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Enzo Jannacci - El purtava i scarp del tennis

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Che scuse', ma mi vori cuntav
d'un me amis che l'era anda a fa'l bagn
sul stradun, per andare all'idroscalo
l'era li', e l'amore lo colpi'.

Scusatemi, ma vorrei raccontarvi
di un mio amico che era andato a fare un bagno
sullo stradone, per andare all'Idroscalo (1)
era lì, e l'amore lo colpì

El purtava i scarp del tennis, el parlava de per lù
rincorreva già da tempo un bel sogno d'amore.
El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbun.

Portava le scarpe da tennis, parlava da solo (2)
rincorreva già da tempo un bel sogno d'amore.
Portava le scarpe da tennis, aveva due occhi da persona buona
era il primo ad andare via, perché era un barbone

Un bel di', che l'era dre' a parla'
de per lu, l'aveva vista passa'
bianca e rossa, che pareva il tricolore
ma po lu, l'e' sta bon pu' de parla'.

Un bel giorno, mentre era dietro a parlare
da solo, l'aveva vista passare
bianca e rossa, che pareva il tricolore
ma dopo quella volta lui, non è più stato capace di parlare

El purtava i scarp del tennis, el parlava de per lù
rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbon.

Portava le scarpe da tennis, parlava da solo (2)
rincorreva già da tempo un bel sogno d'amore.
Portava le scarpe da tennis, aveva due occhi da persona buona
era il primo ad andare via, perché era un barbone

(parlato)
Un bel di a che'l pover diavul che riva na machina, ven giu' vun e domanda: "Ohè!" "Chi a mi?" "Si', a lu, savaria, savaria no per piasee' la strada per andare all'aeroporto Forlanini?" "No, signore non sono mai stato io all'aeroporto Forlanini, non lo so in due l'e'." "La strada per andare all'Idroscalo, almeno, la conosce?" Si, l'Idroscalo al so in dua l'e', al meni mi all'Idroscalo, vengo su anch'io sulla macchina, e' forte questa, e' forte la macchina." "Lasa sta la machina barbon." "No, signore vengo anch'io sulla macchina, non sono mai stato su una macchina io. Bella questa macchina...Ferma signore, che'l me lasa, che'l me lasa giu chi che sono arrivato,un piasee' che'l se ferma chi"


Un bel giorno (accanto) a quel povero diavolo si ferma una macchina, esce fuori uno e gli chiede "Ohe!" "Dici a me?" "Sì, a te, sapresti per piacere la strada per andare all'aeroporto Forlanini?" "No signore, non sono mai stato io all'aeroporto Forlanini, non lo so dov'è" "La strada per andare all'Idroscalo, almeno, la conosce?" "Si, l'Idroscalo lo so dov'è, mi porti all'Idroscalo, salgo anch'io sulla macchina, è forte questa, è forte la macchina" "Lascia stare la macchina, barbone" "No signore, vengo anch'io sulla macchina, non sono mai stato su una macchina io. Bella questa macchina... Ferma signore,mi faccia scendere, mi faccia scendere che sono arrivato, per piacere si fermi qui"

(cantato)
Un piasee', ch'el me lasa gio' chi
che anca mi mi go avu il mio grande amore
roba minima, s'intend, s'intend roba da barbon.


Per piacere si fermi qui
perché anche io ho avuto il mio grande amore
roba minima, s'intende, roba da barboni

El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbon.

Portava le scarpe da tennis, parlava da solo
rincorreva già da tempo un bel sogno d'amore.
Portava le scarpe da tennis, aveva due occhi da persona buona
era il primo ad andare via, perché era un barbone

L'an trova, sota a un muc de carton
l'an guarda' che'l pareva nisun
l'an tuca che'l pareva che'l durmiva
lasa sta che l'e' roba de barbon.

L'hanno trovato sotto un mucchio di cartoni
l'hanno guardato come se non avessero visto nessuno
l'hanno toccato per vedere se dormiva
"lascia stare che è roba di barboni"

El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
el purtava i scarp de tennis, perche' l'era un barbun,
el purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
el purtava i scarp de tennis, perche' l'era un barbun.

Portava le scarpe da tennis, parlava da solo
rincorreva già da tempo un bel sogno d'amore.
Portava le scarpe da tennis, aveva due occhi da persona buona
era il primo ad andare via, perché era un barbone

 

Note

(1)

L'idroscalo di Milano, come si intuisce dalla parola stessa, era nato come scalo per idrovolanti alla fine dagli anni '20, nelle vicinanze dell'Aeroporto di Milano - Linate. Con il declino dell'idrovolante come mezzo di trasporto, già dalla fine degli anni '30 l'ampio bacino è stato utilizzato come una specie di piccolo mare artificiale dai milanesi, prima per gare di canottaggio, poi per i bagni con la realizzazione di una serie di piscine e anche, in seguito, di spiagge artificiali con bar e altri locali (vedi ad esempio il film Boccaccio '70 del 1962, episodio "Renzo e Luciana", di Mario  Monicelli).

(2)

Le scarpe da tennis, unico tipo di scarpa sportiva fino agli anni '60, non identificavano uno stile giovane come ora. Erano usate (oltre che per giocare a tennis, sport assai meno diffuso allora) dagli studenti nell'ora di ginnastica, erano di stoffa (quindi proteggevano assai poco dal freddo) in due sole combinazioni di colore: bianca e blu o tutta bianca (le classiche Superga). In giro per la città le portavano solo i poveri più poveri e i barboni. E gli studenti si cambiavano a scuola e neanche sotto tortura sarebbero andati in giro in tuta e scarpe da ginnastica o da tennis.

(3)

L'aeroporto di Milano - Linate è intitolato al pioniere dell'aviazione ed inventore Enrico Forlanini. Il nome corretto sarebbe quindi Aeroporto Forlanini. Ma così come a Roma pochi indicano l'aeroporto di Fiumicino come Aeroporto Leonardo da Vinci, così a Milano l'aeroporto cittadino è chiamato quasi sempre Linate, dal nome della vicina località.

 

La canzone era inclusa nello spettacolo "22 canzoni" proposto da Jannacci nel 1965 e poi replicato negli anni successivi. Tra le altre canzoni di quello storico spettacolo (Veronica, L'Armando, Aveva un taxi nero, Sei minuti all'alba, T'ho compà i calzett de seta) questa storia amara raccontata senza alcun pietismo è stata probabilmente quella che ha avuto la maggiore fama.

   
   Altre canzoni di Jannacci tradotte  Sei minuti all'alba, Veronica, Sfiorisci bel fiore, T'ho compraa i calzett de seda, Veronica, Ma mì, Faceva il palo, La Luna l'è una lampadina, Andava a Rogoredo

 

 

Musica & Memoria Novembre 2007 / Testo originale di Enzo Jannacci trascritto e reso in italiano per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita

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