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Davanti alla scuola tanta gente
otto e venti, prima campana
"e spegni quella sigaretta"
e migliaia di gambe e di occhiali
di corsa sulle scale.
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Siamo per la prima volta, tra le canzoni di Venditti, davanti al portone
del liceo Giulio Classico Giulio Cesare di Roma, nel benestante
quartiere Trieste di Roma (dove abitava Antonello), ci ritornerà 12 anni
dopo con la omonima canzone dell'album "Venditti e segreti".
Inizia con una descrizione dell'entrata a scuola al suono della campanella, con i
più grandi e arditi che fumano già. Ma bisogna entrare in orario. |
Le otto e mezza tutti in piedi
il presidente,
la croce e il professore ...
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La descrizione prosegue con l'arrivo in
classe del professore della prima ora, che gli studenti disciplinati
degli anni '60 salutano alzandosi rispettosamente in piedi (ora da
qualche parte lo fanno ancora, dopo un lungo
periodo di oblio) mentre lui entra e si siede alla cattedra rialzata,
dietro di lui i regolamentari crocefisso e ritratto del Presidente della
Repubblica. |
...
che ti legge sempre la stessa storia
nello stesso modo,
sullo stesso libro,
con le stesse parole da quarant'anni
di onesta professione.
Ma le domande non hanno mai avuto
una risposta chiara. |
E poi
comincia la lezione, uguale da quarant'anni, classe dopo classe. Senza
nessun tentativo di dialogo con gli studenti, anche se di anno in anno
loro cambiano, ma il professore no, e così gli studenti da lui non si
attendono più alcuna risposta. |
E la Divina Commedia,
sempre più commedia
al punto che ancora oggi
io non so
se Dante era un uomo libero,
o
un fallito o un servo di partito.
un servo di partito. |
Da questa strofa sembra che siamo nel 1964, al terzo anno (I liceo
classico) l'anno in cui Antonello frequentava il liceo. E' finito il
ginnasio e nella prima liceo si affronta Dante, l'Inferno, come vediamo
nella strofa successiva.
Ma la prima osservazione è proprio su di lui, sul "sommo poeta" e sulla
sua vicenda personale: uomo di parte o uomo libero (come vorrebbe il
giovane studente)? |
Ma
Paolo e Francesca,
quelli io me li ricordo bene
perché, ditemi,
chi non si è mai innamorato
di quella del primo banco,
la più carina, la più cretina,
cretino tu, che rideva sempre
proprio quando il tuo amore
aveva le stesse parole,
gli stessi respiri del libro
che leggevi di nascosto
sotto il banco. |
Che sia
libero o no ha scritto gli immortali versi d'amore che toccano ancora il
cuore degli studenti adolescenti degli anni '60 (e anche di quelli dei
decenni successivi).
Che ne hanno bisogno per tentare di comprendere i propri sentimenti,
rivolti ovviamente alla inevitabile "biondina del primo banco", sogno
proibito di tutti gli studenti delle superiori o quasi (anche perché si
scopre sempre che è fidanzata con uno più grande, non della scuola). Una
che non lo calcola proprio (proprio come non calcola gli altri imberbi
adolescenti della classe). |
Mezzogiorno, tutto scompare,
"avanti! tutti al bar".
Dove Nietzsche e Marx
si davano la mano
e parlavano insieme
dell'ultima festa
e del vestito nuovo, buono
fatto apposta
e sempre di quella ragazza
che filava tutti (meno che te)
(meno che te) |
Mezzogiorno è un po' troppo presto perché sia un bar vicino
alla scuola, probabilmente al Giulio Cesare c'era un bar interno aperto
anche agli studenti. Nietzsche e Marx più che i filosofi simboleggiano
probabilmente due scuole di pensiero (destra e sinistra) che però nella
pausa dedicano i loro pensieri a tutt'altro. Senza trascurare ovviamente anche all'altro
soggetto femminile, opposto alla biondina, quella apparentemente
facile da conquistare, probabilmente amica, ma che risulta altrettanto
irraggiungibile. Da notare l'accenno alla usanza borghese per i vestiti
di sartoria, reperto del passato. |
E le
assemblee, i cineforum
e
i dibattiti mai concessi allora
e le fughe vigliacche
davanti al cancello
e alle botte nel cortile
e nel corridoio,
primi vagiti di un '68
ancora lungo da venire
e troppo breve, da dimenticare |
Qui il ricordo si spinge un paio di anni avanti, in terza liceo, l'anno
ricordato proprio con diversi dettagli in Giulio Cesare. I tentativi di
organizzare almeno un cineforum e i primi scontri tra gli studenti di
destra e di sinistra, con quelli di destra ancora nettamente più
numerosi. Cambierà tutto solo due anni
dopo, ma sarà una breve stagione, già tramontata, secondo Antonello,
quando scrive questa canzone, e siamo solo 6 anni dopo! |
E il
tuo impegno che cresceva
sempre più forte in te...
"Compagno di scuola, compagno di niente
ti sei salvato dal fumo delle barricate?
Compagno di scuola,
compagno per niente
ti sei salvato
o sei entrato in banca pure tu?"
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Per qualcuno, ad esempio per il protagonista della canzone, l'impegno
abbracciato in quegli anni del liceo è stata una scelta di vita, e
incontrando un compagno di scuola di quegli anni gli chiede, con un
fondo di pessimismo già nella domanda, cosa abbia fatto poi nella vita.
"Salvarsi" vuol dire non accettare
un lavoro da integrati, un lavoro
in banca, stipendio fisso (come cantavano i Gufi)allora non
difficile da ottenere, evidentemente. L'unico modo per salvarsi, come
aggiunge poco diplomaticamente nella domanda. La parola "compagno" è
usata anche nel significato politico e pare quindi che negli anni '70,
anni dell'impegno, fosse incompatibile con un lavoro in banca. Vedi
anche il film di Elio Petri del 1973 "La proprietà non è più un furto". |
Perché collochiamo questa canzone tra quelle dedicate al decennio '70 e non
ai '60 come Giulio Cesare? |
Perché l'azione che è lo spunto per il flusso dei
ricordi è nell'ultima strofa e si svolge negli anni '70, ed inoltre
tutta la visione acritica del decennio precedente è tipica dei primi
anni '70, anni del "riflusso". Mentre in Giulio Cesare di oltre 10 anni
dopo gli anni '60 ritornano sotto forma di nostalgico racconto di un
tempo passato, visto con gli occhi degli anni ottanta. |
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