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Note |
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Un disco fondamentale per Franco
Battiato, che passa non solo ad una nuova casa discografica (dalla
Ricordi alla EMI, che poi lascerà per la Sony nel 2003), ma soprattutto
abbandona il lungo periodo dedicato alla musica sperimentale e di
avanguardia, che lo avevo portato a notevoli risultati come
Juke-Box
o L'Egitto prima delle sabbie
(entrambi del 1978), per il secondo dei quali vinse il premio Stockhausen
per la musica contemporanea.
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Con questo
disco inizia infatti l'abbraccio con la musica pop, complice il maestro,
compositore e arrangiatore Giusto Pio,
coautore di arrangiamenti accattivanti, che meno di due anni dopo
consentiranno a Battiato di raggiungere il grande pubblico e portare il
suo complesso messaggio ben oltre i confini della cosiddetta "musica
colta", con la quale peraltro rompe completamente, non senza una vena
polemica ("la musica contemporanea, mi butta giù", dirà nel
suo disco successivo).
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Molte le canzoni memorabili, che
faranno parte stabilmente del repertorio del cantautore, a cominciare
dalla title-track, con il suo irresistibile ritornello pop che funziona
però come veicolo di messaggi subliminali e codificati, a
Magic
Shop, che
fa i conti con l'esoterismo a buon mercato, alla fondamentale Il Re del
Mondo, uno dei brani più noti e peculiari di Battiato.
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Sul
significato mitico del cinghiale |
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(...) È un album, questo primo della nuova
maniera pop-sapienziale di Franco Battiato, che spinge la sua ricerca alle
radici del significato e del segreto dell'opera dell'uomo e della sua
origine. A questo punto il Cinghiale diventa il simbolo che permette la
sua riconquista della Conoscenza perduta e conservata soltanto in pochi
centri sapienziali fuori del livello dell'ordinaria conoscenza umana, che,
alla luce della riscoperta delle origini, possa aiutare l'uomo a capire
quelli che sono i fini della propria presenza su questa terra ed in questo
universo. Come lo stesso Battiato dice: "Il cinghiale bianco indicava
presso i Celti il sapere spirituale, la Conoscenza. Penso che sia venuto
il momento di non perdere più tempo appresso ai problemi sociali ed
economici, facendoli apparire come inesorabilmente oppressivi ed unici
responsabili del nostro star male. Perdere tempo intorno alla dialettica
servo-padrone ha il solo scopo di allontanare dai problemi ben più seri e
fondamentali quali per esempio la comprensione dell'universo e della
relazione nostra con esso. Un esempio: quest'estate ho fatto un corso di
ceramica. C'era un maestro che insegnava le sue tecniche e noi eravamo i
suoi discepoli. Quale poteva essere il problema? Lui sapeva e noi dovevamo
apprendere. In me non c'era invidia verso di lui, ma un ottimo rapporto di
voler entrare in possesso delle sue conoscenze, per padroneggiare meglio
la materia". (...)
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[tratto da "Centro di gravità permanente" di
Maurizio Macale - Edizioni Bastogi]
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L'Era
del Cinghiale Bianco |
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Pieni
gli Alberghi a Tunisi |
per
le vacanze estive |
a
volte un temporale |
non
ci faceva uscire |
un
uomo di una certa età, |
mi
offriva spesso sigarette turche, ma |
Spero
che ritorni presto |
l'Era
del Cinghiale Bianco |
Profumi
indescrivibili |
nell'aria
della sera |
studenti
di Damasco |
vestiti
tutti uguali |
l'ombra
della mia identità |
mentre
sedevo al cinema oppure in un bar |
Ma
spero che ritorni presto |
l'Era
del Cinghiale Bianco. |
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Magic
Shop |
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C'è
chi parte con un raga della sera |
e
finisce per cantare "la Paloma". |
E
giorni di digiuno e di silenzio |
per
fare i cori nelle messe tipo Amanda Lear |
vuoi
vedere che l'Età dell'Oro |
era
appena l'ombra di Wall Street? |
La
Falce non fa più pensare al grano |
il
grano invece fa pensare ai soldi. |
E
più si cresce e più mestieri nuovi |
gli
artisti pop, i manifesti ai muri |
i
Mantra e gli Hare Hare a mille lire |
l'Esoterismo
di René Guénon. |
Una
Signora vende corpi astrali |
i
Budda vanno sopra i comodini |
deduco
da una frase del Vangelo |
che
è meglio un imbianchino di Le Corbusier. |
Eterna
è tutta l'arte dei Musei |
carine
le Piramidi d'Egitto |
un
po' naifs i Lama tibetani |
lucidi
e geniali i giornalisti. |
Supermercati
coi reparti sacri che vendono |
gli
incensi di Dior |
rubriche
aperte sui peli del Papa. |
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Strade
dell'Est |
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Carichi
i treni che dall'Albania |
portano
tanti stranieri in Siberia |
tappeti
antichi mercanti indiani |
mettono
su case tra Russia e Cina |
strade
dell'Est. |
Spinto
da i Turchi e dagli Iracheni |
qui
fece campo Mustafà Mullah Barazani |
strade
dell'Est d'immensi orizzonti |
città
nascoste di lingua persiana |
da
qui la Fine. |
Dicono
storie di Principesse |
chiuse
in castelli per troppa bellezza |
fiori
di Loto giardini stupendi |
...e
Leningrado oggi |
strade
dell'Est. |
Di
notte ancora ti può capitare |
di
udire suoni di armonium sfiatati |
e
vecchi curdi che da mille anni |
offrono
il petto a Novene... |
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Il
Re del Mondo |
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Strano
come il rombo degli aerei |
da
caccia un tempo, |
stonasse
con il ritmo delle piante |
al
sole sui balconi... |
e
poi silenzio... e poi, lontano |
il
tuono dei cannoni; a freddo... |
e
dalle radio dei segnali in codice. |
Un
giorno in cielo, fuochi di Bengala... |
La
Pace ritornò |
ma
il Re del Mondo, |
ci
tiene prigioniero il Cuore. |
Nei
vestiti bianchi a ruota... |
Echi
delle Danze Sufi... |
Nelle
metro giapponesi, oggi, |
macchine
d'Ossigeno. |
Più
diventa tutto inutile |
e
più credi che sia vero |
e
il giorno della Fine |
non
ti servirà l'Inglese. |
...E
sulle Biciclette verso Casa, |
la
Vita ci sfiorò |
ma
il Re del Mondo |
ci
tiene prigioniero il Cuore. |
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Vai all'approfondimento sui significati
di questo testo. |
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Pasqua
Etiope |
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Requiem
aeternam dona eis Domine |
et
lux perpetua luceat eis |
te
decet hymnus deus in Sion |
et
tibi reddetur votum in Jerusalem |
exaudi
orationem meam ad te omnis |
caro
veniet. |
Kyrie
eleison, Christe eleison |
Kyrie
eleison, Khriste eleison. |
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Stranizza
D'Amuri |
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'Ndo
vadduni da Scammacca |
i
carritteri ogni tantu |
lassaunu
i loru bisogni |
e i
muscuni ciabbulaunu supra |
jeumu
a caccia di lucettuli... |
'a
litturina da ciccum-etnea |
i
saggi ginnici 'u Nabuccu |
'a
scola sta finennu. |
Man
manu ca passunu i jonna |
sta
frevi mi trasi 'nda l'ossa |
'ccu
tuttu ca fora c'è 'a guerra |
mi
sentu stranizza d'amuri... l'amuri |
e
quannu t'ancontru 'nda strata |
mi
veni 'na scossa 'ndo cori |
'ccu
tuttu ca fora si mori |
na'
mori stranizza d'amuri... l'amuri. |
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