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FAQ sull'alta definizione in musica (HD) |
Sul
nostro sito Musica & Memoria abbiamo
pubblicato da tempo una sezione di domande & risposte o frequently asked
questions dedicata all'ascolto ottimale della musica (Stereofonia e Alta Fedeltà) e una
successiva serie di FAQ dedicate alla Musica
liquida. Questa ulteriore serie è dedicata alla evoluzione al passaggio
alle tecniche in alta definizione anche per
la musica registrata e gestita in formato digitale. Per approfondimenti e articoli monografici: vedere gli articoli su musica liquida e musica da PC sul nostro blog Musica & Tecnologia. |
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FAQ. Frequently Asked Questions |
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Le basi |
La definizione o risoluzione indica il livello di precisione con il quale viene catturato l'evento sonoro. È definita "alta" in relazione al livello di precisione del primo sistema di registrazione della musica con tecnica digitale, tuttora in uso, il CD, che quindi è definito a "definizione standard" (SD o standard definition) in contrapposizione a HD (high definition). |
Come viene effettuata la "cattura" e come varia il "livello di precisione"? |
Sono termini generici per non introdurre subito riferimenti alla tecnologia usata. Che deriva direttamente dal mondo della telefonia, dove è stata introdotta negli anni '70 del XX secolo per utilizzare nelle centrali telefoniche la tecnologia informatica, sostituendo così con minori costi e prestazioni superiori le centrali elettromeccaniche in uso dagli anni '30. Il sistema usato sia nella telefonia sia per la musica si chiama PCM (pulse code modulation). |
Estese descrizioni si possono trovare in Wikipedia. Si tratta in sintesi di un campionamento del segnale sonoro. Viene effettuato un numero elevato di rilevazioni dell'intensità del messaggio audio ed ognuna viene registrata in un formato gestibile da un computer, secondo una scala di valori predefinita. Il numero di campioni definisce la frequenza di campionamento. La scala di valori disponibile dipende dal numero di bit (unità di informazione elementare che può avere solo due valori, zero o uno) adottato per registrare e archiviare ogni campione. Al crescere della frequenza di campionamento e del numero di bit cresce la definizione o risoluzione. |
Sono stati adottati da subito i parametri necessari e ottimali per campionare ogni messaggio audio? |
No. Non sono stati adottati all'inizio per limitazioni derivanti dalla tecnologia informatica disponibile a cavallo degli anni '70, quando è iniziata questa evoluzione tecnologica in telefonia. I processori disponibili per i computer personali e portatili erano a 8 bit (Intel 8080, Zylog Z80), quelli per i computer industriali da inserire nelle centrali erano a 16 bit (PDP-11). Le memorie su hard disk raggiungevano a fatica i 100MB (non GB). Si è dovuta seguire una scelta di compromesso. |
Quali compromessi sono stati adottati nel PCM per la telefonia? |
La frequenza di campionamento è legata alla frequenza audio da una legge matematica espressa dal teorema di Nyquist, in base al quale la massima frequenza audio registrabile è pari alla metà della frequenza di campionamento. Poiché nella telefonia deve essere trasmessa la voce umana e non la musica, e la voce umana nel parlato ha una banda in frequenza limitata in alto a 4KHz e la capacità di comprendere il parlato anche in condizioni non ottimali è elevata, era sufficiente una frequenza di campionamento pari a 8.000 campioni al secondo ed un numero di bit per campioni pari ad 8, e quindi una gamma di possibili valori pari a 2 alla 8, ovvero 256. Con questi parametri non si otteneva una qualità audio ottimale, ma si riusciva a riconoscere se si stava parlando al telefono con lo zio o con il nipote, e poteva essere sufficiente, almeno all'inizio. Le applicazioni commerciali per telefonia fissa (ISDN) e mobile (GSM) hanno poi adottato parametri in parte superiori, ma non è questa la sede per approfondire la storia della telefonia. |
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Si, ed era indispensabile perché la banda di frequenza è molto più ampia e copre con vari strumenti tutto l'arco udibile dall'uomo, da 20 a 20.000 Hertz. Per prima cosa era necessaria, per il teorema di Nyquist già citato, una frequenza di campionamento pari ad almeno 40.000 campioni per secondo, poi il numero di valori con cui distinguere i livelli sonori non poteva essere troppo limitato, essendo il segnale musicale molto più complesso. |
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Bisogna ricordare alcuni cenni sul meccanismo per rispondere. La migliore analogia che si può fare è con il passatempo popolare che compare da decenni sulla Settimana Enigmistica chiamato "Cosa apparirà?". Di un disegno vengono mostrati solo alcuni punti, collegandoli tra loro in una opportuna sequenza con una matita il disegno ricompare. I punti corrispondono ai campioni, l'operazione di ricongiungimento corrisponde alla interpolazione. Nel processo di digitalizzazione della musica la prima fase è svolta dal convertitore da analogico a digitale (AAC: Analog Audio Converter) e il secondo dal convertitore da analogico a digitale (DAC: Digtal to Audio Converter). |
Si. Proprio come nel passatempo citato in precedenza la precisione del disegno sarà maggiore tanto più saranno vicini tra loro i punti. Basti pensare a un raggio di curva. E anche al fatto che nella interpolazione, cioè nel congiungimento di due punti, si introduce sempre un errore, se il tratto che li collega non è perfettamente rettilineo o curvilineo, questo errore può essere ridotto sino a diventare ininfluente avvicinando i punti. |
Lo sviluppo dell'audio digitale è iniziato nella seconda metà degli anni '70, all'incirca in parallelo con la telefonia digitale, ed ha fatto ricorso al meglio della tecnologia informatica dell'epoca. In particolare ha adottato per i campioni un numero di bit pari a 16, essendo allora prossimi ad essere disponibili per la produzione processori integrati (CPU) a 16 bit di basso costo e quindi inseribili nei lettori CD. Il range di valori disponibili era quindi 2 alla 16 ovvero 65.536 Un range peraltro indispensabile per un segnale complesso come quello musicale. |
Per la frequenza di campionamento che scelta e' stata fatta? |
In informatica i parametri utilizzati per vari motivi sono in genere multipli di 2 e di 8 e quindi la scelta sarebbe dovuta essere 48KHz, con la possibilità quindi di digitalizzare segnali audio sino a 24KHz, quindi con un certo "margine di tolleranza" rispetto all'esigenza. Questa è stata la scelta fatta per il DAT (Digital Audio Tape), per la registrazione in formato digitale su nastro magnetico, successore della musicassetta Philips almeno in campo professionale. |
48.000 campioni da 16 bit (2 byte) ciascuno richiedono uno spazio di memoria pari a 96Kbyte per ogni secondo. Quindi 5,76MB al minuto, 355,2 MB per 45', che era la durata standard degli LP (ma su due facciate). Lo spazio disponibile nel CD prima versione per la registrazione dei campioni era sufficiente e si sarebbe potuta adottare questa frequenza di campionamento. Per rendere commercialmente più attraente il nuovo formato si voleva però fornire la possibilità di ascoltare senza interruzioni anche composizioni di durata maggiore. In particolare la composizione di musica classica più celebre di tutte, la 9a sinfonia di Beethoven. E' stata scelta quindi una frequenza inferiore, fuori standard, 44.100 campioni per secondo, che era appunto sufficiente per la durata media di una esecuzione della famosa sinfonia. Secondo alcune fonti a proporre e quasi imporre questa scelta sarebbe stato il famoso direttore d'orchestra Herbert Von Karajan, allora una potenza nella musica, secondo altri il capo della Sony (che sviluppava assieme alla Philips il nuovo standard) Akio Morita, forse entrambi, ma comunque quella è stata la scelta. Puramente dettata dalla capacità di memorizzazione dei CD, peraltro aumentata già negli anni immediatamente successivi. |
Ci torniamo dopo nella parte dedicata al confronto tra CD e HD. |
Ovviamente sì. Un minuto di musica digitale a 24bit/96KHz occupa 17,28MB contro i 5,76 del CD, 3 volte tanto. A 192KHz si raddoppia. Si può ridurre la necessità di spazio fisico o di tempo di download ricorrendo ad un sistema di compressione lossless (senza perdita di qualità) come il FLAC o l'ALAC di Apple. Ma con la velocità di linea e il costo della spazio disco o di memoria attuale sono numeri che non possono preoccupare nessuno. Soprattutto perché sono inferiori a quelli richiesti per un film in formato compresso, un tipo di download e di archiviazione che tutti gestiscono senza problemi. Anche l'archiviazione su supporti fisici tradizionali non è un problema. Basta un comunissimo DVD. |
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Le differenze e i vantaggi |
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La evoluzione della tecnologia ha consentito già dopo pochi anni dalla
affermazione del nuovo standard CD, a metà degli anni '80, di realizzare
codificatori e decodificatori con parola a 24 bit e frequenza di campionamento
superiore, doppia o quadrupla del valore standard minimo per la musica, i 48KHz
del DAT citati in precedenza. Questi AAC e DAC di qualità superiore, in alta
definizione secondo quanto anticipato in precedenza, sono stati
adottati, sin dagli anni '90, dagli studi di registrazione per realizzare i
master in digitale, sfruttando la maggiore versatilità della nuova tecnologia.
Nei CD era anche indicata la tecnica di registrazione e di editing. Quelli tutti
in digitale erano DDD. |
Sono: 1) Riduzione
della distorsione di quantizzazione e 2) Risoluzione ai bassi livelli.
Vediamoli: |
Che vantaggi si hanno aumentando la frequenza di campionamento? |
Una frequenza di campionamento più elevata consente: 1) un numero più elevato di
campioni (doppio o quadruplo) per unità di tempo, 2) una più agevole ed efficace
gestione di un effetto collaterale indesiderato della digitalizzazione chiamato
aliasing. 3) La risoluzione ai bassi livelli più elevata, 4) la possibilità di registrare suoni
a frequenze più elevate (oltre 40
o 90 KHz). |
Nelle specifiche del mio lettore di CD c'è scritto che il convertitore è 24/192. Quindi è in HD? |
No. Molti convertitori (DAC) di ultima generazione utilizzano componenti interni già compatibili con l'alta definizione, perché sono più recenti, più aggiornati tecnicamente e probabilmente hanno prestazioni più elevate. Tutti i convertitori possono gestire anche software audio a risoluzione inferiore a quella massima ammessa mediante una operazione di sovracampionamento. Una operazione che rende compatibile il file audio con il formato superiore ma che non aggiunge alcun dettaglio sonoro e quindi non può incrementare la qualità. Che rimane sempre al livello di quella del CD. Molti produttori di hardware affermano che con questa operazione si avrebbe anche un vantaggio e questo può dipendere anche da altre caratteristiche del progetto, ma l'unico vantaggio certo nell'utilizzo del sovracampionamento è la possibilità teorica di utilizzare i componenti migliori, come affermato in precedenza. |
Perché avete lasciato per ultimo il vantaggio rappresentato dalla estensione in frequenza? |
Perché è il più controverso. L'orecchio umano in base ai test audiometrici è in
grado di riconoscere suoni fino a circa 20KHz per soggetti giovani e anche meno
(15-16KHz) dopo i 40 anni, e anche tutti gli strumenti per produrre musica,
registrarla e ascoltarla sono stati nel tempo progettati per restare all'interno
di questo range di suoni udibili, per ovvi motivi. Quindi la possibilità di
andare oltre i 20KHz non ha alcuna utilità pratica perché li non c'è musica
udibile. Da
qui la negazione dell'utilità di questa caratteristica o addirittura dell'alta
definizione in musica con annesse polemiche. In realtà le cose non sono mai
semplici e in particolare non lo sono nella musica. |
Adesso ci verrete a dire anche che è possibile ascoltare oltre i 20KHz? |
No. Chiunque abbia fatto un test audiometrico sa già che riuscire a percepire suoni oltre i 16KHz anche da giovani è piuttosto arduo. Sono stati fatti però blind test nei quali gruppi di persone riuscivano a distinguere messaggi sonori con frequenze ultrasoniche da altri tagliati a 20KHz. Secondo alcune teorie potremmo percepirli in altro modo, non con le orecchie, forse con l'apparato osseo. Non è strano che l'evoluzione abbia fornito all'uomo numerosi sistemi per percepire la più vasta gamma di segnali che la natura e gli altri esseri viventi potevano generare. Era questione di sopravvivenza, quando eravamo cacciatori, o prede. Al di là di queste ipotesi, in un concerto dal vivo con strumenti a gamma estesa siamo immersi in un campo di messaggi sonori che si estende oltre la nostra gamma udibile. Avendo la possibilità tecnica di farlo, la massima fedeltà di riproduzione si ottiene riproducendo questo insieme di suoni in modo completo, senza tagliare frequenze e dettagli. Oltre alla eliminazione dei problemi di aliasing e group delay descritti in precedenza. Nella immagine sotto, tratta dal nostro blog, lo spettrogramma di una registrazione in HD della casa discografica specializzata Chesky Records, della cantante jazz Christy Baron, con contenuti audio a basso livello (a -84 dB dal livello massimo) fino a 40KHz ed oltre. |
Sarebbe stato meglio che il CD avesse adottato all'inizio il campionamento a 48KHz? |
Probabilmente si. Non avrebbe comportato alcuna limitazione sulla durata, che ha raggiunto la capacità necessaria nel giro di pochi anni. Mentre la maggiore densità di campioni e di risposta in frequenza avrebbe consentito una maggiore qualità già all'inizio, come hanno notato gli utilizzatori dello standard lanciato in parallelo al CD, il DAT per la registrazione digitale su nastro magnetico, che utilizzava ed utilizza un campionamento 16/48 con risultati all'ascolto considerati superiori dalla maggioranza degli operatori del settore. |
In definitiva la musica in alta definizione si sente meglio? |
Si. Ma non in modo così netto e
riconoscibile da tutti come nell'alta definizione per il video. |
Perché invece ci sono articoli e forum che sostengono che non vi sia alcuna differenza? |
Tecnicamente e anche sperimentalmente, come spiegato in precedenza, la differenza c'è sicuramente. Molti però sostengono che non c'è per una ragione molto semplice: perché loro non la sentono e perché la maggioranza delle persone non la sentono. Non si tratta però di un referendum dove la maggioranza vince (se si raggiunge il quorum, almeno in Italia). Le stesse persone se avessero interesse a formarsi sull'ascolto e ad ascoltare la musica in modo sempre più fedele raggiungerebbero una maggiore sensibilità agli elementi differenzianti. Se invece non hanno interesse alcuno o molto basso o ascoltano la musica solo come sottofondo avrebbero un interesse molto basso riguardo a questo dibattito, come un astemio sulla superiorità o meno di una annata di Sassicaia rispetto ad un'altra. |
Alcuni articoli sul web sostengono anche che con l'HD c'è addirittura un peggioramento. E' vero? |
Questo vorrebbe dire che la tecnologia CD, le cui scelte relativamente alla risoluzione dipendevano dalle possibilità tecnologiche nei lontani anni '80, per un caso della vita raggiungeva già anche la massima qualità audio avvertibile per il sistema uditivo umano, e di conseguenza non è migliorabile. Una affermazione difficile da sostenere poiché già pochi anni dopo nel settore professionale sono stati adottati livelli di risoluzione più elevati (24/96 o 24/192 e in seguito anche 32/384) evidentemente perché consentivano un incremento della qualità del suono non certo un decremento. |
Come si può togliersi il dubbio? |
Non è necessario
avventurarsi in approfondite analisi teoriche, che inoltre difficilmente possono
essere definitive perché non tutto è noto è spiegato riguardo alla nostra
capacità di percepire i suoni. Il materiale audio e gli strumenti necessari per
ascoltarlo non sono oggetti da laboratorio che richiedono elevati investimenti o
competenze tecniche e scientifiche per utilizzarli, tipo un sincrotrone o un
radio telescopio. Sono alla portata di qualsiasi persona interessata ai buoni
ascolti che può fare quindi tutti i test a confronto che ritiene necessari,
investendo soltanto una quota del proprio tempo, e a patto ovviamente di saper
riconoscere in un test a confronto il suono di due amplificatori diversi. |
La registrazione e riproduzione analogica è sempre e comunque superiore? |
No. La digitalizzazione del suono, come spiegato in precedenza, è basata sul campionamento, e quindi da un certo punto di vista può essere considerata una compressione del messaggio audio originario. Nel senso che non tutto il messaggio è registrato nella interezza della sua forma d'onda, come avviene invece nella registrazione analogica, che quindi sotto questo aspetto rimane il riferimento. Questo non implica però che la registrazione analogica sia in grado di registrare e restituire il segnale audio nella sua piena interezza. Ad esempio la più diffusa tecnica di registrazione e riproduzione analogica, il microsolco in vinile, non è in grado di gestire la dinamica della musica dal vivo, a causa del rumore di fondo che, anche coi vinili di migliore qualità e con i sistemi di lettura più raffinati e costosi, non riesce a raggiungere la gamma dinamica richiesta dalla grande orchestra classica, che è invece tranquillamente gestibile nella musica digitale. Un altro esempio di limitazione riguarda la immagine stereo, a causa della diafonia, la presenza del segnale sinistro sul destro e viceversa, che è impossibile da annullare sul vinile ma può arrivare a livelli inavvertibili sul CD e ancor più sull'HD. Anche nell'analogico si possono raggiungere livelli superiori e che possono annullare queste differenze rispetto al digitale, è necessario però ricorrere ad una diversa tecnologia, la registrazione e riproduzione su nastro magnetico, utilizzando però le più alte velocità possibili (36 o 72 cm/sec.) e nastri almeno da 1/4 di pollice a 2 tracce. Una tecnologia che è in grado di riprodurre interamente senza compressioni o alterazioni il contenuto musicale, peccato che sia poco pratica nell'utilizzo e che sia i pochi contenuti disponibili (nastri pre-registrati) così come gli apparati di riproduzione abbiano costi molto alti, e soprattutto che le registrazioni analogiche all'origine (altrimenti addio analogico) si fermino sostanzialmente alla metà degli anni '80 (vedi qui per approfondimenti). |
La massima qualità è quindi possibile solo con il digitale in HD? |
Nella pratica sì. Continua ad esistere un forte interesse ed un mercato anche in crescita per il vinile, ma le motivazioni per la scelta per tutta la produzione recente non sono dettate dalla migliore qualità del suono, poiché in realtà la prima fase del processo di registrazione e riproduzione, che ovviamente influenza tutte le altre, è realizzata ormai nel 100% della produzione attuale con tecnologia digitale, in particolare in HD a 24/96 o 24/192 o 32/384 (o con un diverso standard, DSD, per il quale rimandiamo alla FAQ sulla musica liquida). Le motivazioni della scelta dell'analogico sono quindi legate al valore percepito per l'oggetto "disco in vinile" (confezione, immagine, giradischi, ecc.) oltre al fatto che questa tecnologia garantisce, per impianti correttamente installati e manutenuti, una qualità di ascolto dello stesso ordine di grandezza di quella ottenibile in HD (pur con differenze che appassionano i cultori del settore). |
Può anche darsi che fosse questa la intenzione dei produttori di componenti elettronici (o hardware) e delle case discografiche (software). Che effettivamente all'inizio degli anni 2000 hanno proposto un "successore del CD" chiamato SACD (Super Audio CD) che consentiva di distribuire e ascoltare musica in alta risoluzione (equivalente a 24 bit e 88,2KHz di campionamento). Il lancio commerciale su larga scala però non c'è mai stato per la musica più diffusa (pop, rock) e per il grande pubblico questo diverso standard è rimasto sconosciuto, sino all'abbandono alla fine del decennio, salvo per il settore della classica. Quindi se anche una operazione commerciale è stata pensata e tentata, è stata totalmente fallimentare e le case discografiche hanno abbandonato questa strategia. Al momento non c'è nessuna promozione della musica in HD da parte delle major del disco e neanche dalle indies (etichette indipendenti) come chiunque può appurare. |
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Dove si trova la musica in HD |
No. A differenza di quello che è avvenuto con il lancio (con grande successo) del CD, che costava più del LP e molto di più della cassette, la musica in HD che si può normalmente comprare ha lo stesso ordine di grandezza di costo della musica su CD e, nel formato album, non molto inferiore alla musica in formato compresso venduta su iTunes. Indipendentemente dall'incremento di qualità e dalla sua percezione più o meno netta, a parità di costo conviene sceglierla. |
Si e no. Una produzione in HD abbastanza ampia da soddisfare le esigenze di un appassionato di musica è disponibile già dal 2011-2012 per il genere classico (inclusa lirica e musica contemporanea). Dal 2014-2015 la disponibilità è aumentata anche per i generi più diffusi, pop e rock, ma limitatamente alla ripubblicazione o ristampa in formato HD di materiale a catalogo e a titoli meno noti proposti dalle indies. Conntinua ad essere quasi inesistente la proposta da parte delle major, con la sola eccezione (sempre con pochi titoli) per la classica. Gli aggiornamenti periodici si possono leggere sul nostro blog. |
Su quali canali di distribuzione si può trovare la musica in HD? |
E' distribuita in due modalità, mediante digital download (in Italia normalmente chiamato "musica liquida") da portali specializzati o da siti delle poche case discografiche di classica che già offrono questo formato, oppure su supporto fisico a standard SACD, sempre e solo per la classica in questo secondo caso. Per una rassegna sempre aggiornata della disponibilità, che è variabile di anno in anno, consultare il nostro blog. |
Altre domande? |
Altre domande sulla musica liquida? Scrivi a Musica & Memoria |
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© Alberto Maurizio Truffi - Musica & Memoria - Aprile 2013 / Aggiornamento completo: Luglio 2016 |
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