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Bruno Lauzi - La donna del Sud (1966) |
Una donna di nome Maria |
Ha portato due labbra di corallo |
Ahi Maria, Ahi Maria, Ahi Maria |
Ha posato le cesta d'arance |
Io le ho preso la mano ridendo |
Ahi Maria, Ahi Maria, Ahi Maria |
intermezzo orchestra di archi |
Una donna di nome Maria |
Ahi Maria, Ahi Maria, Ahi Maria |
Note |
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Era il 1966, dall'inizio del decennio era cominciata la grande migrazione dal sud, ancora dominato dal bracciantato nonostante la parziale riforma agraria del dopoguerra, al nord che si stava industrializzando velocemente grazie al cambio favorevole, agli investimenti pubblici, alla modernizzazione dell'impianto produttivo con la nazionalizzazione delle telecomunicazioni del primo centro sinistra eall'impulso delle grandi aziende di stato, ENI, IRI, STET. |
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Una migrazione epocale, ricordata in queste immagini, che trasformava le grandi e piccole città del Nord e soprattutto Torino e Milano. La domanda nell'Europa del boom demografico era forte e l'Italia era la nazione giusta per rispondere a questa domanda e grazie anche e soprattutto a questa grande migrazione di forza lavoro che ha interessato fino a 5 milioni di persone il nostro paese è diventato il sesto paese industrializzato del mondo con una velocità tale da giustificare la definizione di Miracolo italiano. |
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La migrazione, come avverrà anche 30 anni dopo, ma con migranti diversi, stranieri, non avvenne senza tensioni, criticità e limitazioni dell'accoglienza, difficoltà di integrazione, e anche in musica due cantautori amici ma di idee divers scrissero due canzoni che commentavano questo grande cambiamento. Bruno Lauzi in questa canzone sposa una visione positiva e ottimistica della grande migrazione. La donna del sud che porta bellezza e sincerità in un nord che a quanto pare ne ha bisogno anche socialmente, è una immagine simbolica che suggerisce e suppone (forzando un po' la realtà) un'accoglienza ospitale e felice a questa invasione di forze nuove. | ||
Una visione del fenomeno diversa da quella di Sergio Endrigo che invece scrive questa canzone come risposta alla canzone di Lauzi,dal titolo Il treno che viene dal sud, pubblicata in un 45 giri che contiene sul lato A una cover di questa canzone di Lauzi, e sul lato B la risposta. Una cortesia al collega amico ma anche un modo per far capire a chi ascolta la sua canzone a chi sta rispondendo. Una scelta diversa da quella di Giorgio Gaber per un'altra risposta, quella al Ragazzo della Via Gluck, una canzone così conosciuta da non rendere necessario ricordarla nello stesso disco. |
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© Musica & Memoria Marzo 2025 / Testo originale di Bruno Lauzi, riprodotto per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Commenti Alberto Maurizio Truffi / Copia per usi commerciali non consentita |