolari si possono ancora vedere, con un effetto complessivamente più naturale. Da notare che queste riproduzioni sono ricavate dalla immagine in JPEG. Utilizzando la immagine RAW si potrebbe migliorare ancora la immagine se contenesse una zona di particolare interesse. (Le foto sono state scattate con una Sony Nex-6 nel 2014). |
Le alternative |
Altrimenti, se anche l'HDR non basta o non è applicabile (ad esempio per
foto d'azione) o se i requisiti dell'immagine non lo consentono, non
rimane che fare una scelta, definire una priorità nella composizione e
dell'immagine, e quindi sacrificare o le alte luce o le ombre in base
alla loro rilevanza per la efficacia dell'immagine. |
Un elemento importante |
Si può concludere quindi che la gamma dinamica standard di un apparecchio è un parametro importante nella scelta della nostra macchina fotografica ideale e lo è, appena un gradino più in basso, anche la efficienza del sistema HDR. |
Note |
Le immagini utilizzate per illustrare la pagina, quando non originali, sono tratte da Internet e considerate di pubblico dominio, in quanto pubblicate senza vincoli o disclaimer. La scelta delle fotocamere illustrate è solo esemplificativa della tecnologia digitale e non costituisce alcuna indicazione di acquisto. Per qualsiasi osservazione può essere contattato il webmaster del sito. |
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© Alberto Maurizio Truffi - Musica & Memoria Maggio 2015 |
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