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Jacques Dutronc - Et moi, et moi, et moi (1966)

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Mini, mini, mini / Le covers / I testi in francese / Gene Guglielmi - E voi, e voi, e voi

 

Testo

 

 

 

Sept cent millions de chinois
Et moi, et moi, et moi
Avec ma vie, mon petit chez moi
Mon mal de tête, mon psi
J'y pense et puis j'oublie
C'est la vie, c'est la vie

Quatre vingt millions d'indonésiens
Et moi, et moi, et moi
Avec ma voiture et mon chien
Son Canigou quand il aboit
J'y pense et puis j'oublie
C'est la vie, c'est la vie

Trois ou quatre cent millions de noirs
Et moi, et moi, et moi
Qui vais au brunissoir
Au sauna pour perdre du poids
J'y pense et puis j'oublie
C'est la vie, c'est la vie

Trois cent millions de soviétiques
Et moi, et moi, et moi
Avec mes manies et mes tics
Dans mon p'tit lit en plumes d'oie
J'y pense et puis j'oublie
C'est la vie, c'est la vie

Cinquante millions de gens imparfaits
Et moi, et moi, et moi
Qui regardent Catherine Langeais
À la télévision chez moi
J'y pense et puis j'oublie
C'est la vie, c'est la vie

Neuf cent millions de crève la faim
Et moi, et moi, et moi
Avec mon régime végétarien
Et tout le whisky que je m'envoi
J'y pense et puis j'oublie
C'est la vie, c'est la vie

Cinq cent millions de sud américains
Et moi, et moi, et moi
Je suis tout nu dans mon bain
Avec une fille qui me nettoie
J'y pense et puis j'oublie
C'est la vie, c'est la vie

Cinquante millions de vietnamiens
Et moi, et moi, et moi
Le dimanche à la chasse au lapin
Avec mon fusil, je suis le roi
J'y pense et puis j'oublie
C'est la vie, c'est la vie

Cinq cent millards de petits martiens
Et moi, et moi, et moi
Comme un con de parisien
J'attends mon chèque de fin de mois
J'y pense et puis j'oublie
C'est la vie, c'est la vie

J'y pense et puis j'oublie
C'est la vie, c'est la vie

Settecento milioni di cinesi (1)
Ed io, ed io, ed io
Con la mia vita, la mia piccola casa
Il mio mal di testa, il mio mal di fegato
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Ottanta milioni di indonesiani (2)
Ed io, ed io, ed io
Con la mia macchina e il mio cane
Il suo cibo Canigou quando abbaia (2b)
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Tre o quattrocento milioni di neri (3)
Ed io, ed io, ed io
Che vado ad abbronzarmi
(e) alla sauna a perdere peso
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Trecento milioni di sovietici (4)
Ed io, ed io, ed io
Con la mie manie e i miei tic
Nel mio piccolo letto di piume d'oca
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Cinquanta milioni di persone imperfette (5)
Ed io, ed io, ed io
Che guardo Catherine Langeais
sul televisore di casa
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Novecento milioni muoiono di fame (6)
Ed io, ed io, ed io
Con la mia dieta vegetariana
E tutto il whisky che mando giù
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Cinquecento milioni di sudamericani (7)
Ed io, ed io, ed io
Sono nudo nel mio bagno
Con una ragazza che mi pulisce
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Cinquanta milioni di vietnamiti (8)
Ed io, ed io, ed io
Domenica, nella caccia ai conigli
Con il mio fucile, io sono il re
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Cinquecento miliardi di piccoli marziani (9)
Ed io, ed io, ed io
Come uno stupido di parigino
Aspetto il mio stipendio a fine mese
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

     

Note

     

Un ottimo brano veramente, l'esordio di jacques Dutronc, allora compagno di Francoise Hardy e autore di alcune canzoni per la brava cantante e autrice francese. Dal punto di vista musicale era una ballata blues in stile cantastorie, sulla scia della notissima Les elucubrations di Antoine, che a sua volta era ispirata da Subterranean Homesick Blues di Bob Dylan, che a sua volta era ispirata a non so quante canzoni tradizionali inglesi e americane.

Il testo però è piuttosto profetico, ed esprimeva con qualche decennio di anticipo il disagio dell'uomo occidentale che si rende conto di vivere assediato nella parte fortunata del mondo, nel salotto buono, mentre intorno gli equilibri incominciano a cambiare senza che nessuno possa fermare il processo. Ancora 40-50 anni e sarebbe arrivata la globalizzazione,  sarebbero arrivati i cinesi e il loro PIL (1), e anche i marziani (9), ovvero gli extra-comunitari, avrebbero fatto irruzione nella nostra vecchia Europa (chiamati da noi, peraltro) incrinandone usanze e tolleranza recentemente conquistata. Sono citati i sovietici (4), allora assai importanti, e sono descritti con un certo rispetto come spartani (involontari, si è saputo poi), l'Indonesia (2) era stata teatro di una drammatica rivoluzione fallita con decine di migliaia di morti (vedi in proposito il film "Un anno vissuto pericolosamente"), il Vietnam (8) era teatro di una guerra che stava arrivando al suo culmine, dove si cacciavano i Viet-cong (o i marines) e non certo conigli. C'è anche il problema della fame del mondo (sono cambiati solo i numeri, non il problema) ma almeno qualcosa di inaspettato è avvenuto per quanto riguarda i neri (3): uno di loro, un afro-americano, è diventato nel nuovo secolo il capo della nazione più potente del mondo.
Canigou (2b) è una marca di cibo per cani francese. Catherine Langeais (5) era una nota presentatrice TV dell'epoca in Francia e le persone imperfette (ma forse c'è una traduzione migliore) dovrebbero essere i francesi. Da notare l'accenno molto audace per l'epoca ad una situazione erotica (7), proposta però come una banale routine.

Il brano è stato ripreso ed utilizzato nella colonna sonora del film Perduto amor di Franco Battiato.

 
     

© Note e traduzione Musica & Memoria Novembre 2008 / Testo originale riprodotto di J. Dutronc per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita

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