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The Lion Sleeps Tonight (Wimoweh) |
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Lala kahle |
Sleep well |
Dormi tranquillamente |
Imbube Ingonyama ifile |
The lion's in peace |
Il leone è quieto |
Uyimbube |
you're a lion |
Tu sei un leone |
Hush, my darling, don't fear, my darling |
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Fai silenzio, mia cara, non avere paura |
He, ha helelemama Ohi'mbube |
The lion |
He mama, il leone |
Uyimbube |
you're a lion |
Tu sei un leone |
My little darling |
The lion sleeps |
Mia piccola cara |
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Note |
Le origini di questa celebre canzone, riproposta innumerevoli volte da musicisti di ogni paese, risalgono addirittura agli anni '30 e anche in questo caso nella riscoperta c'è incredibilmente la mano del grande Pete Seeger. Come tutti sanno The Lion Sleeps Tonight, o Wimoweh, è una canzone africana, del Sud Africa in particolare, quindi le parti non in inglese sono in lingua zulu. Non si tratta però, come molti forse potrebbero pensare, di un canto tradizionale, ma di un brano composto da un musicista sudafricano, Solomon Linda, ispirato ovviamente alle tradizioni della sua terra, ed inciso nel 1939 con il suo gruppo, gli Original Evening Birds (nella foto a destra, Linda è il primo da sinistra). In Sud Africa è stato un successo nei primi anni '40 (100 mila copie vendute, secondo alcune fonti, grandi numeri per l'epoca). Il titolo originale del brano era Mbube ("leone" in lingua zulu). Subito dopo la guerra il gruppo di Pete Seeger, i celebri Weavers (nei quali suonava anche Woody Guthrie, il maestro di Bob Dylan) dediti alla riscoperta del patrimonio musicale popolare, scelsero questa canzone e la proposero nei concerti, per poi inciderla. La segnalazione a Pete Seeger pare pervenisse dallo stesso Alan Lomax, il noto musicologo responsabile della riscoperta e catalogazione del blues delle origini. La versione dei Weavers aveva parti in inglese e il titolo era diventato Wimoweh, una trascrizione onomatopeica del refrain dell'originale (Uyimbube) Negli anni '50 e '60 venne proposta a intervalli più o meno regolari da musicisti e intrattenitori di vari paesi, le versioni più significative sono probabilmente quelle del Kingston Trio del 1959, per il loro album dal vivo From The Hungry I, che portarono nuovamente l'attenzione sul brano (nella versione originale) e infine la più celebre di tutte, grande successo mondiale, quella del 1961 del gruppo statunitense The Tokens (un gruppo vocale di genere doo-wop, sorta di predecessore del surf, nel quale cantava all'inizio anche un giovane Neil Sedaka), che adottarono un testo con variazioni (di George Weiss, Hugo Peretti, Luigi Creatore) e un nuovo arrangiamento, raggiungendo il primo posto nelle classifiche USA. Negli anni successivi le cover del brano si sono succedute, sia nelle versione originale sia in quella dei Tokens, fino alla versione Internet con l'ippopotamo e il cane (Pat e Stanley) che cantano e ballano (un classico forward da posta elettronica dei primi anni 2000) poi adottato incredibilmente dalla Ferrero per la pubblicità della barretta Kinder. Un brano così noto e con una così lunga e variegata storia ha portato con sé, naturalmente, anche le inevitabili querelle sui diritti d'autore. Soprattutto perché l'autore originale a suo tempo non aveva potuto tutelarsi e aveva ceduto tutti i diritti a un editore locale. Si sono aggiunte quindi omissioni di riferimento e altri presunti autori (come è avvenuto per un altro celeberrimo brano, questa volta però veramente tradizionale, scoperto sempre da Lomax e Pete Seeger, vale a dire The House of the Rising Sun) e inevitabili diatribe legali. Concluse però con il riconoscimento della paternità del brano agli eredi del musicista africano. Il testo finale americano sembra abbastanza bucolico (seppur in rischiosa chiave africana) ma probabilmente nell'originale il leone che incombe sul villaggio, tra il minaccioso e il protettivo, è probabilmente un'allusone all'ultimo grande re della popolazione zulu, difensore del suo paese contro i coloni bianchi, Chaka Zulu, detto appunto "il leone". Dal punto di vista musicale il brano è importante anche per essere stato il vero prototipo e apripista della world music, che ha poi conquistato il mondo dagli anni '90 in poi, per effetto soprattutto dello storico album Graceland di Paul Simon, anch'esso ispirato, combinazione fortuita o destino, proprio alla musica del Sud Africa. La storia completa di questo brano è molto più articolata e complessa e la si può leggere qui. |
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