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Neil Young - Ohio

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Tin soldiers and Nixon coming,
We're finally on our own.
This summer I hear the drumming,
Four dead in Ohio.

Nixon sta arrivando con i (suoi) soldatini di latta
Noi alla fine siamo da questa parte.
In questa estate sento il rullo dei tamburi,
Quattro morti nell'Ohio.

Gotta get down to it
Soldiers are gunning us down
Should have been done long ago.

Dobbiamo darci dentro,
i soldati ci stanno prendendo a fucilate,
doveva essere fatto già molto tempo fa

What if you knew her
And found her dead on the ground
How can you run when you know?

Cosa faresti se tu la conoscessi
e la trovassi morta per terra,
come puoi scappare quando lo sai?

Gotta get down to it
Soldiers are gunning us down
Should have been done long ago.

Dobbiamo darci dentro,
i soldati ci stanno prendendo a fucilate,
avremmo dovuto farlo già molto tempo fa

What if you knew her
And found her dead on the ground
How can you run when you know?

Cosa faresti se tu la conoscessi
e la trovassi morta per terra,
come puoi scappare quando lo sai?

Tin soldiers and Nixon coming,
We're finally on our own.
This summer I hear the drumming,
Four dead in Ohio.

Nixon sta arrivando con i (suoi) soldatini di latta
Noi alla fine siamo da questa parte.
In questa estate sento il rullo dei tamburi,
Quattro morti nell'Ohio.

 

Vedi anche: Cortez The Killer / Buffalo Springfield - For What It's Worth / Graham Nash - Chicago

 

Note

Il contesto
La celebre canzone, un potente brano rock diventato immediatamente un classico, è stata scritta da Neil Young dopo i tragici avvenimenti del 4 maggio 1970, durante i quali quattro studenti vennero uccisi dalla Guardia Nazionale USA nel campus della Kent State University, nello stato dell'Ohio.

La guerra del Vietnam vedeva l'impegno USA ai massimi livelli, circa 500 mila uomini erano impiegati nel piccolo paese del Sud-Est asiatico, senza peraltro riuscire a contrastare la resistenza dei guerriglieri indipendentisti Viet Cong appoggiati dall'URSS. Per fare un raffronto in Iraq sono stati impiegati 150 mila soldati. La leva era obbligatoria e quindi qualsiasi giovane americano dai 18 anni in su aveva la concreta possibilità di dover fare il servizio militare in zona di guerra, con rischio di morte o ferita in battaglia molto elevato. Alla fine degli otto anni di guerra intensa i morti americani sarebbero stati oltre 50.000, dai quali possiamo stimare 200-250 mila feriti a vario grado. Sempre raffrontati alla guerra in Iraq sono quindi 5-6 volte di più, ma in alcuni anni (in particolare dal '68 in poi, nella fase più intensa della guerra) anche molti di più. Il governo conservatore del presidente repubblicano Richard Nixon era quindi fortemente avversato non soltanto per ragioni di politica interna, ma anche per i concreti effetti della avventura militare in Vietnam, e vedeva negli studenti e nelle università il fronte di opposizione più compatto.

I fatti
Nella Kent State University dell'Ohio (Kent è la capitale dello stato) si svolgeva una delle tante manifestazioni contro la guerra (la protesta si era intensificata dopo l'invasione della Cambogia e quindi l'estensione della guerra, pochi mesi prima), presenti un migliaio di studenti, quando il battaglione G della Guardia Nazionale di stanza in Ohio (circa 70 uomini) aprì il fuoco ad altezza d'uomo, senza motivo apparente. Dopo la breve sparatoria (13 secondi) rimasero uccisi sul terreno quattro studenti, due ragazzi e due ragazze, tutti tra i 19 e i 20 anni, e altri 9 vennero feriti, uno dei quali (Dean Khaler) rimase paralizzato. I nomi degli studenti uccisi sono: Allison Krause (19), William Schroeder (19), Jeffrey Miller (20), Sandra Scheuer (20). Peraltro non tutti gli studenti uccisi partecipavano alla manifestazione, ma soltanto Miller e la Krause, mentre gli altri due erano di passaggio nel campus (stavano andando da una classe all'altra).

I media

Alla manifestazione era presente, quasi per caso, un fotografo, allora semi-professionista, di nome John Filo, si trattava infatti di un evento quasi di routine per quegli anni, e di non grande rilievo numerico. Filo scattò le foto alla guardia nazionale in assetto di guerra, e la foto del manifestante Alan Canfora che si contrappone, solitario, ai soldati, e poi assistette alla sparatoria, pensando che si trattasse di colpi a salve, e continuando a scattare. Quasi meccanicamente fece quindi la celebre fotografia alla studentessa Mary Ann Vecchio (allora quattordicenne) inginocchiata davanti ad uno dei ragazzi uccisi, Jeffrey Miller. Quattro ore dopo John Filo aveva sviluppato la foto e l'aveva trasmessa all'Associated Press. La foto ebbe un effetto mediatico enorme per la sua tragica forza di sintesi accompagnata dagli elementi quotidiani che portavano l'immagine dentro l'esperienza di vita dei lettori delle riviste e dei quotidiani che la pubblicavano, fu utilizzata largamente e vinse il premio Pulitzer per il giornalismo l'anno successivo (In alto a sinistra la prima pagina del New York Times del 5 maggio 1970). Qui sotto lo studente Alan Canfora (poco dopo sarà ferito) affronta la Guardia Nazionale schierata (foto John Filo) e Mary Ann Vecchio inginocchiata davanti allo studente Jeffrey Miller (foto John Filo).

Le responsabilità
Si dovrebbe supporre che l'uccisione di quattro studenti bianchi e di buona famiglia (la prima volta negli USA) abbia provocato problemi ai governanti e ai responsabili della guardia nazionale. Invece sia il governatore dell'Ohio William Rhodes, che aveva in precedenza dichiarato di voler fermare con ogni mezzo le proteste, sia il presidente Richard Nixon saranno rieletti senza problemi negli anni successivi (Nixon nel 1972). Anche gli ufficiali e i soldati della Guardia Nazionale, pur se soggetti ad inchieste e processi, non ebbero alcuna conseguenza penale. Vennero assolti quindi a maggioranza in successive cause nel 1974 e 1975 e l'unica forma di compensazione alle famiglie delle vittime e ai feriti fu un contributo di 675 mila dollari offerto nel 1979 dallo stato dell'Ohio per chiudere la vicenda, e una dichiarazione di rincrescimento da parte dei militari (non una ammissione di colpevolezza). L'importo era una semplice stima del costo che avrebbe dovuto affrontare l'amministrazione per continuare a sostenere le varie cause.

La difesa della Guardia Nazionale era incentrata sul fatto che i militari si trovavano in pericolo di vita nella fase cruciale degli scontri, essendo in numero non elevato rispetto agli studenti e in posizione sfavorevole. Si trattava quindi di legittima difesa. Tale spiegazione, pur se scarsamente credibile, essendo gli studenti disarmati e i militari, come si vede in tutte le foto, appostati su una collina, è stata considerata evidentemente sufficiente dalle varie giurie popolari che si sono succedute nell'esame dei fatti. A comprova della pericolosità degli studenti si è sostenuto che nei giorni precedenti si erano verificati altri incidenti anche gravi (è vero, incluso un tentativo di incendio alla sede del presidio militare) e che alcuni studenti avevano lanciato sassi contro i militari, poiché questi indossavano maschere anti-gas per un ordine degli ufficiali (non si capisce in base a quali ipotetiche minacce, forse bottiglie molotov fumogene) avrebbero scambiato i colpi dei sassi come proiettili sparati da grande distanza. Gli studenti presenti invece hanno sempre negato di aver tirato sassi o qualsiasi altro corpo contundente e, d'altra parte, dalle foto si può vedere che la zona degli scontri è un classico campus americano, completamente coperto da prati e stradine asfaltate, e non si vede dove avrebbero potuto reperire sassi in quantità tale da rappresentare un pericolo. Risulta anche incongrua la distanza dei manifestanti (100-150 metri) per un lancio di sassi a mani nude.

A distanza di tempo appare chiaro che, come avvenuto purtroppo in molti altri casi, i militari, male addestrati, mal diretti e nervosi per la situazione di tensione che continuava da giorni, hanno semplicemente perso la testa e fatto prevalere, almeno nei pochi (12-13) che hanno effettivamente sparato ad altezza d'uomo, la loro avversione per i manifestanti. Dopo di che l'amministrazione militare e della giustizia si è attivata per la usuale operazione di copertura delle responsabilità.

Richard Nixon
Uno degli elementi forti della canzone, che ne ha reso anche difficile il passaggio in alcune radio USA, era l'esplicita citazione dell'allora presidente Nixon come responsabile dei tragici fatti. Nixon era allora all'apice del potere, dopo alti e bassi che hanno caratterizzato tutta la sua carriera politica. Vice presidente con Eisenhower negli anni '50, era stato il candidato repubblicano contro John Fitzgerald Kennedy nel 1960, perdendo per pochi voti. Nel 1968 era stato di nuovo presentato dal partito repubblicano come sfidante. In campo democratico il presidente Lyndon Johnson, che era succeduto a Kennedy dopo il suo assassinio nel 1963 e poi eletto nel 1964, aveva rinunciato a ripresentarsi, sull'onda delle polemiche e della drammatica situazione in Vietnam. Il suo sfidante doveva essere quindi il fratello di Kennedy, Robert, che sembrava in grado di raccogliere un ampio consenso. Robert Kennedy venne invece assassinato anch'esso, per motivazioni mai chiarite (1) e al suo posto, nella discussa e contrastata convenzione di Chicago (alla quale Graham Nash dedicò la celebre canzone), venne scelto il moderato Hubert Humphrey, vice presidente con Johnson. Impopolare sia a destra sia a sinistra, Humphrey venne agevolmente sconfitto da Nixon, che fu riconfermato anche nel 1972. Solo tre anni dopo però divenne l'unico presidente americano costretto alle dimissioni con la procedura di impeachment, in conseguenza delle azioni di spionaggio effettuate ai danni del partito democratico dal suo staff, ed emerse a seguito di pressanti inchieste giornalistiche (scandalo Watergate).

(1) Robert Kennedy è stato ucciso immediatamente dopo aver vinto le primarie democratiche in California, quindi dopo aver avuto la conferma sostanziale di essere il candidato democratico alle presidenziali. L'autore del delitto, immediatamente catturato, è stato un palestinese, Shiran Bishara Shiran, che ha dichiarato nelle ore successive di aver agito come vendetta per l'appoggio dato da Kennedy alla causa di Israele (la "guerra dei sei giorni" era avvenuta l'anno prima). In seguito, non ricorderà più nulla e nessun elemento ulteriore si sarebbe ottenuto da lui, neanche con l'ipnosi. Condannato all'ergastolo (la pena di morte era probabilmente sospesa all'epoca, in California) è tuttora in carcere e da lui non sono stati mai ottenuti elementi per provare le ipotesi di complotto, che naturalmente hanno accompagnato da subito questo strano assassinio, dalle conseguenze enormi per il mondo intero.

La canzone
Il brano venne composto da Neil Young pochi giorni dopo i fatti, osservando il servizio fotografico della rivista Life. Subito uscito come singolo a nome del gruppo Crosby, Stills, Nash & Young (Find The Cost Of Freedom di Stephen Stills era il lato B) e quindi inserito nel fortunato doppio album live "Four Way Street", è entrato immediatamente nel circuito radiofonico FM USA diventando un classico ed uno dei brani rock più noti di sempre.
Su LP è stato pubblicato nel 1974 nell'album So Far, il disco uscito in occasione della reunion, con ampio tour mondiale, dei CSN&Y.

Neil Young
"It's still hard to believe I had to write this song. It's ironic that I capitalized on the death of these American students. Probably the most important lesson ever learned at an American place of learning. David Crosby cried after this take."
Dalle note dell'album Decade, del 1977. "Mi è ancora difficile credere che abbia dovuto scrivere questa canzone. E' (tristemente) ironico che io abbia guadagnato sulla morte di questi studenti americani. Probabilmente è la lezione più importante mai imparata in un luogo di cultura americano. David Crosby ha pianto dopo la registrazione."

David Crosby
"...it's very hard to ignore that Kent State thing. They were down there, man, ready to do it. You can see them, they're all kneeling there, they're all in the kneeling position and they got their slings tight and they're ready to shoot. And there's this kid, this long-haired kid standin' there with a flag wavin' it... I mean, I cannot be a man, and be a human, and ignore that."
Osservando le foto, anni dopo. "... è molto difficile ignorare questa cosa della Kent State. Erano laggiù, pronti, puoi vederli, erano tutti inginocchiati, in posizione di tiro, le cinghie tirate e pronti a sparare. E c'è questo ragazzo (Alan Canfora), questo ragazzo coi capelli lunghi davanti a loro che sventola una bandiera. Penso che non posso essere un uomo, e un essere umano, ed ignorare questo."

Link
Il resoconto più completo è stato redatto dalla stessa università dell'Ohio, dipartimento di Sociologia, e si trovava a un link non più attivo (ma le informazioni contenute sono sintetizzate sopra).
Un racconto dall'interno degli eventi si trova nel sito di uno dei protagonisti, lo studente Alan Canfora: http://www.alancanfora.com/
La organizzazione dedicata alla memoria dell'evento: http://www.may4.org/
Le canzoni di Neil Young commentate: http://www.thrasherswheat.org/
Tutto sulle canzoni di CSN&Y e sui loro retroscena: http://www.4waysite.com
Su Musica & Memoria trovi anche la traduzione commentata di Cortez The Killer.

Bibliografia
Una discografia commentata e ampiamente documentata del musicista canadese è stata pubblicata nel 2006 dalla Coniglio Editore, autore il musicista Stefano Frollani.
Per le traduzioni commentate un riferimento sempre valido è la serie degli Editori Riuniti citata già da tempo nella bibliografia ("Le canzoni di Neil Young").

 

© Musica & Memoria Maggio 2006 - Revisione: Maggio 2007 (Note alla traduzione) / Traduzione Alberto Maurizio Truffi / Testo di Neil Young e immagini originali di J. Filo riprodotte per soli scopi di ricerca e critica musicale / Riproduzione per scopi commerciali delle immagini non consentita / Riproduzione della traduzione e dei commenti non consentita

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