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Neil Young - Cortez The Killer |
He came dancing across the water |
E' arrivato danzando sull'acqua |
On the shore lay Montezuma |
Sulla spiaggia lo attende Montezuma |
And his subjects gathered 'round him |
E i suoi sudditi
si erano raccolti attorno a lui |
And the women all were beautiful |
E le donne erano tutte bellissime |
Hate was just a legend |
L'odio era soltanto una leggenda |
They carried them to the flatlands |
Le portavano nelle grandi pianure |
And I know she's living there |
Ed io so che lei vive laggiù (3) |
He came dancing across the water |
E' arrivato danzando sull'acqua |
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Note |
"Cortez The
Killer" è il brano portante
dell'album Zuma, del 1975, nel quale il cantautore canadese
tratta le vicende della
conquista del Messico. All'ultimo controverso imperatore degli aztechi, Montezuma II (abbreviato in Zuma) è anche dedicato l'album. Nella realtà l'impero azteco era a sua volta oppressivo, nei confronti dei popoli sottomessi e costretti a versare tributi e a fornire vittime per i sacrifici umani, ed organizzato attorno ad una ristretta casta di aristocratici e sacerdoti. Proprio sfruttando queste contraddizioni interne, assieme alle superstizioni religiose e fatalistiche, Cortes riuscì nella incredibile impresa di conquistare con 500 uomini armati un impero che contava decine di migliaia di guerrieri. |
Cortes era peraltro effettivamente un avventuriero senza scrupoli, di coraggio e incoscienza non comuni, interessato soltanto alla conquista delle ricchezze del nuovo mondo, e poco o nulla alla sua cultura o al mantenimento delle sue bellezze e delle sue opere, che infatti vennero cancellate in pochi anni. Il giudizio del canadese su questo personaggio storico è netto, e Neil Young registrava a suo tempo con malcelata soddisfazione che il disco fosse stato bandito in Spagna (dove invece Cortes è considerato nella storiografia ufficiale ancora come un eroe positivo, interessato soprattutto a portare il messaggio di pace e fratellanza del cristianesimo in un mondo ancora uso ai sacrifici umani). Elemento non secondario nella forzata sottomissione del popolo azteco e nella sua stessa debolezza nei confronti dei conquistadores era la pratica frequente dei sacrifici umani, in realtà riconducibili ai riti, presenti in tutte le civiltà agricole, della uccisione rituale del dio, e della sua rinascita, come auspicio per la perpetuazione dei raccolti e della vita stessa, in definitiva quindi riconducibili al desiderio di esorcizzare la morte. Nel caso degli Aztechi però la pratica dei sacrifici umani, per alimentare i quali avevano un continuo bisogno di prigionieri di guerra, era arrivata a livelli e numeri raramente riscontrati nella storia dell'uomo. |
Note alla traduzione |
(1) Hernan Cortes, un nobile decaduto che cercava nel Nuovo Mondo un riscatto, ebbe in dotazione dall'imperatore Carlo V 11 navi, 500 soldati, 100 marinai, 16 cavalli e 10 cannoni, un ben piccolo esercito per conquistare un impero. (2) Si riferisce ovviamente alle grandi costruzioni a piramide terrazzata di Tenochtitlan, la capitale degli Aztechi costruita nella stessa valle dove ora sorge la megalopoli di Città del Messico, che fungevano da templi, osservatori astronomici e altari per i sacrifici. (3) Può darsi che Neil Young alluda qui all'affascinante e inquietante personaggio di Donna Malinche, una ragazza di probabile stirpe nobile venduta dai mercenari Tlaxcalani (un altro popolo indio, che forniva guerrieri mercenari agli Aztechi) agli spagnoli, che divenne la traduttrice e poi la amante di Cortes, e mise anche al mondo un suo figlio, il primo meticcio d'America. Sarebbe quindi anche Cortes, e tutto l'occidente, a rimpiangere la via perduta della purezza. In ogni caso la situazione è ricondotta al tempo presente, o l'interprete si proietta in quel mitico tempo passato, in un probabile collegamento circolare con la storia americana e con i sentimenti degli ascoltatori (e dell'autore). A questo personaggio allude probabilmente anche la copertina del disco. |
Bibliografia |
Una discografia commentata e ampiamente
documentata del musicista canadese è stata pubblicata nel 2006 dalla Coniglio
Editore, autore il musicista Stefano Frollani, dove si può leggere un ampio
commento a Zuma, alle sue ispirazioni e alle vicende della composizione ed
edizione dell'album. |
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© Traduzione Alberto Maurizio Truffi Luglio 2004 - Musica & Memoria / Testo originale di Neil Young riprodotto per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Revisione: Aprile 2008 (Bibliografia) / Copia per usi commerciali non consentita |
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