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Il mercato della musica nel 2010

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Vedi anche: Il mercato della musica / I dati 2009, con analisi dei trend dal 2005, 2008, 2007, 2006 / 2005 / I dati 2004, con  analisi dei trend dal 1999Standard audio e video / La distribuzione della musica / Le majors

 

Il mercato USA 

   

L'associazione tra le case discografiche USA, la RIAA, continua quasi da sola a rilevare e pubblicare i dati di distribuzione e di vendita sull'anno, dopo il primo quarto dell'anno successivo.
Cliccando qui si può consultare il report originale completo, nel seguito sono sintetizzate e commentate le principali novità dell'anno. Continua, come nei precedenti 5 anni, il continuo e costante calo del CD, il supporto fisico principale per la distribuzione della musica (-21,4% in valore), compensato solo in parte dalla crescita del download digitale (+10,2% in valore).
Nel report del precedente anno 2009 i trend del quinquennio 2005-2009.

 

Commenti

 

Il calo del CD si mantiene costante e supera anche nel 2010 in valore il 20% rispetto all'anno precedente.

Il costo unitario rimane invariato in USA, e la flessione è dello stesso ordine di grandezza dell'anno prima, anche se minore in valore assoluto perché sono diminuiti i livelli di partenza.

 
CD 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Unità       705,40     619,70     511,10     368,40     292,90     225,80
Valore  10.520,20  9.372,60  7.452,30  5.471,30  4.274,10  3.361,30
Costo unitario         14,91       15,12       14,58       14,85       14,59       14,89
Variazione $   10,9% 20,5% 26,6% 21,9% 21,4%
 

Il digital download invece continua la crescita, meno forte in percentuale che negli anni precedenti, ma allora era facilitata dai dati di partenza bassi.
Il risultato è un avvicinamento della percentuale di fatturato ottenuto con la vendita dei supporti fisici e di quelli immateriali o, se preferite, tra la musica liquida (purtroppo, in generale compressa) e la musica "solida".
Il download digitale vale ormai il 40% del mercato complessivo digital download + CD.

Non si raggiunge però neanche nell'anno passato un break even point tra calo da un lato e crescita dall'altro. La crescita ulteriore sull'anno del digital download (singoli + album) vale 212 milioni di $, mentre il calo del mercato CD è stato di oltre 912 M$.

 
Digital download 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Unità       170,00       625,30     868,40  1.128,60  1.236,80  1.265,40
Valore $       421,60       878,00  1.257,20  1.711,50  2.030,70  2.238,10
Costo unitario $          2,48          1,40         1,45         1,52         1,64         1,77
Variazione $         456,40     379,20     454,30     319,20     207,40
Variazione $ %   108,3% 43,2% 36,1% 18,7% 10,2%
 

In quest'altra tabella è mostrato l'incremento progressivo del peso del digital download rispetto al fatturato del CD. Come si vede il nuovo settore della musica liquida globalmente compensa ormai largamente il calo dei supporti fisici, ma non cresce abbastanza da recuperare i fatturati precedenti, neanche dell'anno prima.

 
2005 2006 2007 2008 2009 2010
Valore CD  10.520,20    9.372,60  7.452,30  5.471,30  4.274,10  3.361,30
Peso dig. dwnld 4,0% 9,4% 16,9% 31,3% 47,5% 66,6%
Riduzione in valore mercato CD      1.147,60  1.920,30  1.981,00  1.197,20     912,80
Digital Download / Flessione CD   76,5% 65,5% 86,4% 169,6% 245,2%
Crescita DD / Flessione CD     19,7% 22,9% 26,7% 22,7%
 

Quindi in definitiva il comparto musica continua a decrescere in modo significativo, pur se occorre considerare anche la crisi generale dell'economia USA, in ripresa parziale solo nella seconda metà dell'anno.

 
2005 2006 2007 2008 2009 2010
Totale Fisico + Digital Download  10.941,80  10.250,60  8.709,50  7.182,80  6.304,80  5.599,40
  -6,3% -15,0% -17,5% -12,2% -11,2%
 

Gli altri media

 

Va decisamente bene l'intramontabile vinile. Decisamente non ha voluto andare in pensione, come era invece programmato dalle case discografiche, e in USA sono stati venduti nel 2010 ben 4 milioni di LP tradizionali, con un valore complessivo di 87 M$ di fatturato per le case discografiche e una crescita di ben il 44,4% sull'anno precedente. Chiaro effetto del ritorno nella grande distribuzione e della ripresa della pubblicazione di titoli, soprattutto nel genere alternative e altri generi moderni.

Il dato migliore di vendita di LP dal 1990, dice il commento al rapporto. Ma pur sempre un 1,6% del mercato totale, il classico prodotto di nicchia.
Che è una definizione che difficilmente si può applicare, invece, al SACD, ancora una volta incluso solo nei totali e non rilevato e indicato in alcuna riga della tabella. Probabilmente è sotto al milione di dollari in valore.
Tutto in calo il resto del comparto supporti fisici, con l'unica marginale eccezione dei CD single, forse usati nel settore regali in USA.

Sul versante musica digitale si nota ancora il calo del comparto legato alla telefonia mobile, la moda delle suonerie evidentemente è in calo e, soprattutto, con i cellulari moderni basta usare normali mp3 e non c'è bisogno di comprare nulla.
In calo anche il settore videoclip e gli abbonamenti, che però, pur essendo pochi (1,5 milioni) danno un discreto contributo al comparto (circa il 10%). Come curiosità si nota la resistenza in USA del settore kiosk (ma siamo allo 0,3% del comparto) cioè della produzione di CD personalizzati direttamente nei negozi scaricando le canzoni (legalmente, è ovvio) via rete. Qualcosa che in Italia qualcuno ha pensato di fare ma (per fortuna per lui o lei) senza portare a compimento il proposito.

 

La pirateria

 

La musica acquistata con digital download non costa meno di quella su supporto fisico, se rapportata alla quantità (ovvero alla durata). Considerato che in grande maggioranza si tratta di singoli, se ricondotti al numero tipico di brani di un album (12-15) il costo per brano, o per minuto, è simile se non superiore.

Possiamo quindi affermare che in USA nel 2010, come negli anni precedenti, è diminuito il numero di ore (o minuti) di nuova musica acquistata dagli americani.

Quindi è in costante diminuzione il consumo di musica? E' poco credibile affermarlo. Pur se si affermano sempre di più altri mezzi di intrattenimento, in particolare il gaming, ma anche l'uso interattivo o creativo della TV e del video, la musica pervade tutta la vita moderna, anche perché può essere fruita assieme ad altre attività. Inoltre, è in crescita continua l'offerta, nel senso della sua varietà. E' quindi assai probabile che il consumo sia invece in continua crescita.

Hanno quindi ragione i discografici affermando che la flessione continua ha una sola spiegazione: la pirateria? Certamente, nel senso che tutto quello che manca e anche quello che cresce nel senso del consumo è coperto da musica scaricata o copiata senza rispettare i diritti di copia.

Ma questa spiegazione non dovrebbe essere consolatoria e auto-assolutoria, come appare dal sito della RIAA o da quello dell'IFPI. Dovrebbe essere invece fonte di preoccupazione e di cruccio costante da parte loro la contraddizione crescente tra un mondo che consuma e cerca sempre più musica e la crisi costante di chi la produce e la vende. Presidiare un settore con una domanda forte e non riuscire a beneficiarne è un paradosso, e denota una evidente e perdurante incapacità (nei fatti, nei fatturati) di individuare un modello di business adeguato al nuovo scenario.

Sarebbe interessante sapere quanto il risultato in termini economici dalla "levy" pagata dai consumatori su CD e DVD vergini e poi girata ai discografici, e quanto riesca a compensare in termini percentuali, nei paesi (quasi tutti) nei quali è applicato questo sistema.

 

Il mercato mondiale

 

Ancora nulla dalla associazione mondiale della industria discografica, la IFPI.
Il sito abbonda di report sulla musica digitale (ma qualitativi) e di classifiche per ogni genere musicale, ma dati mondiali mancano. Mai pubblicati anche l'anno prima quindi pensiamo che difficilmente usciranno.
Per i resto l'80% del sito è dedicato ancora alla pirateria e al suo problematico contrasto.

 

© Musica & Memoria / Aprile 2011 (RIAA) / Elaborazioni e analisi di Musica & Memoria basate sui dati di mercato 2010 diffusi dalle associazioni discografiche citate.

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