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Franco Battiato - Voglio vederti danzare |
L'anno dopo la affermazione di Franco Battiato con l'album La voce del padrone, il cantautore siciliano torna con uno dei suoi dischi con le sonorità più vicine al pop, soprattutto grazie al brano trainante Voglio vederti danzare, supportato anche da un efficace videoclip (quello con il prete che accennava a un passo di danza). Che però non è per niente un brano pop, se si ascolta con un po' più di attenzione il testo. |
Commento |
Voglio
vederti danzare |
Fermandosi al titolo e seguendo solo la musica la situazione narrata appare chiara: un uomo che chiede a una donna di ballare per lui, o una donna che balla per lui. Come Sarai che balla nuda per Nathanael nel celebre racconto di Marguerite Yourcenair (1), come la ragazza del juke-box per Doc nel finale di Giungla d'asfalto, come le danzatrici del ventre nei caffè egiziani. Però nella prima strofa Battiato ci da' solo una conferma parziale, citando sì delle giovani donne, ma impegnate in esotiche danze tradizionali. |
Voglio vederti danzare |
Ed infatti già dalla seconda strofa si capisce che il tema è la danza come espressione primaria dell'uomo, anteriore alla scrittura, anteriore a tutto. Non orientata solo all'eterno gioco della seduzione (comune a molte altre speci) ma anche al rapporto con l'assoluto. Ed ecco gli esempi dei dervisci danzanti, appartenenti alla tradizione Sufi dell'islamismo e dediti a questa pratica particolare di danza, per arrivare allo straniamento e una maggioranza prossimità alla sfera divina. Ormai notissimi grazie proprio a questa canzone. |
O al suono di cavigliere del Kathakali |
Il secondo riferimento rituale è altrettanto ricercato: il teatro-danza del Kerala, antichissimo ma ancora molto popolare, e i suoi attori - danzatori - mimi. Tutti maschi anche in questo caso (almeno sino a pochi anni fa). |
E gira
tutto intorno alla stanza mentre si danza, danza |
Il refrain è semplicissimo e fa riferimento apparentemente ai dervisci danzanti citati prima, ma in realtà descrive una sensazione che ognuno può provare con un semplice valzer. |
E Radio Tirana trasmette |
L'album è del 1982, la fine del blocco sovietico è ancora lontana, dall'Albania non emigra nessuno, è ancora un piccolo paese anomalo che è fedele alla lontana Cina, ancora impegnata nel lungo dopo-Mao avviato da Den Xiaping 4 anni prima. Nei paesi del socialismo reale la musica occidentale è solo sopportata, nella rigorosa Albania quasi bandita, la radio ufficiale (c'è solo quella) trasmette musiche folcloristiche tradizionali. |
Danzatori bulgari |
Altro riferimento a una danza rituale, quella praticata in alcune zone rurali della Bulgaria. Anche questo paese, l'unico dell'Est Europa fedele e devoto ai russi, ai quali deve la liberazione dall'impero islamico ottomano un secolo prima, era ben lontano anche solo dall'immaginare un futuro nella UE. La danza rituale si chiama Nestinarstvo (2) e i danzatori Nestinari. Di origine pagana è stata poi assorbita nelle tradizioni cristiane e si tiene nei giorni del patrono e simili, pare ancora oggi. |
Nell'Irlanda del Nord |
Ma torniamo in Occidente e proprio nella contestata Irlanda del Nord (il "bloody sunday" degli U2 è di soli 10 anni prima, e niente è stato risolto nel frattempo), scelta certo non solo per la metrica. Il ritmo di 7/8 è meno usato rispetto ai comuni 4/4 (quaternario) e 3/4 (ternario) e può essere visto come una somma di un ternario e un quaternario (valzer + tempo di marcia). La musica tradizionale irlandese è rappresentata soprattutto dai reel (3) che sono composti da parti in 2/4 (binario) e 4/4 ma che in alcune contee sono eseguiti anche alternando parti in 3/4. Nulla è casuale nei testi di Battiato e quindi è probabile si riferisse a questo, anche se i reel sono balli eseguiti a grande velocità, poco adatti a coppie di anziani. Più comune il ritmo di 7/8 nella musica balcanica. |
E gira
tutto intorno alla stanza mentre si danza, danza |
Ritorna, come dice la parola stessa, il refrain o ritornello. |
Nei ritmi ossessivi la chiave |
I ritmi tribali sono ossessivi e vogliono portare allo sfinimento e allo straniamento, ma Battiato probabilmente qui fa riferimento anche alla musica dance imperante allora (e tuttora), accostata ai riti primitivi dagli obiettivi comuni e creata e imposta da moderni sciamani. Gli zingari ribelli sono forse i musicisti che rifiutano l'omologazione, ora e nel passato. (4) |
Nella Bassa padana |
Dopo aver girato tutto il mondo si torna a casa, a un'immagine comune a tutti gli ascoltatori, il "liscio" e i brani in 3/4 del maestro Raul Casadei e delle altre orchestre della Romagna. E si arriva anche al vero senso della canzone, ora chiaro: la danza come lingua universale dell'uomo, "quell'arte nobilissima che è la danza, di cui si dice ella esser nata da principio del mondo istesso" (Emanuele Tesauro, 1663) (5). Una lingua che può mettere in contatto sia con la sfera erotica sia con la sfera divina sia con la sfera convenzionale e formale. Attraverso l'opera di normalizzazione della danza primordiale e senza vincoli dei baccanali e dei riti pagani attuata nei secoli dal cristianesimo, che la codifica nei movimenti obbligati delle danze di corte e impone una prudente separazione tra i due sessi durante le figure del ballo. Una forza simbolica riemersa periodicamente in momenti cruciali della storia dell'uomo, di crescita e di conquista di nuovo spazi per il costume e la libertà di espressione, come la "belle epoque" dei primi del 900 con l'avvento di nuove tecnologie che sembravano aprire nuovi spazi inesplorati, e il can-can che ne è stato il simbolo, come il charleston per gli anni '20. i "roaring twenties" che seguivano la grande carneficina della I Guerra mondiale sovvertendo d'un colpo tutti i vincoli e i divieti dei secoli passati, come il boogie-woogie che univa il mondo dopo la seconda grande carneficina, ora globale perché coinvolgeva pesantemente anche i civili, un ballo che era un potente simbolo della voglia di buttarsi tutto alle spalle e ricominciare, come i molti balli (il twist, l'hully-gully, lo shake ...) che hanno accompagnato l'altro decennio di radicale cambiamento nei costumi, gli anni '60. (5) L'uomo ha sempre trovato una sintesi simbolica nella danza. Come scriveva Nietzsche: "Tra santi e prostitute, tra Dio e mondo: la danza!" |
Note |
Come tutte le composizioni di Franco Battiato in questa fase della sua produzione artistica, ogni verso ed ogni citazione è una suggestione e un rimando che può condurre in diverse direzioni. Quelle proposte sono nostre ipotesi e non pretendono quindi di essere le uniche. Ogni altra opinione e spiegazione può esserci comunicata, per discuterla e approfondirla, sulla pagina di contatto del sito. |
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© 1982 Emi Music Publishing Italia Srl / L'Ottava Srl, da "L'Arca di Noè", 1982 |
Testi completi dei brani di Battiato reperibili sul sito ufficiale www.battiato.it |
© Commenti Alberto Maurizio Truffi Giugno 2019 - Musica & Memoria |
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