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Corvi - Questo è giusto? (1968)

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(intro di chitarra elettrica)

Vedo un uomo nella notte / Solo

Vedo un uomo nella notte / Piange

Con un cane sta parlando / Piano

Con un cane sfoga il suo  / Dolore

Lui mio figlio per la fame / Dice

Lui soffriva per la fame / Sai

Io vagavo per le strade / Solo

Del lavoro io cercavo / Niente

E mio figlio io l'ho rubato - Ieri
Ora mi condanneranno - Sai
Forse in cella dovrò andare - Oh oh
Ciò che ho fatto era da fare

(intermezzo chitarra elettrica)

Questo è giusto
Chiede poi

Questo è giusto
Chiede a lui

Lui non risponde ma si fa capire
S'avvicina e se ne va con lui

E mio figlio io l'ho rubato - Ieri
Ora mi condanneranno - Sai
Forse in cella dovrò andare - Oh oh
Ciò che ho fatto era da fare

E mio figlio io l'ho rubato - Ieri
Ora mi condanneranno - Sai
Forse in cella dovrò andare - Oh oh
Ciò che ho fatto era da fare

 

 

Note

Per la loro penultima incisione su vinile, pubblicata nel 1968, i Corvi, tra i primi gruppi beat italiani dopo i successi di Un ragazzo di strada e Sospesa ad un filo, avevano scelto un hit internazionale, The Letter dei Box Tops, e ne avevano fatto una cover dal titolo Datemi un biglietto d'aereo.
Sul lato B una scelta meno convenzionale, un altro brano entrato nelle classifiche USA e UK, ma decisamente meno noto in Italia, Morning Dew (La rugiada del mattino).

Si trattava di una canzone scritta nel 1960 da una ragazza canadese, all'inizio di una breve carriera nel folk, Bonnie Dobson, ispirata al celebre film del 1959 "On The Beach" (con Ava Gardner e Gregory Peck, titolo italiano, più efficace, L'ultima spiaggia, una frase entrata poi nell'uso comune) sulle drammatiche e irreversibili conseguenze di una guerra termonucleare globale (allora del tutto possibile, come sappiamo).

Il brano è stato inciso inizialmente da Fred Neil, ma poi è stato portato al successo internazionale dal cantante americano Tim Rose (1966) e in seguito dal gruppo inglese Episode Six (1967) per essere poi in seguito interpretato da molti altri gruppi e cantanti, tra cui i Grateful Dead e gli Allman Brothers Band.

La versione italiana dei Corvi, di autore non indicato (forse Mogol), cancella l'ambientazione postatomica e trasforma il tutto in una drammatica vicenda individuale. Il protagonista, a noi degli anni 2000, fa venire inevitabilmente in mente un punkabbestia, e il particolare del figlio rubato (a quanto sembra) fa venire in mente gli episodi di accattonaggio forzato a cui sono a volte costretti i minori. Nelle intenzioni doveva essere probabilmente una scena di desolazione umana, forse evocativa della tragedia generale, che invece traspare chiaramente nell'originale. Peraltro anch'esso evocativo e allusivo, e molto più semplice nella struttura (Vedi). Niente da dire invece sulla interpretazione e sull'arrangiamento dei quattro Corvi, decisamente al livello degli esempi originali.

 Curiosità  qualcuno ha riportato per un banale errore di battitura su un sito in modo sbagliato ("Episodi" anziché "Episode Six") il nome del gruppo UK che ha proposto il brano nel 1967 (facendolo presumibilmente conoscere anche in Italia), gruppo nel quale peraltro hanno iniziato la carriera Roger Glover e Ian Gillan dei futuri e notissimi Deep Purple, e su decine di siti questo gruppo, esistente solo nel mondo virtuale di Internet, compare come l'interprete originale del brano dei Corvi. Un altro esempio di uno dei problemi di Internet, l'attendibilità.


Per saperne di più: La scheda sui Corvi / La discografia dei Corvi

 

Vedi anche:

Il beat e le canzoni di protesta / I complessi beat / I testi / Le copertine / Il fenomeno delle cover / Cover “adulterate” / La radio /  Dove trovare i dischi beat?

  

Musica & Memoria Marzo 2008 / Testo originale di Mogol trascritto da A. Truffi e riprodotto per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita

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