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Arlo Guthrie - The City of New Orleans (1972)

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Riding on the City of New Orleans,
Illinois Central, Monday morning rail
Fifteen cars and fifteen restless riders
Three conductors and twenty-five sacks of mail
All along the southbound odyssey
The train pulls out at Kankakee
Rolls along past houses, farms and fields
Passin' trains that have no names
Freight yards full of old black men
And the graveyards of the rusted automobiles

Siamo saliti sul treno Città di New Orleans,
(alla stazione) Illinois Central, sul treno del lunedì mattina
Quindici vagoni e quindici passeggeri irrequieti
Tre controllori e venticinque sacchi di posta
Lungo tutto il viaggio verso sud (1)
Il treno parte dalla stazione di  Kankakee (a Chicago)
Procede superando case, fattorie e campi
Treni di passaggio che non hanno nome
Scali merci pieni di vecchi uomini di colore (2)
E i cimiteri delle automobili arrugginite

Good morning, America, how are you?
So Don't you know me I'm your native son
I'm the train they call The City of New Orleans
I'll be gone five hundred miles when the day is done

Buongiorno, America, come stai?
Così non mi conosci? Sono il tuo figlio nativo
Sono il treno che chiamano The City of New Orleans
Avrò fatto cinquecento miglia quando il giorno sarà finito

Dealin' cards with the old men in the club car
Penny a point ain't no one keepin' score
Won't you pass the paper bag that holds the bottle
Feel the wheels rumblin' 'neath the floor
And the sons of Pullman porters
And the sons of engineers
Ride their fathers' magic carpets made of steel
Mothers with their babes asleep
Are rockin' to the gentle beat
And the rhythm of the rails is all they feel

Mischi e dai  le carte con i vecchi nel vagone ristorante
Un centesimo a punto ma nessuno che tiene il punteggio
Non vuoi passare la busta della spesa con la bottiglia
Si sentono le ruote che brontolano sotto il pavimento
E i figli degli inservienti dei treni (3)
E i figli degli ingegneri
Viaggiano sui tappeti magici  fatti d'acciaio dai loro padri 
Le madri con i loro bambini addormentati
Si dondolano al battito regolare delle rotaie
E il loro ritmo è l'unico suono che sentono

Good morning America how are you?
Don't you know me I'm your native son
I'm the train they call The City of New Orleans
I'll be gone five hundred miles when the day is done

Buongiorno, America, come stai?
Non mi riconosci? Sono il tuo figlio nativo (4)
Sono il treno che chiamano The City of New Orleans
Avrò fatto cinquecento miglia quando il giorno sarà finito

Nighttime on The City of New Orleans
Changing cars in Memphis, Tennessee
Half way home, we'll be there by morning
Through the Mississippi darkness
Rolling down to the sea
And all the towns and people seem
To fade into a bad dream
And the steel rails still ain't heard the news
The conductor sings his songs again
The passengers just will please refrain
This train's got the disappearing railroad blues

E' notte sul City of New Orleans
Si cambia vagone a Memphis, Tennessee
A metà strada verso casa, saremo là verso mattina
Attraverso l'oscurità del Mississippi
Correndo silenzioso verso il mare
E tutte le città e le genti sembrano
Essere scomparse come in un brutto sogno
E le rotaie d'acciaio non hanno ancora saputo la notizia
Il capotreno canta un'altra volta le sue canzoni
I passeggeri apprezzano il refrain (5)
Questo treno canta un blues triste per le stazioni che spariscono (6)

Good night, America, how are you?
Don't you know me I'm your native son
I'm the train they call The City of New Orleans
I'll be gone five hundred miles when the day is done

Buongiorno, America, come stai?
Non mi riconosci? Sono il tuo figlio nativo
Sono il treno che chiamano The City of New Orleans
Avrò fatto cinquecento miglia quando il giorno sarà finito

   

Note

L'autore della canzone è Steve Goodman, che l'ha incisa e pubblicata nel 1971 in una versione quasi acustica e folk. Quando è stata ripresa nel 1972 da Arlo Guthrie con un arrangiamento più country-rock ha raggiunto un grande successo, entrando nella top 10 USA. Un viaggio dal Nord al Sud degli Stati Uniti diventa una metafora dell'innato istinto dell'uomo a viaggiare e un momento di riflessione sulla vita. Parole semplici ma ben centrate, una descrizione quasi cinematografica e soprattutto una musica che ci conquista subito e che non ci stanca riascoltare anche molte volte, probabilmente perchè la progressione armoniche, pur originale, è vicina a molte altre canzoni del genere "ballad", ed può ricordare anche il celebre Canone di Pachenbeld

Note alla traduzione

  1. Qui usa direttamente la parola "odissea" per il viaggio, lasciamo scegliere a chi legge.
  2. Perché negli scali merci ci sono tanti "black men"? Gli operai sono quasi tutti uomini di colore? E perché dovrebbero essere vecchi? Su Genius un commento suggerisce che sia un simbolico riferimento a vecchie locomotive, oppure a vagoni neri o scuri fermi o da scaricare.
  3. Il treno trasporta sia gente che poteva far parte di chi i treni li ha realizzati sia dichi sul treno ci lavora. Insomma, è un mezzo di trasporto interclassista.
  4. "Nativi" in USA sono i "pellerossa" ma qui forse l'allusione è al treno che ha unito i vari stati, la celebre Transcontinental Railroad realizzata dalla Central Pacific e Union Pacific che si sono collegati nello Utah dopo soli 6 anni di lavori nel 1869. Un'impresa celebrata nel film muto The Iron Horse del 1924.
  5. In questo verso Goodman probabilmente cita simbolicamente due situazioni: un capotreno che canta un blues triste e i passeggeri che si uniscono nel refrain, oppure il suono ritmico delle rotaie e il fischio del treno che diventa come un blues triste di addio alla centralità della ferrovia con l'avvento della motorizzazione privata e la conseguente sparizione delle stazioni intermedie (6).
 

© Musica & Memoria  Dicembre 2024 / Testo originale di Steve Goodman riprodotto per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita

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