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L'installazione dell'impianto Hi-Fi. FAQ

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Sul nostro sito Musica & Memoria abbiamo pubblicato da tempo una sezione di domande & risposte dedicata all'ascolto ottimale della musica e quindi alla  Stereofonia e Alta Fedeltà, ed una successiva serie di FAQ dedicate alla musica liquida. A giudicare dalle e-mail che ci arrivano un aspetto particolarmente critico dell'ascolto riguarda il posizionamento corretto dell'impianto hi-fi, compito non sempre agevole in una casa reale.
Proviamo a dare alcune risposte con questa ulteriore FAQ sull'installazione dell'impianto hi-fi. Risposte che hanno un obiettivo comune: sfatare il mito che la installazione di un impianto hi-fi sia un rompicapo. Sicuramente arrivare a risultati ideali e quasi perfetti richiede tempo ed impegno, ma con pochi semplici accorgimenti,  comunque indispensabili, si può raggiungere in poco tempo lo scopo di ascoltare bene la musica. L'alta fedeltà non è riservata a pochi eletti molto danarosi e con infinita pazienza e tempo libero, come sembra a volte, leggendo siti e forum.

 

Indice

 

Le regole di base

Quali e quanti sono i componenti di un impianto hi-fi?
Quali sono i componenti più critici per la installazione?
Cosa succede se non si rispettano le regole?
Quali sono le regole per la disposizione delle casse?
Se la stanza è più grande servono casse più grandi?
Come si fa se gli ascoltatori sono più di uno?

Posizionare i componenti

Come devono essere sistemate le casse?
Non si possono sistemare comodamente su una libreria?
Per appoggiarle a terra occorrono particolari accorgimenti?
Altre caratteristiche che deve avere la stanza?
Dove devono essere sistemate le elettroniche?
Come devono essere sistemate le elettroniche?
Le elettroniche possono essere impilate una sull'altra?

Il collegamento dei componenti

Ci sono regole specifiche per i cavi di collegamento?
Come si collegano i cavi?
Quanto devono essere lunghi i cavi?
Sulle mie casse ci sono quattro morsetti: come devo fare?
Come faccio a nascondere i cavi?
Per la connessione alla rete elettrica servono speciali accorgimenti?
Finalmente l'impianto è montato, e quindi occorre verificare per prima cosa se suona.

La messa a punto

La stanza deve essere trattata? I mobili devono essere spostati?
Non posso proprio evitare di avere un mobile (tavolo, tavolino) davanti alle casse, come faccio?
Non ce la faccio proprio a tenere le casse quasi in mezzo alla stanza come richiesto, cosa devo fare?
Come si decide l'orientamento preciso delle casse?
Devo aggiustare l'orientamento delle casse per tentativi, come ho letto?
Sembra una cosa lunga, è necessario tutto questo lavoro preliminare per ascoltare la musica?

Miglioramenti

Con quelli elencati sono finiti gli interventi per la messa a punto?
L'impianto richiede poi una particolare manutenzione?
Esistono delle regole ergonomiche per l'utilizzo dell'impianto?
Cos'altro si può fare per integrare e migliorare l'impianto?

 

FAQ. Frequently Asked Questions

 

Le regole di base

 

Quali e quanti sono i componenti di un impianto hi-fi?
Ci sono molte varianti, ma lo schema di base per un impianto stereo è: a) una o più sorgenti; b) un amplificatore; c) una coppia di casse, o diffusori; d) i cavi per collegare tutti i componenti.
Al momento le sorgenti più diffuse sono: 1) lettore di dischi ottici (CD o multiformato) 2) giradischi per dischi in vinile e relativo pre-amplficatore phono 3) apparato per musica liquida. In questo ultimo caso sono possibili diverse soluzioni, le più comuni sono riportate qui nel nostro blog. In un impianto può essere presente una sola sorgente o più di una.

Quali sono i componenti più critici per la installazione?
Le casse pongono i maggiori vincoli di installazione, le elettroniche (le sorgenti) molti meno, anche se occorre seguire delle regole anche per esse. Un discorso a parte per il giradischi, che per ora rimandiamo.

Cosa succede se non si rispettano le regole?
Nel caso dei diffusori si può perdere in tutto o in parte l'effetto stereo e introdurre alterazioni timbriche (in altre parole il suono degli strumenti si allontana da quello reale). Nel caso delle elettroniche non si sfruttano al massimo le loro prestazioni.

Quali sono le regole per la disposizione delle casse?
La teoria stereofonica richiede che siano posizionate ai due vertici di un triangolo equilatero dove al terzo vertice si trova l'ascoltatore. La necessità di riprodurre senza alterazioni le note basse richiede inoltre per quasi tutti i modelli in commercio che le casse siano disposte ad una distanza di 45-100 cm dalle pareti posteriori e laterali prossime. La distanza ottimale è variabile tra i modelli di casse. Infine l'altoparlante per le note alte, il tweeter, deve essere ad una altezza equivalente a quelle delle orecchie degli ascoltatori (seduti), quindi a ca. 1 - 1,2 m.

Quanto è lungo il lato di questo triangolo?
Dipende dalla stanza in cui si installa l'impianto. In una comune stanza rettangolare le casse potranno essere sistemate su uno dei due lati lunghi od uno dei due corti indifferentemente. In una stanza di 4x5 m. sul lato lungo potrebbero essere quindi sistemate le casse ad una distanza di 3 m o poco più tra esse e l'ascoltatore a circa 2,6 m dalla loro linea di congiunzione (altezza del triangolo equilatero). Senza perderci nelle formule matematiche (delle medie inferiori, comunque ) è la classica disposizione con il divano sul lato lungo e le casse sul lato opposto, ma non agli angoli della stanza né addossate alla parete di fondo.

Se la stanza è molto più grande?
Anche la distanza aumenta, ma bisogna tener conto di altri elementi. Ci torniamo dopo.

Se la stanza è più grande servono casse più grandi?
Più che altro serve un impianto in grado di produrre un volume di suono maggiore, amplificatore di potenza sufficiente e diffusori in grado di generare un livello sonoro superiore a 100 dB (la rivista Audio Review chiama questo parametro MOL, Maximum Output Level) anche in un ambiente a maggiore dispersione del suono. Il punto di ascolto sarà più lontano e così la distanza tra le casse e anche la efficacia della riproduzione sarà solitamente superiore.

Come si fa se gli ascoltatori sono più di uno?
Effettivamente in letteratura si parla sempre di un ascoltatore al vertice del triangolo, quasi che l'hi-fi preveda per forza un ascolto solitario. Naturalmente possono essere più di uno, esattamente come in una sala concerto il fortunato che sta al centro avrà la posizione migliore e che consente il miglior bilanciamento del messaggio musicale. Gli altri un ragionevole compromesso se rimangono nella zona centrale di ascolto.

 

Posizionare i componenti

 

Come devono essere sistemate le casse?
Dipende dai modelli. I più comuni sono a torre, quindi si appoggiano per terra e prevedono già una altezza del tweeter giusta per gli ascoltatori seduti, in alternativa possono essere diffusori compatti da posizionare su un apposito supporto, sempre da terra.

Non si possono sistemare comodamente su una libreria?
Anni fa i modelli compatti a sospensione pneumatica venivano definiti dai costruttori (AR in primo luogo) "bookshelf" ovvero da libreria. Una scelta soprattutto marketing per rimarcare la loro compattezza e versatilità rispetto ai sistemi (soprattutto a tromba) precedenti. Ma non è che fossero progettate per suonare bene dentro una libreria. Anche le classiche ed ottime AR3a e AR10P suonavano molto meglio disposte su uno stand alla giusta distanza dalle pareti. Lo stesso discorso vale per i minidiffusori. Anche su uno scaffale della libreria suonano discretamente, ma per avere il massimo bisogna disporle come indicato nella teoria e come riportato prima.
Se la scelta della libreria è proprio obbligata l'ideale sarebbe utilizzare diffusori a sospensione pneumatica (non reflex) che però ormai sono rarissimi. In alternativa è obbligatorio: 1) adottare diffusori reflex con tubo di accordo anteriore; 2) posizionarli su ripiani della libreria stabili e con vibrazioni il più possibile ridotte; 3) posizionarli in modo che i tweeter siano all'altezza delle orecchie degli ascoltatori seduti.

Per_appoggiarle a terra occorrono particolari accorgimenti?
Parte del progetto delle casse a torre e degli stand sono i "piedini" per appoggiarle sul pavimento. Se ci fidiamo dei progettisti poiché le abbiamo acquistate possiamo continuare a fidarci anche per questi componenti e utilizzarli secondo le istruzioni annesse. Miglioramenti sono sempre possibili ma si va nel settore "tweakings" che esula da queste semplici note.
In generale i sistemi di appoggio sono due: ad assorbimento (plastica e elementi semi elastici di diverso tipo) o ad accoppiamento (punte). Dovrebbero essere scelti in base al tipo di pavimento.
Le case in Italia sono essenzialmente di due tipi: a muri portanti e travi di sostegno per i pavimenti o a solaio portante e muri realizzati con tramezzi. Tutte le case dagli anni '50 in poi sono del secondo tipo (era del cemento armato) e in questo caso possono essere usati entrambi i tipi, anche se molti consigliano le punte (con sottopunte per non rovinare il parquet, che comunque fatalmente si righerà, prima o poi) mentre per le case più antiche, dove il pavimento può trasmettere lievi vibrazioni, è preferibile il primo.

Altre caratteristiche che deve avere la stanza?
La principale è un rumore di fondo tale da riservare alla musica una sufficiente dinamica. Una stanza silenziosa dovrebbe avere un livello di rumore nell'intorno dei 35 dB, che si può verificare con un fonometro economico o anche con un iPhone dotato di una apposita App (la precisione per questo uso è sufficiente). Se è superiore per qualche motivo (motori, condizionatori, rumori di strada) la dinamica si restringe e può non essere sufficiente per i generi musicali più impegnativi. Probabilmente in questo caso anche altri usi non musicali della stanza risulterebbero più gradevoli installando pannelli o finestre anti-rumore, azione quindi sempre consigliabile.

Dove devono essere sistemate le elettroniche?
La posizione ideale è al centro delle due casse, in questo modo i cavi di collegamento sono naturalmente di lunghezza uguale e più corti. Se dovessero essere forzatamente posizionati a lato di una delle due casse il cavo di collegamento tra l'amplificatore e le due casse dovrà essere comunque di lunghezza uguale, quindi quello della cassa più vicina dovrà essere sistemato a zig-zag per recuperare la lunghezza necessaria.

Come devono essere posizionate le elettroniche?
Come qualsiasi componente elettronico. Che funziona sempre ma funziona meglio se è in piano, se ha aria intorno per il raffreddamento, se è appoggiato su un supporto stabile e che non introduce vibrazioni.
Il raffreddamento è importante soprattutto per amplificatori in classe A e/o a valvole, che scaldano di più, e l'assenza di vibrazioni per i lettori di dischi ottici.
L'ideale è quindi posizionare il lettore CD e l'amplificatore su un tavolino ben stabile o in una nicchia del muro, affiancati tra essi, e con almeno 20-30 cm. da eventuali mensole o arredi al di sopra di essi, se presenti. Anche una mensola da muro, se veramente stabile e solidale ad esso, può essere una soluzione.

Le elettroniche possono essere impilate una sull'altra?
Sarebbe proprio consigliabile evitarlo, a meno che sia previsto dal costruttore (caso dei pre + finale, ad esempio). Con i pochi componenti necessari per un impianto attuale per quanto possibile bisognerebbe montarli affiancati. Se proprio lo spazio manca si può usare o realizzare o far realizzare un supporto a U rovesciata per tenerli comunque separati. In ogni caso fare attenzione all'amplificatore che ha necessità di spazio ed aria per le uscite di raffreddamento.

 

Collegare i componenti

 

Ci sono regole specifiche per i cavi di collegamento?
I cavi necessari nell'impianto standard minimo sono solo tre: un cavo RCA o XLR (di "segnale") per collegare il lettore CD o multiformato e due cavi uguali (di "potenza") per collegare le casse. Esistono molti produttori di cavi ognuno con molti modelli, anche estremamente costosi, e quindi la scelta appare complessa, anche perché è in corso da anni un acceso dibattito sulla effettiva influenza dei cavi sul suono. Per semplificare si può dire che effettivamente un cavo scadente o inadatto può provocare un degrado non eclatante ma avvertibile sul suono, e che però non è con un cavo di grande costo e qualità che si migliora in modo sensibile il suono di un impianto.
In un impianto iniziale o medio è sufficiente avere l'accortezza di acquistare cavi prodotti specificatamente per uso audio, senza spendere cifre che siano sproporzionate rispetto al costo dei componenti.

Come si collegano i cavi?
Per i cavi di segnale la connessione è standardizzata, di tipo RCA (o "pin-jack") per le interfacce di tipo sbilanciato, le più comuni, oppure XLR per quelle di tipo bilanciato, utilizzate da amplificatori e lettori di fascia alta. Connessione semplicissima ad innesto, basta solo fare attenzione che quella a pressione dei cavi RCA sia ben stabile. E, ovviamente, a connettere i canali destro e sinistro nel modo appropriato, cosa non difficile perché facilitata anche da un codice colore (rosso = destro, nero o a volte bianco = sinistro). Per le casse invece non esiste uno standard, o meglio, quello che esiste, chiamato Speakon ed usato nel settore professionale, per motivi ignoti non è usato se non per rarissimi componenti nei prodotti hi-fi per uso casalingo. Oltre al classico sistema di connessione con cavi non terminati (spellati) i connettori più diffusi in Europa sono quelli a "banana". Per la scelta affidarsi al negoziante e ai manuali di istruzione dei componenti, perché occorre rispettare anche criteri di sicurezza per i cavi di potenza.
Nella connessione bisogna fare attenzione in questo caso alla polarità; normalmente un cavo per casse (che è sempre un doppio cavo) usa un sistema per distinguerli ai due capi, in modo da connetterli alla polarità corrispondente sulle casse, e quindi si tratta di una operazione molto semplice, che richiede solo un minimo di attenzione.

Quanto devono essere lunghi i cavi?
Il meno possibile. Sia per le prestazioni sia per il costo (i cavi si vendono al metro) e sia per mantenere il più possibile ordinata la cablatura. Ovviamente deve rimanere un ragionevole gioco tra i vari componenti. Una volta montato tutto l'impianto e messo a punto è consigliabile poi fissare bene i cavi tra loro con fascette o altri sistemi per garantire l'ordine e così pare, anche allontanare possibili piccole interferenze che influiscono marginalmente sul suono.

Sulle mie casse ci sono quattro morsetti: come devo fare?
I quattro morsetti servono per due tipi di connessione teoricamente superiori chiamate bi-wiring e bi-amping, che però ben pochi utilizzano, neppure per gli impianti di fascia alta. Per motivi misteriosi la maggior parte delle casse, anche a basso prezzo, continuano a prevedere questa possibilità. Rimandando per semplicità ad altra sede ogni approfondimento sul bi-wiring (raddoppio dei cavi) e bi-amping (raddoppio anche degli amplificatori finali) e sui presunti vantaggi, diciamo solo che se i morsetti sono 4 devono essere connessi a 2 a 2, e di solito nelle casse arriveranno già "ponticellati". La connessione del cavo potrà avvenire indifferentemente su ciascuno dei due morsetti con la stessa polarità.
Se il ponticello è realizzato con una sbarretta di metallo il consiglio che viene dato da anni è di sostituirli con un pezzetto di cavo di potenza, lo stesso usato per le casse. Si ignora l'entità del degrado che comporterebbe la conduzione elettrica sul metallo anziché sul rame per un tratto così breve, ma il consiglio è ripetuto da anni da fonti anche autorevoli e quindi conviene senz'altro seguirlo, anche perché costa poco e sicuramente non peggiorerà le cose.

Come faccio a nascondere i cavi?
Questo è un bel problema, di non facile soluzione. Riguarda in realtà quasi solo i cavi di potenza, quelli che collegano le casse, ed è aggravato dal fatto che i cavi migliori sono anche, spesso, quelli più rigidi e ingombranti. Sicuramente è l'elemento che è maggiormente in conflitto con un ambiente domestico. Nella classica installazione con diffusori su un lato della stanza, a distanza non grande dalle pareti, la presenza dei cavi può essere occultata in modo abbastanza efficace facendo scorrere i cavi lungo la parete e poi collegando i diffusori solo nell'ultimo tratto, e scegliendo cavi di dimensione e colori che consentano di dissimularli almeno in parte con pavimento, pareti e arredi. Ce ne sono di molti tipi e varianti e non dovrebbe essere troppo difficile trovarne di adatti. Ovviamente i cavi dovranno essere in questo caso di lunghezza maggiore.
Se invece i diffusori devono essere posizionati discosti dalle pareti, come nella immagine pubblicitaria della Wilson Audio mostrata a lato (nella quale infatti i cavi apparentemente non ci sono, e di conseguenza però le splendide casse americane non suonerebbero) i cavi in vista saranno non solo inevitabili ma evidenti, con conseguenze negative sull'accoglienza dell'impianto da chi, in famiglia, è meno interessato al suo utilizzo. Se nella zona retrostante le casse è poi previsto il passaggio di persone sarebbe in teoria necessario anche metterli in sicurezza con i copri-cavo, quelli che si usano in fiere, mostre e convegni, che per di più, sempre per ragioni di sicurezza, sono di solito di colore giallo squillante.
Una alternativa è passare i cavi sotto a tappeti strategicamente disposti, che peraltro aiutano a migliorare l'acustica. Servono in questo caso cavi speciali super piatti, come quelli della ditta specializzata Nordost (che si chiamano difatti Flatline) piuttosto cari ma sicuramente ideali in questo caso.
Qualunque sia la difficoltà la soluzione non dovrà essere mai quella di staccare e riattaccare i cavi all'occorrenza. Alla fine non lo si farà quasi mai e tanto varrebbe rinunciare all'impianto. Meglio rinunciare in questo caso alla posizione teoricamente ottimale piuttosto che alla musica.

Per la connessione alla rete elettrica servono speciali accorgimenti?
Negli impianti di fascia alta si usano spesso filtri e condizionatori di rete per fornire all'impianto, soprattutto all'amplificatore che è il componente più critico in questo senso, una tensione di rete la più possibile vicina a quella per cui è progettato, e priva di oscillazioni. Per un impianto iniziale o medio non è assolutamente necessario, e non ci sono neanche criticità per la sicurezza, ovviamente i componenti elettronici sono progettati per funzionare con la rete elettrica reale.
E' sufficiente quindi all'inizio collegare tutti i componenti elettronici ad una presa multipla di qualità, come quelle in vendita per i PC.

Finalmente l'impianto è montato, e quindi occorre verificare per prima cosa se suona.
Normalmente vista la semplicità dei componenti in gioco e delle connessioni tutto funziona al primo colpo. Se così non fosse occorre: 1) controllare di nuovo e attentamente tutte le connessioni e in particolare quelle delle casse; 2) procedere per sostituzioni (splitting): sostituire il cavo tra CD e ampli con uno diverso anche super-economico (a volte è fornito con le elettroniche), collegare sull'ampli un'altra sorgente (basta anche un lettore MP3 o uno smartphone con un cavo minijack (cuffia)-RCA), utilizzare una cuffia al posto delle casse se l'amplificatore prevede una uscita per cuffia. Una volta individuato il componente della catena che non va si procederà ad approfondire il problema con chi l'ha venduto.

 

La messa a punto

 

La seconda fase, più interessante, è la messa a punto dell'impianto per ottenere le migliori prestazioni. Ci si può perdere anche molto tempo ma, poiché il nostro scopo è ascoltare la musica e non l'impianto, focalizziamoci sui passi essenziali e che più influenzano il risultato finale. Il primo e fondamentale è l'elemento speculare dell'impianto, cioè la stanza che lo ospita.

La stanza deve essere trattata? I mobili devono essere spostati?
La stanza ideale per sentire musica in casa dovrebbe essere di forma rettangolare (non quadrata), arredata con mobilio e accessori mediamente assorbenti, possibilmente senza mobili o arredi tra le casse e il punto di ascolto. Soprattutto perché è pensando a questa stanza "standard" che sono progettate le casse, che quindi funzioneranno al meglio in queste condizioni. Riassumendo dovremmo avere un pavimento poco riflettente (parquet preferibilmente), tende possibilmente un po' pesanti davanti alle finestre, mobili e tavoli di legno e non di metallo o vetro, pochi quadri alle pareti se montati con vetro, possibilmente tappeti, e poi divani e poltrone (che assorbenti e imbottiti lo sono quasi sempre). Un arredamento abbastanza comune e che non pone grandi problemi, se non per un aspetto o due, che vediamo subito.

Non posso proprio evitare di avere un mobile (tavolo, tavolino) davanti alle casse, come faccio?
Sicuramente è una criticità, più sensibile se l'"ingombro" è di rilevanti dimensioni, può compromettere in parte uno dei risultati possibili con la stereofonia: la ricostruzione spaziale. Che non potrà ricrearsi in modo corretto a causa delle riflessioni. Una volta concluso che proprio lo spazio libero non c'è, non bisogna però preoccuparsi eccessivamente o considerare perduta ogni possibilità di ascoltare bene. In fondo anche in un ambiente di ascolto reale tra noi e chi suona ci possono essere ostacoli, a parte il signore, probabile ex giocatore di rugby, seduto proprio davanti a noi all'auditorium, o la signora cotonata come Marge Simpson, pensiamo al classico club jazz con tavoli e persone che sorseggiano drink ascoltando il gruppo che suona, sul palco appena sopraelevato. Anche lì di riflessioni indesiderate ce ne sono parecchie. Oltre che minimizzare gli ingombri una soluzione parziale può essere quindi quella di rialzare le casse con un apposito supporto, anche se sono del tipo a torre, in modo che almeno i tweeter siano "a vista".

Non ce la faccio proprio a tenere le casse quasi in mezzo alla stanza come richiesto, cosa devo fare?
Le possibili soluzioni sono due: avvicinarle di più senza accostarle ai muri posteriori, mantenendo 50 cm o quasi, e vedere se l'effetto sui bassi è ancora accettabile, oppure spostarle quando si ascolta la musica in modo serio, dopo aver segnato sul pavimento o in qualche modo la posizione ottimale, e lasciarle quando inattive a ridosso della parete. Sconsiglio la seconda soluzione perché fatalmente si finiranno per ascoltare sempre o quasi nella posizione non ottimale. Meglio cercare da subito un ragionevole compromesso.

Le casse devono essere orientate verso il punto di ascolto?
Dipende da come sono progettate e dal risultato desiderato. Ci torniamo dopo.

Come si decide l'orientamento preciso delle casse?
Per prima cosa bisogna controllare che la ricostruzione dell'immagine sonora sia correttamente centrata e che non ci siano code sonore sui bassi. 

Immagine centrata
Per il controllo bisogna usare un segnale audio mono. Se non abbiamo un CD mono si può creare facilmente su computer con programmi come Foobar2000 usando la funzione downmix to mono in conversione. In questo caso conviene usare una registrazione musicale semplice e "puntiforme", ad esempio una voce senza accompagnamento strumentale o un sax solo, e mantenere le casse parallele tra loro, non orientate al punto d'ascolto. Testare prima la musica in cuffia per verificare che sia effettivamente centrata.
Se nella riproduzione con l'impianto l'immagine fosse spostata su un lato non bisogna "raddrizzarla" usando il comando balance (che peraltro su molti amplificatori non c'è più). Questo comando serve per correggere eventuali difetti del materiale audio in riproduzione, non dell'impianto.
Bisogna invece individuare il problema, a parte l'ovvio controllo se eravamo veramente al centro, e la controprova invertendo i canali (in questo caso il problema, se persiste, è nell'impianto), potrebbero essere presenti riflessioni nell'ambiente con effetto diverso sui due lati. In questo caso bisogna proprio cercare di intervenire con arredi o assorbenti acustici che pure sono in commercio. Prima di procedere è però consigliabile un approfondimento con una persona esperta, iniziando dallo stesso negoziante che ha venduto l'impianto, per escludere altre motivazioni.

Controllo sui bassi
L'altro punto critico da controllare è la eventuale presenza di code e rinforzo eccessivo ("rimbombo") sui bassi o, all'opposto di carenze rispetto a quello che le casse promettono. Per un controllo occorre anche in questo caso un disco test con un contenuto significativo di frequenze basse. A parte i dischi test veri e propri può andare bene un assolo di contrabbasso in un disco jazz o una fase di una composizione classica nella quale suonano i contrabbassi o brani con organo. L'importante è che contengano note "lunghe" e non solo percussive, per percepire meglio gli eventuali rimbombi. In questa fase non si punta a cercare la perfezione rispetto al suono originale, ma solo gli eventuali difetti più eclatanti e che si possono correggere. E per la correzione sono a disposizione pochi interventi: allontanare o avvicinare le casse alle pareti, alzarle da terra con un supporto, ridurre il rinforzo dell'accordo reflex con un assorbente di tipo spugnoso, come previsto da diversi produttori (B&W in primis). Agendo su questi elementi (o su altri, in dipendenza del modello di diffusore, ci riferiamo ai più comuni) si può equilibrare la resa dell'impianto.

Devo aggiustare l'orientamento delle casse per tentativi, come ho letto?
Sì, ma prima conviene leggere le istruzioni delle casse, dove già potrebbero essere date indicazioni che in prima battuta è consigliabile seguire, e poi fare una riflessione su quello che vogliamo ottenere.
Semplificando al massimo, infatti, con un orientamento molto marcato verso il centro si migliora la sensazione di profondità e di separazione spaziale tra gli strumenti, ma il suono viene "confinato" tra le due casse, mentre lasciando le casse parallele o di poco orientate tra loro (10° o poco più) si ottiene (sempre che la loro qualità lo consenta) una immagine che si espande anche oltre ad esse.
Se ne deduce che se ascoltiamo in prevalenza piccoli complessi strumentali può essere preferibile un orientamento più marcato, se invece il nostro obiettivo è la sinfonica, non possiamo trascurare la possibilità di avere una immagine più ampia.

Sembra una cosa lunga, è necessario tutto questo lavoro preliminare per ascoltare la musica?
Assolutamente no, soprattutto per chi non è esperto (o presunto tale) conviene orientare le casse come indicato dal costruttore o, in alternativa, se nulla fosse dichiarato, di 15-20° che è una soluzione che va bene nella maggioranza dei casi, non pensarci più e godersi la musica con il nuovo impianto. Più avanti, avendo ormai acquisito una maggiore attenzione ai dettagli sonori e una maggiore familiarità con l'impianto, e dopo una frequentazione adeguata di concerti di musica acustica, si potranno provare altre soluzioni. Che poi segneremo in qualche maniera per poterle ritrovare facilmente nel caso che le casse vengano spostate. Per evitare antiestetici segni sul pavimento si possono segnare le distanze di due angoli delle casse dalle pareti laterali (se sono di forma rettangolare ...).

 

Miglioramenti

 

Con quelli elencati sono finiti gli interventi per la messa a punto?
In realtà no, si possono fare molte altre verifiche e interventi migliorativi ("tweakings") ma lo scopo di queste FAQ è di mostrare che dall'acquisto dell'impianto all'ascolto della musica non servono molti più passi di quelli necessari ad installare un sistema video nuovo, e che l'appassionato di musica può dedicarsi all'ascolto dopo un impegno iniziale più che ragionevole. Per indicazioni su tutto quanto si può fare per ulteriori miglioramenti rimandiamo ai molti siti che hanno trattato nel tempo in modo molto esauriente questo aspetto, con in evidenza TNT-Audio.

L'impianto richiede poi una particolare manutenzione?
L'impianto semplice che abbiamo trattato, no. A parte mantenere puliti e ragionevolmente protetti dalla polvere i componenti, come per qualsiasi altro componente elettronico analogo presente in casa, non occorre fare altro. La manutenzione è richiesta solo per giradischi (e testine) e per amplificatori a valvole, e consiste nella sostituzione di alcuni elementi soggetti ad usura (puntina, cinghia se presente, valvole se necessario) e in operazioni di ritaratura che saranno indicate dai fornitori.

Esistono delle regole ergonomiche per l'utilizzo dell'impianto?
Sì, il rispetto della musica e di chi l'ha composta e interpretata, qualunque sia il genere. La musica di solito non è stata composta per essere suonata in sottofondo, salvo alcune musiche specializzate, né per essere ascoltata a volume bassissimo, tale da non percepire buona parte dei suoni. Se si decide di ascoltare la musica e la si ama bisognerebbe applicare la stessa attenzione che si utilizza per un film o per un libro, ponendola al centro dell'attenzione, se ciò non è possibile ricordare che anche il silenzio può essere piacevole. Specialmente mentre si pranza o si conversa. Se capita di dover interrompere l'ascolto per qualsiasi motivo bisognerebbe gestire il fatto come un evento eccezionale, una discontinuità, per prima cosa evitando la brusca interruzione, abbassando gradatamente il volume fino a spegnerlo, in sfumando. Il livello del volume dovrebbe essere posizionato in modo da simulare il più possibile quello di un evento dal vivo, ma se in questo modo è troppo alto ricordare sempre che un vantaggio di un ascolto casalingo è la possibilità di personalizzare anche questo parametro, e che un buon impianto deve suonare bene e lasciar percepire i particolari anche a volume basso.

Cos'altro si può fare per integrare e migliorare l'impianto?
Due cose si potrebbero fare: andare più spesso a concerti dal vivo di musica acustica (o di quella che ci piace) e avere nella stanza uno strumento vero, e qualcuno (possibilmente noi stessi) che lo sappia suonare anche non "professionalmente", che sia uno strumento fisso come il classico pianoforte verticale, o di qualsiasi altro genere. Non c'è nulla come la conoscenza del vero suono degli strumenti per valutare un impianto, individuarne i limiti (in alcuni casi inevitabili) e l'effetto dei possibili miglioramenti.

 

Altre domande?

   

Altre domande sulla installazione e posizionamento dell'impianto hi-fi? Scrivi a Musica & Memoria.

   

© Alberto Maurizio Truffi - Musica & Memoria - Marzo 2012

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