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Gianni Togni - Luna (1980)

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E guardo il mondo da un oblò (1)
Mi annoio un po'
Passo le notti a camminare (2)
Dentro un metrò
Sembro uscito da un romanzo
giallo
Ma cambierò, si cambierò

Gettando arance da un balcone
Così non va
Tiro due calci ad un pallone (3)
E poi chissà
Non sono ancora diventato
matto
Qualcosa farò, ma adesso no
Luna

Luna non mostri solamente la tua parte migliore
Stai benissimo da sola, sai cos'è l'amore
E credi solo nelle stelle
Mangi troppe caramelle, Luna
Luna ti ho vista dappertutto anche in fondo al mare (4)
Ma io lo so che dopo un po' ti stanchi di girare
Restiamo insieme questa notte
Mi hai detto no per troppe volte, Luna

E guardo il mondo da un oblò
Mi annoio un po'
Se sono triste mi travesto
Come Pierrot
Poi salgo sopra i tetti e grido
Al vento
Guarda che anch'io ho fatto a pugni con Dio (5)

Ho mille libri sotto il letto (6)
Non leggo più
Ho mille sogni in un cassetto
Non lo apro più
Parlo da solo e mi confondo
E penso
Che in fondo sì, sto bene così
Luna

Luna tu parli solamente a chi è innamorato
Chissà quante canzoni ti hanno già dedicato
Ma io non sono come gli altri
Per te ho progetti più importanti, Luna
Luna non essere arrabbiata dai non fare la scema
Il mondo è piccolo se visto da un'altalena
Sei troppo bella per sbagliare
Solo tu mi sai capire, Luna

E guardo il mondo da un oblò
Mi annoio un po'
A mezzanotte puoi trovarmi
Vicino a un juke-box (7)
Poi sopra i muri scrivo in latino
Evviva le donne, evviva il buon vino (8)

Son pieno di contraddizioni
Che male c'è
Adoro le complicazioni
Fanno per me
Non metterò la testa a posto (9)
Mai
A maggio vedrai che mi sposerai, Luna

Luna non dirmi che a quest'ora tu già devi scappare
In fondo è presto l'alba ancora si deve svegliare
Bussiamo insieme ad ogni porta (10)
Se sembra sciocco cosa importa, Luna

Luna che cosa vuoi che dica non so recitare
Ti posso offrire solo un fiore e poi portarti a ballare
Vedrai saremo un po' felici
E forse molto più che amici, Luna

Note

 

Un'altra canzone degli anni '80 che non fa riferimento direttamente a quegli anni, ma che è nettamente figlia di quel decennio, perché il suo romanticismo adolescenziale sarebbe stato rifiutato nel decennio dell'impegno, appena finito. Un decennio in cui anche voci che avevano ben rappresentato i tempi che cambiavano, come De Gregori, erano platealmente rifiutate perché parlavano ancora di sentimenti e di amori e non di lotta, di oppressi, di critica e sberleffo al potere. Come i due cantori principali degli anni '70, Eugenio Finardi ed Edoardo Bennato.

Niente di tutto questo nel testo di Gianni Togni, a cominciare dal soggetto a cui è dedicato, che può essere una donna reale, affascinante e sfuggente come la Luna, oppure proprio il corpo celeste a noi più vicino, oggetto di poesie, metafore, leggende e sogni da parte dei poeti e sognatori di ogni epoca e di ogni cultura del globo. Cantata e narrata qui con una serie di immagini originali, come l'oblò da cui si guarda il mondo, che evoca viaggi lontani, magari in fondo al mare (1), dal sommergibile Nautilus del Capitano Nemo, ricordo di mitici libri dell'adolescenza.

Che raccontano però anche molto del protagonista, camminatore notturno (2) che passa dai bar (7) ai graffiti sui muri, dove però non scrive slogan politici, ma motti ispirati ai poeti maledetti come Cecco Angiolieri (8), fascinazione tipica liceale, malinconico Pierrot che però gioca anche a "passaggi" per la strada (3), che si fa domande su Dio come tutti gli adolescenti (5), che vorrebbe leggere tutti i libri del mondo come ogni liceale (6), aspirante ribelle (9) ma magari solo per svegliare la gente che dorme (10). E dice anche molto della ragazza amata o vagheggiata come la Luna, sognata fin da bambini, sull'altalena del parco o di qualche casa di campagna.

Tecnicamente è una canzone particolarmente riuscita per il perfetto amalgama tra la musica, evocativa ma non melensa (di Guido Morra), e le parole inserite alla perfezione nel messaggio musicale, pur essendo spesso "nuove" per le canzoni italiane e mai forzate nella successione delle sillabe. Un successo istantaneo sul finire del 1980 e per l'anno successivo, mai dimenticato da chi li ha vissuti.

La canzone è anche la quattordicesima traccia della nostra playlist dedicata ai migliori esempi della musica italiana negli anni '80, che si può ascoltare anche da questa pagina, dalla finestra seguente.

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Vedi anche

I testi / Gli album tradotti / Le discografie e le monografie / Musica e società

 

Musica & Memoria Maggio 2019 / Testo originale di Gianni Togni riprodotto per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita

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