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Le
regole di base |
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Quali e quanti sono i componenti di un impianto hi-fi?
Ci sono molte varianti, ma lo schema di base per un impianto stereo è: a) una o
più sorgenti; b) un amplificatore; c) una coppia di casse, o diffusori; d) i
cavi per collegare tutti i componenti.
Al momento le sorgenti più diffuse sono: 1) lettore di dischi ottici (CD o
multiformato) 2) giradischi per dischi in vinile e relativo pre-amplficatore
phono 3) apparato per musica liquida. In questo ultimo caso
sono possibili diverse soluzioni, le più comuni sono riportate
qui nel nostro
blog.
In un impianto può essere presente una sola sorgente o più di una.
Quali sono i componenti più critici per la installazione?
Le casse pongono i maggiori vincoli di installazione, le elettroniche (le
sorgenti) molti meno, anche se occorre seguire delle regole anche per esse. Un discorso
a parte per il giradischi, che per ora rimandiamo.
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Cosa succede se non si rispettano le regole?
Nel caso dei diffusori si può perdere in tutto o in parte l'effetto stereo e
introdurre alterazioni timbriche (in altre parole il suono degli strumenti si
allontana da quello reale). Nel caso delle elettroniche non si sfruttano al
massimo le loro prestazioni.
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Quali sono le regole per la disposizione delle casse?
La teoria stereofonica richiede che siano posizionate ai due vertici di un triangolo equilatero dove
al terzo vertice si trova l'ascoltatore. La necessità di riprodurre senza
alterazioni le note basse richiede inoltre per quasi tutti i modelli in
commercio che le casse siano disposte ad una
distanza di 45-100 cm dalle pareti posteriori e laterali prossime. La distanza
ottimale è variabile tra i modelli di casse. Infine l'altoparlante per le note
alte, il tweeter, deve essere ad una altezza equivalente a quelle delle orecchie
degli ascoltatori (seduti), quindi a ca. 1 - 1,2 m.
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Quanto è lungo il lato di questo triangolo?
Dipende dalla stanza in cui si installa l'impianto. In una comune stanza
rettangolare le casse potranno essere sistemate su uno dei due lati lunghi od
uno dei due corti indifferentemente. In una stanza di 4x5 m. sul lato lungo
potrebbero essere quindi sistemate le casse ad una distanza di 3 m o poco più
tra esse e l'ascoltatore a circa 2,6 m dalla loro linea di congiunzione (altezza
del triangolo equilatero). Senza perderci nelle formule matematiche (delle medie
inferiori, comunque ) è la classica disposizione con il divano sul lato lungo e
le casse sul lato opposto, ma non agli angoli della stanza né addossate alla
parete di fondo.
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Se la stanza è molto più grande?
Anche la distanza aumenta, ma bisogna tener conto di altri elementi. Ci torniamo
dopo.
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Se la stanza
è più grande servono casse più grandi?
Più che altro serve un impianto in grado di produrre un volume di
suono maggiore, amplificatore di potenza sufficiente e diffusori in
grado di generare un livello sonoro superiore a 100 dB (la rivista
Audio Review chiama questo parametro MOL, Maximum Output Level)
anche in un ambiente a maggiore dispersione del suono. Il punto di
ascolto sarà più lontano e così la distanza tra le casse e anche la
efficacia della riproduzione sarà solitamente superiore. |
Come si fa se gli ascoltatori sono più di uno?
Effettivamente in letteratura si parla sempre di un ascoltatore al vertice del
triangolo, quasi che l'hi-fi preveda per forza un ascolto solitario.
Naturalmente possono essere più di uno, esattamente come in una sala concerto il
fortunato che sta al centro avrà la posizione migliore e che consente il miglior
bilanciamento del messaggio musicale. Gli altri un ragionevole compromesso se
rimangono nella zona centrale di ascolto.
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Posizionare i componenti |
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Come devono essere sistemate le casse?
Dipende dai modelli. I più comuni sono a torre, quindi si appoggiano per terra e
prevedono già una altezza del tweeter giusta per gli ascoltatori seduti, in
alternativa possono essere
diffusori compatti da posizionare su un apposito supporto, sempre da terra.
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Non si possono sistemare comodamente
su una libreria?
Anni fa i modelli compatti a sospensione pneumatica venivano definiti dai
costruttori (AR in primo luogo) "bookshelf" ovvero da libreria. Una scelta
soprattutto marketing per rimarcare la loro compattezza e versatilità rispetto
ai sistemi (soprattutto a tromba) precedenti. Ma non è che fossero progettate
per suonare bene dentro una libreria. Anche le classiche ed ottime AR3a e AR10P
suonavano molto meglio disposte su uno stand alla giusta distanza dalle pareti.
Lo stesso discorso vale per i minidiffusori. Anche su uno scaffale della
libreria suonano discretamente, ma per avere il massimo bisogna disporle come
indicato nella teoria e come riportato prima.
Se la scelta della libreria è proprio obbligata l'ideale sarebbe utilizzare
diffusori a sospensione pneumatica (non reflex) che però ormai sono rarissimi.
In alternativa è obbligatorio: 1) adottare diffusori reflex con tubo di accordo
anteriore; 2) posizionarli su ripiani della libreria stabili e con vibrazioni il
più possibile ridotte;
3) posizionarli in modo che i tweeter siano all'altezza delle orecchie degli
ascoltatori seduti.
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Per_appoggiarle a terra occorrono particolari accorgimenti?
Parte del progetto delle casse a torre e degli stand sono i "piedini" per
appoggiarle sul pavimento. Se ci fidiamo dei progettisti poiché le abbiamo
acquistate possiamo continuare a fidarci anche per questi componenti e
utilizzarli secondo le istruzioni annesse. Miglioramenti sono sempre possibili
ma si va nel settore "tweakings" che esula da queste semplici note.
In generale i sistemi di appoggio sono due: ad assorbimento (plastica e elementi
semi elastici di diverso tipo) o ad accoppiamento (punte). Dovrebbero essere
scelti in base al tipo di pavimento.
Le case in Italia sono essenzialmente di due tipi: a muri portanti e travi di
sostegno per i pavimenti o a solaio portante e muri realizzati con tramezzi.
Tutte le case dagli anni '50 in poi sono del secondo tipo (era del cemento
armato) e in questo caso possono essere usati entrambi i tipi, anche se molti
consigliano le punte (con sottopunte per non rovinare il parquet, che comunque
fatalmente si righerà, prima o poi) mentre per le case più antiche, dove il
pavimento può trasmettere lievi vibrazioni, è preferibile il primo.
Altre
caratteristiche che deve avere la stanza?
La principale è un rumore di fondo tale da riservare alla musica una
sufficiente dinamica. Una stanza silenziosa dovrebbe avere un
livello di rumore nell'intorno dei 35 dB, che si può verificare con
un fonometro economico o anche con un iPhone dotato di una apposita
App (la precisione per questo uso è sufficiente). Se è superiore per
qualche motivo (motori, condizionatori, rumori di strada) la
dinamica si restringe e può non essere sufficiente per i generi
musicali più impegnativi. Probabilmente in questo caso anche altri
usi non musicali della stanza risulterebbero più gradevoli
installando pannelli o finestre anti-rumore, azione quindi sempre
consigliabile. |
Dove devono essere sistemate le elettroniche?
La posizione ideale è al centro delle due casse, in questo modo i cavi di
collegamento sono naturalmente di lunghezza uguale e più corti. Se dovessero
essere forzatamente posizionati a lato di una delle due casse il cavo di
collegamento tra l'amplificatore e le due casse dovrà essere comunque di
lunghezza uguale, quindi quello della cassa più vicina dovrà essere sistemato a
zig-zag per recuperare la lunghezza necessaria. |
Come devono essere posizionate le elettroniche?
Come qualsiasi componente elettronico. Che funziona sempre ma funziona meglio se
è in piano, se ha aria intorno per il raffreddamento, se è appoggiato su un
supporto stabile e che non introduce vibrazioni.
Il raffreddamento è importante soprattutto per amplificatori in classe A e/o a
valvole, che scaldano di più, e l'assenza di vibrazioni per i lettori di dischi
ottici.
L'ideale è quindi posizionare il lettore CD e l'amplificatore su un tavolino ben
stabile o in una nicchia del muro, affiancati tra essi, e con almeno 20-30 cm.
da eventuali mensole o arredi al di sopra di essi, se presenti. Anche una
mensola da muro, se veramente stabile e solidale ad esso, può essere una
soluzione. |
Le elettroniche possono essere impilate una sull'altra?
Sarebbe proprio consigliabile evitarlo, a meno che sia previsto dal costruttore
(caso dei pre + finale, ad esempio). Con i pochi componenti necessari per un
impianto attuale per quanto possibile bisognerebbe montarli affiancati. Se
proprio lo spazio manca si può usare o realizzare o far realizzare un supporto a
U rovesciata per tenerli comunque separati. In ogni caso fare attenzione
all'amplificatore che ha necessità di spazio ed aria per le uscite di
raffreddamento. |
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Collegare i componenti |
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Ci sono regole specifiche per i cavi
di collegamento?
I cavi necessari nell'impianto standard minimo sono solo tre: un
cavo RCA o XLR (di "segnale") per collegare il lettore CD o
multiformato e due cavi uguali (di "potenza") per collegare le
casse. Esistono molti produttori di cavi ognuno con molti modelli,
anche estremamente costosi, e quindi la scelta appare complessa,
anche perché è in corso da anni un acceso dibattito sulla effettiva
influenza dei cavi sul suono. Per semplificare si può dire che
effettivamente un cavo scadente o inadatto può provocare un degrado
non eclatante ma avvertibile sul suono, e che però non è con un cavo
di grande costo e qualità che si migliora in modo sensibile il suono
di un impianto.
In un impianto iniziale o medio è sufficiente avere l'accortezza di
acquistare cavi prodotti specificatamente per uso audio, senza
spendere cifre che siano sproporzionate rispetto al costo dei
componenti. |
Come si collegano i cavi?
Per i cavi di segnale la connessione è standardizzata, di tipo RCA
(o "pin-jack") per le interfacce di tipo sbilanciato, le più comuni,
oppure XLR per quelle di tipo bilanciato, utilizzate da
amplificatori e lettori di fascia alta. Connessione semplicissima ad
innesto, basta solo fare attenzione che quella a pressione dei cavi
RCA sia ben stabile. E, ovviamente, a connettere i canali destro e
sinistro nel modo appropriato, cosa non difficile perché facilitata
anche da un codice colore (rosso = destro, nero o a volte bianco =
sinistro). Per le casse invece non esiste uno standard, o meglio,
quello che esiste, chiamato Speakon ed usato nel settore
professionale, per motivi ignoti non è usato se non per rarissimi componenti nei
prodotti hi-fi per uso casalingo. Oltre al classico sistema di
connessione con cavi non terminati (spellati) i connettori più
diffusi in Europa sono quelli a "banana". Per la scelta affidarsi al
negoziante e ai manuali di istruzione dei componenti, perché occorre
rispettare anche criteri di sicurezza per i cavi di potenza.
Nella connessione bisogna fare attenzione in questo caso alla
polarità; normalmente un cavo per casse (che è sempre un doppio
cavo) usa un sistema per distinguerli ai due capi, in modo da
connetterli alla polarità corrispondente sulle casse, e quindi si
tratta di una operazione molto semplice, che richiede solo un minimo
di attenzione. |
Quanto devono essere lunghi
i cavi?
Il meno possibile. Sia per le prestazioni sia per il costo (i cavi
si vendono al metro) e sia per mantenere il più possibile ordinata
la cablatura. Ovviamente deve rimanere un ragionevole gioco tra i
vari componenti. Una volta montato tutto l'impianto e messo a punto
è consigliabile poi fissare bene i cavi tra loro con fascette o
altri sistemi per garantire l'ordine e così pare, anche allontanare
possibili piccole interferenze che influiscono marginalmente sul
suono. |
Sulle mie casse ci sono quattro
morsetti: come devo fare?
I quattro morsetti servono per due tipi di connessione teoricamente
superiori chiamate bi-wiring e bi-amping, che però ben pochi
utilizzano, neppure per gli impianti di fascia alta. Per motivi
misteriosi la maggior parte delle casse, anche a basso prezzo,
continuano a prevedere questa possibilità. Rimandando per semplicità
ad altra sede ogni approfondimento sul bi-wiring (raddoppio dei cavi) e bi-amping
(raddoppio anche degli amplificatori finali) e sui presunti
vantaggi, diciamo solo che se i morsetti sono 4 devono essere
connessi a 2 a 2, e di solito nelle casse arriveranno già "ponticellati".
La connessione del cavo potrà avvenire indifferentemente su ciascuno
dei due morsetti con la stessa polarità.
Se il ponticello è realizzato con una sbarretta di metallo il
consiglio che viene dato da anni è di sostituirli con un pezzetto di
cavo di potenza, lo stesso usato per le casse. Si ignora l'entità
del degrado che comporterebbe la conduzione elettrica sul metallo
anziché sul rame per un tratto così breve, ma il consiglio è
ripetuto da anni da fonti anche autorevoli e quindi conviene
senz'altro seguirlo, anche perché costa poco e sicuramente non peggiorerà le
cose. |
Come faccio a
nascondere i cavi?
Questo
è un bel problema, di non facile soluzione. Riguarda in realtà quasi solo
i cavi di potenza, quelli che collegano le casse, ed è aggravato dal
fatto che i cavi migliori sono anche, spesso, quelli più rigidi e
ingombranti. Sicuramente è l'elemento che è maggiormente in
conflitto con un ambiente domestico. Nella classica installazione
con diffusori su un lato della stanza, a distanza non grande dalle
pareti, la presenza dei cavi può essere occultata in modo abbastanza
efficace facendo scorrere i cavi lungo la parete e poi collegando i
diffusori solo nell'ultimo tratto, e scegliendo cavi di dimensione e
colori che consentano di dissimularli almeno in parte con pavimento,
pareti e arredi. Ce ne sono di molti tipi e varianti e non dovrebbe
essere troppo difficile trovarne di adatti. Ovviamente i cavi
dovranno essere in questo caso di lunghezza maggiore.
Se invece i diffusori devono essere posizionati discosti dalle
pareti, come nella immagine pubblicitaria della Wilson Audio
mostrata a lato (nella quale infatti i cavi apparentemente non ci
sono, e di conseguenza però le splendide casse americane non
suonerebbero) i cavi in vista saranno non solo inevitabili ma evidenti,
con conseguenze negative sull'accoglienza dell'impianto da chi, in
famiglia, è meno interessato al suo utilizzo. Se nella zona
retrostante le casse è poi previsto il passaggio di persone sarebbe
in teoria necessario anche metterli in sicurezza con i copri-cavo, quelli che si usano in fiere, mostre e convegni, che per
di più, sempre per ragioni di sicurezza, sono di solito di colore
giallo squillante.
Una alternativa è passare i cavi sotto a tappeti strategicamente
disposti, che peraltro aiutano a migliorare l'acustica. Servono in
questo caso cavi speciali super piatti, come quelli della ditta
specializzata Nordost (che si chiamano difatti Flatline) piuttosto
cari ma sicuramente ideali in questo caso.
Qualunque sia la difficoltà la soluzione non dovrà essere mai quella
di staccare e riattaccare i cavi all'occorrenza. Alla fine non lo si
farà quasi mai e tanto varrebbe rinunciare all'impianto. Meglio
rinunciare in questo caso alla posizione teoricamente ottimale
piuttosto che alla musica. |
Per la connessione alla rete elettrica
servono speciali accorgimenti?
Negli impianti di fascia alta si usano spesso filtri e
condizionatori di rete per fornire all'impianto, soprattutto
all'amplificatore che è il componente più critico in questo senso,
una tensione di rete la più possibile vicina a quella per cui è
progettato, e priva di oscillazioni. Per un impianto iniziale o
medio non è assolutamente necessario, e non ci sono neanche
criticità per la sicurezza, ovviamente i componenti elettronici
sono progettati per funzionare con la rete elettrica reale.
E' sufficiente quindi all'inizio collegare tutti i componenti
elettronici ad una presa multipla di qualità, come quelle in vendita
per i PC. |
Finalmente l'impianto è montato, e
quindi occorre verificare per prima cosa se suona.
Normalmente vista la semplicità dei componenti in gioco e delle
connessioni tutto funziona al primo colpo. Se così non fosse occorre: 1)
controllare di nuovo e attentamente tutte le connessioni e in
particolare quelle delle casse; 2) procedere per sostituzioni (splitting):
sostituire il cavo tra CD e ampli con uno diverso anche
super-economico (a volte è fornito con le elettroniche), collegare
sull'ampli un'altra sorgente (basta anche un lettore MP3 o uno
smartphone con un cavo minijack (cuffia)-RCA), utilizzare una cuffia
al posto delle casse se l'amplificatore prevede una uscita per
cuffia. Una volta individuato il componente della catena che non va
si procederà ad approfondire il problema con chi l'ha venduto.
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La
messa a punto |
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La seconda fase, più interessante, è la messa a punto dell'impianto
per ottenere le migliori prestazioni. Ci si può perdere anche molto
tempo ma, poiché il nostro scopo è ascoltare la musica e non
l'impianto, focalizziamoci sui passi essenziali e che più
influenzano il risultato finale. Il primo e fondamentale è
l'elemento speculare dell'impianto, cioè la stanza che lo ospita.
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La stanza deve essere trattata? I
mobili devono essere spostati?
La stanza ideale per sentire musica in casa dovrebbe essere di forma
rettangolare (non quadrata), arredata con mobilio e accessori mediamente
assorbenti, possibilmente senza mobili o arredi tra le casse e il
punto di ascolto. Soprattutto perché è pensando a questa stanza
"standard" che sono progettate le casse, che quindi funzioneranno al
meglio in queste condizioni. Riassumendo dovremmo avere un pavimento poco riflettente (parquet preferibilmente), tende
possibilmente un po' pesanti davanti alle finestre, mobili e tavoli
di legno e non di metallo o vetro, pochi quadri alle pareti se
montati con
vetro, possibilmente tappeti, e poi divani e poltrone (che
assorbenti e imbottiti lo sono quasi sempre). Un arredamento
abbastanza comune e che non pone grandi problemi, se non per un
aspetto o due, che vediamo subito. |
Non posso proprio evitare di avere un
mobile (tavolo, tavolino) davanti alle casse, come faccio?
Sicuramente è una criticità, più sensibile se l'"ingombro" è di
rilevanti dimensioni, può compromettere in parte uno dei risultati
possibili con la stereofonia: la ricostruzione spaziale. Che non
potrà ricrearsi in modo corretto a causa delle riflessioni. Una volta
concluso che proprio lo spazio libero non c'è, non bisogna però
preoccuparsi eccessivamente o considerare perduta ogni possibilità
di ascoltare bene. In fondo anche in un ambiente di ascolto reale
tra noi e chi suona ci possono essere ostacoli, a parte il signore,
probabile ex giocatore di rugby, seduto proprio davanti a noi
all'auditorium, o la signora cotonata come Marge Simpson, pensiamo al classico club jazz con tavoli e persone
che sorseggiano drink ascoltando il gruppo che suona, sul palco
appena sopraelevato. Anche lì di riflessioni indesiderate ce ne sono
parecchie. Oltre che minimizzare gli ingombri una soluzione parziale
può essere quindi quella di rialzare le casse con un apposito supporto,
anche se sono del tipo a torre, in modo che almeno i tweeter siano
"a vista". |
Non ce la faccio proprio a tenere le
casse quasi in mezzo alla stanza come richiesto, cosa devo fare?
Le possibili soluzioni sono due: avvicinarle di più senza
accostarle ai muri posteriori, mantenendo 50 cm o quasi, e vedere se
l'effetto sui bassi è ancora accettabile, oppure spostarle quando si
ascolta la musica in modo serio, dopo aver segnato sul pavimento o in
qualche modo la posizione ottimale, e lasciarle quando inattive a
ridosso della parete. Sconsiglio la seconda soluzione perché
fatalmente si finiranno per ascoltare sempre o quasi nella posizione
non ottimale. Meglio cercare da subito un ragionevole compromesso.
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Le casse devono essere orientate verso
il punto di ascolto?
Dipende da come sono progettate e dal risultato desiderato. Ci
torniamo dopo. |
Come si decide l'orientamento preciso
delle casse?
Per prima cosa bisogna controllare che la ricostruzione
dell'immagine sonora sia correttamente centrata e che non ci siano
code sonore sui bassi. |
Immagine centrata
Per il controllo bisogna usare un segnale audio mono. Se non abbiamo
un CD mono si può creare facilmente su computer con programmi come
Foobar2000 usando la funzione downmix to mono in conversione. In
questo caso conviene usare una registrazione musicale semplice e
"puntiforme", ad esempio una voce senza accompagnamento strumentale
o un sax solo, e mantenere le casse parallele tra loro, non
orientate al punto d'ascolto. Testare prima la musica in
cuffia per verificare che sia effettivamente centrata.
Se nella riproduzione con l'impianto l'immagine fosse spostata su un
lato non bisogna "raddrizzarla" usando il comando balance (che
peraltro su molti amplificatori non c'è più). Questo comando serve
per correggere eventuali difetti del materiale audio in
riproduzione, non dell'impianto.
Bisogna invece individuare il problema, a parte l'ovvio controllo se
eravamo veramente al centro, e la controprova invertendo i canali
(in questo caso il problema, se persiste, è nell'impianto),
potrebbero essere presenti riflessioni nell'ambiente con effetto
diverso sui due lati. In questo caso bisogna proprio cercare di
intervenire con arredi o assorbenti acustici che pure sono in
commercio. Prima di procedere è però consigliabile un
approfondimento con una persona esperta, iniziando dallo stesso
negoziante che ha venduto l'impianto, per escludere altre
motivazioni. |
Controllo sui bassi
L'altro punto critico da controllare è la eventuale presenza di code
e rinforzo eccessivo ("rimbombo") sui bassi o, all'opposto di
carenze rispetto a quello che le casse promettono. Per un controllo
occorre anche in questo caso un disco test con un contenuto
significativo di frequenze basse. A parte i dischi test veri e
propri può andare
bene un assolo di contrabbasso in un disco jazz o una fase di una
composizione classica nella quale suonano i contrabbassi o brani con
organo. L'importante è che contengano
note "lunghe" e non solo percussive, per percepire meglio gli
eventuali rimbombi. In questa fase non si punta a cercare la
perfezione rispetto al suono originale, ma solo gli eventuali
difetti più eclatanti e che si possono correggere. E per la correzione sono a
disposizione pochi interventi: allontanare o avvicinare le casse
alle pareti, alzarle da terra con un supporto, ridurre il
rinforzo dell'accordo reflex con un assorbente di tipo spugnoso,
come previsto da diversi produttori (B&W in primis). Agendo su
questi elementi (o su altri, in dipendenza del modello di diffusore,
ci riferiamo ai più comuni) si può equilibrare la resa
dell'impianto. |
Devo aggiustare
l'orientamento delle casse per tentativi, come ho letto?
Sì, ma prima conviene leggere le istruzioni delle casse, dove già
potrebbero essere date indicazioni che in prima battuta è
consigliabile seguire, e poi fare una riflessione su quello che
vogliamo ottenere.
Semplificando al massimo, infatti, con un orientamento molto marcato
verso il centro si migliora la sensazione di profondità e di
separazione spaziale tra gli strumenti, ma il suono viene
"confinato" tra le due casse, mentre lasciando le casse parallele o
di poco orientate tra loro (10° o poco più) si ottiene (sempre che la loro
qualità lo consenta) una immagine che si espande anche oltre ad
esse.
Se ne deduce che se ascoltiamo in prevalenza piccoli complessi
strumentali può essere preferibile un orientamento più marcato, se
invece il nostro obiettivo è la sinfonica, non possiamo trascurare
la possibilità di avere una immagine più ampia. |
Sembra una cosa lunga, è necessario
tutto questo lavoro preliminare per ascoltare la musica?
Assolutamente no, soprattutto per chi non è esperto (o presunto
tale) conviene orientare le casse come indicato dal costruttore o,
in alternativa, se nulla fosse dichiarato, di 15-20° che è una soluzione che va bene nella
maggioranza dei casi, non pensarci più e godersi la musica con il
nuovo impianto. Più avanti, avendo ormai acquisito una maggiore
attenzione ai dettagli sonori e una maggiore familiarità con
l'impianto, e dopo una frequentazione adeguata di concerti di musica
acustica, si potranno provare altre soluzioni. Che poi segneremo in
qualche maniera per poterle ritrovare facilmente nel caso che le
casse vengano spostate. Per evitare antiestetici segni sul pavimento
si possono segnare le distanze di due angoli delle casse dalle
pareti laterali (se sono di forma rettangolare ...). |
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Miglioramenti |
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Con quelli
elencati sono finiti gli interventi
per la messa a punto?
In realtà no, si possono fare molte altre verifiche e interventi
migliorativi ("tweakings") ma lo scopo di queste FAQ è di mostrare
che dall'acquisto dell'impianto all'ascolto della musica non servono
molti più passi di quelli necessari ad installare un sistema video
nuovo, e che l'appassionato di musica può dedicarsi all'ascolto dopo
un impegno iniziale più che ragionevole. Per indicazioni su tutto quanto si può fare
per ulteriori miglioramenti rimandiamo ai molti siti che hanno
trattato nel tempo in modo molto esauriente questo aspetto, con in
evidenza TNT-Audio. |
L'impianto richiede poi una
particolare manutenzione?
L'impianto semplice che abbiamo trattato, no. A parte mantenere
puliti e ragionevolmente protetti dalla polvere i componenti, come
per qualsiasi altro componente elettronico analogo presente in casa, non occorre
fare altro. La manutenzione è richiesta solo per
giradischi (e testine) e per amplificatori a valvole, e consiste
nella sostituzione di alcuni elementi soggetti ad usura (puntina,
cinghia se presente, valvole se necessario) e in operazioni di
ritaratura che saranno indicate dai fornitori.
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Esistono delle regole ergonomiche per l'utilizzo dell'impianto?
Sì, il rispetto della musica e di chi l'ha composta e interpretata,
qualunque sia il genere. La musica di solito non è stata composta
per essere suonata in sottofondo, salvo alcune musiche
specializzate, né per essere ascoltata a volume bassissimo, tale da
non percepire buona parte dei suoni. Se si decide di ascoltare la
musica e la si ama bisognerebbe applicare la stessa attenzione che
si utilizza per un film o per un libro, ponendola al centro
dell'attenzione, se ciò non è possibile ricordare che anche il
silenzio può essere piacevole. Specialmente mentre si pranza o si
conversa. Se capita di dover interrompere l'ascolto per qualsiasi
motivo bisognerebbe gestire il fatto come un evento eccezionale, una
discontinuità, per prima cosa evitando la brusca interruzione,
abbassando gradatamente il volume fino a spegnerlo, in sfumando. Il
livello del volume dovrebbe essere posizionato in modo da simulare
il più possibile quello di un evento dal vivo, ma se in questo modo
è troppo alto ricordare sempre che un vantaggio di un ascolto
casalingo è la possibilità di personalizzare anche questo parametro,
e che un buon impianto deve suonare bene e lasciar percepire i
particolari anche a volume basso. |
Cos'altro si può fare per integrare e
migliorare l'impianto?
Due cose si potrebbero fare: andare più spesso a concerti dal vivo
di musica acustica (o di quella che ci piace) e avere nella stanza
uno strumento vero, e qualcuno (possibilmente noi stessi) che lo sappia suonare anche non
"professionalmente", che sia uno strumento fisso come il classico pianoforte
verticale, o di qualsiasi altro genere. Non c'è nulla come la
conoscenza del vero suono degli strumenti per valutare un impianto,
individuarne i limiti (in alcuni casi inevitabili) e l'effetto dei
possibili miglioramenti. |