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Le canzoni della notte |
Per gli esseri della nostra specie, e anche per parecchi mammiferi come noi, la notte è una parte della nostra vita che genera un misto di apprensione e di attrazione da sempre. Di notte perdiamo il nostro senso principale, la vista, a volte del tutto nelle notti coperte e senza luna, ma sempre quasi del tutto. Inoltre il nostro metabolismo prevede circa un terzo delle nostre ore da dedicare al riposo, di ripresa delle forze, e le posiziona con innegabile razionalità di notte. E durante il riposo perdiamo quasi tutti i sensi, tranne in parte l'udito. Quindi è un tempo pieno di rischi, altissimi per i primi uomini che non conoscevano il fuoco, ma da sempre la notte è il teatro delle efferatezze e degli attacchi di sorpresa. Ma proprio la coscienza degli svegli di avere un vantaggio sugli altri rende la notte un'attrazione irresistibile per chi vuole trasgredire. |
Non è quindi un caso che nelle canzoni la notte abbia sempre rappresentato uno scenario affascinante per moltissimi musicisti, e le canzoni dedicate o ambientate di notte non si contano. Proviamo a fare un percorso assieme tra le canzoni della notte cercando le più significative e anche le più curiose. |
Le grandi canzoni della notte |
Anche se ora è meno ricordata di altri non si può non partire da un super classico su come la notte cambi le cose, quindi iniziamo il viaggio con La nuit del grande e un po' dimenticato Salvatore Adamo in arte Adamo |
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Si je
t'oublie pendant le jour |
Se il
giorno posso non pensarti |
La
nuit, tu m'apparais immense |
La notte tu mi appari immensa |
E' difficile vincere la notte da soli, è facile cadere, complice il silenzio e il sonno degli altri, preda di rimpianti, dispiaceri non superati, incubi, per questo da tempo immemorabile l'uomo ha inventato i sonniferi. Ma quando si è in due cambia tutto, perché la notte è fatta per gli amanti, la notte è amica, appartiene a loro, come ricorda Patti Smith |
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Come on now, try and understand |
Dai, cerca di capire |
Because the
night belongs to lovers |
Perché la
notte appartiene agli amanti |
La poetessa del rock (con Bruce complice e coautore) non si limita a sottintendere i piaceri che attendono due persone che sfidano le paure ancestrali e i rischi della notte per farla propria, li esplicita proprio. Ma non era molto diversa la notte di due stranieri che forse tanto stranieri non erano, come la raccontava il buon vecchio Frank Sinatra nella più celebre canzone della notte, dove la notte alleata sarà propiziatrice, come sappiamo. |
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Strangers in the night exchanging glances |
Stranieri nella notte, scambiandosi sguardi |
Anche partendo da una canzone che celebra la notte come lo scenario perfetto per una storia d'amore un paroliere che doveva scrivere la versione per il nostro crooner n.1, forse per via di suoi ricordi legati alla notte meno piacevoli e certo con una conoscenza piuttosto approssimativa della lingua inglese, non ha fatto caso alla "s" in fondo a stranger e ha descritto per l'emulo Johnny Dorelli una notte, per giunta insonne, di chi invece è solo. Solo più che mai ma, come si vede dalla copertina del disco, almeno non di notte e in un promettente luogo di mare. E nello stesso anno 1966, accompagnato da una bella attrice come Maragareth Lee, in un suo programma TV. |
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Solo più che
mai / in una notte |
Solo più che
mai /senza ricordi |
Ma c'è anche chi di notte è sveglio, ma non per pene d'amore, perché il silenzio che lo circonda lo invita a riflettere su quello che ha fatto, su rimpianti e rimorsi ed occasioni perdute che, come noto, non ritornano più. E' un genere che ha visto in evidenza il nostro grande Guccini, che vi ha dedicato due delle sue canzoni più note, Canzone di notte (nell'album L'isola non trovata) ... |
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Ore confuse
nella notte, |
Ti vesti un
poco di silenzio, |
... e Canzone di notte n.2 (nell'album Via Paolo Fabbri n.43) |
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E un'altra
volta è notte e suono |
E l'eco si è
smorzato appena A dire: Dove
ho mancato, dov'è stato? |
La notte però è bella anche viverla in più di due, la notte è dei locali aperti fino a tardi o tutta la notte (infatti li chiamavano night club), è lo scenario che attira ad uscire per cercare amici e amori, godere un tempo diverso e senza impegni o traguardi, insomma, la movida, promossa con ampio anticipo (nel 1968) da chi non ci saremmo aspettati: lei, la regina, Joni Mitchell. (Night in The City, album Song To A Seagull). |
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Night in the city looks
pretty to me |
La notte in città mi
piace proprio |
Take off take off |
Prendo il volo, prendo
il volo |
Ma la notte può diventare anche uno stile di vita, una scelta, è in quelle ore piccole che si vive la vita vera non alla luce del giorno dove si vivono i doveri della vita materiale. Il campo d'azione dei "nottambuli" dei tempi andati, ma che viene rilanciato con una certa sorpresa alla TV di stato dalle mitiche Gemelle Kessler, siamo agli ultimi mesi del 1965, il vero anno di rottura, quello in cui inizia la grande rivoluzione culturale e di costume che culmina nel '68, tutti possono sentirsi parte di quelli per cui "la notte è piccola". |
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La notte è
piccola per noi, troppo piccolina |
La notte è
piccola per noi, troppo piccolina |
Ma la notte da vivere per tutti
diventerà (parecchi anni dopo) una notte consumistica, un
divertimento obbligato, quasi un lavoro anche quello, mentre negli
anni '60 di Canzonissima e delle Kessler la notte per molti era solo
per gli altri, da vedere e ammirare dai 20 pollici in bianco e nero
della RAI, terreno di lenta conquista solo per i giovani, che in
quegli anni si avviavano a conquistare (temporaneamente) il mondo.
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No controles mi forma de vestir |
Non controllare come mi vesto |
No controles
mi forma de bailar |
Non
controllare il mio modo di ballare |
Ma le canzoni scritte da e per chi ama la notte e l'aspetta non si contano, non c'è che l'imbarazzo delle scelta, anche Joan Armatrading, cantautrice apparentemente schiva e riflessiva, ha scritto il suo inno alla notte, anche scegliendolo come title track di uno dei suoi album più noti |
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I’m watching the little girls |
Sto guardando le ragazze |
See the romeos dancing under the Moon
light |
Guarda i Romeo che danzano alla luce
della luna |
Ma continuiamo a saltare tra la notte da vivere e godere e la notte da subire e soffrire, anche per non fare due sezioni che potrebbero diventare la prima stucchevole e la seconda depressiva. E torniamo quindi a due donne alle prese con una notte insonne, una notte che non si decide a finire e lasciare il posto al giorno che forse porterà, con la luce, un po' di sollievo e di serenità. Due bellissime canzoni peraltro, ed è un altro motivo per cui sono qui. La prima donna è Iva Zanicchi alle prese con una drammatica e solitaria Notte dell'addio |
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La
notte dell'addio |
la nostra casa vuota |
La seconda è Petula Clark, stavolta in francese, che interpreta magistralmente i tormenti, le riflessioni e l'insopportabile solitudine di una notte che sembra che non finirà più. |
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Quand je ne dors pas |
Quando non riesco a dormire |
Dire qu'il y a tant d'êtres sur la terre |
E dire che ci sono così tante persone
sulla terra |
Insomma, nelle canzoni della notte che abbiamo visto sinora hanno sempre come protagonista chi la notte non dorme, o volontariamente, per godersela, la notte, luogo di non lavoro, niente folla, di divertimenti e amori, oppure involontariamente, perché è solo, abbandonato, in preda a riflessioni decisive sul senso della vita o magari solo per i postumi della storia d'amore appena finita. |
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Ma, invece, canzoni su quello che facciamo invece di solito la notte, ovvero dormire, ci sono? Può darsi, non è da escludere, ma certo è difficile farci sopra una canzone, d'altra parte anche nei film se vediamo qualcuno che dorme è solo per farci vedere il momento in cui si sveglia o viene ammazzato nel sonno o altre cose così. In una canzone ci può essere anche il sonno, ma solo per raccontare il sogno, l'altro grande protagonista della notte. Un settore in cui lo specialista è certamente Paul Simon, che ai suoi sogni inquietanti ha dedicato due delle sue più belle composizioni. Ovviamente The Sound of Silence (Because a vision softly creeping / Left its seeds while I was sleeping / And the vision That was planted in my brain / Still remains / Within the sound of silence), ma anche la altrettanto notevole American Tune. |
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And I dreamed I was dying. |
E ho sognato che ero morto. |
Bene, abbiamo quindi tre categorie di canzoni della notte, le prime due sicuramente più numerose e con una probabile prevalenza e crescita della seconda (tendenza "la notte è fatta per amare"). Ma se ne potrebbe forse individuare anche una terza, dedicata a chi è sveglio per assaporare la piena libertà di non avere intorno nessuno che ti chiede qualcosa, e può lasciare così la mente libera di vagare tra ricordi, riflessioni e diversioni. E qui il docente è ovviamente Francesco Guccini con le sue due "canzoni di notte". |
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Ma i moralisti han chiuso i bar |
,,, E un'altra volta è notte e suono |
La selezione |
Per
un notte insonne,
che non si decide a finire
Per
una notte insonne, ma che vorremmo non finisse tanto presto
Per
una notte piena di sogni
Per
una notte in compagnia di sé stessi |
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