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Il mercato della musica nel 2010 |
Il mercato USA |
L'associazione tra le case discografiche USA, la RIAA,
continua quasi da sola a rilevare e pubblicare i dati di distribuzione e di
vendita sull'anno, dopo il primo quarto dell'anno successivo. |
Commenti |
Il calo del CD si mantiene costante e supera anche nel 2010 in valore il 20% rispetto all'anno precedente. |
Il costo unitario rimane invariato in USA, e la flessione è dello stesso ordine di grandezza dell'anno prima, anche se minore in valore assoluto perché sono diminuiti i livelli di partenza. |
CD | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 |
Unità | 705,40 | 619,70 | 511,10 | 368,40 | 292,90 | 225,80 |
Valore | 10.520,20 | 9.372,60 | 7.452,30 | 5.471,30 | 4.274,10 | 3.361,30 |
Costo unitario | 14,91 | 15,12 | 14,58 | 14,85 | 14,59 | 14,89 |
Variazione $ | 10,9% | 20,5% | 26,6% | 21,9% | 21,4% |
Il digital download invece continua la crescita, meno forte in percentuale che
negli anni precedenti, ma allora era facilitata dai dati di partenza bassi. |
Non si raggiunge però neanche nell'anno passato un break even point tra calo da un lato e crescita dall'altro. La crescita ulteriore sull'anno del digital download (singoli + album) vale 212 milioni di $, mentre il calo del mercato CD è stato di oltre 912 M$. |
Digital download | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 |
Unità | 170,00 | 625,30 | 868,40 | 1.128,60 | 1.236,80 | 1.265,40 |
Valore $ | 421,60 | 878,00 | 1.257,20 | 1.711,50 | 2.030,70 | 2.238,10 |
Costo unitario $ | 2,48 | 1,40 | 1,45 | 1,52 | 1,64 | 1,77 |
Variazione $ | 456,40 | 379,20 | 454,30 | 319,20 | 207,40 | |
Variazione $ % | 108,3% | 43,2% | 36,1% | 18,7% | 10,2% |
In quest'altra tabella è mostrato l'incremento progressivo del peso del digital download rispetto al fatturato del CD. Come si vede il nuovo settore della musica liquida globalmente compensa ormai largamente il calo dei supporti fisici, ma non cresce abbastanza da recuperare i fatturati precedenti, neanche dell'anno prima. |
2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | |
Valore CD | 10.520,20 | 9.372,60 | 7.452,30 | 5.471,30 | 4.274,10 | 3.361,30 |
Peso dig. dwnld | 4,0% | 9,4% | 16,9% | 31,3% | 47,5% | 66,6% |
Riduzione in valore mercato CD | 1.147,60 | 1.920,30 | 1.981,00 | 1.197,20 | 912,80 | |
Digital Download / Flessione CD | 76,5% | 65,5% | 86,4% | 169,6% | 245,2% | |
Crescita DD / Flessione CD | 19,7% | 22,9% | 26,7% | 22,7% |
Quindi in definitiva il comparto musica continua a decrescere in modo significativo, pur se occorre considerare anche la crisi generale dell'economia USA, in ripresa parziale solo nella seconda metà dell'anno. |
2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | |
Totale Fisico + Digital Download | 10.941,80 | 10.250,60 | 8.709,50 | 7.182,80 | 6.304,80 | 5.599,40 |
-6,3% | -15,0% | -17,5% | -12,2% | -11,2% |
Gli altri media |
Va decisamente bene l'intramontabile
vinile. Decisamente non ha voluto andare in pensione, come era invece
programmato dalle case discografiche, e in USA sono stati
venduti nel 2010 ben 4 milioni di LP tradizionali, con un valore
complessivo di 87 M$ di fatturato per le case discografiche e una
crescita di ben il 44,4% sull'anno precedente. Chiaro effetto del
ritorno nella grande distribuzione e della ripresa della pubblicazione
di titoli, soprattutto nel genere alternative e altri generi moderni.
Sul versante musica digitale si nota
ancora il calo del comparto legato alla telefonia mobile, la moda delle
suonerie evidentemente è in calo e, soprattutto, con i cellulari moderni
basta usare normali mp3 e non c'è bisogno di comprare nulla. |
La pirateria |
La musica acquistata con digital download non costa meno di quella su supporto fisico, se rapportata alla quantità (ovvero alla durata). Considerato che in grande maggioranza si tratta di singoli, se ricondotti al numero tipico di brani di un album (12-15) il costo per brano, o per minuto, è simile se non superiore. Possiamo quindi affermare che in USA nel 2010, come negli anni precedenti, è diminuito il numero di ore (o minuti) di nuova musica acquistata dagli americani. Quindi è in costante diminuzione il consumo di musica? E' poco credibile affermarlo. Pur se si affermano sempre di più altri mezzi di intrattenimento, in particolare il gaming, ma anche l'uso interattivo o creativo della TV e del video, la musica pervade tutta la vita moderna, anche perché può essere fruita assieme ad altre attività. Inoltre, è in crescita continua l'offerta, nel senso della sua varietà. E' quindi assai probabile che il consumo sia invece in continua crescita. Hanno quindi ragione i discografici affermando che la flessione continua ha una sola spiegazione: la pirateria? Certamente, nel senso che tutto quello che manca e anche quello che cresce nel senso del consumo è coperto da musica scaricata o copiata senza rispettare i diritti di copia. Ma questa spiegazione non dovrebbe essere consolatoria e auto-assolutoria, come appare dal sito della RIAA o da quello dell'IFPI. Dovrebbe essere invece fonte di preoccupazione e di cruccio costante da parte loro la contraddizione crescente tra un mondo che consuma e cerca sempre più musica e la crisi costante di chi la produce e la vende. Presidiare un settore con una domanda forte e non riuscire a beneficiarne è un paradosso, e denota una evidente e perdurante incapacità (nei fatti, nei fatturati) di individuare un modello di business adeguato al nuovo scenario. Sarebbe interessante sapere quanto il risultato in termini economici dalla "levy" pagata dai consumatori su CD e DVD vergini e poi girata ai discografici, e quanto riesca a compensare in termini percentuali, nei paesi (quasi tutti) nei quali è applicato questo sistema. |
Il mercato mondiale |
Ancora nulla dalla associazione
mondiale della industria discografica, la IFPI. |
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© Musica & Memoria / Aprile 2011 (RIAA) / Elaborazioni e analisi di Musica & Memoria basate sui dati di mercato 2010 diffusi dalle associazioni discografiche citate. |
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