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I presunti brogli elettorali del 9 e 10 aprile 2006 |
Le elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006 hanno avuto risultati in gran parte imprevisti, accompagnati da una serie di elementi non facilmente spiegabili. Sono quindi nati dubbi e sospetti sulla correttezza dell'esito del voto, alcuni esplicitati subito anche con grande clamore (da Forza Italia e dal suo leader Berlusconi) e altre, quelle di segno opposto, rimaste "sotto traccia" e affidate a libri anonimi (Il broglio) o siti web (Altrestorie, La voce, Diario) e dal film, sempre di "Diario", "Uccidete la democrazia".
I punti controversi / I risultati in sintesi / I presunti brogli / I meccanismi dello scrutinio (Lo scrutinio nelle sezioni, La sommatoria dei voti delle sezioni) / I risultati / I possibili meccanismi per i brogli / Ma chi vota scheda bianca? / Ricontiamo? / Il voto elettronico / Sintesi e conclusioni / Una ulteriore analisi sulle differenze nel voto tra Camera e Senato
Aprile 2008 La XV legislatura iniziata con i sospetti di regolarità delle votazioni, ampiamente trattate in questa pagina, è stata poi la più breve della storia repubblicana. Il 13 e 14 aprile 2008 si sono tenute le elezioni anticipate, a soli due anni dalle precedenti elezioni, con al governo la coalizione avversa a quella precedente, e con un diverso ministro degli Interni. Corpo elettorale pressoché invariato e diversa guida e gestione delle operazioni di voto, costituivano la migliore controprova per alcuni sospetti a suo tempo lanciati. In particolare per uno, il più ricordato ed enfatizzato: l'anomala e repentina diminuzione delle schede bianche. La nuova tornata elettorale ha invece confermato in pieno il dato del 2006, le schede bianche sono rimaste agli stessi livelli, molto inferiori (-70-75%) rispetto a quelli delle tornate precedenti. Si può quindi ormai escludere con certezza il ricorso a brogli (centralizzati o distribuiti) realizzati mediante trasformazione delle schede bianche in voti. Si è trattato di un fenomeno sociologico "sotterraneo" per il quale possono valere una o più delle spiegazioni che abbiamo proposto a suo tempo. Nulla si può dire invece sui restanti punti controversi rilevati nelle operazioni di voto. Non si può non notare, a tale proposito, che il ministro degli Interni del 2006, pur avendo la sua coalizione vinto la successiva tornata elettorale, non è stato riproposto per lo stesso ruolo né per altro incarico ministeriale. E' stata anche apparentemente smentita la inadeguatezza del sistema elettorale italiano attuale (il famoso "porcellum" imposto dal CD a fine 2005) a garantire la governabilità. Ma si tratta in questo caso di una logica conseguenza della forte differenza nei risultati tra i due schieramenti (derivante anche da un diverso sistema di alleanze). Con 8 punti di scarto qualsiasi sistema garantisce la governabilità. |
Settembre 2007 La giunta per le elezioni del Senato ha dichiarato chiuse le verifiche confermando il risultato elettorale ed escludendo quindi errori casuali o intenzionali che possano aver alterato il voto popolare. Poichè la commissione è composta da tutti i partiti e le verifiche hanno riguardato la campione le schede non valide e valide in tutte le regioni (vedi dettagli sul sistema adottato), appare a questo punto difficilmente sostenibile la tesi di Diario del "broglio centralizzato" (vedi) che avrebbe lasciato, per sua natura, disallineamenti facilmente individuabili. Vengono anche smentite le ripetute accuse di irregolarità e brogli lanciate dal candidato perdente Berlusconi. Quello del Senato, secondo i sostenitori della tesi dei brogli, era peraltro anche il risultato più sospetto, per l'andamento delle proiezioni e la netta e sorprendente inversione di tendenza vecchi-giovani rispetto alle precedenti elezioni. E' anche poco credibile che brogli organizzati siano stati perseguiti solo alla Camera e per nulla al Senato. Rimane quindi in piedi soltanto, ma a titolo puramente speculativo, la tesi del "broglio capillare" di Crespi e altri (vedi), a supporto della quale comunque continuano a non emergere, nonostante questa lunga analisi, indizi di nessun tipo. Le nostre conclusioni trovano quindi una ulteriore conferma. (Leggi la relazione finale della giunta, se non disponibile clicca qui) |
Maggio 2007 Nuova uscita di Diario con nuove rivelazioni (fine maggio 2007). Porta nuovi indizi a sostegno della tesi del "broglio centralizzato" (vedi dopo) e della anomalia della diminuzione lineare e generalizzata delle schede bianche (vedi dopo). In particolare, riguardo ad accessi non autorizzati al sistema informatico del Viminale e al possibile coinvolgimento degli stessi personaggi operanti nel settore sicurezza della Telecom Italia e poi indagati. Non sono però presenti prove o testimonianze a supporto della tesi, ma solo una più stringente ricostruzione dei giorni seguenti al voto, del meccanismo di attribuzione dei seggi e delle anomalie rilevate. |
Cosa c'è di strano |
Possibili spiegazioni |
Però... |
|
Il numero di schede bianche |
E'
stato molto inferiore rispetto alle precedenti politiche, e anche a tutte
le precedenti elezioni. Intorno al 60% in meno, quasi uniformemente su
tutto il territorio nazionale, ma con picchi sino all'80% in Campania e
Puglia, mentre da anni oscillava intorno al 2% in
più o in meno. Il dato peraltro emerge molti giorni dopo il voto, e
a fatica, perché il Ministero dell'interno pubblica solo il dato dei voti
non validi, che esclude insieme le schede bianche e quelle annullate
(chiamate comunemente "nulle"). |
1)
Il
ministro dell'interno allora in carica (Pisanu) ha dato subito la
spiegazione, ma per le non valide nel complesso: si sarebbe trattato di una conseguenza della semplificazione
introdotta dal nuovo sistema elettorale. |
1)
E'
stata presa per buona da tutti anche se in realtà spiega poco o nulla,
infatti anche il precedente sistema elettorale uninominale non
prevedeva preferenze e aveva liste bloccate, l'unica differenza, il cui
effetto sulle schede bianche non si vede quale potrebbe essere, è che per
la Camera le schede erano 2 mentre ora erano ridotte ad una (ma al Senato
erano comunque una). |
L'errore negli exit poll |
Per la prima volta nelle elezioni politiche generali italiane (e di qualsiasi altra nazione occidentale) si verifica un errore così marcato nei sondaggi all'uscita dei seggi, gli exit poll (EP), pari a 5 punti percentuali. Errori si erano verificati in elezioni locali (Siracusa) o nelle regionali del 1995 (a danno del CD) ma mai in questa proporzione e in modo così uniforme sul territorio nazionale. |
Due spiegazioni: 1) la cattiva gestione da parte della società Nexus, che ha affidato il lavoro ai seggi a collaboratori occasionali che non hanno controllato a sufficienza il campione; è possibile che la società abbia tarato i risultati sui sondaggi? 2) la propensione degli elettori del CD a non dichiarare il proprio voto, neanche in forma strettamente anonima come quella prevista dall'exit poll. |
Osservazioni: 1) anche un secondo istituto, Piepoli per Sky, forniva previsioni analoghe; 2) la propensione a non dichiarare il voto dovrebbe palesarsi nel rifiuto a partecipare all'exit poll, più che nella partecipazione attiva con voto contrario a quello appena espresso; poiché le maggiori differenze si sono rilevate tra il risultato di FI e dei DS, per attuare questo ribaltamento, circa uno su quattro degli elettori di FI coinvolti negli EP avrebbero dovuto indicare nell'urna simulata un voto ai DS. |
L'errore nei sondaggi |
Mai verificato in questa misura in nessun paese occidentale. A un esame successivo si è notato però che l'errore riguardava unicamente FI e in misura minore i DS. Le previsioni per tutti gli altri partiti erano invece confermate e piuttosto precise |
Le spiegazioni sono state: 1) ancora una volta la propensione dell'elettorato di FI a non rispondere ai sondaggi o rispondere in modo deformato; 2) lo sprint finale di Berlusconi con la riuscita campagna sulle tasse e le risposte esitanti dell'Unione; 3) la sospensione dei sondaggi nell'ultima settimana, quella dell'offensiva a sorpresa incentrata sulla soppressione di alcune tasse |
1) Vale quanto detto in precedenza; 2) la campagna sulle tasse ha avuto sicuramente successo, ma lo spostamento sarebbe stato imponente e avrebbe riguardato anche elettori che in elezioni precedenti avevano votato per il CS; 3) non è vero che non sono stati fatti sondaggi nell'ultima settimana, non sono stati pubblicati perché la legge non lo consente, ma sono stati fatti da vari partiti e confermavano sostanzialmente i precedenti, pur segnalando un recupero di FI, e comunque non indicavano un così clamoroso spostamento di voti. |
L'andamento delle proiezioni |
Le proiezioni a differenza degli exit poll non sono un sondaggio ma
un'elaborazione statistica basata su un metodo scientifico, messo a
punto già negli anni '50 da Celso Ghini. Si sceglie un campione
rappresentativo di sezioni e si estrapola dai dati reali di quel
campione. Ma n mano che i risultati delle sezioni arrivano si raffina la
proiezione riduce il tasso di errore e la forbice delle previsioni si
restringe. La prima proiezione solitamente corregge il dato degli exit
poll, cosa che è avvenuta regolarmente anche nel 2006, ma mostrando
comunque un netto vantaggio per il CS. Nel 2006, prima e unica ed ultima volta nella storia delle elezioni , è successo invece i dati reali hanno corretto costantemente nel segno + + per il CD e nel segno - per il CS il dato delle proiezioni. Come se per un caso veramente unico, le sezioni del campione fossero le uniche dove il CS andava bene secondo le previsioni. |
Non risulta che nessuno abbia avanzato spiegazioni. Semplicemente, si tratterebbe di una casualità. Come dire che "c'è sempre una prima volta". Ma equivale alla ripetizione sistematica di un evento a bassa probabilità. |
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La percentuale di votanti |
Dovrebbe essere il dato più semplice e non oggetto di contestazioni, ma in questa tornata: 1) è stato fornito con buon ritardo 2) è stato fornito in modo non confrontabile con le precedenti elezioni politiche, accreditando una maggiore affluenza alle urne che invece non c'era (il dato reale era leggermente inferiore a quello del 2001). Si trattava solo di un effetto ottico derivante dalla esclusione dal conteggio del collegio estero. |
Semplice sciatteria dovuta al nuovo sistema elettorale? |
Solo un paio di giorni dopo alcuni organi d'informazione (Diario) rilevano l'errore; nel frattempo rimane nella memoria di tutti una inesistente "elevatissima affluenza alle urne". |
La durata dello scrutinio |
In contraddizione con il precedente assunto sulla semplificazione del sistema elettorale, lo scrutinio è stato straordinariamente lungo, e si è concluso dopo 12 ore, alle 3 di notte, con ancora notevoli code fino alla mattina dopo |
Elezioni molto importanti, un gran numero di rappresentanti di lista, molte contestazioni potrebbero aver rallentato le operazioni. |
Una spiegazione confutata dai successivi dati sulle schede contestate, da inviare alla commissione elettorale, che saranno in tutta Italia poco più di 3000, quindi 1 ogni 2 sezioni. Il ritardo sembra piuttosto localizzato al ministero dell'interno. |
L'interruzione dello scrutinio |
Nella serata del 10 aprile il Viminale ha sospeso completamente l'invio dei dati alla sala stampa. Nello stesso lasso di tempo il ministro dell'interno Pisanu si era recato, o era stato chiamato, all'abitazione a Roma del presidente del consiglio Berlusconi |
Non sono mai state fornite spiegazioni |
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La denuncia di brogli da parte della CdL |
Nel giorno successivo alla proclamazione da parte del ministro dell'interno (della CdL) dei risultati che assegnavano la vittoria all'Unione il leader della CdL ha proposto una grande coalizione. Subito dopo il rifiuto da parte dell'Unione ha iniziato a denunciare brogli da parte degli avversari e non ha accettato il risultato, chiedendo un nuovo conteggio dei voti |
Il ministro dell'interno Pisanu, della stessa maggioranza, ha invece dichiarato le elezioni regolari |
Se l'Unione per raggiungere faticosamente un quasi pareggio partendo da un +5% nei sondaggi avesse dovuto ricorrere a brogli, l'errore nei sondaggi avrebbe dovuto essere ancora maggiore (7%? - 9%?) quindi a livelli mai visti in tutta la scienza dei sondaggi, con elettori stabili del CS passati in gran quantità al CD in occasione di una vittoria annunciata. |
L'entità del quasi pareggio |
Confrontando
i dati del 2006 con quelli delle precedenti elezioni del 2001 il risultato
della CdL appare straordinariamente positivo, pur se non sufficiente per
vincere le elezioni, considerando anche che durante i 5 anni di governo la
CdL aveva perso voti e potere in tutte le tornate elettorali, con una
forte accelerazione in quella immediatamente precedente (Regionali 2005). |
La campagna elettorale dell'Unione è stata molto poco efficace, e l'alleanza non gradita ad una parte degli elettori dell'Ulivo del 2001 |
Si confermerebbe un risultato particolarmente diverso da quello previsto dai sondaggi, con spostamenti di elettori da uno schieramento all'altro mai visti in questa misura in Italia (solitamente gli elettori di uno schieramento delusi si spostano verso l'astensione) |
Le successive elezioni |
Ci sono state elezioni amministrative e un importante referendum sulla riforma costituzionale, principale risultato dichiarato di 5 anni di governo della destra. In nessuna di esse la CdL ha neanche lontanamente raggiunto i risultati delle politiche, ma è rimasta costantemente sotto anche ai risultati precedenti. |
Il numero di votanti inferiore spiegherebbe il fenomeno, in pratica i voti tornati al CD dopo 5 anni di astensione e continue vittorie della sinistra sarebbero tornati subito alla astensione |
Dopo
una quasi vittoria e una grande rimonta ci si aspetterebbe entusiasmo e
voglia di partecipare negli elettori del CD, e di FI in particolare. |
Lo scrutinio elettronico |
Per la prima volta in Italia si è sperimentato lo scrutinio elettronico. La iniziativa è stata lanciata dal Ministero per l'Innovazione (ministro Stanca, ex uomo di punta di IBM in Europa) pochi mesi prima del voto, limitatamente a 5 regioni italiane su 20. Lo scrutinio era parallelo a quello cartaceo che continuava (il voto vero e proprio rimaneva identico) e che era probante in caso di difformità. Non si è capito né l'utilità di questa iniziativa (dal costo di oltre 37 milioni di Euro) né sono stati dichiarati o comunicati in alcuna forma gli esiti pratici e i possibili sviluppi futuri. |
Silenzio
totale. Sul sito del MIT non compare alcuna informazione in merito. |
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Le schede contestate | Nei giorni immediatamente successivi al voto, come già ricordato, Berlusconi ha contestato la vittoria dell'Unione. In particolare l'attenzione si è appuntata sulle schede contestate che, in base ad informazioni del Viminale, erano in numero superiore al vantaggio dell'Unione (25 mila voti circa, non potendo considerare i voti delle regioni autonome Val d'Aosta e Trentino-AA, con questi sarebbero stati ca. 64 mila). In particolare sarebbero state 48 mila. Si è appurato poi nei giorni successivi che questo dato derivava da un macroscopico errore in due prefetture della Sicilia (Catania ed Enna), dove il dato era stato mischiato con quello delle nulle. Dopo tre giorni dal voto il ministro Pisanu, senza enfatizzare l'errore, ha comunicato il dato reale delle schede contestate (3 mila) non tale, evidentemente, da poter ribaltare il risultato. | Semplice errore materiale. Probabilmente errori di questo tipo ci sono stati anche in altre occasioni, questa volta avevano un peso molto maggiore a causa del nuovo bizzarro sistema elettorale inventato dalla CdL a pochi mesi dal voto, chiamato comunemente "proporzionale", ma che trasforma in realtà la Camera in un unico enorme collegio uninominale maggioritario. | Altri naturalmente pensano ad un errore pilotato al solo scopo di alimentare la contestazione al voto. |
I risultati della Camera e del Senato | In tutte le elezioni dal 1994 in poi al Senato la sinistra aveva sempre avuto un risultato migliore che alla Camera. Poiché per la Camera votano ben 7 classi di età in più (ca. 3 milioni di elettori giovani) il fatto è sempre stato spiegato con un orientamento maggiormente a destra dei giovani. In queste elezioni è avvenuto esattamente il contrario. Da qui e dal fatto che lo spoglio inizia dal Senato la ricostruzione del libro "Il broglio", secondo il quale le anomalie dei risultati sarebbero state scoperte e bloccate quando al Senato lo spoglio era ormai completato e alla Camera era in corso. | L'altra spiegazione di tipo sociologico, e comunemente accettata, è che nei 5 anni di governo del CD i giovani si siano distaccati dal precedente orientamento a destra di tipo liberista, con varie motivazioni (ad esempio la sempre maggiore incidenza del lavoro flessibile, al cui incremento il CD ha dato un significativo contributo con la cosiddetta "legge Biagi"). Naturalmente può anche essere avvenuto il contrario, uno spostamento a destra dell'elettorato anziano, sensibile a promesse come quella sull'ICI o alle minacce aleggianti sulla successione da tassare. | Non ci risultano studi né sondaggi prima del voto che possano confermare questo spostamento dell'elettorato giovane o di quello anziano. |
Primo commento |
Ci siamo limitati ad
elencare gli elementi di questa tornata elettorale che hanno presentato marcate
differenze con le precedenti o anomalie. Come si vede sono ben di più dei
classici tre indizi che fanno una prova, ma di punti interrogativi in attesa di
spiegazione ne
rimangono almeno altri due:
- perché la vittoria elettorale è andata comunque all'Unione?
- perché non sono stati resi pubblici i dati che consentirebbero
di controllare parecchi dei punti di attenzione elencati?
Noi ci limitiamo ad elencarli senza con questo accreditare che brogli o inganni ci siano effettivamente stati, ma avendo la consapevolezza della importanza essenziale che una elezione politica di uno dei primi paesi del mondo sia al di sopra di ogni sospetto, e aggiungiamo una nostra analisi ad ampio raggio, che parte dai dati a confronto e dal sistema reale di voto.
I risultati in sintesi /
I presunti brogli /
I meccanismi (reali) dello
scrutinio (Lo scrutinio nelle
sezioni, La
sommatoria dei voti delle sezioni) /
I risultati / Un
piccolo test (Roma, Torino, Reggio Calabria) /
I possibili meccanismi per i
brogli / Ma chi vota scheda
bianca? / Ricontiamo? /
Un sistema
elettorale che garantisca risultati certi
/ Il voto elettronico
/ Sintesi e conclusioni
Curiosità:
lo scrutinio non è ancora stato completato
... (Gennaio 2008)
2006 Camera | Risultati Italia | Differenza voti | Sondaggi | Diff. % | Differenza voti | ||
Unione | 19.061.108 | 49,86% | 19.784.648 | 51,8% | |||
CdL | 18.996.832 | 49,69% | 64.276 | 18.255.399 | 47,8% | 4,0% | 1.529.248 |
Altri | 173.263 | 0,45% | 0,50% | (1) | |||
Totale | 38.231.203 | 100% | 100,0% | ||||
Elettori | 47.160.264 | ||||||
Perc. Votanti | 81,07% |
Azione Sociale |
256.976 |
Fiamma Tricolore |
231.743 |
Totale |
488.719 |
Fonte dati: Sito La Repubblica. Elaborazione M&M |
Come si vede il
numero di voti recuperato dal CD (da FI essenzialmente) rispetto al
risultato virtuale dei sondaggi è pari al 4%, 1 milione e mezzo di voti.
Quasi mezzo milione sono andati ai partiti dell'ultra-destra che si sono
associati solo in questa elezione alla CdL. Il resto sarebbe spostamento da
elettori in precedenza del CS. |
Presunti brogli che spiegherebbero un voto non conforme alle aspettative e/o alle previsioni sono stati denunciati da entrambi gli schieramenti, in particolare:
Centro-destra (Casa delle Libertà - CdL) : brogli sono stati denunciati a più riprese dal leader dello schieramento Berlusconi e, in modo meno pressante, da alcuni politici alleati non di primo piano (La Russa - AN, Calderoli e Castelli - Lega); differente la posizione dell'alleato UDC (leader Casini) che esclude la possibilità di brogli. Sono stati anche esclusi implicitamente ed esplicitamente dal titolare all'epoca del Ministero dell'Interno, Giuseppe Pisanu, dello stesso partito di Berlusconi; Pisanu ha dichiarato le elezioni perfettamente regolari. Non sono portate prove né indizi a conforto della tesi dei brogli né è mai stato contestata la opposta opinione di Pisanu. I brogli sarebbero avvenuti direttamente nelle sezioni elettorali, in modo capillare da parte degli scrutatori della sinistra, mediante l'annullamento di schede valide con voto al CD.
Centro-sinistra (Unione - CS) : i brogli sono stati denunciati in forma anonima nel libro "Il broglio" e nel film "Uccidete la democrazia" dal giornalista Deaglio, oltre che in vari siti web (il principale è altrestorie.org), non sono invece mai stati denunciati esplicitamente da alcun esponente del CS, al massimo qualcuno di essi ha espresso l'esigenza di approfondimenti orientati a togliere ogni dubbio. I presidenti di Camera (Bertinotti) e Senato (Marini), entrambi del CS, hanno invece espresso la convinzione che il risultato sia stato regolare. Anche nel campo del CS nessuno ha polemizzato direttamente con Deaglio.
Per capire se le tesi di brogli sono credibili o meno, occorre riassumere il meccanismo di scrutinio nelle sezioni e di sommatoria dei voti delle sezioni. Parliamo di meccanismi "reali" perché nella prassi sono state introdotte nel tempo semplificazioni rispetto alle procedure idealmente corrette.
Lo scrutinio nelle sezioni (o seggi elettorali) |
Chi lo effettua . Lo scrutinio è effettuato dal presidente di seggio coadiuvato dagli scrutatori e da un segretario di seggio ed è pubblico, nel senso che qualsiasi cittadino elettore della sezione può chiedere di assistervi. In particolare sono presenti spesso rappresentanti di lista, designati dai partiti in lizza, che appunto hanno il compito di verificare la correttezza delle operazioni per conto del partito che rappresentano. In tutte le elezioni sino alle ultime politiche scrutatori e presidente erano volontari ed erano selezionati a sorteggio. Nell'ultima riforma elettorale (della CdL) sono invece designati dai partiti anche loro.
Come (metodo scrupoloso) . Il metodo scrupoloso, che dovrebbe essere sempre seguito, punta ad evitare i due brogli più facili: trasformazione delle schede bianche in voti e annullamento di un voto valido. Per ciascuna di queste due operazioni è sufficiente una matita copiativa come quelle delle cabine e un momento di disattenzione degli altri scrutatori e rappresentanti. La trasformazione di un voto valido in un voto diverso è invece sostanzialmente impossibile (non c'è modo di cancellare una X su un simbolo senza lasciare tracce). Il terzo trucco che può teoricamente essere tentato è quello delle schede già votate, aggiunte alle altre.
Per scongiurare il trucco delle schede già votate (che comunque provocherebbe una squadratura tra voti e votanti, e quindi deve anche essere accompagnato dalla eliminazione di un uguale numero di schede corrette, magari tra le bianche) prima delle operazioni di voto il personale del seggio provvede a controllare e controfirmare tutte le schede del seggio. Eventuali schede già votate sarebbero evidentemente prive di queste controfirme.
Per scongiurare gli altri due trucchi si procede con la massima trasparenza e collegialità e in modo seriale. Il presidente di seggio apre ogni scheda e la mostra a tutti. Se è bianca la annulla immediatamente per evitare che possa essere riutilizzata in seguito tra le valide. Se è palesemente nulla (p.es. se presenta due voti) la annulla nello stesso modo, se non si raggiunge l'accordo tra gli scrutatori sul fatto se sia nulla o valida (p.es. se uno dei due voti è solo accennato) si mette tra le contestate da inviare alla magistratura che deciderà se attribuirle o meno. Quelle valide vengono messe assieme per partito, solitamente in "mucchietti" sul tavolone. Il conteggio solitamente viene fatto in linea su un fogliettone (o con un PC nelle regioni in cui si faceva appunto lo scrutinio elettronico). Arrivati all'ultima scheda si contano nuovamente le schede nei vari mucchietti, per la quadratura e verifica finale dei dati. La prima quadratura sarà sui voti per lista del precedente conteggio, in caso di difformità si conteranno e apriranno nuovamente le schede per verificare che mucchietti non si siano mischiati. Infine ci sarà la quadratura sul numero totale di votanti.
Arrivati alla quadratura finale si trascrivono i dati sul verbale, che sarà sottoscritto da tutti i partecipanti allo scrutinio, quindi tipicamente da rappresentanti di entrambi gli schieramenti, e inviato alla seconda fase di sommatoria dei voti. Le schede scrutinate saranno poi sigillate in apposite buste ed inviate alle commissioni elettorali periferiche che le archiviano e le mantengono per eventuali controlli futuri.
Da aggiungere che nelle sezioni elettorali che fanno parte dei campioni per le proiezioni effettuate da diverse società di sondaggi per conto delle varie televisioni, e da partiti politici (in particolare DS, che da sempre fanno questo tipo di operazione in parallelo) i dati scrutinati sono comunicati al centro a step regolari (solitamente ogni 100 voti scrutinati) costituendo così un ulteriore riferimento per eventuali quadrature.
Metodo rapido (o "mucchietti") . Anche se non dovrebbe essere così, non mancano sezioni nelle quali si rinuncia al massimo livello controllo per tentare di completare lo scrutinio in meno tempo. Le differenze rispetto al metodo scrupoloso consistono in: 1) esame delle schede in parallelo 2) conteggio finale direttamente sui mucchietti. Nella pratica le urne sono vuotate al centro del tavolone e i vari scrutinatori ne prendono ciascuno un certo numero e le aggiungono ai vari mucchietti che via via si formano. E' evidente che, soprattutto in presenza di molti partiti (moltissimi nell'ultima elezione) gli errori che si producono in questo modo sono sufficienti a vanificare ogni illusione di completare le operazioni in minor tempo, e che tutti i casi di nulle richiedono la sospensione delle operazioni in parallelo ed il ritorno alla sessione collegiale, con ulteriore allungamento dei tempi. E' però intuibile che nel caos che si crea inevitabilmente si possono inserire abili mani per portare a compimento con successo tutti e due i trucchi esposti prima (bianche che diventano voti e voti che diventano nulle). Se il conteggio viene fatto alla fine solo sui mucchietti, senza aprire le schede sottostanti la prima, si può anche semplicemente inserire schede in più nel mucchietto della propria lista, prendendoli ad esempio dalle bianche o dalle nulle, che nessuno reclama. Prendendole da quelle di un altro partito c'è invece il rischio che il rappresentante di lista di quel partito, che conosce evidentemente il dato in voti nelle precedenti elezioni, si insospettisca vedendo una netta diminuzione, e richieda controlli.
Alla fine, basta che tornino i totali tra voti e votanti, si potrà procedere con i verbali.
Da notare infine che il sistema di scrutinio a "mucchieti" è stato evocato proprio, come possibile spiegazione di qualche errore, dall'ex ministro Pisanu nella trasmissione televisiva "Che tempo fa" del 9 dicembre 2006, in occasione delle polemiche seguite al film di Diario.
Il caso delicato delle sezioni omogenee |
E' chiaro dagli esempi precedenti che la migliore garanzia prevista per la correttezza dello scrutinio è rappresentata dal fatto di essere pubblico e reciprocamente controllato dagli schieramenti e/o dai partiti avversari. Laddove questo non avviene, per mancanza di scrutatori o rappresentanti di una parte, per carenza di professionalità o inesperienza o addirittura per accordi reciproci, si possono avere alterazioni del voto, con uno o più dei metodi indicati prima. Da notare che anche il sistema descritto in precedenza (quello dei "mucchietti") richiede un abbassamento di attenzione da parte dei rappresentanti di schieramento. In Italia da tempo la fiducia reciproca tra gli schieramenti opposti è prossima allo zero, e i rappresentanti di lista sono di conseguenza sollecitati a pretendere il massimo controllo possibile delle operazioni. Se accettano evidenti approssimazioni o non sono presenti o sono assai inferiori al compito affidato.
Le sezioni monocolore con rappresentanti di lista e scrutatori di un solo schieramento sono le prime sospette di brogli (in un senso o in un altro).
Un sistema efficace per il broglio capillare |
Con il sistema di scrutinio scrupoloso i brogli sono impossibili, soprattutto se in misura sensibile. Il sistema dei mucchietti consente però di modificare i dati con maggiore facilità ed è eseguibile in modo capillare:
(1) aggiungendo un gruppo di schede bianche sotto al mucchietto del partito da avvantaggiare
(2) sottraendo un gruppo di schede bianche e sostituendole con altrettante schede già votate
Il primo sistema è di
relativamente facile realizzazione, ma ha lo svantaggio di non poter superare un
eventuale controllo successivo (il mucchietto infiltrato sarebbe scoperto). Il
sistema (2) non sarebbe scoperto, ma richiederebbe una complicità a livello
istituzionale (la disponibilità delle schede) e del presidente di seggio, che
dovrebbe omettere una serie di controlli.
Da notare anche che i numeri in gioco (vedi nel seguito le verifiche) sono
assai ridotti, le bianche su cui agire sono in
media 10-20 per sezione, interventi del tipo descritto non sono quindi di
difficoltà proibitiva.
La seconda fase dello scrutinio consiste nella sommatoria delle schede, per arrivare al risultato nazionale, una operazione apparentemente semplice ma nella quale comunque si annidano possibili errori, o peggio. Primo punto: chi dovrebbe effettuare questa operazione? I verbali conclusivi di ogni singola sezione vengono redatti in due copie, una viene inviata alla prefettura, l'altra alla commissione elettorale periferica, dipendente dalla magistratura. La trasmissione è a cura del comune e in particolare dei messi comunali. Poiché è la magistratura che alla fine proclama i risultati ufficiali, sembrerebbe che il conteggio debba essere un compito della magistratura, ma da quando ce lo ricordiamo (non sappiamo da quanto) questa operazione è svolta dal Ministero dell'interno tramite la rete capillare delle prefetture (ora UTG: Uffici territoriali del governo), distribuite circa come le province. D'altra parte è evidente che un conteggio effettuato in parallelo da due organizzazioni diverse si tradurrebbe fatalmente in disallineamenti nel breve periodo, con intuibili effetti sull'ordine pubblico. Nella pratica quindi il conteggio avviene, a quanto ci risulta, in tre fasi:
(1) nella prefettura
vengono sommati i risultati di ogni lista e dei voti non validi di tutte le
sezioni dell'area geografica di pertinenza;
(2) ad intervalli regolari (ogni tot sezioni scrutinate) i dati vengono inviati
al Viminale a Roma;
(3) alla conclusione dello scrutinio centrale i dati (ufficiosi), limitatamente
ai voti validi, vengono trasmessi alla commissione elettorale per i controlli e
la proclamazione degli eletti.
Come vengono sommati i dati nelle prefetture? Un tempo venivano effettuato a mano su fogliettoni con una colonna per lista, da molti anni viene ovviamente utilizzato il supporto informatico. Il numero di dati da sommare è peraltro relativamente limitato. Le sezioni sono attualmente 61000 circa, quindi 600 in media per ogni prefettura. Sarebbe sufficiente riportare i risultati di ogni verbale su una riga di un foglio Excel e sommare ogni colonna, Excel supporterebbe anche tutte le sezioni d'Italia e quindi il mitico software per il conteggio potrebbe anche essere un programma comunissimo come quello citato. Nella realtà si tratta invece di un software realizzato dalla Siemens Italiana, del quale non conosciamo le caratteristiche in dettaglio, ma che evidentemente conterrà alcuni sistemi di controllo incrociato per prevenire gli errori di inserimento dati, il più banale dei quali è la quadratura tra la somma dei voti di lista e i voti totali validi per seggio, con blocco di chiusura dell'inserimento dei dati di un seggio fino a che la quadratura non da' esito positivo.
Essendo l'inserimento forzatamente manuale (il dato di origine, il verbale, è cartaceo) gli errori di inserimento sono comunque inevitabili, e dipendenti da quanti cicli di controllo si effettuano nelle prefetture, i tempi ristretti che sono richiesti dall'opinione pubblica non aiutano in questo senso. Il tasso di errore si suppone che sia piuttosto ridotto, e comunque inferiore ai tempi delle somme a mano, ma con differenze dell'ordine di quelle verificatosi nelle politiche del 2006, inferiori all'uno per mille, e un sistema elettorale bizzarro come quello attuale, anche un errore ridotto può essere significativo.
L'invio dei dati dalle prefetture a Roma |
Come vengono inviati i risultati a Roma per il risultato nazionale? Ai tempi dei conteggi manuali si utilizzava il telefono e i dati erano dettati a voce, con intuibili possibilità di errore. Poi è arrivato il fax. Nel 2006 si suppone che un sistema informatizzato preveda anche un collegamento telematico tra periferia e centro per la trasmissione dei dati (cioè una banale interconnessione in rete). In una testimonianza dello stesso Berlusconi al convegno del suo partito a Gubbio (riportata nel film di Diario e nel sito www.altrestorie.org ) il leader del CD ed ex-presidente del Consiglio ha pubblicamente dichiarato che in realtà non è così, o almeno non è così per tutte le prefetture, quindi avviene ancora che i dati siano inviati via o via telefono, con conseguente necessità di nuovo inserimento manuale e ulteriori possibilità di introdurre errori. Trattandosi di una carenza del suo stesso governo non abbiamo motivo di dubitare della sua testimonianza, quindi acquisiamo il fatto che un certo numero di prefetture, non sappiamo né quante né perché, non sono collegate in rete.
A partire da questi
meccanismi quali sono stati i risultati definitivi
ed ufficiali? Quale evidenza o sospetto di anomalie si può ricavare da essi?
Per molti mesi a queste domande si potevano dare solo risposte parziali, non
essendo stati pubblicati, né in rete né in altra forma, i risultati nazionali
ufficiali dal Ministero dell'Interno con il dettaglio
dei voti validi e non (schede nulle e bianche)
e i dati analitici per sezione elettorale. Questo insolito ritardo (mai avvenuto
prima) è stato anzi interpretato come ulteriore indizio. Erano disponibili
soltanto alcuni dati parziali nei siti di alcuni comuni italiani, e noi siamo
partiti da questi per una prima analisi.
Poi, silenziosamente, intorno a febbraio-marzo 2007 sono comparsi i dati del
Ministero ad un superiore livello di dettaglio: sono ora disponibili i risultati
nazionali anche per le schede bianche e nulle, a livello di comune. Continuano però a mancare i dati
analitici per singola sezione e il dato complessivo del voto estero (proprio
così). Cercheremo di verificare periodicamente la situazione. Seguono le
considerazioni per i comuni presi in esame e per il voto nazionale.
(Ultima verifica sui dati del Viminale: 20 gennaio 2007)
Risultati: Comune di Roma / Comune di Torino / Altri comuni / Nazionale sui dati pubblicati dal Ministero dell'Interno
Primo test.
Comune di Roma .
A titolo di primo test proponiamo i file Excel contenenti i dati finali 2006 delle
2600 sezioni scrutinate nel comune di Roma,
per Camera e Senato
(questi ultimi, più confrontabili, sono riportati per 2001 e 2006), disponibili sul
sito del comune in formato CSV. Noi li abbiamo semplicemente importati in Excel
e abbiamo aggiunto le somme finali (le parti aggiunte sono su fondo giallo). Non è indicata la fonte, ma provengono
evidentemente dalla Prefettura di Roma (escludiamo che il comune di Roma abbia
fatto suoi propri conteggi e sommatorie per le ultime elezioni politiche). E'
invece indicato da più parti che sono dati indicativi e non ufficiali.
Risultati Comune Roma Senato 2006 / Risultati Comune Roma Senato 2001 / Risultati Comune Roma Camera 2006
Come si vede, per le
schede bianche, il dato del 2006 è pari allo
0,54% (9032, sulle 2600
sezioni del comune sono circa 7 ogni 2 sezioni). Nel 2001 al Senato invece erano
il 2,16%, pari a ca. 36.000 schede. Un abbattimento
significativo, pari ad 1/5 circa, ma su
numeri assoluti comunque ridotti (circa 10 elettori in più in media per sezione
elettorale avrebbero deciso di esprimere il voto), per i quali repentini spostamenti appaiono
statisticamente possibili. Sono peraltro numeri superiori alla
differenza finale
tra i due schieramenti sul totale dei voti conteggiati per il premio di
maggioranza alla Camera. Da notare infine che il calo delle bianche, pur se
molto significativo sul dato scorporato, non è in grado di compensare la
differenza nel dato totale tra sondaggi e exit-poll e risultati reali (1,62%
contro 4-5%).
Nella tabella riassumiamo questi dati (relativi al
Senato).
Elezioni |
Votanti |
Bianche |
B./Sez. |
% |
Nulle |
% |
2006 |
1.684.261 |
9.032 |
3,5 |
0,54% |
19.062 |
1,13% |
2001 |
1.666.588 |
35.953 |
13,8 |
2,16% |
30.606 |
1,84% |
Differenza |
+17.673 |
|
|
-74,9% |
|
-37,7% |
Si nota anche una riduzione delle nulle, ma molto meno marcata (circa 1/3 in meno) e una affluenza alle urne praticamente uguale. Il campione esaminato è pari al 3,5% dell'elettorato italiano, quindi abbastanza significativo. Infine il dato sulla affluenza, che a Roma è stata leggermente superiore alla precedente tornata (+1,1%).
Secondo test. Comune di Torino . Un altro comune che mantiene sul sito i risultati (sempre qualificati come "ufficiosi") è il capoluogo del Piemonte. Il confronto, che anche qui abbiamo concentrato sul Senato, fornisce dati molto simili:
Le schede bianche diminuiscono in modo marcato, passano da 2,06% allo 0,62% (-71,5%), in media sono 9,5 in meno per sezione | |
Le schede nulle diminuiscono in modo evidente ma meno marcato (-38,6%). Le proporzioni sono molto vicine ai dati di Roma | |
La differenza tra le bianche nelle due tornate è inferiore anche qui alla differenza tra exit-poll e risultati finali. | |
L'affluenza al voto è stata in questo caso inferiore rispetto al 2001 (-5,9%). Il campione è pari all'1,2% degli elettori. |
Vedi: Dati completi Senato Torino 2006 (1) / Dati completi Senato Torino 2001 (1) / Confronto tra i risultati 2001-2006 (2)
(1) Dal sito del Comune di Torino www.comune.torino.it / (2) Nostra presentazione a confronto dei dati presenti sul sito di Torino
E gli altri comuni? Perché presentiamo questi dati a campione, invece che il dato totale nazionale o quello delle città più significative? Perché sono gli unici dati che abbiamo trovato sino ad inizio 2007 e che consentono un confronto tra 2001 e 2006. Il dato nazionale, come giù detto, è stato a lungo mancante. Per le altre città siamo andati a campione, trovando ben poco (test effettuato a febbraio 2007):
- Genova: i dati sono
presentati, ma i link puntano a file inesistenti (tolti?)
- Palermo: i dati sono presenti, ma non riportano i risultati delle nulle e
delle bianche
- Messina: i dati sono presenti solo dal 2005, e non riportano i risultati delle
nulle e delle bianche
- Reggio Calabria : qui sono disponibili i dai completi del
2006 e del
2001. Nel 2006 le bianche erano
l'1,1%, nel 2001 il 4,4%, la diminuzione è del tutto analoga a quella di Roma,
un quinto ovvero il 75% in meno; il fenomeno ha interessato 15 votanti circa per
sezione
Abbiamo visto quindi che le informazioni disponibili sono variabili nei diversi
comuni, ma in tutti i test che siamo riusciti a fare abbiamo avuto conferma del
fenomeno più volte citato della fortissima riduzione delle schede bianche, con
un numero di votanti interessato per sezione che varia tra i 10 e i 15.
E i risultati dell'estero? Alla data
dell'ultima verifica effettuata (Gennaio 2008) la situazione per l'ente Estero,
verificata sul sito del
Ministero (Dip. Affari Interni > Archivio storico delle elezioni) continua a
essere latitante. In precedenza, sino alla primavera 2007, era presente una
pagina, non più in linea da tempo, nella quale i dati estero erano dichiarati, incredibilmente, non definitivi,
in quanto ancora mancanti ("non pervenuti") i risultati di
6
sezioni elettorali su 896. Ovviamente non è che stanno ancora lì a contare,
quello che è successo è che le sezioni sono rimaste sulla carta e/o per vari
motivi non è stato possibile organizzarle. Se siete curiosi, al Senato
mancano 3 sezioni dall'Argentina, 1 dal Brasile, 1 dall'Arabia Saudita e 1
(l'unica, ovviamente) dalla lontana Cambogia. Suscita stupore che si sia pensato
di mettere su un sistema che consentisse di votare anche alla popolazione
italiana che vive in Cambogia, che immaginiamo non particolarmente numerosa...
Non sono dati che avrebbero potuto modificare i risultati dell'ente Estero, ma
certo suscita riflessioni sulla esigenza di inventare un sistema più gestibile
per il voto all'estero.
Certo questo continua
apparizione e sparizione dei dati fornisce ulteriori elementi a chi ritiene che
nei dati del 2006 ci sia qualcosa che non torna.
Dati
disponibili Vista l'evanescenza dei dati forniti dal
Ministero dell'Interno abbiamo progressivamente fotografato su file PDF le
pagine del sito con i risultati resi via via disponibili, e che mettiamo
quindi a disposizione dei visitatori del sito. |
Nel seguito sono riepilogati i dati definitivi per l'ente Italia, compresa l'affluenza, i voti validi e le famose schede bianche. Da un primo confronto dei dati si conferma il forte calo delle bianche e soprattutto l'incremento dei voti validi, i dati però non sono del tutto confrontabili con il 2001.
Senato | Bianche | Voti validi | % voti validi | Elettori | Votanti | Dato | |
2006 | 462.355 | 34.162.615 | 80,9% | 42.232.467 | 35.262.679 | Italia (escluso Trentino e Val d'Aosta) | |
2001 | 1.282.516 | 33.871.262 | 76,1% | 44.499.794 | 36.189.394 | Italia (inclusi Trentino e Val d'Aosta) | |
differenza | 820.161 | 291.353 | 2.267.327 | 926.715 | |||
differenza % | 63,9% | 1.218.068 | Voti in più 2006 |
Non è dichiarato come
sia conteggiato il dato del voto estero nelle due elezioni, in
quello del 2001 dovrebbe essere compreso, mentre per il 2006 non è ancora
storicizzato (da qui la diminuzione del corpo elettorale). Si nota a un primo esame il forte incremento dei
voti validi (+291.000) , pur in presenza di una diminuzione di quasi un milione
di votanti nelle due rilevazioni a confronto.
Per un confronto completo dovrebbero poi essere considerati i voti delle regioni
a statuto speciale Valle d'Aosta (Camera) e Valle d'Aosta e Trentino - Alto
Adige (Senato) che hanno, in base alla legge elettorale attuale, una gestione
leggermente diversa.
Continuano in ogni caso a non essere presenti nell'archivio storico i dati del
voto all'estero, a conferma del problema
di chiusura dello scrutinio segnalato sopra.
Nella seduta del 18/9/2007 (vedi il verbale) la giunta per le elezioni del Senato ha dichiarato chiusi i lavori di verifica non avendo riscontrato alcuna anomali (leggi il commento). Il sistema di verifica ha riguardato tutte le regioni, e ha indirizzato con un campione relativamente ampio (intorno al 25%) le schede non valide per verificare l'ipotesi del broglio centralizzato. Se fosse avvenuto il dato reali delle schede nulle e soprattutto bianche avrebbe dovuto essere diverso dal dato di sintesi dopo la sommatoria. Ma non si sono verificati scostamenti di rilievo (quindi solo errori casuali). Come ulteriore test è stato verificato anche un campione più ridotto (10-30 sezioni) delle schede valide. Anche in questo caso nessuna variazione di rilievo, si potrebbe escludere quindi il broglio capillare con il sistema dei "mucchietti".
Il campione molto ridotto e il criterio (non dichiarato) di scelta delle sezioni non consente di escludere comunque in modo assoluto un broglio con questo sistema. l brogli capillari con i sistemi classici invece, come spiegato nel seguito, per loro natura non sono individuabili con conteggi e verifiche a posteriori.
In definitiva valgono ancora le conclusioni da noi proposte a suo tempo ai lettori.
Premettendo ancora una
volta che quelle che seguono sono solo ipotesi e speculazioni, avendo visto come
avviene lo scrutinio, e dove sono localizzate le approssimazioni nel meccanismo,
possiamo analizzare in quali fasi potrebbero essere inseriti i brogli.
Ci limitiamo a quelli abbastanza efficaci da poter influenzare il risultato
elettorale.
I brogli secondo il Centro Destra / I brogli secondo il Centro Sinistra / Come si controllano i voti / La fase di conteggio / La fase di scrutinio
Alcuni esponenti del CD hanno più volte parlato di brogli, o più pudicamente di "errori a senso unico" e chiesto un nuovo conteggio dei voti, senza però specificare mai quale meccanismo di broglio sarebbe stato messo in atto dallo schieramento avversario. Pare di capire che l'accusa sia sempre quella dell'annullamento di voti validi per il CD, diventati evidentemente nulli (come abbiamo visto prima, la trasformazione in voto avverso è praticamente impossibile). Non è chiaro se qualcuno nel CD pensi anche a brogli nella fase di raccolta, trasmissione e conteggio dei voti. Essendo però questa fase all'epoca completamente sotto il controllo dello stesso CD appare improbabile questa sorta di auto-accusa. I brogli quindi sarebbero capillari, a livello di sezione elettorale.
I brogli sarebbero avvenuti trasformando un elevato numero di schede bianche (dovrebbero essere state almeno 1 milione, in base alla simulazione da noi elaborata e riportata nella tabella precedente) in voti a Forza Italia. Il meccanismo potrebbe essere stato: 1) secondo il libro, un intervento capillare nelle sezioni elettorali; 2) secondo il film, un intervento di variazione dei dati centralizzato durante le somme effettuate in modo informatizzato dal Ministero dell'interno. Secondo il film quindi la responsabilità sarebbe tutta all'interno del Viminale, e di conseguenza Pisanu ha in almeno tre occasioni annunciato querela contro Deaglio, querela che però non risulta sia mai stata formalizzata.
Le commissioni
elettorali di Camera e Senato hanno deciso di controllare i voti, in modo
esteso, non quindi per singole sezioni con risultati contestati, come avvenuto
in altre elezioni, ma per tutto il territorio nazionale o per regioni, anche se
a campione.
Come vengono effettuati questi controlli? Semplicemente si aprono le buste con
le schede di una sezione e si contano di nuovo.
Ma cosa si può effettivamente scoprire con questo controllo? Vediamo i vari casi realistici di possibili "errori a senso unico" e le conseguenze.
1) Tra le schede nulle si scoprono dei voti palesemente validi e tutti di uno schieramento / Poiché l'inserimento nelle nulle era stato concordato e controfirmato dal presidente e da tutti gli scrutatori, tutti loro ne dovranno rendere conto. Se la sezione fosse omogenea (vedi sopra) si potrebbe trattare di un broglio palese, se non fosse omogenea i rappresentanti della lista penalizzata dovrebbero essere sospettati di complicità o di grave incapacità.
2) I totali non tornano a beneficio di un solo schieramento o partito / Anche in questo caso il verbale di sintesi era stato firmato da tutti i componenti il seggio e si ricadrebbe nel caso precedente.
Come si difenderebbero il presidente e gli scrutatori, colti in fallo? Probabilmente si appellerebbero all'"errore materiale" commesso in buona fede (ad esempio derivante dall'aver mischiato i "mucchietti". Non potrebbero però evitare provvedimenti, indagini, inchieste o addirittura processi, la loro azione in altre parole, fosse anche dovuta a semplice sciatteria, non sarebbe indolore.
Da notare però che il controllo non potrebbe scoprire altri due tipi di broglio capillare, quelli più comunemente sospettati:
1) La trasformazione di una scheda valida in nulla mediante apposizione di un secondo voto / Evidentemente la scheda risulterebbe al controllo correttamente annullata.
2) La trasformazione di una scheda nulla in un voto valido mediante apposizione di un voto / Anche in questo caso non sarebbe possibile scoprire nulla riaprendo le buste e ricontrollando le schede.
Se ne deduce che il controllo effettuato dalle commissioni centrali, attualmente in corso, non ha la possibilità di individuare in modo immediato i brogli di tipo capillare sospettati dal CD o dal CS. Si potranno eventualmente individuare errori materiali di varia natura, per loro natura statistica però probabilmente distribuiti in modo equo tra i due schieramenti.
Resta la ipotesi di broglio centralizzato, che invece è immediatamente scopribile. In questo caso infatti i dati delle singole sezioni e quelli centrali (a livello di provincia o regione o nazionale) non quadrano e quindi non è neanche necessario andare ad aprire le buste con le schede. Basta rifare le somme.
Come si è visto in
precedenza errori nella due fasi di sommatoria dei voti delle singole sezioni
sono possibili. Se si tratta però di errori materiali, per regola statistica sui
grandi numeri, questi tendono a distribuirsi in modo uniforme tra gli
schieramenti, alterando in misura minima o nulla il risultato. Veri e propri
brogli in questa fase sono sempre stati esclusi perché, come già detto, facilmente scopribili.
Infatti produrrebbero fatalmente una squadratura con il dato cartaceo di origine
(i verbali), verificabile semplicemente accedendo ai verbali a campione, o al
limite ricontando le schede depositate.
Dal punto di vista tecnico invece modificare i dati, come qualsiasi altra informazione
su computer, è una operazione banale che richiede soltanto i privilegi di
amministratore di sistema. A titolo puramente accademico (e quindi senza
supporre assolutamente che qualcosa del genere sia stato tentato) vediamo come
potrebbe avvenire l'alterazione dei dati durante la somma.
(a) variazione su DB: i dati sono alterati (p.es. con un programma di alterazione che opera in background sul sistema) direttamente sulla base dati; i risultati di ogni singola sezione sono quindi diversi su sistema rispetto al verbale;
(b) variazione nell'algoritmo di somma: i dati sono alterati al momento della somma, sostituendo la funzione standard con un programma apposito (diciamo che 2+2 non farebbe più 4, ma ad esempio 4,1), ma rimangono inalterati nel DB; in questo modo in visualizzazioni o stampe di controllo da sistema i dati sarebbero quelli reali (rilevati anche da altri, come ricordato prima) e potrebbero sostenere eventuali richieste rapide di verifica durante gli scrutini o in seguito.
Maggiore è l'ampiezza della somma e minore è la possibilità che saltino agli occhi le alterazioni (le verifiche con i dati alternativi richiederebbero più tempo) e per questo motivo i sostenitori della tesi del "broglio centrale" lo collocano al Viminale piuttosto che nelle prefetture.
Anche nel caso (b) comunque la verifica potrebbe essere effettuata in modo molto semplice e potrebbe scoprire l'errore (voluto), anche soltanto andando a sommare nuovamente i dati dei verbali (come si è visto nell'esempio di prima è una operazione che richiede pochi minuti, avendo i dati di origine informatizzati).
Il sistema dei mucchietti come alibi |
Dagli elementi forniti sinora, si vede anche che il sistema dei "mucchietti" potrebbe anche servire come alibi a posteriori nel caso di controlli sul "broglio centralizzato". In ipotesi le bianche, regolarmente annullate, sono diventate voti per un partito o uno schieramento durante il data-entry o durante la sommatoria. Nel caso di controlli sul cartaceo sarebbero riemerse come bianche facendo scoprire immediatamente l'operazione. Ma durante l'imbustamento, sempre in ipotesi, sono state opportunamente messe nella busta del partito a cui sono state sommate. In caso di controlli tutto sarebbe ricondotto all' errore materiale, con assoluzione di tutti i responsabili, a partire dal presidente di seggio, dall'accusa di broglio, derubricata a semplice negligenza.
Come ricordato prima la
verifica è banale e molti osservatori (ad esempio Curzio Maltese) escludono
questa ipotesi e criticano duramente Deaglio per averla evocata, rafforzando
indirettamente il CD per la sua palese improbabilità. Se ancora ne parliamo e la
analizziamo è perché paradossalmente non è stata ancora esclusa da un semplice
controllo incrociato o dalla pubblicazione dei dati dettagliati (vedi).
La prolungata assenza di questa semplice verifica è di conseguenza già un
indizio.
Possiamo però già escludere, basandoci su dati pubblici e sui ragionamenti esposti in precedenza, che un broglio di questo tipo sia avvenuto nella vasta area del comune di Roma (2600 sezioni e 1.655.612 elettori, il 3,5% del totale). Ci riferiamo ovviamente alla trasformazione delle bianche in voti validi, il trucco più semplice perché le bianche sono "figlie di nessuno" e la loro diminuzione, anche repentina, non suscita allarme in nessun partito o schieramento in lizza.
Come si vede dai dati ripresi dal comune, con il dettaglio della singola sezione, il valore delle bianche a Roma è sceso in misura notevole dal 2001 al 2006 (dal 2,16 allo 0,54%, quindi quasi il 75% in meno, un quinto del dato precedente). Se si trattasse effettivamente di un broglio, dovrebbero essere capillare o, se centrale, del tipo (a) e quindi i dati sul sito del comune sarebbero diversi da quelli delle singole sezioni. A nostro avviso è però altamente improbabile, se non impossibile, che questi dati siano stati disponibili sul sito del comune di Roma da molti mesi, senza che nessuno degli addetti ai lavori, nonostante i sospetti di brogli da subito circolati, abbia rilevato difformità con i dati della propria sezione, a suo tempo trascritti per un qualsiasi motivo o semplicemente rimasti nella memoria. I pochissimi controlli che abbiamo potuto fare hanno comunque confermato questa tesi puramente speculativa (i dati del sito del comune erano confermati).
Basta questo per escludere il broglio centrale? Ovviamente no, la situazione potrebbe essere diversa in altre realtà geografiche. Gli annunciati controlli che saranno effettuati dalle due giunte elettorali potranno escluderlo? Per il broglio più semplice, di tipo (a) la risposta è sicuramente sì. Per il broglio più raffinato invece occorrerebbero dei controlli mirati, che non risultano in programma. Un riconteggio o una verifica abbastanza ampia dovrebbe però già evidenziare l'anomalia nei conteggi. Non sappiamo se il 10% deciso dalla Camera raggiungerebbe questa soglia.
Forse sì, qualche aiuto alle liste "di casa" nelle sezioni monocolore non è da escludere a priori, e la presenza di sezioni monocolore è stata confermata implicitamente dalla giunta del Senato. Si tratta però di fenomeni con ogni probabilità equidistribuiti tra i due schieramenti, e di non grande rilevanza statistica. E' improbabile possano essere all'origine dei brogli così marcati denunciati da (parte) dei due schieramenti.
Sistemi meno smaccati, utilizzabili anche in sezioni "miste" sono parimenti possibili. Ma che ampiezza avrebbero dovuto avere per confermare il dato dei sondaggi e soprattutto degli exit-poll (4-5 punti di vantaggio all'Unione), e quante persone avrebbero dovuto coinvolgere?
Quattro punti sono oltre 1,5 milioni di voti e non sarebbe stato possibile per la CdL recuperarli neanche trasformando tutte le bianche di tutte le sezioni. La diminuzione delle bianche è pari a 2 punti circa (700 mila voti), ma per recuperarli tutti l'intervento sarebbe dovuto avvenire in tutte le sezioni italiane, coinvolgendo non meno di 120 mila persone. Scendendo ad 1/6 sarebbero state coinvolte non meno di 20 mila persone, per spostare poco più di 100 mila voti. Decisivi solo in una ipotesi di quasi pareggio, considerata improbabile se non impossibile dagli stessi sondaggi della CdL. E ben 20.000 persone (ma anche di più) sarebbero ora al corrente di questo segreto. Senza parlarne o utilizzarlo per farsi pubblicità.
Altrettanti elementi che fanno ritenere improbabile anche il broglio capillare.
Aggiungiamo ancora tre ulteriori possibili ipotesi a spiegazione delle difformità nel voto.
Due fattori concomitanti : Un forte recupero potrebbe essersi accompagnati ad operazioni sui voti nelle situazioni più favorevoli.
Sciatteria italiana : Impossibile arrivare ad un risultato certo in presenza di un sistema complesso affidato ad esecutori imprecisi a tutti i livelli. Una situazione esplosiva in presenza di una legge elettorale assurda, con un collegio unico nazionale, e di una sostanziale equivalenza di voti tra i due schieramenti, nonché di una forte tensione. Il risultato: vince chi proclama per primo la vittoria, i controlli successivi non sono possibili e praticabili perché non gestibili a livello di ordine pubblico le eventuali correzioni, che sarebbero radicali (da vittoria a sconfitta e viceversa).
Brogli incrociati : sono avvenuti da parte di entrambi gli schieramenti, e questo è il motivo per cui ad ogni rilevazione segue un insabbiamento.
Al di là degli elementi di credibilità, queste tre ulteriori spiegazioni non sono comunque in grado di spiegare un fenomeno così marcato.
Ma chi è che vota scheda
bianca e, soprattutto, perché? In tutte le
democrazie occidentali una percentuale di elettori, talvolta anche molto alta,
non vota. E' paradossale che tante persone
si neghino un diritto per il quale molti hanno combattuto e sono morti lottando
contro le dittature in tutte le parti del mondo, ma numerose motivazioni di
ordine sociologico e pratico rendono questo fenomeno spiegabile, e fisiologico.
Più difficile spiegare il fenomeno di chi si reca comunque al seggio, ma non
esprime il voto, annullando la scheda o lasciandola intonsa, un fenomeno peraltro
soprattutto italiano, che è arrivato a coinvolgere fino al 5% dell'elettorato,
la consistenza di un medio partito in Italia.
Chi fa questa scelta si sobbarca ai fastidi del voto pur non avendo la sua
azione alcun effetto sul risultato, nel senso che sarebbe stata la stessa cosa
se fosse rimasto a casa.
Possibili motivazioni |
Eppure qualche
motivazione ci deve essere. Per intanto, una quota parte, probabilmente non
trascurabile, non è
consapevole della totale inutilità della sua
azione. Vede ingenuamente i componenti al seggio come rappresentanti delle
istituzioni, come il personaggio del film di Verdone "Bianco, rosso e Verdone"
(l'immigrato in Germania) e le elezioni sono il momento scelto per elevare la
sua insoddisfazione e la sua protesta, soprattutto annullando la scheda (la
mitica fetta di salame dentro la scheda con la scritta "mangiatevi
pure questa", un fatto reale e raccontato da molti scrutatori per
esperienza diretta).
Per le bianche esiste però una ulteriore motivazione: la (presunta)
obbligatorietà del voto. Forse non tutti sanno
che in Italia, a differenza che in altri paesi, la partecipazione al voto viene
(o veniva) in qualche modo controllata. E' una norma che risale al dopoguerra,
pensata proprio per spingere al voto una popolo disabituato alla democrazia da
venti anni di fascismo e ancora in buona parte analfabeta, e che trova riscontro
nella Costituzione, nella quale il voto è definito un "dovere civico".
In pratica il controllo consisteva nella annotazione
"non ha votato" nel certificato di buona condotta che poteva essere
richiesto al comune e nella iscrizione in una lista di astenuti, tenuta sempre
dal comune (DPR 361/1957).
Questa annotazione e questa lista sono stati poi abrogati in fasi successive,
prima nel 1973 è stata abolita l'anagrafe degli astenuti e poi con la legge
Mattarella (543/1993), che introduceva il sistema maggioritario, anche la
menzione sul certificato di buona condotta (peraltro caduto in disuso) è stata
superata.
"Il voto è segreto" |
E' però rimasta impressa
nella memoria di molti cittadini, e non solo i più anziani, la diffidenza
riguardo all'uso che il "potere" potrebbe fare dell'informazione sulla
astensione dal voto, indipendentemente da quanto previsto dalle varie leggi. Al
controllo del potere statale si aggiunge poi il controllo della comunità,
scrutatori o componenti dei seggi che sono conosciuti dagli elettori, nelle
piccole città o nei quartieri, e che potrebbero sapere e far sapere chi non ha
votato, o personaggi che si presentano alle elezioni e che hanno chiesto il
voto, e ai quali non si vuole dire di no in modo così esplicito.
La soluzione quindi per non far sapere proprio a nessuno le proprie intenzioni è
recarsi comunque al seggio e poi non votare o annullare la scheda.
Ci sarebbe da aspettarsi che questo fenomeno avesse avuto una flessione dopo la
legge Mattarella, citata prima, almeno per l'aspetto del controllo da parte
delle autorità, invece così non è stato, anzi le schede bianche
sono aumentate.
E' possibile che l'informazione non sia passata a questo particolare tipo di
elettori, e che il secondo aspetto sia risultato prevalente.
Le novità del proporzionale della CdL |
Sta di fatto che nelle
ultime elezioni un elemento di discontinuità c'è stato: la nuova legge
elettorale, definita "proporzionale" dalla televisione.
Con questa legge il "controllo" del candidato al collegio spariva. E forse è
stato recepita, con ritardo, anche l'abolizione dell'obbligo di registrazione
dell'astensione dal voto. E' possibile che per quei canali informativi
sotterranei, che sfuggono ai media, che utilizzano il passa parola come le
leggende metropolitane, sia arrivato ai "bianchisti" l'informazione che "Berlusconi
ha abolito l'obbligo del voto"? Non abbiamo alcun elemento a sostegno di questa
tesi, ma spiegherebbe parecchie cose.
Tentativi di spiegazione del fenomeno |
In sintesi: la migliore
spiegazione statistica del quasi successo del CD è sempre il trasferimento da
voti bianchi, e tradizionalmente bianchi, a voti per FI. Migliore e più
attendibile spiegazione anche del travaso tra il centro del CS (Udeur e
Margherita) a UDC e da UDC a FI, e da UDC a FI (vedi).
Se questo travaso non è avvenuto per vie improprie (il famoso broglio) può
essere avvenuto per due concomitanti motivi:
promessa al limite del voto di scambio: l'abolizione dell'ICI sulla prima casa vale in media 300-400 € all'anno, quella della TARSU 100 €, e il voto non costa nulla, soprattutto per un "bianchista";
paura: la tassa di successione sull'unico bene posseduto (la prima casa), intenzione del quale era accusato il CS (che non ha saputo smentire in modo efficace) ha mosso altri "bianchisti" (o gli stessi) a mobilitarsi in difesa dei loro interessi economici sotto (presunto) attacco.
Da qui una affluenza alle urne inaspettata, che ha compensato l'abbandono (continuato nei 5 anni di governo) degli originali elettori del 2001, e dei giovani in particolare (da cui il risultato molto diverso tra Camera e Senato), mantenendo la percentuale dei votanti invariata sostanzialmente rispetto al 2001. Un fenomeno improvviso, imprevisto e insondabile, che può spiegare l'errore nei sondaggi e forse anche quello negli EP (ai quali immagino che ben difficilmente i "bianchisti" si prestino).
Di fronte a un risultato
che vedeva prevalere il CS di circa 25.000 voti il CD ha immediatamente chiesto
un nuovo conteggio dei voti, paventando errori o denunciando brogli, come
ricordato in precedenza. Era una richiesta logica e/o fattibile?
Il meccanismo elettorale inventato e votato dallo stesso CD a pochi mesi dal
voto prevede un premio di maggioranza non
vincolato al distacco tra la prima e la seconda coalizione, e determinato sui
voti della coalizione ottenuti in Italia, con esclusione di Valle d'Aosta e dei
voti espressi all'estero. Come si vede dalla tabella seguente il distacco alla
Camera tra le due coalizioni è in realtà di 124.306 voti circa (3,2 per mille),
ma sui voti influenti ai fini dell'attribuzione del premio si riduce a soli
24.755 voti (0,65 per mille, meno di un voto ogni 2 sezioni elettorali).
Camera |
Unione |
CdL |
Differenza |
Differenza % |
Differenza (per mille) |
Note |
Italia |
19.002.598 |
18.977.843 |
24.755 |
0,065% |
0,65% |
Dati Min. Interno |
Valle d'Aosta |
34.167 |
24.118 |
10.049 |
17,241% |
|
Dati Wikipedia |
Estero |
459.454 |
369.952 |
89.502 |
10,791% |
|
Dati Wikipedia |
Totale |
19.496.219 |
19.371.913 |
124.306 |
0,320% |
3,20% |
|
Un nuovo conteggio,
essendo stato il primo effettuato con i sistemi ricordati sopra, e anch'esso
svolto comunque manualmente, avrebbe dato sicuramente
risultati diversi. Inferiori per l'Unione? Superiori? Impossibile
saperlo, ma è sicuro che su un numero così elevato di schede da contare, con il
tasso di errore inevitabile in un conteggio manuale, non si sarebbe potuti
arrivare ad un tasso di errore ancora inferiore allo 0,5 per mille. Per dirla in
altre parole, se si fossero contate le schede anche 5 volte, si sarebbero
ottenuti 5 risultati diversi, magari con risultati alterni tra le due
coalizioni.
E' chiaro che la CdL ha chiesto di ricontare (sapendo che è comunque
impossibile): dal suo punto di vista il risultato non poteva che migliorare, ma
ai fini dell'obbiettivo di avere un risultato certo, con voti così vicini, era
una richiesta priva di senso.
Il problema è proprio nel sistema elettorale.
Tutti vogliono un
sistema elettorale che garantisca risultati certi
e quindi la mitica governabilità.
L'esperienza ha dimostrato che quello vigente in Italia, approvato dal CD a
novembre 2005, è sicuramente inadatto allo scopo.
Tutti i sistemi elettorali funzionano bene quando i distacchi sono netti e le
coalizioni o i partiti chiaramente individuati e separati. Nel caso di quasi
pareggio tutti i sistemi mostrano limiti e generano contestazioni del voto (da
parte del perdente, è ovvio) e richieste di verifiche.
Nel caso italiano questo inevitabile fenomeno è stato esaltato dal fatto che il nuovo sistema cosiddetto proporzionale è in realtà un maggioritario uninominale con un unico collegio per tutto il territorio nazionale. Ogni fenomeno è quindi moltiplicato per 500 circa (tanti sarebbero all'incirca i collegi uninominali se fossero uno per deputato), con le conseguenze che abbiamo visto.
Per spiegarci meglio: se la stessa situazione di quasi pareggio si fosse verificata con il precedente sistema (maggioritario con quota proporzionale) o con il sistema inglese (maggioritario secco, come votato dalla maggioranza dei cittadini nel referendum del 2000, ma senza effetto perché il quorum non è stato raggiunto, causa carente verifica dell'effettivo numero dei votanti da parte dell'allora amministrazione dell'interno) si sarebbero avuti un grande numero di collegi con una vittoria netta dell'uno o dell'altro schieramento, e un numero ridotto di collegi in quasi pareggio.
Su questi e solo su questi sarebbe eventualmente proseguita la verifica nei giorni successivi, ma su un numero di votanti pari a 1/500 del totale nazionale (circa 78.000 in media), un numero gestibile e per il quale un successivo conteggio avrebbe la possibilità teorica e pratica di convergere verso un risultato certo.
Così è avvenuto d'altra parte negli USA nelle situazioni di quasi pareggio tra Bush Jr. e Gore (2000, stato delle Florida) e nelle successive elezioni del Senato del 2007.
Si deduce quindi da questa analisi che sistemi con premio di maggioranza (ai quali pare siano orientati incautamente sia CS sia CD) continuerebbero a presentare gli stessi problemi di incertezza del risultato, a meno che il premio non sia vincolato ad una soglia di distacco, a scapito però, in questo modo, della governabilità.
Ma esiste magari una soluzione tecnologica? Superando il sistema di conteggio manuale si potrebbe avere il mitico risultato certo?
I computer risolvono
tutti i problemi, perché non risolvono anche il problema di contare i voti di
una elezione in fretta e senza errori? Tecnicamente la soluzione è semplice,
economica, quasi banale. Una form (un modulo su computer) con un tasto da
premere sul simbolo del partito o del candidato, una connessione di rete, un
data base (centrale, meglio, o distribuito), un numero di dati neanche grande
per un computer, più i necessari controlli in caso di caduta della connessione e
simili.
Questa stessa semplicità è però anche il problema:
i dati su computer sono facilmente modificabili.
Un problema di non facile soluzione per due motivi: 1) il voto è segreto e
vogliamo che rimanga tale (non è possibile coinvolgere a posteriori il votante
nel controllo, o lasciargli una ricevuta) 2) non ci fidiamo a priori di
chi realizza e gestisce il sistema.
E' chiaro che se il voto
non fosse segreto non potrebbe essere modificato da chi lo raccoglie (così come
la nostra banca non può modificare gli importi nel nostro conto corrente) ma
forse è necessario spiegare la seconda affermazione. Esistono molti sistemi per
proteggere i dati su computer e impedire qualsiasi modifica dall'esterno:
password con firma elettronica, filigrana elettronica, time-stamp per il
tracciamento delle operazioni, crittografia non reversibile e così via.
Ma naturalmente è sempre necessario un amministratore di sistema con privilegi
di accesso ai dati per la gestione di tutte queste protezioni. In un sistema
basato sulla sfiducia preventiva (e senza
possibilità di controllo del voto effettivo per via del voto segreto) come
quello di una competizione elettorale, potrà sempre rimanere il sospetto allo
sconfitto che abili tecnici del computer all'interno del sistema di conteggio
possano aver modificato il voto senza lasciare tracce.
Messe così le cose il
voto elettronico ha la possibilità di essere adottato solo se gli elettori hanno
fiducia nell'amministrazione che gestisce il conteggio oppure se si mette in
opera un controllo reciproco, da parte di tecnici informatici di fiducia dei
partiti in lizza, che segua tutto il ciclo, fino al computer centrale nel quale
viene consolidato il risultato.
Ma questi tecnici "di parte" dovrebbero soltanto osservare o dovrebbero
partecipare al conteggio? E se loro stessi riuscissero, essendo all'interno, a
modificare i dati? Fermiamoci qui.
Alla fine di questa ampia analisi rimangono sostanzialmente tre ipotesi in piedi:
I risultati sono reali, al netto degli errori fisiologici, e sono spiegabili come effetto di una campagna elettorale particolarmente efficace in presenza di una propensione più ampia che in precedenza degli elettori agli spostamenti. Le anomalie statistiche si spiegano con il vecchio argomento "c'è sempre una prima volta".
Il broglio è avvenuto in modo capillare e organizzato. Se fosse vero, comunque non potrebbe essere scoperto dai controlli in corso dalle giunte per le elezioni, se non con la confessione di qualcuno dei partecipanti attivi ai brogli stessi.
Il broglio è avvenuto in modo centrale. Se fosse vero, comunque sarebbe rilevabile facilmente dagli addetti ai lavori (anche nel caso (b) definito in precedenza) e quindi sarebbe ormai noto nel sistema politico. Per motivi inspiegabili però i danneggiati avrebbero coperto e tuttora coprirebbero i responsabili dello schieramento avverso.
Delle tre ipotesi elencate quella a più elevata probabilità rimane la prima.
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